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martedì 31 dicembre 2013

Lampedusa: quando l’accoglienza diventa anche business

di Mauro Indelicato

A Lampedusa la processione continua; passerelle di ministri, presidenti di Camere, perfino il presidente della Commissione Europea sarà costretto mercoledì ad affacciarsi sulla più grande delle Pelagie per mostrare, non si sa con quale tipo di faccia, “rispetto” davanti a quelle povere bare simbolo di una tragedia numericamente ed umanamente inaccettabile. Una passerella che, oltre a voler commuovere una società civile perennemente indifferente alle sorti del sud del mondo, serve forse anche a mascherare il vero marcio che si cela dietro questi viaggi terribili, spesso culminanti con tragedie indescrivibili.

lunedì 30 dicembre 2013

Lampedusa. Tra business e disperazione entra in scena l’ipocrisia made in Italy

di Mauro Indelicato

A Lampedusa sta andando in scena l’ennesimo ipocrita teatrino che ha, come palese obiettivo, la strumentalizzazione della disperazione di diversi cittadini africani per arrivare a sfruttare in maniera più energica il grosso e fiorente business relativo all’immigrazione. Ad Agrigento invece, il Procuratore della Repubblica, Renato Di Natale, nel corso della conferenza di fine anno, afferma ciò che in molti pensano e ciò che potrebbe essere emblematico dell’attuale situazione: “Il Cie di Lampedusa è stato visitato da politici di alto rango pochi giorni fa. Strano che non si siano accorti delle reali condizioni prima del video del TG2”.

domenica 29 dicembre 2013

Italia mercenaria, Italia assassina

di : Manlio Dinucci
giovedì 27 ottobre 2011 - 12h45

Le immagini di " Gheddafi linciato e ucciso" da una folla inferocita di miliziani sono state diffuse su scala mondiale, per dimostrare che quella libica è stata una ribellione popolare conclusasi col rovesciamento dell’odiato " dittatore ". Versione semplicistica, facente parte delle potenti «armi di distrazione di massa» usate nell’operazione Protettore Unificato. Ben diversa la realtà che sta venendo a galla, come dimostra la documentata ricostruzione degli avvenimenti fatta ieri dal quotidiano britannico The Telegraph.

sabato 28 dicembre 2013

Wikileaks. Il direttore di “Al Jazeera” sarebbe un uomo della Cia

Dai documenti pubblicati da Assange emerge un nuovo scandalo che riguarda i rapporti tra la Cia e Al Jazeera.

Daniele Cardetta,22 settembre 2011-
Julian Assange, con la pubblicazione dei suoi documenti, ha scatenato un nuovo scandalo. Questa volta nell’occhio del ciclone sarebbero finiti i rapporti torbidi tra la Cia e alcuni esponenti del giornalismo internazionale. Il direttore generale di “Al Jazeera“, uno dei colossi dell’informazione nei paesi arabi, si è dimesso proprio a causa della fuga di notizie che lo ha visto implicato in rapporti poco chiari con i servizi segreti americani.

venerdì 27 dicembre 2013

Ecco come il movimento pacifista si è fatto manipolare

di : Alessandro Marescotti
domenica 18 marzo 2012 - 21h24
Il 23 febbraio 2011 Al Jazeera mostrava immagini di fosse comuni in Libia. Il giorno dopo scattava la mobilitazione pacifista. Si è scoperto che quelle fosse comuni erano una manipolazione. E così il movimento pacifista è stato eterodiretto con informazioni manipolate. La stessa cosa si sta ripetendo per la Siria 29 febbraio 2012 - Alessandro Marescotti

Guardate questo video:

http://video.repubblica.it/dossier/...

giovedì 26 dicembre 2013

Breaking: Autobomba contro una base militare a Benghazi

Posted: 2013-12-22
From: Mathaba
Almeno 7 morti e decine di feriti nell'attacco avvenuto questa mattina alla base militare di Barsis

Un autobomba è esplosa in una base dell'esercito libico nei pressi della città di Barsis, a 50 km dalla seconda città della Libia Benghazi.

mercoledì 25 dicembre 2013

In Libia affari di 480 miliardi di dollari per l’Italia

15/12/2013
Giacomo Pugliese* «La Libia può rappresentare un’opportunità di prim’ordine per molti settori produttivi oltre all'energia e alla sicurezza. I costi della ricostruzione, infatti, sono stimati fino...
«La Libia può rappresentare un’opportunità di prim’ordine per molti settori produttivi oltre all'energia e alla sicurezza. I costi della ricostruzione, infatti, sono stimati fino a 480 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni». Lo ha detto Aurelio Regina, presidente del Network Globale - l’agenzia della camera di commercio di Roma per l’internazionalizzazione.

martedì 24 dicembre 2013

Ansaldo Sts: contenzioso con Ferrovie russe su Libia, taglia ordini di 172 mln

16/12/2013
Roma, 16 dic - Ansaldo Sts taglia il portafoglio ordini di 172 milioni in seguito a un contenzioso che si e' aperto sul contratto in Libia da 202 milioni di euro con Zarubezhstroytechnology (ZST), controllata delle Ferrovie Russe RZD JSC, per la linea Sirth - Benghazi, sospeso dopo gli eventi bellici che hanno interessato il Paese nordafricano negli ultimissimi anni. lo rende noto il gruppo dopo un cda dedicato proprio all'esame della situazione in Libia, dove oltre a a questa commessa fu firmata un'intesa con le Ferrovie Libiche, per 541 milioni di euro, luglio 2009, per la realizzazione delle linee Ras Ajdir - Sirth e Al-Hisha - Sabha. Per entrambi i contratti - spiega il gruppo in una nota - furono ricevuti anticipi pari a 135 milioni di euro circa per il primo e di 71 milioni di euro circa per il secondo, rilasciando alle controparti advance payment bond di importo corrispondente.

lunedì 23 dicembre 2013

La Libia " liberata" va in pezzi

Prima a staccarsi da Tripoli potrebbe essere la Cirenaica. Ma scalpitano anche i berberi e la città-stato di Misurata. Per non parlare degli ultrà islamici...
18-12-20139:08
di Fausto Biloslavo
La Libia si sta dissolvendo. La Cirenaica, regione orientale del paese grande 820 mila chilometri quadrati (Italia: 301 mila), è la prima che potrebbe staccarsi da Tripoli. A novembre è nato un autoproclamato governo, non riconosciuto da Tripoli. Il «premier» cirenaico Abd al-Rabu al-Barassi ufficialmente rivendica solo una forte autonomia federalista, però la vera partita secessionista si gioca sulle risorse energetiche. Non a caso, il 10 novembre è nata la Libya oil and gas corp, per vendere autonomamente gli idrocarburi locali (60 per cento delle risorse libiche). Il governo centrale ha minacciato di bombardare qualsiasi petroliera che si avvicini alle coste senza l’autorizzazione di Tripoli.

domenica 22 dicembre 2013

In Libia regna la sharia

di Gianandrea Gaiani
16 dicembre 2013 da Nuova Bussola Quotidiana

Ci sarebbe molto da chiarire nell’appoggio politico e militare che l’Occidente e l’Italia accordano al governo e alle istituzioni libiche alle prese con milizie armate, secessionismo ed estremismo islamico dilaganti dopo la decisione del Parlamento di imporre la sharia nel Paese che per 42 anni, sotto il regime del (rimpianto) Muammar Gheddafi era stato un esempio di laicismo politico, libertà religiosa e lotta all’estremismo islamico. Nel quasi totale silenzio mediatico italiano il 4 dicembre il Congresso generale nazionale (il Parlamento di Tripoli) ha approvato la sharia come base di tutte le leggi e delle istituzioni dello Stato, con una decisione che avrà un impatto su tutti gli aspetti normativi inclusi quelli finanziari con l’obbligo di applicazione dei precetti della cosiddetta “finanza islamica” che condannano l’applicazione dei tassi d’interesse e le speculazioni. Difficile per comprendere il possibile impatto sui contratti in essere con società straniere soprattutto nel settore energetico. “Una commissione speciale revisionerà tutte le leggi esistenti per garantire che esse rispettino la sharia” si legge nel comunicato parlamentare.

sabato 21 dicembre 2013

Contro Usa e Israele: il Mandela che non osano citare

Scritto il 07/12/13
«Se c’è un paese che ha commesso atrocità indicibili nel mondo, questi sono gli Stati Uniti d’America. A loro non importano gli esseri umani». Parola di Nelson Mandela. Mentre il mondo ricorda l’eredità di “Madiba” in veste di primo presidente nero del Sudafrica e icona anti-apartheid, va ricordato che fu anche profondamente scettico nei confronti della potenza americana, criticata all’epoca dell’invasione dell’Iraq. Inoltre, Mandela era un sostenitore cruciale dell’Olp di Arafat. «Qui di seguito», annuncia “Rt” in un servizio ripreso da “Megachip”, «potrete leggere le sette citazioni del leader che hanno meno probabilità di essere pubblicate, anche laddove si sta rendendo onore alla sua vita e si commemora la sua morte nei media mainstream». Prima dell’invasione Usa dell’Iraq, Mandela sferzò duramente gli Stati Uniti: al Forum Internazionale delle Donne a Johannesburg, dichiarò che il movente principale dell’allora presidente Bush era «il petrolio». Rincarò la dose intervistato da “Newsweek”: «L’atteggiamento degli Stati Uniti d’America è una minaccia per la pace nel mondo».

venerdì 20 dicembre 2013

Una guerra nel centenario dell’invasione coloniale della Libia

di : Marginalia
lunedì 21 marzo 2011 - 08h40

La guerra "umanitaria" contro la Libia è cominciata. Era nell’aria da un po’ questo profumo di guerra, di petrolio, di interessi delle grandi multinazionali. Era nell’aria da un po’ la voglia di gestire direttamente - facendo fuori "l’inaffidabile Gheddafi" - il flusso di risorse e "immigrati clandestini". Dall’ alba Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, dopo Bengasi, bombardano Tripoli. L’Italia, come altre nazioni aderenti alla coalizione internazionale, non partecipa "ufficialmente" al raid aereo, ma sappiamo che il cosiddetto "nostro paese", ha messo a disposizione le sue basi (per non parlare delle armi che abbiamo a suo tempo venduto a Gheddafi).

giovedì 19 dicembre 2013

Libia, ecco chi ha usato le bombe a grappolo a Misurata

di : Marinella Correggia
martedì 7 giugno 2011 - 23h27

Gli ordigni sono della Nato, che ammette l’uso degli ordigni banditi e per i quali la Clinton aveva accusato Gheddafi

a Nato prolunga di altri novanta giorni il suo "impegno", ossia i bombardamenti aerei nella Libia occidentale. La notizia data ieri dal Segretario generale dell’Alleanza Atlantica Anders Fogh Rasmussen, e’ giunta mentre le Nazioni Unite accusavano di crimini di guerra e contro l’umanità sia il colonello Muammar Gheddafi che i ribelli del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi. Crimini di guerra che coinvolgono la stessa Nato.

mercoledì 18 dicembre 2013

Libia: una partita con carte truccate

sabato 19 marzo 2011
a seguito links ad articoli disgustati dell'ennesima finta guerra umanitaria con relativi retroscena.
Barbara

Abbiamo seguito le vicende della Tunisia, dell’Egitto e (oltre a qualche notizia en passant su altri paesi dell’area nord-africana/medio orientale) della Libia. Abbiamo assistito a quel risveglio tanto temuto da Brzezinski (co-fondatore con David Rockefeller della Commissione Trilaterale e regolare partecipante del Bilderberg e del Council on Foreign Relations), rispetto al quale l’Occidente sta applicando un nuovo approccio. Come scrive Andrew Gavin Marshall nel suo articolo, Are We Witnessing the Start of a Global Revolution?, è stata avviata una strategia di” democratizzazione “, con l’obiettivo di organizzare, finanziare e dare aiuto diretto alla società civile nazionale per la produzione di un sistema democratico, fatto a immagine Occidentale(…). (…) il progetto di “democratizzazione” implica la creazione di strutture esteriori visibili di uno stato democratico (elezioni multipartitiche, attività della società civile, “indipendenza” dei media, ecc) con annessa sottomissione alle corporazioni della Banca Mondiale, del FMI, delle multinazionali e delle potenze occidentali “.

martedì 17 dicembre 2013

Duri scontri a Sirte

Posted: 2013-12-13
From: Mathaba
Scontri tra mercenari di Misurata e Resistenza Popolare.


Martedì 11 Dicembre è stato un giorno di guerra nella gloriosa città di Sirte, città martire della lotta contro l'imperialismo filo occidentale nel 2011.

Nella splendida città costiera terribilmente colpita dalle bombe della NATO la stragrande maggioranza della popolazione era,è e sempre sarà fedele ai principi democratici della Jamahiriya Araba Socialista e alla sua guida Muammar Gaddafi.

lunedì 16 dicembre 2013

Al Qaeda, Libia e Siria

Tonguessy on January 31, 2013
Quando Al Qaeda si è trovata a decidere con chi stare nel momento in cui sono scoppiate le rivolte in Libia, non ha avuto molti dubbi. Con il paese degli homeless e contro il paese delle case gratis. Con il paese dell'istruzione pagata caramente, e contro il paese dell'istruzione gratis. Con l'imperialismo euroatlantista di Obama, Sarkozy e Cameron e contro il socialismo della jamahiriya di Gheddafi.

Il multipolarismo non gode molta simpatia in casa di Al Qaeda, ed il sogno panafricano di Gheddafi ha dovuto confrontarsi con le armi fornite dalla CIA ad Al Qaeda. Che alle volte vengono rivolte contro gli stessi USA, come nel caso dell'assalto all'ufficio diplomatico di Bengasi dove gli assalitori pesantemente armati (cannoni antiaereo e lanciagranate) ebbero la meglio sugli agenti di Gheddafi e su quelli americani, ed anche sulla squadra di otto uomini della Security USA arrivata in elicottero per soccorrere i diplomatici.[1]

domenica 15 dicembre 2013

LIBERATO LEADER DEI WARFALLA

Posted: 2013-12-08
From: Mathaba ita+eng
Sheik Mohamed Al Bargouty si trovava in una prigione clandestina d Zawia dal 2011.


Finalmente è stato rilasciato Sheik Mohamed Al Bargouty, capo carismatico della tribù di Warfalla dai suoi carcerieri della città di Zawia.

Si trovava in un carcere dal 2011 e in questi 2 anni non ha subito nessun processo perchè nessun crimine ha commesso.

sabato 14 dicembre 2013

Libia ed i media sirene dell'imperialismo soprattutto le voci cosiddette pacifiste

7 agosto 2011
Libia ed i media sirene dell'imperialismo soprattutto le voci cosiddette pacifiste
Curioso come su "Il Manifesto", voce del giornalismo che si autoproclama dalla parte dei più deboli, che si spaccia per essere "anti-imperialista", alternativo, pacifista si possano leggere delle veline pro-Nato, come questa, che non commento per decenza, non abbia una riga da dedicare alle perdite della Nato o al sostegno delle comunità native americane a Ghedafi, solo per citare alcune "dimenticanze". Ma descrivendo il furto dei tesori di Bengasi si stupisce di come ciò possa accadere, quasi in Libia non stesse avvenendo una guerra di occupazione quale gli Usa ci hanno abituati a subire, come se in merito al furto avvenuto a maggio in una città sotto controllo dei loro "amati" ribelli (non si sa come legittimi rappresentanti del popolo secondo questo giornale ed alcune nazioni imperialiste che riconosce il CNT come unico legittimo interlocutore della nazione libica) la responsabilità fosse italiana, come se "le sanguinose vicende" fossero circoscritte a Bengasi e alla Cirenaica.
Ciò che più mi dispiace è che questo giornale, basandosi su una visione alterata dei fatti, fornisca una narrazione parziale, viziata e stranamente comoda alla strategia imperialista.

venerdì 13 dicembre 2013

La Baia dei Porci di Obama in Libia: aggressione imperialista straccia la Carta dell'ONU

23 marzo 2011
Sempre attento a porre la sua analisi in una adeguata prospettiva storica, con questo articolo Tarpley propone l'ipotesi del tentativo di "balcanizzazione" della Libia da parte dei poteri occidentali.

La Baia dei Porci di Obama in Libia: aggressione imperialista straccia la Carta dell'ONU

di Webster G. Tarpley

Washington DC, 19 marzo - Nei giorni scorsi dei missili cruise statunitensi e britannici insieme ad aerei da combattimento francesi e della NATO hanno partecipato all'Operazion Odyssey Dawn/Operazione Ellamy, un bombardamento neo-imperialista sotto finta copertura umanitaria contro lo Stato sovrano della Libia. Agendo sotto la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU le forze navali statunitensi nel Mediterraneo il sabato sera (ora locale) hanno sparato 112 missili cruise contro obiettivi che secondo il Pentagono erano collegati al sistema di difesa aerea della Libia. Tuttavia Mohammed al-Zawi, Segretario generale del Parlamento libico, ha detto in una conferenza stampa a Tripoli che il "barbaro attacco armato" e la "aggressione selvaggia" hanno colpito zone con edifici residenziali e uffici, nonché obiettivi militari, riempiendo gli ospedali di Tripoli e Misurata con vittime civili. Zawi ha accusato le potenze straniere di agire per proteggere una cricca di ribelli, che contiene famigerati terroristi. Il governo libico ha reiterato la richiesta alle Nazioni Unite di inviare osservatori internazionali a riferire oggettivamente sugli eventi libici.

giovedì 12 dicembre 2013

Maghreb in fiamme: tra bufale strumentali una rassegna stampa dalla controinformazione

2 marzo 2011
Agg 3/3/2001 Russia Today - conferma bufala dei bombardamenti
Arriva la conferma dall'emittente russa Russia Today: secondo i militari russi, che controllano via satellite la situazione in Libia, gli attacchi aerei con cui il governo di Gheddafi avrebbe crudelmente stroncato le manifestazioni nel paese erano un'invenzione dei media occidentali.

VIDEO- http://video.libero.it/app/play?id=81ac230f8c52f0ee8f3ecde3aebb414b (sottotitoli in italiano)

Gianluca Freda


2/3/2011 ore 14:45
Petrolio: Gheddafi minaccia di sostituire compagnie occidentali con cinesi

mercoledì 11 dicembre 2013

L’ OPERAZIONE LIBIA E LA BATTAGLIA PER IL PETROLIO (PARTE SECONDA)

23 marzo 2011
DI MICHEL CHOSSUDOVSKY


Le implicazioni geopolitiche ed economiche di un intervento militare USA-NATO contro la Libia sono di vasta portata.

La Libia è tra le più grandi economie petrolifere del mondo, con circa il 3,5% delle riserve mondiali di petrolio, più del doppio di quelle degli Stati Uniti.

L'“Operazione Libia” fa parte della più ampia agenda militare in Medio Oriente e Asia centrale, che consiste nel detenere il controllo e la proprietà aziendale di oltre il 60% delle riserve mondiali di petrolio e gas naturale, compresi gli oleogasdotti.

martedì 10 dicembre 2013

L’ OPERAZIONE LIBIA E LA BATTAGLIA PER IL PETROLIO

INSURREZIONE E INTERVENTO MILITARE: ACCORDO USA-NATO SUL TENTATO COLPO DI STATO ? (PARTE PRIMA)

DI MICHEL CHOSSUDOVSKY

Gli Stati Uniti e la NATO stanno sostenendo un’insurrezione armata in Libia orientale, al fine di giustificare un “intervento umanitario”. Questo non è un movimento di protesta non violento, come in Egitto e Tunisia. Le condizioni in Libia sono profondamente diverse. L’insurrezione armata in Libia orientale è direttamente supportata da potenze straniere. L’insurrezione a Bengasi ha subito issato la bandiera rossa, nera e verde con la mezzaluna e la stella: la bandiera della monarchia di re Idris, che simboleggiava il dominio delle ex potenze coloniali. (Cfr. Manlio Dinucci, Libia-Quando la memoria storica è cancellata, Global Research, 28 Febbraio 2011)

lunedì 9 dicembre 2013

Libia al collasso: Stati Uniti ed alleati intensificano le misure di emergenza

novembre 25, 2013
Andrej Akulov Strategic Culture Foundation 24/11/2013

Sono passati due anni dall’intervento in Libia della NATO per il cambio di regime. L’organizzazione violò sfacciatamente la risoluzione delle Nazioni Unite per permettere alle forze antigovernative di rovesciare il regime di Gheddafi e gettare il Paese nel caos.

I recenti avvenimenti suscitano crescente preoccupazione
Tre episodi chiaramente collegati hanno focalizzato l’attenzione sulla Libia, ultimamente. Il primo incidente è stata la palese violazione della sovranità della Libia della squadra delle forze speciali statunitensi (SOF) che aveva sequestrato Abu Anas al-Libi, presunto operativo di al-Qaida, il 5 ottobre. Presumibilmente l’azione fu intrapresa con il consenso del governo della Libia. Il secondo incidente è stato senza dubbio la risposta all’operazione delle SOF quando il primo ministro Ali Zaidan fu rapito pochi giorni dopo. Il terzo incidente fu lo stato di emergenza di 48 ore dichiarato nella capitale Tripoli, il 16 novembre, quando migliaia di manifestanti presero d’assalto il quartier generale della milizia di Misurata. Molti i morti e centinaia i feriti. Il primo ministro libico Ali Zaidan aveva detto: “L’esistenza di armi al di fuori dell’esercito e della polizia è pericolosa”, aggiungendo “Tutte le milizie armate devono lasciare Tripoli senza eccezioni”. Secondo il primo ministro libico tutte le milizie devono riunirsi alle forze governative regolari entro il 31 dicembre, altrimenti il governo sospenderà i versamenti ai loro governi regionali.

domenica 8 dicembre 2013

La situazione sempre più precaria della Libia

novembre 18, 2013
“I guerrafondai sono coloro contrari all’intervento internazionale in Libia, e non certo noi che siamo dei costruttori di pace.”
Enrico Letta, assistente del segretario del Partito Democratico, marzo 2011

Il 15 novembre, a Tripoli, una manifestazione contro la milizia di Misurata è stata repressa dai terroristi golpisti misuratini, causando 43 morti e oltre 500 feriti. Il premier Ali Zaidan ordinava alle milizie di lasciare Tripoli. Le violenze erano esplose nel quartiere di Ghargur, dove davanti la locale sede della milizia misuratina si era riunito un centinaio di persone per protestare. I manifestanti marciarono da una moschea alla sede della milizia, scandendo slogan come “Vogliamo un esercito, vogliamo la polizia.”

sabato 7 dicembre 2013

A Bengasi le resa dei conti ha il volto di un gattino

di Redazione - 25/11/2013 - Le forze speciali attaccano e sloggiano gli islamisti, che s'arrabbiano tantissimo e gettano la maschera
Dopo l’incontro a Londra tra il premier Zeidan e i rappresentanti di Gran Bretagna e Stati Uniti, la settimana si apre con il governo all’attacco.

I BLOCCHI - La Libia è piagata da settimane di blocchi delle esportazioni petrolifere provocato da diverse ribellioni delle numerose milizie che non hanno smobilitato dopo la caduta di Gheddafi e che in questo modo ricatto aziende e governo cercando di monetizzare la loro capacità militare.

venerdì 6 dicembre 2013

La spinta estremista di Ansar al-Sharia

In Libia e Tunisia le organizzazioni salafite stanno ponendo una grave minaccia alla stabilità dei vari Stati.
Andrea Ranelletti
Venerdì 29 Novembre 2013, 16:09

L’aggravamento del fenomeno jihadista nel Maghreb e la nascita di altri nuclei salafiti armati in conflitto con i vari Stati in cui operano sono due delle maggiori ragioni di preoccupazione per una regione alle prese con il tentativo di ricostruire tessuti sociali sfibrati e dar forma a istituzioni nuove. Così, mentre al-Qaeda nel Maghreb Islamico continua a fungere da ombrello e attore coesivo per un ampio numero di brigate e cellule estremiste attive nell’area, in Tunisia e Libia cresce per dimensioni la minaccia di Ansar al-Sharia.

giovedì 5 dicembre 2013

La nuova "democrazia" libica

Syria-Press وكالة الا نباء السوريه

Un articolo segnalato dal nostro amico Smain Bedrouni.

Tahaer Dahech , un ex leader del Comitato Rivoluzionario libico, accusa i francesi di averlo torturato. Un giudice dovrebbe essere nominato per indagare.

Il 21 settembre del 2011, mentre il Colonnello andava via da Tripoli invasa dai ribelli, Tahaer Dahech fu fermato da katiba " Mohamed Shahid Madani” e portato in un albergo trasformato in una prigione in mare, per 40 giorni. L’uomo, 70 anni, dice di essere stato torturato dai libici, da alcuni agenti del Qatar e ripetutamente da tre francesi, due uomini "tra i 35 ei 45 anni , vestiti in abiti civili " e una donna ", sempre in abiti civil e la descrive così: “capelli neri , pelle bianca e misura 1,65 di altezza." Da quello che Tahaer Dahech racconta, parla francese abbastanza bene, ed è riuscito a capire i fr ancesi appartengono a un gruppo, forse mercenari, chiamati " Bernard Levi " .

mercoledì 4 dicembre 2013

Almeno 40 morti in un esplosione vicino Sebha

Posted: 2013/11/29 ita+eng
From: Mathaba

Esplosione in una base militare libica, il bilancio potrebbe peggiorare.

Una violentissima esplosione ha sconvolto la base del' aviazione Libica di Brak Al Shatti, situata nell'area desertica a nord della città di Sebha.

L'esplosione ha causato 40 morti e decine di feriti gravi ma il bilancio sembra destinato ad aggravarsi.

martedì 3 dicembre 2013

Libia, acqua dolce sotterranea grande come la Germania

Venerdì 25 Marzo 2011, 15:00
di Paolo della Sala
L'ignoranza genera mostri e produce miseria. L'Italia dei reality show non è diversa da quella che spediva agricoltori nel deserto libico ai tempi della colonizzazione. Abbiamo partecipato con successo all'estrazione dell'oro nero della Libia, ma abbiamo ignorato l'uranio che si trova nel suo deserto, vicino al Ciad, mentre i francesi ci stavano lavorando, prima di pensare -forse- di prendersi tutta la miniera (del resto la Francia già controlla l'uranio del Ciad).

Inoltre i nostri politici, imprenditori, scienziati ignorano o non hanno saputo comunicare che la Libia è ricchissima di acqua, l'oro blu, un tesoro prezioso quanto il petrolio. Invece -mentre lo studio della storia e della geografia nelle nostre scuole è giunto al grado zero- altrove il sistema scientifico-industriale-militare funziona anche troppo bene.

lunedì 2 dicembre 2013

Il Grande Fiume Fatto dall'Uomo

lunedì, aprile 02, 2007
Posted by Ugo Bardi

Fra le risorse che chiamiamo "fossili" non c'è solo il petrolio e gli altri combustibili. La definizione di fossile si può estendere a qualunque risorsa che si è accumulata nel remoto passato e, oggi, viene estratta enormemente più in fretta di quanto si possa riformare. Fra queste, c'è l'acqua.

Molta dell'acqua in uso oggi in ogni parte del mondo viene estratta da giacimenti sotterranei chiamati "acquiferi." In alcuni casi, l'acquifero si rinnova continuamente con l'apporto di acqua da fiumi e precipitazioni. In altri casi, l'acqua sotterranea è veramente fossile, ovvero si è accumulata decine o anche centinaia di migliaia di anni fa. Una volta estratta, quest'acqua non ritorna più nell'acquifero, se non in tempi lunghissimi.

domenica 1 dicembre 2013

Libia, violenti scontri a Bengasi tra militari e terroristi: 14 morti e 51 feriti, esercito in stato d'allerta

Ancora tumulti in Libia. È di almeno 14 morti e 51 feriti il bilancio di violenti scontri stamani a Bengasi tra militari filo-governativi e miliziani jihadisti di Ansar al Sharia. Lo hanno annunciato funzionari del ministero della Sanità, citati dalla tv locale Nabaa. Il gruppo filo-al Qaida è considerato responsabile dell'attacco del 2011 contro il consolato della città in cui perse la vita anche l'ambasciatore Usa, Chris Stevens.

sabato 30 novembre 2013

Duri scontri a Benghazi

Posted: 2013/11/25
From: Mathaba
Almeno 9 morti e decine di feriti nella battaglia scoppiata oggi tra miliziani di Ansar Al Sharia e truppe speciali della brigata Saiqa.

E' una vera e propria battaglia quella combattuta questa mattina nel capoluogo della Cirenaica Benghazi.

Gli scontri sono avvenuti tra militanti di Ansar Al Sharia e combattenti della brigata Saiqa (inquadrata nell'esercito di occupazione libico).

venerdì 29 novembre 2013

LIBIA DI GHEDDAFI: COSA AVEVA RAGGIUNTO E COSA È STATO DISTRUTTO

di Michel Chossudovsky

“Non c’è un domani” sotto la ribellione di Al Qaeda sponsorizzata dalla NATO.

Mentre si insediava un governo ribelle “a favore della democrazia”, il paese è stato distrutto.



CONTRO IL FONDALE DI UNA GUERRA DI PROPAGANDA, I SUCCESSI ECONOMICI E SOCIALI DELLA LIBIA DEGLI ULTIMI TRENT’ANNI HANNO BRUTALMENTE MUTATO DIREZIONE:



La [Jamahiriya Araba Libica] aveva un alto livello di vita e un robusto apporto calorico pro capite, pari a 3144 chilocalorie. Il paese ha fatto passi avanti in campo sanitario e, dal 1980, i tassi di mortalità infantile sono calati da 70 a 19 nascite su 100.000 nel 2009. L’aspettativa di vita è passata da 61 a 74 anni nello stesso lasso di tempo (FAO, Roma Libya, Country Profile)).

giovedì 28 novembre 2013

I fondamentalisti islamici in nord Africa. E gli occidentali?

Pubblicato da Libertates mercoledì, 13 febbraio 2013.
Anonimi sicari assassinano uno dei principali oppositori tunisini, Chokri Belaid. La Corte Suprema libica reintroduce la legge sulla poligamia. Il presidente dell’Egitto applica la legge d’emergenza, ormai, una volta al mese. Cosa collega queste tre notizie? Prima di tutto lo scenario: tutte e tre avvengono in Nord Africa. Ma non solo. Tutti e tre i Paesi coinvolti sono stati protagonisti della Primavera Araba. La Tunisia era stata la sua avanguardia, la prima a ribellarsi al suo dittatore, Ben Alì, nel dicembre 2010. Poi era seguito l’Egitto e, infine, la Libia, con i suoi otto mesi di rivoluzione, guerra civile e intervento della Nato dal marzo all’ottobre del 2011. Terzo elemento in comune: il soggetto della notizia. Chi ha assassinato Belaid, chi ha voluto la reintroduzione della legge coranica in Libia e chi sta proclamando, di continuo, lo stato d’emergenza in Egitto? Sono sempre i fondamentalisti islamici. Il mandante dell’omicidio Belaid, il “Matteotti tunisino”, è ancora sconosciuto. Ma i familiari e i sostenitori della vittima, sono sicuri di conoscerne l’identità. Perché sono le milizie islamiche irregolari, i cosiddetti “Comitati per la protezione della rivoluzione”, che lo avevano minacciato in vita. Il governo, retto dal partito Ennahda (espressione locale dei Fratelli Musulmani), non ha protetto Belaid. Alle minacce è seguita solo l’ignavia delle forze dell’ordine, fino all’assassinio.

mercoledì 27 novembre 2013

Libia: la guerra a casa nostra. Prepariamoci a una nuova “missione di pace”.

Pubblicato da Libertates sabato, 23 novembre 2013.
I disordini non sono mai cessati dalla caduta del colonnello Gheddafi, ma si amplificano ad intermittenza. Milizie, gruppi armati di signori della guerra e di aspiranti leader economici spargono sempre più sangue tra i civili, periodicamente aprono il fuoco contro persone che manifestano e invocano la pace e la scioglimento dei gruppi paramilitari.

martedì 26 novembre 2013

LIBIA: L’oscura storia dei tre mercenari(?) italiani

13 settembre 2011
Tre italiani. Sequestrati dai gheddafiani al confine tra Libia e Tunisia. Liberati lo scorso 21 agosto, dopo quasi un mese di prigionia. Una storia piena di incongruenze e assurde ambiguità. Una storia che ricorda la triste (e quanto mai oscura) vicenda di Fabrizio Quattrocchi. Dietro la parola contractor spesso si nasconde un mondo su cui persino lo Stato ha più interesse a tacere. Spie, agenti segreti o guardie del corpo? Oppure semplici mercenari? Nessuno ne parla, eccetto la giornalista del Corsera Erika Dellacasa. Impressioni? Tutte in un flashback. Tutte in due parole: Nuova Gladio.

lunedì 25 novembre 2013

Happy birthday Green Flag

Posted: 2013/11/19
From: Mathaba

Oggi ricorre il 36esimo anniversario dell'adozione della bandiera verde come bandiera nazionale della Jamahiriya libica e considerato simbolo universale della democrazia diretta del popolo.

Il 19 Novembre 1977 la bandiera verde divenne il vessillo nazionale della Grande Jamahiriya Araba Socialista di Libia e sinonimo di democrazia diretta del popolo.

domenica 24 novembre 2013

Solo 72 ore

Posted: 2013/11/18
From: Mathaba
La Libia oltre il punto di non ritorno, sciopero generale a Tripoli, i miliziani invitati a lasciare la capitale.

Il governo di occupazione libico si trova sull'orlo del baratro dopo lo sdegno internazionale per il massacro di 3 giorni fa perpetrato dai miliziani di Misurata nella capitale libica contro manifestanti inermi.

Il consiglio degli Anziani di Misurata, valutato il rischio reale che una alleanza di varie tribù del paese si scagli come uno tzunami sulla città, ha intimato ai propri miliziani di stanza nella capitale di ritirarsi entro 72 ore.

sabato 23 novembre 2013

Il massacro di Ghargour

Posted: 2013/11/17
From: Mathaba

Cresce lo scontro tra le varie milizie libiche, chaos nella capitale Tripoli.

Quello che è successo due giorni fa nel sobborgo di Gharghour è un fatto di una gravità infinita, dei crimini contro l'umanità.

Una manifestazione pacifica contro l'occupazione militare della capitale da parte dei miliziani di Misurata è sfociata in un bagno di sangue intollerabile.

venerdì 22 novembre 2013

I droni americani e il terrorismo fai da te

Massimo Fini
Lunedì 03 Giugno 2013 14:24 .Quando il 25 maggio un soldato francese in normale servizio di pattuglia è stato accoltellato al collo da un uomo, poi arrestato, di cui è stato fornito solo il nome, Alexander, ma non la nazionalità né le origini, François Hollande si è affrettato a dichiarare che l'episodio non aveva alcun collegamento con quello avvenuto pochi giorni prima a Woolwich, sobborgo di Londra, dove un militare britannico, Lee Rigby, reduce dall'Afghanistan, era stato ucciso e decapitato da due cittadini inglesi di origine nigeriana. Fra i due episodi si è inserito l'accoltellamento di un altro uomo (non si sa se civile o militare) ancora a Woolwich.

Casuale anche questo?

giovedì 21 novembre 2013

Il nemico di cui nessuno osa parlare

John Pilger
Mercoledì 25 Settembre 2013 19:03 .«L’Innominato, che è il più grande e pericoloso nemico dell'umanità abita a Washington»

Attaccata al muro di fronte a me c’è la prima pagina del Daily Express del 5 settembre 1945 con le parole: "Scrivo questo come avvertimento per il mondo".

Così cominciava il rapporto da Hiroshima, di Wilfred Burchett. Fu lo scoop del secolo. Per quel suo solitario, pericoloso viaggio che sfidava le autorità di occupazione americane, Burchett fu messo alla gogna, anche dai colleghi che lavoravano con lui, ma fece sapere al mondo che un atto premeditato di omicidio di massa, su scala epica, aveva innescato una nuova era di terrore.

mercoledì 20 novembre 2013

Italia, non c'è crisi per le missioni militari

Manlio Dinucci
Domenica 10 Novembre 2013 09:05
Mentre le vie di Roma sono percorse da cortei che chiedono investimenti pubblici per il lavoro, la casa, i servizi sociali, nelle stanze di palazzo Montecitorio si sta varando il decreto-legge che stanzia altro denaro pubblico per le missioni militari internazionali.

Denaro che va ad aggiungersi a quello per le forze armate e gli armamenti, ponendo l’Italia (documenta il Sipri) al decimo posto mondiale con una spesa militare reale di 26 miliardi di euro nel 2012, equivalente a 70 milioni al giorno.
Su cosa si stia decidendo a palazzo Montecitorio c’è assoluto silenzio mediatico.

martedì 19 novembre 2013

Libia: Croce Rossa; difficoltà estrema per migranti detenuti, centri affollati senza servizi sanitari

giovedì 14 novembre 2013
Ansa
Migliaia di migranti vivono in condizioni di estrema difficoltà in Libia: è quanto fa sapere il Comitato Internazionale delle Croce Rossa (Cicr) in Libia, secondo cui la maggior parte dei migranti è detenuta in condizioni deplorevoli e senza accesso a servizi sanitari.


Molti centri in cui venivano trattenuti nel sud del Paese sono stati chiusi temporaneamente provocando così il sovraffollamento nel centro di Hamra, nella città occidentale di Gharian, diventato punto di accoglienza per i migranti che arrivano soprattutto da Mali, Niger, Eritrea, Somalia.

lunedì 18 novembre 2013

La fame minaccia la Libia

Ilja Kharlamov, Redazione Radio 9/11/2013

Fame incombente, incessanti faide, colasso economico e pericolo di disintegrazione del paese – e’ cosi’ che si presenta oggi la Libia dopo la “lezione di democrazia” impartita dai paesi occidentali. C’e’ una qualche probabilita’ di riportare la pace in questo paese e chi deve rispondere per le conseguenze gravissime della rivoluzione forzata dall’estero?
A distanza di due anni dalla cosiddetta rivoluzione libica la situazione nel paese rimane critica. Le autorita’ nominali e i gruppi che portano avanti incessanti proteste bloccano il normale sviluppo delle relazioni economiche col mondo esterno. Il governo non e’ in grado di pagare le importazioni del cibo perche’ gli altri bloccano le esportazioni di petrolio, necessarie per creare un gettito. Anche l’estrazione e’ calata drasticamente a seguito dei conflitti armati tra i vari gruppi. Le autorita’ stanno cercando di prendere sotto controllo i gruppi armati, di integrarli nelle forze di sicurezza, ma non ci riescono.

domenica 17 novembre 2013

Libia. Tripoli ripiomba nel caos, sparatorie tra gruppi di miliziani rivali

Pubblicato il 8 novembre 2013 10.00 | Ultimo aggiornamento: 8 novembre 2013 10.00

LIBIA, TRIPOLI – Tripoli è ripiombata nel caos più totale. Intense sparatorie fra gruppi di miliziani rivali hanno scosso dall’inizio della serata fino a notte fonda il centro della capitale libica proprio come accaduto solo 48 ore fa. Testimoni raccontano che sarebbero stati usati razzi anti-aerei e granate. Le stesse fonti riferiscono di automobili abbandonate in mezzo alle strade del centro da persone terrorizzate che fuggivano a piedi in cerca di una via di fuga o nell’estremo tentativo di raggiungere un riparo.

sabato 16 novembre 2013

LIBIA. Zeidan ammonisce, “intervento straniero se resta caos”

nov 10th, 2013
Notizie Geopolitiche -

Il Primo ministro della Libia, Ali Zeidan, ha ammonito oggi che dicendo che “La comunità internazionale non può più tollerare uno Stato del Mediterraneo che è fonte di violenza e terrorismo”, per cui lo stato caotico delle cose, con continui omicidi, la situazione incontrollata delle frontiere, il blocco della produzione di petrolio, la frammentazione della società in tribù e la continua guerriglia fra le milizie potrebbero comportare l’intervento delle potenze straniere.

venerdì 15 novembre 2013

LIBIA. Quattro uccisi a Bengasi. Manifestazioni contro rinnovo mandato al Congresso

nov 9th, 2013
Notizie Geopolitiche -
Libia sempre più nel caos: dopo gli scontri di ieri a Tripoli fra milizie contrapposte, che hanno visto un morto e una decina di feriti, oggi a Derna un procuratore generale è rimasto ucciso dall’esplosione di un ordigno piazzato nella sua vettura.
A Bengasi, dove da giorni sono in corso imponenti manifestazioni per protestare contro le milizie armate e contro l’ondata di violenza, è stato ammazzato con colpi di arma da fuoco un ufficiale delle guardie municipali, al-Sharif al-Ajily; sono in totale quattro le persone uccise oggi nella seconda città del paese nordafricano.

giovedì 14 novembre 2013

AQMI e i rischi per il Nordafrica

Al-Qaeda in Maghreb e Sahel
AQMI e i rischi per il Nordafrica
AQMI ripensa le proprie strategie per aumentare la presenza nei Paesi maggiormente indeboliti dell'intero Maghreb.
Andrea Ranelletti
Giovedì 31 Ottobre 2013, 8:37

Mentre i Paesi della regione lavorano per incrementare la sinergia per combattere la minaccia terroristica nel Maghreb e nel Sahel, al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI) continua a cercare nuove strade per cercare di radicare ulteriormente la propria presenza sui vari territori statali e reclutare nuove leve. L’indietreggiamento nel Mali del Nord, causato dalla serie di sconfitte subite a seguito dell’intervento franco-africano del gennaio 2013, aveva fatto presagire un indebolimento complessivo di AQMI. La costante discesa del Nord Africa nella spirale dell’instabilità sta, però, offrendo all’organizzazione terrorista rinnovate possibilità per radicare la propria presenza nella regione, approfittando del deterioramento della situazione della sicurezza nei vari Paesi per mettere a punto strategie più efficaci.

mercoledì 13 novembre 2013

LA PRIMAVERA ARABA E’ COSTATA 800 MILIARDI DI DOLLARI

Scritto da Arrigo d'Armiento on 17 ottobre 2013.

Fausto Biloslavo sul Giornale riferisce che, secondo uno studio di una banca britannica, “la primavera araba è costata alle economie del Medio Oriente 800 miliardi di dollari. Una voragine, che il presidente americano Barack Obama voleva riempire con il cucchiaino. Nel 2012 offriva 800 milioni per rimettere in piedi le economie travolte dalle rivolte. La stima del drammatico impatto della primavera araba è stata preparata dalla banca inglese Hsbc”.

martedì 12 novembre 2013

MIGRANTI | DALLA LIBIA ALL’ITALIA SUI BARCONI PAGATI COI SOLDI DELL’ONU

Scritto da Arrigo d'Armiento on 1 novembre 2013.

Da tempo ci si domandava come e dove i poveri migranti trovano i soldi per pagare a caro prezzo, anche quello della vita, il passaggio sui barconi degli scafisti dalla Libia all’Italia. C’è la risposta: in molti casi i soldi glieli dà l’Onu. Magari incosapevolmente, ma glieli dà.

Ecco come racconta la faccenda Fausto Biloslavo sul Giornale: “L`Onu finanzia i migranti per sistemarsi in Tunisia e molti di loro utilizzano i soldi per imbarcarsi sulle coste libiche verso l`Italia. Sembra assurdo, ma l`agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) «aiuta», suo malgrado, l`arrivo dei clandestini sulle nostre coste. Lo ha rivelato un servizio del Tg2 andato in onda mercoledì sera sull`ex campo profughi di Choucha, che nel 2011 era stato allestito dall`Unhcr in Tunisia.

lunedì 11 novembre 2013

L’accordo segreto tra Letta e Obama sulla Libia

di Mazzetta - 04/11/2013 -
Una crisi dimenticata che ora il governo Letta prende in carico, cominciando dalla sorveglianza dei confini africani del paese .
La liberazione da Gheddafi è stata molto più semplice di quanto non sia dare al paese un assetto politicamente sostenibile in un contesto nel quale troppi vogliono avere voce in capitolo.



LA LIBIA È COSA NOSTRA - C’è chi vorrebbe che il nostro governo diventasse una specie di tutor della Libia e del suo cammino verso il futuro, convinto che noi italiani possiamo venire a capo dei problemi che sta vivendo il paese, per questo dice che bisognerebbe convincere Obama a lasciarci fare.

domenica 10 novembre 2013

Il crollo di uno stato

Proteste e attentati
Il crollo di uno Stato
L'attacco ai siti estrattivi libici e l'aumento delle proteste continuano a danneggiare l'economia libica

Andrea Ranelletti
Lunedì 4 Novembre 2013, 17:36

La storia della Libia post-Gheddafi è quella di una discesa incessante in un gorgo di instabilità che pare non aver fondo. Il progressivo indebolimento della sicurezza, delle istituzioni, dell’economia e della tenuta sociale del Paese stanno producendo una crisi in costante avvitamento che pare ormai priva di vie di uscita.<<< Le forze positive che lavorano da due anni>>>> DAVVERO ?????

sabato 9 novembre 2013

Libia, i veri numeri di una guerra assurda

04-11-2013 di Gianandrea Gaiani

Non ci sarebbe bisogno di nuove rivelazioni per ricordarci l’assurdità del conflitto libico che nel 2011 portò all’uccisione di Muammar Gheddafi e alla caduta del suo regime. Fomentato dagli emirati del Golfo, Qatar in testa, con il supporto di Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, quel conflitto ha determinato il caos in Libia, paese ormai “somalizzato” in mano a milizie tribali, terroristi islamici e bande criminali, come aveva ammonito l’Unione Africana. La stessa guerra ha provocato danni ingentissimi all’Italia, obbligata dagli “alleati” della Nato a intervenire contro un governo con il quale aveva stretto un Trattato di Amicizia e contro il suo primo fornitore di petrolio: caso unico nella storia delle guerre.

venerdì 8 novembre 2013

LASCIATE IN PACE NURI AHUSAIN! VIVA GHEDDAFI! VIVA MANDELA!

13 ottobre 2013
Nuri Ahusain Shahib Ali, presidente della Lega Studenti Libici in Italia veniva arrestato il 27 maggio 2011, da Digos e Ucigos: su richiesta dei terroristi e dei mafiosi “bengasini” e “misuratini” protetti dall’intelligence militare italiana&C. e avallata de facto dall’Eni di Scaroni e dal “Boldriname” diffuso? E sennò da Chi?.
L’accusa, formulata dall’ambiente giudiziario-poliziesco perugino, compromessosi nella vicenda Meredith Kercher (oggi si scopre che il ramo ‘scientifico’ dei carabinieri, il ROS, ha ‘trovato’ tracce di DNA di Amanda Knox, fatta scarcerare su ordine di Hillary Clinton), era che Nuri Ahusain Shahib avrebbe dovuto guidare “l’assalto”, in realtà la liberazione, dell’ambasciata libica di Roma, l’Ufficio Popolare di via Nomentana, occupata illegalmente dai golpisti-terroristi sostenuti dalle fogne governative romane contro Gheddafi e contro la Moneta Sovrana Africana.

giovedì 7 novembre 2013

Al Qaeda entra in Libia e stringe rapporti con le brigate locali. Parola della CIA.

dicembre 3, 2012 Leone Grotti.
Secondo la Cia «per Al Qaeda la Libia del dopo Gheddafi è un’opportunità fantastica per espandersi». Al Qaeda insegnerebbe alle bande libiche tecniche di guerriglia, addestrandole, in cambio avrebbe accesso all’arsenale di armi rubate a Gheddafi.

mercoledì 6 novembre 2013

La Libia è in mano alle milizie armate?

Sono moltissime, arruolate dai vari ministeri del governo ora sono fuori controllo, e a rapire il primo ministro Zeidan è stata una di loro
18 ottobre 2013
Nella notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 ottobre il primo ministro libico, Ali Zeidan, è stato rapito all’albergo Corinthia a Tripoli, la capitale della Libia, da un gruppo di uomini armati. Come si è scoperto qualche ora più tardi, dopo un susseguirsi di notizie confuse e contraddittorie, Zeidan era stato “arrestato” da una milizia legata al ministero dell’Interno, probabilmente all’insaputa del resto del governo. La milizia ha detto di avere agito in risposta alla cattura del sospetto terrorista libico Abu Anas al-Libi compiuta il 5 ottobre a Tripoli dalle forze speciale statunitensi: Zeidan era stato accusato da diversi parlamentari, e da alcuni gruppi armati libici, di avere autorizzato l’operazione degli americani, non rispettando, dissero loro, la sovranità nazionale della Libia.

martedì 5 novembre 2013

Al Qaeda e la "Rivoluzione" Libica

I Profeti del Nuovo Ordine Mondiale in Libia: il ruolo dei

terroristi islamici, di Al Qaeda e le bugie dell'Occidente

ita+english

di John Rosenthal

Dossier-inchiesta: La Verità sulla Rivoluzione Libica

La Libia e l'Incredibile Rapporto CIRET-CF2R

lunedì 4 novembre 2013

Omicidi, sequestri e bombe: accade a Bengasi

Nella città sotto la spirale del caos e della violenza il festival dei video girati con il cellulare. Molti riguardano episodi di violenza ripresi da testimoni oculari.

FRANCESCA MARRETTA mercoledì 23 ottobre 2013 21:27

A due anni dalla fine della Guerra civile in Libia, Bengasi resta dei posti più insicuri del paese. A cadenza giornaliera i media locali riportano di omicidi, bombe, violenze nella città. Decine di alti ufficiali della sicurezza libica sono stati assassinati a Bengasi. L'ultimo è stato il capo della polizia militare, il Colonnello Ahmed Mustafa al-Barghati, ucciso venerdì scorso all'uscita della moschea.

domenica 3 novembre 2013

I Ricuccinazzi, i pifferai di Bengasi

21 settembre 2011
I Ricuccinazzi, ovvero, gli inviati italiani in Libia, che rivestiti di una patita di pseudo-critica ai bombardamenti NATO, in realtà esaltano la ‘geometrica potenza delle bombe NATO’.
L’atteggiamento è dettato forse da acredine verso le autorità della Jamahiriya libica, di cui si sentivano ‘Segregati nell’hotel Rixos, non protetti, minacciati più volte, arrestati, picchiati e, perfino, ‘torturati psicologicamente’; ma soprattutto ‘trattati come spie’… e qui viene spontaneo pronunciarsi: Bingo!
I Ricuccinazzi premettono sempre, prima di scaricare il loro liquame disinformativo, che: “Diciamo sempre la verità…, anche quando è scomoda, cerchiamo di non fare propaganda per combattere propaganda”. E qui viene da pensare, excusatio petita, accusatio manifesta...

sabato 2 novembre 2013

Scandalo Bengasi: Il vero motivo per cui i media stanno spingendo sul “Bengasi-gate”

“E se, dopo aver eletto il loro uomo o il loro gruppo, l’obbedienza al sionismo viene meno, emergeranno rapidamente “scandali”, “indagini” e “impeachment” con cui si procederà alla rimozione dei disobbedienti.
- Henry Ford, citazione da ‘The International Jew’

Nel 1997-98, la mafia sionista chiese a Bill Clinton di interrompere il dialogo con il leader palestinese Arafat e di invadere l’Iraq. Quando Clinton si rifiutò, emerse dal nulla lo “scandalo di Monica Lewinsky.” Clinton venne accusato uscendone notevolmente indebolito dal punto di vista politico. Il giorno stesso del suo impeachment, Clinton bombardò l’Iraq!

venerdì 1 novembre 2013

Il giorno della vergogna

23/10/2013
Oggi in Libia si commemora la fine della Liberta'.

E' un giorno triste il 23 Ottobre per il popolo libico.

Oggi i gli occupanti della Jamahiriya festeggiano il secondo anniversario del cosidetto ''giorno della Liberazione''.

Ma quale liberazione?

giovedì 31 ottobre 2013

Libia divisa, senza Gheddafi proliferano i terroristi

12 ottobre 2013

Giuseppe Acconcia e Igor Cherstich .Il Paese, in mano alle milizie armate post rivoluzione, è alla ricerca di una identità nazionale
Il premier libico Ali Zeidan è stato prelevato all’alba di giovedì scorso da uomini armati nel suo hotel a Tripoli e poi rilasciato poche ore dopo. Il portavoce del Dipartimento anti-crimine del ministero dell’Intero, Abdel Hakim Albulazi ha annunciato che il premier Ali Zeidan era «in custodia per un mandato di arresto» della magistratura. L’annuncio del rilascio è arrivato invece per bocca del leader dei Comitati supremi di sicurezza Hashim Bishr, pochi minuti dopo le preoccupazioni espresse per il presunto rapimento da parte del segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen.

mercoledì 30 ottobre 2013

In Libia regna il caos, la guerra civile non è finita

22/10/2013
Valentina Saini .Petrolio. Bande armate e clan. Tentazioni di secessione. Tutto a pochi chilometri dall’Italia


A poche centinaia di chilometri dalle coste italiane, c’è uno stato sull’orlo dell’abisso. Questo stato si chiama Libia. E ciò che succede lì ha conseguenze anche per l’Italia. Perché è il nostro principale fornitore di petrolio. E perché da lì partono barconi carichi di disperati.
La situazione libica è così precaria che neanche il rapimento in piena notte del primo ministro Ali Zeidan ha scosso particolarmente gli osservatori più informati. Che, confermano a Linkiesta, è stato sequestrato e poi rilasciato dalla Camera dei rivoluzionari di Libia, una delle tante milizie che spadroneggiano nel Paese dopo la caduta di Gheddafi.

martedì 29 ottobre 2013

Libia, due anni dopo la fine del conflitto continua la sofferenza degli sfollati

CS134 -23/10/2013 (ita+english)

In occasione del secondo anniversario della fine del conflitto in Libia, Amnesty International ha chiesto alle autorità di Tripoli di trovare una soluzione duratura per porre fine allo sfollamento forzato di decine di migliaia di persone appartenenti al gruppo tawargha e ad altre comunità, costrette a lasciare le loro case nel 2011.

L'intera popolazione di Tawargha, circa 40.000 abitanti, è stata allontanata da gruppi armati provenienti da Misurata che l'hanno accusata di aver sostenuto il governo del colonnello Gheddafi. Un documento reso pubblico oggi da Amnesty International denuncia discriminazione, rapimenti e detenzioni arbitrarie tuttora in corso ai danni dei tawargha, che ancora subiscono minacce e azioni di rappresaglie da parte di milizie che agiscono al di sopra della legge.

lunedì 28 ottobre 2013

il cambiamento della politica estera americana in Africa

di:Barbara Maria Vaccani

23 ottobre 2013

Nel 2011 il governo degli Stati Uniti aveva individuato la regione asiatica come una delle aree su cui andavano diretti gli sforzi di politica estera. Ora, sul finire del 2013, l’amministrazione guidata dal presidente Obama sembra aver cambiato rotta e le regioni prioritarie, in materia di politica estera, rimangono quelle del Medio Oriente e dell’Iran. Accanto a queste aree, però, c’è un’attenzione crescente, da parte degli Stati Uniti, nei confronti dell’Africa, tanto da far parlare dell’emergere di un pivot to Africa nella politica estera statunitense.

domenica 27 ottobre 2013

La minaccia del terrorismo in nord africa

di:Barbara Maria Vaccani

27 settembre 2013

La Rand Corporation, think tank statunitense, ha pubblicato nel mese di settembre un report dedicato alla minaccia rappresentata dal gruppo terroristico “Al Qaeda in the Islamic Maghreb” (Aqim) nel nord Africa. A gennaio il Council on Foreign Relations, un’istituzione analoga, aveva scritto di Aqim: «Mentre molti esperti suggeriscono che Aqim è la principale minaccia terroristica transnazionale in nord Africa, il rischio che rappresenta per l’Europa e gli Stati Uniti non è chiaro». Secondo gli autori dell’analisi della Rand il dubbio sarebbe ora risolto: Aqim ha dimostrato di essere particolarmente adattabile e resistente alle operazioni di lotta al terrorismo ma non dovrebbe essere in cima alle priorità della strategia americana in materia perché non sono né gli Stati Uniti, né l’Europa ad essere l’obiettivo delle operazioni di Aqim.

sabato 26 ottobre 2013

Ucciso il capo della polizia militare libica

18/10/2013
Il colonnello Ahmed Mustafa Albaragthin deceduto questa mattina a Benghazi.

Continua la scia di sangue a Benghazi, il è nel chaos.

A cadere sotto i colpi di arma da fuoco questa volta è un pezzo grosso delle forze di occupazione della Jamahiriya libica.

venerdì 25 ottobre 2013

La Libia scivola sul sentiero della Somalia

ottobre 14, 2013
Jurij Zinin New Oriental Outlook 14.10.2013

Lo scandalo in Libia legato alla cattura di Abu Anas al-Libi sembra andare un po’ oltre. L’uomo è accusato dalla Casa Bianca del presunto collegamento con le esplosioni nelle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania nel 1998, che costarono la vita a 224 persone. In un primo momento il governo libico ha chiesto alle autorità statunitensi spiegazioni sul fatto che un suo cittadino sia stato rapito, ma allo stesso tempo conserva la speranza che i legami strategici tra i due Paesi non siano compromessi da questo fatto. Ma con il tempo la posizione libica ha cominciato a cambiare. La National Forces Alliance (NFA), considerata la forza più liberale del parlamento libico, ha censurato l’azione della Delta Force su suolo straniero quale azione che viola la sovranità della Libia e la Carta delle Nazioni Unite. Infine, il Congresso Nazionale Generale (GNC), che interpreta il ruolo del parlamento ad interim, ha chiesto a Washington di rilasciare immediatamente il rapito.

giovedì 24 ottobre 2013

La disintegrazione della Libia

ottobre 10, 2013
Polina Lavrenteva, Rete Voltaire, Mosca (Russia), 9 ottobre 2013

Nel 2011, Thierry Meyssan assicurava che non vi era alcuna primavera araba in Libia, che la popolazione non si era rivoltata contro Muammar Gheddafi, ma che gli occidentali usavano il movimento separatista della Cirenaica. Due anni dopo, il gioco è fatto: Tripoli ha perso il controllo di Cirenaica e Fezzan, come hanno osservato gli inviati speciali delle Nazioni Unite. La ricchezza del Paese è ora solo nelle mani delle bande e delle multinazionali statunitensi.

mercoledì 23 ottobre 2013

Unione Africana in pasto al lupo ICC

15/10/2013
I capi di stato africani non hanno avuto il coraggio di liberarsi dal giogo della Corte Penale Internazionale.

Poteva essere un giorno storico ma così non è stato.

Gli stati africani non hanno avuto il coraggio di spezzare le catene che li lega alla Corte Penale Internazionale.

L'unione Africana si è riunita pochi giorni fa proprio per discutere dei rapporti futuri con la ICC a causa dei processi pendenti soprattutto per il Presidente del Kenya Kenyatta (e del suo vice Ruto).

martedì 22 ottobre 2013

come l’élìte globale governa il mondo.

14 ottobre 2013 by Domenico Proietti (ita+english)
La ‘Snowden’ della Banca Mondiale ci rivela come l’elite globale governa il mondo.

Tradotto e riadattato da Fractions Of Reality.

Karen Hudes si è laureato alla Yale Law School e ha lavorato nel dipartimento legale della Banca mondiale per più di 20 anni. Fino a quando non è stata licenziata, per aver rivelato la corruzione all’interno della Banca Mondiale, ha ricoperto la carica di Consulente Senior. Era in una posizione unica per comprendere esattamente come le le elite globali governino il mondo. Le informazioni che si è decisa di rivelare al pubblico sono assolutamente incredibili. Secondo la Hudes, l’élite utilizza un nucleo molto ristretto di istituzioni finanziarie e mega-società per dominare il pianeta. L’obiettivo è il controllo. Vogliono tutti noi cittadini, schiavi per conseguenza del debito. Vogliono tutti i nostri governi schiavi del debito e vogliono che tutti i nostri politici sia schiavi degli ingenti contributi finanziari che vengono incanalati nelle loro campagne. Dal momento che l’elite è propietario di tutte le grandi aziende dei media, i media mainstream non ci informano sul motivo per cui il nostro sistema finanziario non funziona.

lunedì 21 ottobre 2013

Di cosa l'Italia deve vergognarsi

6/10/2013
Di Manlio Dinucci


«Vergogna e orrore»: questi termini usa il presidente della repubblica Napolitano a proposito della tragedia di Lampedusa. Più propriamente dovrebbero essere usati per definire la politica dell’Italia nei confronti dell’Africa, in particolare della Libia da cui proveniva il barcone della morte. I governanti che oggi si battono il petto sono gli stessi che hanno contribuito a questa e ad altre tragedie dei migranti.
Prima il governo Prodi sottoscrive, il 29 dicembre 2007, l’Accordo con la Libia di Gheddafi per «il contrasto ai flussi migratori illegali». Poi, il 4 febbraio 2009, il governo Berlusconi lo perfeziona con un protocollo d'attuazione. L'accordo prevede pattugliamenti marittimi congiunti davanti alle coste libiche e la fornitura alla Libia, di concerto con l’Unione europea, di un sistema di controllo militare delle frontiere terrestri e marittime. Viene a tale scopo costituito un Comando operativo interforze italo-libico. La Libia di Gheddafi diviene così la frontiera avanzata dell’Italia e della Ue per bloccare i flussi migratori dall’Africa. Migliaia di migranti dell’Africa subsahariana, bloccati in Libia dall’accordo Roma-Tripoli, sono costretti a tornare indietro nel deserto, condannati molti a sicura morte. Senza che nessuno a Roma esprima vergogna e orrore.

domenica 20 ottobre 2013

Nuovo omicidio a Benghazi

12/10/2013
Ucciso oggi un ex ufficiale della sicurezza, continua la scia di sangue nel capoluogo della Cirenaica.

Non c'é giorno in cui a Benghazi non avvenga un omicidio.

Anche oggi le armi hanno parlato e il risultato è la morte di un ex ufficiale della sicurezza interna, Muhammad al Fituri.

sabato 19 ottobre 2013

La guerra in Libia ha fatto il gioco degli scafisti

Effetti collaterali delle primavere arabe. Ora arrivano più siriani che afghani. E gli ex ribelli fanno affari con i trafficanti

Fausto Biloslavo - Ven, 04/10/2013 - 11:16
L'ondata di sbarchi verso le coste italiane e le rotte vecchie o nuove dei trafficanti di esseri umani sono un effetto collaterale della primavera araba. I disgraziati finiti ieri in fondo al mare, davanti a Lampedusa, erano partiti dalla Libia.


Gheddafi usava i clandestini come arma di pressione politica, ma le milizie libiche che hanno abbattuto il colonnello si sono alleate con i trafficanti per puro business. I nuovi migranti del Mediterraneo sono i siriani in fuga dalla guerra civile, sempre più numerosi sui barconi e pure l'Egitto in crisi è una base di partenza verso l'Italia.

venerdì 18 ottobre 2013

Libia, la terra senza legge ora è l'incubo dell'Italia

Gian Micalessin - Lun, 07/10/2013 - 07:43

Senza di me ve la vedrete con Al Qaida e con gli immigrati di tutta l'Africa. La nemesi di Gheddafi è realtà. La cattura a Tripoli di Anas Al Libi, ex sodale di Bin Laden e mente delle stragi del 1998 alle ambasciate Usa in Africa, ne è l'ultima prova.


Preceduta dal naufragio a Lampedusa del barcone salpato dal porto libico di Misurata. Quella tragedia e la cattura di Al Libi sembrano i prodomi di una nemesi destinata a travolgere la Libia e a mettere in ginocchio l'Italia. Il primo a saperlo è l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, alle prese con la drastica riduzione delle forniture di greggio libico precipitate dai 270mila barili giornalieri del dopo Gheddafi ai meno di 60mila di oggi.

giovedì 17 ottobre 2013

Update : Ali Zeidan libero

10/10/2013
Il primo ministro del governo di occupazione libico Ali Zeidan e' apparso alla tv di stato pochi minuti dopo la sua liberazione.

Era stato prelevato alle 3.30 di questa mattina da una camera dell'hotel Corinthia nella capitale Tripoli da uomini armati senza che la sicurezza intervenisse.

mercoledì 16 ottobre 2013

Libia, la terra senza legge ora è l'incubo dell'Italia

Gian Micalessin - Lun, 07/10/2013 - 07:43

Senza di me ve la vedrete con Al Qaida e con gli immigrati di tutta l'Africa. La nemesi di Gheddafi è realtà. La cattura a Tripoli di Anas Al Libi, ex sodale di Bin Laden e mente delle stragi del 1998 alle ambasciate Usa in Africa, ne è l'ultima prova.


Preceduta dal naufragio a Lampedusa del barcone salpato dal porto libico di Misurata. Quella tragedia e la cattura di Al Libi sembrano i prodomi di una nemesi destinata a travolgere la Libia e a mettere in ginocchio l'Italia. Il primo a saperlo è l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, alle prese con la drastica riduzione delle forniture di greggio libico precipitate dai 270mila barili giornalieri del dopo Gheddafi ai meno di 60mila di oggi.

martedì 15 ottobre 2013

Breaking : Ali Zeidan arrestato !

10/10/2013
Il capo del governo di occupazione prelevato da uomini armati in un albergo di Tripoli.

Sono ore di chaos nella Libia occupata.

Ali Zeidan, Premier del governo di occupazione della Jamahiriya Libica e' stato prelevato nella notte da uomini armati in un Hotel della capitale Tripoli.

lunedì 14 ottobre 2013

La prossima guerra alla Libia e la Boldrini

10 luglio 2013
Italiani “brava gente”? Sono oramai pubblici i dati sui bombardamenti italiani (hanno ucciso almeno 3000 civili) durante la guerra alla Libia nel 2011; così come è stato assodato l’invio da parte dell’Italia di armi ai cosiddetti “ribelli” libici prima che si insediassero al governo trasformando quello che era il paese più progredito dell’Africa in un orrore di miseria, privatizzazioni, omicidi di massa, torture… e dal quale sono già scappate almeno un milione di persone.

Ma oggi, sui media italiani, si riparla di Libia non certo per i nostri passati crimini, né per l’impegno richiestoci, a giugno, da Obama di un nuovo intervento militare in questa martoriata nazione. Ma per l’uscita di un libro, davvero grottesco, scritto da una redattrice del “prestigioso” Le Monde (lo stesso, per intenderci, del “gas Sarin usato dalle truppe di Assad”), tale Annick Cojean. Libro che, tra l’altro, ci illumina su “Gheddafi che stuprava quattro donne al giorno” e sul Viagra distribuito alle sue truppe per emulare le imprese del Rais: una bufala colossale, che a suo tempo fu smentita perfino da Amnesty International, e che, al pari di tante altre falsità propagate da i mass-media è servita a fare accettare all’opinione pubblica un’altra “guerra umanitaria”.

domenica 13 ottobre 2013

Misteri intorno alla cattura di Anas Al Liby

6/10/2013
Qualcosa non torna nella cattura del numero uno di Al Qaeda in Libia Anas Al Liby avvenuta sabato a Tripoli.

C'e' qualcosa di strano nel ''presunto'' blitz dei Navy Seals americani a Tripoli avvenuto sabato che ha portato alla cattura di Anas Al Liby, numero uno di Al Qaeda in Libia e principale indiziato degli attentati del 1998 contro le ambasciate in Kenya e Tanzania.

La prima domanda e': mai il governo di occupazione di Tripoli era stato avvisato del blitz?

Gli americani sostengono di aver comunicato i propri piani al governo libico ma il premier Ali Zidan nega questo fatto e anzi chiede spiegazioni agli USA.

Chi erano i componenti del gruppo armato che ha prelevato Al Liby?

sabato 12 ottobre 2013

Breaking : 15 soldati uccisi a Bani Walid

5/10/2013
Attaccato un check point delle forze armate del governo di occupazione sulla strada che congiunge Bani Walid e Tarhouna.

Un attacco contro un check point presidiato da militari del governo di occupazione della Jamahiriya Libica ha causato la morte di 15 soldati e il ferimento di altri 5.

venerdì 11 ottobre 2013

Tragedia a Lamepedusa

3/10/2013
Un barcone di immigrati partito da Misurata ha preso fuoco davanti le coste italiane, centinaia i morti.

Una vergogna.

Non esistono altre parole per descrivere la sciagura che e' avvenuta oggi in prossimita' delle coste dell'isola italiana di Lampedusa.

Un barcone carico di immigrati prevalentemente etiopi ed eritrei ha preso fuoco causando la morte di centinaia di persone, comprese donne e bambini.

giovedì 10 ottobre 2013

Obama e i falsi follower in Twitter

25/9/2013
La maggior parte dei follower del Presidente degli Usa Obama sono falsi

Il 55% dei follower del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, su Twitter sono falsi od inattivi, ha verificato uno studio del gruppo di analisi della rete sociale.

L’applicazione di Status People ha descritto come persone non reali 20.240.107 degli utenti dell’account del presidente democratico, che ha registrato un totale di 36.802.378 dei cosiddetti seguaci.

Secondo questo strumento, la maggior parte dei casi sono account di e-mail indesiderate.

mercoledì 9 ottobre 2013

Allah, Mu‘ammar wa Libia bas. Gheddafiani a Mineo

PREMESSA: l'autore di questo articolo,e del blog da cui ho preso questo articolo è chiaramente contro Gheddafi, ma ho voluto riportare lostesso l' articolo che segue; basta ascoltare le voci di chi in Libia ha vissuto.

12 May 2011 Allah, Mu‘ammar wa Libia bas. Gheddafiani a Mineo


“Sono venuto qui, ma oggi me ne pento. Perché sono venuto qui? Perché invece non ho iniziato la guerra in Libia? Me ne pento. Ogni giorno. Lo vedi, non parlo mai con nessuno. La mia mente ribolle. Ogni benedetto giorno non parlo con nessuno. Voglio solo stare da solo. Perché se solo penso… ah… il mio cervello… mi sento che personalmente potrei uccidermi. È così ingiusto. Quell’uomo sta cercando… Gheddafi sta cercando in Libia… lui ha sfamato tutta l’Africa! Gheddafi ha sfamato tutta l’Africa!” Mohamed Ibrahim è eccitato. Tenta di difendere Gheddafi. Parla in pijin english con toni concitati, ha una brutta cicatrice sull’occhio e accompagna le frasi con ampi gesti delle mani. Ma non fa in tempo a finire il discorso. Perché intorno a lui si è formato un capannello di una ventina di ragazzi. Ascoltano a nervi tesi. Siamo sulla statale Catania - Gela, davanti al centro d'accoglienza di Mineo. Sono le tredici di martedì 10 maggio.

martedì 8 ottobre 2013

La vera arma di distruzione di massa é la democrazia

domenica 16 settembre 2012
Marco Cedolin

Uno dei tratti salienti che hanno caratterizzato l'ultimo decennio é senza dubbio l'esportazione della democrazia occidentale, omologata secondo il modello americano e veicolata ovunque sia stato possibile, spesso in maniera coatta e con l'ausilio delle bombe.
Dopo la "democraticizzazione" dell'Europa dell'Est, intervenuta come corollario del crollo dell'Unione Sovietica e del mito del comunismo, per realizzare la quale é stata necessaria solamente qualche "spinta" data al momento giusto nel luogo più consono (da Ceausescu a Milosevic sarebbero molte le storie da raccontare e sulle quali riflettere) da parte dell'amministrazione USA, dei suoi padroni e dei suoi servi é maturato il convincimento che si dovesse proseguire sulla strada intrapresa raddoppiando gli sforzi e sostituendo le spintarelle con veri e propri schiaffoni.
Prima é toccato all'Afghanistan di Bin Ladin, reo di essere stato scelto come caprio espiatorio degli auto attentati dell'11 settembre, assaporare il dolce gusto delle bombe e della democrazia....

lunedì 7 ottobre 2013

Regalo a Gheddafi o alla lobby del cemento?

lunedì 1 settembre 2008
Marco Cedolin

Il cosiddetto accordo fra Italia e Libia siglato sabato da Berlusconi a Bengasi e venduto all’opinione pubblica come un artifizio di raffinata diplomazia volto a risolvere il problema dell’immigrazione clandestina proveniente dal Nord Africa, non ha mancato di suscitare molte perplessità sia in merito ai contenuti dello stesso sia per quanto concerne le reali motivazioni che hanno indotto il Cavaliere a impegnare le dissestate casse dello Stato italiano nel devolvere alla Libia la cifra di 5 miliardi di dollari nel corso dei prossimi 25 anni.

domenica 6 ottobre 2013

La Libia è in mano alle milizie armate?

18 ottobre 2013
Nella notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 ottobre il primo ministro libico, Ali Zeidan, è stato rapito all’albergo Corinthia a Tripoli, la capitale della Libia, da un gruppo di uomini armati. Come si è scoperto qualche ora più tardi, dopo un susseguirsi di notizie confuse e contraddittorie, Zeidan era stato “arrestato” da una milizia legata al ministero dell’Interno, probabilmente all’insaputa del resto del governo. La milizia ha detto di avere agito in risposta alla cattura del sospetto terrorista libico Abu Anas al-Libi compiuta il 5 ottobre a Tripoli dalle forze speciale statunitensi: Zeidan era stato accusato da diversi parlamentari, e da alcuni gruppi armati libici, di avere autorizzato l’operazione degli americani, non rispettando, dissero loro, la sovranità nazionale della Libia.

Celebriamo la nuova guerra santa?

venerdì 18 marzo 2011
Marco Cedolin


Alla fine ce l'abbiamo fatta.
I ruggenti cannoni dell'Occidente, che fremevano da settimane dentro ad un recinto troppo stretto, teleguidati da baliosi generali affamati di eroismo, hanno ricevuto dall'ONU il via libera, sotto forma del viatico a spendersi in nuove gloriose imprese, come già lo furono e lo sono quelle in terra d'Afghanistan e d'Iraq.
Nella tarda serata di ieri il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha infatti approvato con 10 voti favorevoli e 5 astensioni (Germania, India, Brasile, Russia e Cina) una risoluzione che autorizza l'imposizione di una no-fly zone sulla Libia "con tutti i mezzi a disposizione", incluso il ricorso all'uso della forza.
In pratica le armate occidentali, con alla testa Francia e Stati Uniti che più degli altri si sono spesi nel fare pressione nei confronti di quegli stati che manifestavano perplessità, sono da stanotte autorizzate ad usare aerei e missili contro l'esercito di Gheddafi (che altro non è se non l'esercito libico) nella misura e nella maniera che ritengano più opportuna al fine di tutelare l'incolumità delle truppe degli insorti, che nella risoluzione vengono definiti "civili" nonostante abbiano tutti i connotati di un esercito in armi, e in sostanza garantirne il successo militare.

sabato 5 ottobre 2013

Il partito della guerra

lunedì 28 marzo 2011
Marco Cedolin

Nonostante la sua storia lo caratterizzi come il partito del cerchiobottismo elevato all'ennesima potenza, che vuole cementificare tutto, "ma anche" tutelare l'ambiente, costruire più occcupazione, "ma anche" aumentare la precarietà appoggiando la legge 30, difendere i salari degli operai, "ma anche" gli interessi della FIAT, tutelare i più deboli, ma solo dopo avere tutelato i più forti che li vessano, "finalmente" ha assunto una posizione granitica e assolutamente univoca.
E' il partito della guerra alla Libia, senza se e senza ma, perchè questa guerra s'ha da fare ed è necessaria tanto quanto il desco e l'uso della toilette.
I suoi rappresentanti che affollano i salottini vip della TV si prodigano con sincero spirito belluino per sostenere la guerra franco/americana e confliggono in battaglie verbali perfino con gli antagonisti del centro destra che di fronte a loro somigliano a schiere di pacifisti, intrisi di buon senso e aneliti di pietà.
Ho visto con i miei occhi donne (ah le quote rosa) del PD infervorarsi con la bava alla bocca contro Sgarbi e Formigoni (ho detto Sgarbi e Formigoni, badate bene) che affermavano quanto le guerre americane fossero sbagliate, a cominciare da quella d'Afghanistan e d'Iraq.....

venerdì 4 ottobre 2013

Aiuti agli insorti

giovedì 21 aprile 2011
Marco Cedolin


Già prima che l'insurrezione infiammasse la Cirenaica, manipoli di truppe scelte occidentali, con alla testa gli inglesi dei SAS, operavano segretamente in loco, con lo scopo di addestrare ed organizzare militarmente le fila dei ribelli.
Contemporaneamente, in maniera non ufficiale, alcuni paesi occidentali, Francia e Gran Bretagna in primis, rifornivano gli insorti di armi ed automezzi che avrebbero dovuto consentire loro di marciare vittoriosamente fino a Tripoli.
Ora che la guerra civile in Libia si trascina da settimane, senza che gli insorti abbiano guadagnato metri di terreno o credibilità, nonostante la copertura aerea e la propaganda mediatica gentilmente offerte dall'occidente, s'impone un cambio di strategia.
I paesi occidentali inviano ufficialmente elementi di spicco dei propri eserciti, con il compito di addestrare gli insorti e perfino l'Italia, come annunciato ieri dal ministro La Russa, provvederà a mandare in Libia 10 istruttori militari, nella speranza di trasformare i manipoli di ribelli in rotta, in un'armata senza paura che provveda alla cacciata di Gheddafi......Allo stesso scopo, su richiesta di un fantomatico governo ombra denominato pomposamente Consiglio nazionale degli insorti e prontamente riconosciuto come legittimo dal nostro paese, alcuni stati occidentali stanno apprestandosi a rendere ufficiale anche il rifornimento di armi e mezzi contro pagamento in petrolio, che prima avveniva segretamente, facendolo diventare ovviamente più copioso.

giovedì 3 ottobre 2013

A loro non importa se è tutto falso. Si tratta di una verità superiore!

6/5/2013
Di William Blum

«Siamo venuti, abbiamo visto, è morto». — così la Segretaria di Stato USA, Hillary Clinton, ridacchiando, mentre parlava del depravato assassinio di Muammar Gheddafi.
Immaginiamo Osama bin Laden o qualche altro leader islamico che, parlando dell’11 settembre, ridacchiano: «Siamo venuti, abbiamo visto, 3.000 morti…ah-ah».
La Clinton e i suoi soci criminali della NATO possono farsi anche una bella risata per quanto hanno ingannato il mondo.

mercoledì 2 ottobre 2013

Il "Grande Oriente" di Obama

13/5/2013
Di Manlio Dinucci

Per 236 anni gli USA hanno difeso ovunque la democrazia: lo ha assicurato Hillary Clinton al Cairo. Occorre quindi cancellare dalla storia gli oltre 160 interventi militari all’estero effettuati dall’imperialismo USA fino agli anni ’40; le guerre della guerra fredda in Corea, Vietnam, Laos, Cambogia, Libano; i colpi di stato orchestrati dalla Cia in Guatemala, Indonesia, Brasile, Cile, Argentina; le guerre del dopo guerra fredda in Iraq, Somalia, Jugoslavia, Afghanistan. Lo stesso impegno, garantisce la Clinton, viene portato avanti dall’amministrazione Obama.

martedì 1 ottobre 2013

L'Italia ritorna sulla "quarta sponda"

26/6/2013
Di Manlio Dinucci

Nell’incontro col premier Letta durante il G8, il presidente Obama «ha chiesto una mano all’Italia per risolvere le tensioni in Libia». E Letta, da scolaro modello, ha tirato fuori dalla cartella il compito già fatto: “un piano italiano per la Libia”. Il ministro Bonino, fiera di tanto onore, giura: «Ce la metteremo tutta, la Libia è un paese che storicamente conosciamo bene». Non c’è dubbio. L’Italia la occupò nel 1911, soffocando nel sangue la rivolta popolare, usando negli anni ’30 armi chimiche contro le popolazioni che resistevano, internando 100.000 persone in campi di concentramento. E, quando dopo trent’anni perse la colonia, sostenne re Idris per mantenere i privilegi coloniali. Caduto Idris, si accordò con Gheddafi per avere accesso alle riserve energetiche della Repubblica libica ma, quando la macchina bellica USA/NATO si è mossa nel 2011 per demolire lo stato libico, il governo italiano ha stracciato, col consenso bipartisan del parlamento, il Trattato di amicizia firmato tre anni prima con Tripoli, fornendo basi e forze militari per la guerra. Una storia di cui essere fieri. Che continua con il piano italiano per la “transizione democratica” della Libia, dove – è costretto ad ammettere lo stesso Consiglio di sicurezza dell’ONU – si verificano «continue detenzioni arbitrarie, torture ed esecuzioni extragiudiziarie». In gioco, spiega la Bonino, c’è «non solo l’interesse dei libici ma il nostro interesse nazionale»: da qui «il fermo impegno del governo italiano per la stabilità del paese nordafricano».

lunedì 30 settembre 2013

La Libia nel caos importa gasolio

7/9/2013
Di Roberto Bongiorni

La produzione petrolifera secondo il governo è crollata a 100mila barili al giorno dopo gli scioperi a raffica dei lavoratori della Cirenaica Per il Paese che vanta le maggiori riserve di petrolio dell’Africa, ed è il terzo esportatore di gas naturale del continente, essere costretti ad acquistare gasolio e olio combustibile dai Paesi vicini per mantenere in vita le centrali può suonare come un paradosso. L’ultimo, grave “effetto collaterale” della primavera incompiuta che sta paralizzando l’ex regno di Muammar Gheddafi è quello che tutti speravano non si avverasse mai: un duro colpo assestato all’industria energetica. Di fatto la sola ricchezza nazionale che finora era uscita indenne dal caos politico che imprigiona la Nuova Libia da oltre un anno.

domenica 29 settembre 2013

Lo "stato fallito" libico

15/5/2013
Ripropongo tre articoli pubblicati a notevole distanza uno dall’altro, la cui lettura comparata offre però la possibilità di comprendere come gli Stati Uniti e i loro alleati membri della NATO abbiano gettato i semi da cui è “fiorito” l’attuale disastro geostrategico che ha consegnato la Libia al caos, ponendola sotto il controllo di bande di guerriglieri islamisti che fanno del settarismo tribale e religioso il proprio marchio distintivo.


Al-Qaeda: pedine dell’insurrezione della CIA dalla Libia allo Yemen
Di Webster Griffin Tarpley


Dopo due settimane di attacchi imperialistici, la Libia viene ora straziata dai terroristi di al-Qaeda, dalla guerra civile, dai raid aerei della NATO, dai missili Cruise, dai droni Predator e dagli aerei da combattimento C-130, tutte cose rese possibili dai ribelli della Cirenaica sostenuti dalla CIA. Commandos statunitensi, britannici, francesi e olandesi hanno assunto la leadership delle forze ribelli e le stanno armando con armamenti moderni in flagrante violazione dell’embargo sulle armi specificato nella risoluzione ONU 1973. Inoltre al-Qaeda, per conto suo, sta già rubando armi pesanti, come ha riferito il presidente del Ciad. La fatua retorica delle rivoluzioni colorate di matrice angloamericana si è dissolta, per mostrare alla luce del sole l’orrenda realtà di una cinica e brutale furia imperialistica volta a distruggere lo stesso Stato-nazione moderno.

sabato 28 settembre 2013

Qual è il volto della Libia post-Gheddafi?

Posted by: Maria Francesca Licata: on 12 settembre 2013 18:00
Scontri, attentati e crisi energetiche: cosa è la Libia oggi?

Che sia il giorno che ha “condizionato la storia”, come lo ha definito oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino, o quello del “coraggio” che Obama ha chiesto agli statunitensi durante la commemorazione delle vittime dell’attentato alle Torri gemelle, l’11 settembre è sicuramente una data dalla straordinaria portata simbolica. E non solo per l’Occidente.

venerdì 27 settembre 2013

Libia: il dramma dimenticato

16/9/2013
Siria ed Egitto stanno oscurando il collasso di Tripoli di Mara Carro

Oltre all’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle del 2001, dallo scorso anno l’11 settembre è legato alla morte di quattro funzionari statunitensi a Bengasi, tra i quali l’ambasciatore in Libia, Christopher Stevens. Il primo anniversario della morte dell’ambasciatore è stato segnato dall’esplosione di un’autobomba nei pressi del Ministero degli Esteri libico a Bengasi che ha danneggiato l’edificio del Ministero e la sede della Banca Centrale senza causare vittime. L’esplosione è l’ultimo di una serie di episodi che ha provocato il forte deterioramento delle condizioni di sicurezza in tutto il Paese, principalmente nella regione orientale.

giovedì 26 settembre 2013

OBAMA POTREBBE ESSERE INCRIMINATO COME CRIMINALE DI GUERRA

17/9/2013
USA – Le proteste in America contro il presidente Obama aumentano ogni giorno, più del 90% degli americani dicono NO alla guerra. La popolazione è molto preoccupata di questa situazione e vuole evitare la guerra a tutti i costi. Questa volta il Giudice Andrew Napolitano usa parole dure contro il presidente Obama che potrebbero essere un macigno a pochi giorni dalla votazione del congresso. Il giornale americano mediaite mostra il video dell’intervento televisivo su Fox del famoso giudice americano, che potete visionare su questo link: http://www.mediaite.com/tv/judge-napolitano-on-fox-obama-can-be-indicted-as-war-criminal-if-he-strikes-syria/

mercoledì 25 settembre 2013

JIHAD FOR DUMMIES

18/9/2013
Riassumendo:
- evitare di entrare in conflitto con gli USA e i Paesi suoi vassalli;
- indebolire l’Algeria (in Libia il compitino è già stato eseguito);
- combattere i russi nel Caucaso;
- combattere gli indiani nel Kashmir;
- combattere i cinesi nello Xinjiang.
Direttamente dalla CIA, pardon: dal leader di Al Qaeda Ayman al-Zawahiri, le “linee guida per il jihad”.

Londra, 17 settembre – Il leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri ha diffuso per la prima volta le ”linee guida per il jihad”, chiedendo di limitare gli attacchi contro le sette musulmane e non musulmane e i conflitti in quei Paesi dove i jihadisti possono trovare una base fertile per diffondere i propri ideali.

martedì 24 settembre 2013

8000 detenuti nelle carceri segrete delle milizie libiche

18/9/2013
Non esistono diritti umani nella Libia occupata in mano ai mercenari al soldo delle potenze coloniali.

La situazione nella Jamahiriya occupata e' catastrofica, non esiste nessuna legge al di fuori della legge delle armi e del terrore.

Il Paese e' in mano ai mercenari delle varie milizie che controllano le varie zone della Libia, ogni gruppo ''governa'' il proprio territorio con la violenza, le torture e gli omicidi.

lunedì 23 settembre 2013

RROCKEFELLER: QUELLI CHE SONO CONTRO LA PACE

7 ottobre 2012
Pubblicato da Maligno
L’impero globale bancario e petrolifero dei Rockefeller è stato oggetto di molti commenti critici su internet. In effetti, i tentacoli della piovra Rockefeller in ogni sfaccettatura degli apparati bancari, petroliferi (attraverso il controllo della Standard Oil), militari, educativi e di politica estera, sono stati resi manifesti in una monografia preparata dall’Unione Sovietica nel 1959. Una traduzione in inglese, preparata dalla Divisione Documenti Esteri della CIA e datata 16 dicembre 1959, è stata resa nota dagli archivi della CIA. Il documento si intitola: “Quelli che Sono Contro la Pace”.

domenica 22 settembre 2013

Monti promette tagli ma regala carri armati alla Libia

16/2/2013
Pubblicato da marcomoro2
Mario Monti ha già preso tutte le caratteristiche del politico e, come tale, mente. Va promettendo tagli davanti a tutte le televisioni ed ai microfoni delle radio ma intanto invia carri armati alla Libia
Mentre promette nel suo spot elettorale «riforme radicali contro gli sprechi e la corruzione», Mario Monti invia a Tripoli il ministro della difesa Di Paola con un pacco dono da circa 100 milioni di euro: 20 veicoli blindati da combattimento Puma, consegnati «a titolo gratuito» (ossia pagati con denaro pubblico dai contribuenti italiani) ai governanti libici, il cui impegno anti-corruzione è ben noto. Un gruppo di potere, al cui interno sono in corso feroci faide, chiamato in causa dallo stesso Consiglio di sicurezza dell’Onu per «le continue detenzioni illegali, torture ed esecuzioni extragiudiziarie».

sabato 21 settembre 2013

Libia, rivoluzione telecomandata

25/3/2011
Rivelazioni sul coinvolgimento dei servizi segreti francesi nella pianificazione delle rivolte anti-Gheddafi e sulla presenza in Cirenaica di forze speciali angloamericane fin dalle prime fasi della ribellione, se non da prima
Se non fosse per l'aspro scontro diplomatico in atto tra Italia e Francia sulla Libia, difficilmente saremmo venuti a conoscenza degli imbarazzanti retroscena della 'rivoluzione libica' pubblicati ieri dalla stampa berlusconiana, che dimostrano come la rivolta popolare contro Gheddafi sia sta orchestrata da Parigi fin dallo scorso ottobre.

venerdì 20 settembre 2013

False notizie su Saadi Gaddafi

12/9/2013
Tutti i principali siti di informazione italiana sono caduti in un grossolano errore.

Le principali agenzie di stampa italiane stanno diffondendo in queste ore la notizia che Saadi Gaddafi, figlio della Guida della Jamahiriya Muammar Gaddafi sarebbe stato fermato al confine tra Libia e Niger da una pattuglia dell'esercito assieme ad alte cariche dell'esercito Libico.


La notizia e' parsa subito molto strana, tutti i siti di informazione italiani hanno fatto riferimento a questo articolo:

giovedì 19 settembre 2013

BREAKING: esplosione a Benghazi

11/9/2013
Un esplosione ha colpito la sede del Ministero degli Esteri a Benghazi.

Una forte esplosione ha colpito la sede del Ministero degli Esteri in pieno centro nella citta' di Benghazi.

L'esplosione e' avvenuta alle 7 di questa mattina e' ha causato ingenti danni all'edificio governativo, danneggiando anche la vicina sede della Banca di Libia.

mercoledì 18 settembre 2013

Libia, strage di profughi nel Sahara alle porte di Kufra

1 settembre 2013
di Emilio Drudi
La polizia libica non ha esitato a sparare contro la piccola colonna di jeep, furgoni fuoristrada e un camion carichi di profughi che non si era fermata all'alt. Raffiche di mitra e di fucile automatico. E’ stata una strage: 8 morti e almeno 20 feriti, alcuni molto gravi. I superstiti, inclusi i feriti più lievi, sono stati arrestati e gettati in un campo di reclusione. La fine del sogno di libertà per decine di giovani costretti a fuggire da guerra e persecuzioni, con la speranza di trovare aiuto e rifugio in Europa.Si tratta di uno dei capitoli più gravi della tragedia dei richiedenti asilo che si consuma da anni sulle piste che arrivano in Libia, attraverso il deserto, dal Sudan o dall'estremo sud dell’Egitto. Ne ha dato notizia don Mussie Zerai, portavoce dell’agenzia Habeshia, il quale, raggiunto da una telefonata “rubata” di uno dei sopravvissuti, ha dato l’allarme al Commissariato Onu per i rifugiati. E arriva a poco più di un mese dall'incontro in cui, il 4 luglio scorso a Roma, il presidente del Consiglio Enrico Letta e il premier libico Ali Zeidan Mohammed hanno gettato le basi per rinnovare l’accordo bilaterale che assegna a Tripoli il ruolo di “gendarme” contro i migranti, spostando la barriera ancora più a sud, dalle sponde africane del Mediterraneo al confine sahariano della Libia. Ali Zeidan è stato esplicito.

martedì 17 settembre 2013

Casa Bianca: bugie di guerra #Libia #Siria

7 settembre 2013
di Stefania Elena Carnemolla

La BBC non è più quella di una volta, ormai perde colpi come un velivolo di guerra bucherellato dalle raffiche della contraerea. Dicevano di al Jazeera, l’emittente televisiva del Qatar, megafono delle rivolte del mondo arabo, ma la BBC l’ha superata, quanto a bugie. Da quando l’opinione pubblica occidentale s’è invaghita delle fallimentari primavere arabe, non c’è bugia di guerra, bufala, in gergo, che non faccia breccia, toccando il cuore di chi sospira fra un Tweet e un video di YouTube, prendendo come oro colato tutto ciò che arriva da quelle parti.

Le bugie di guerra, si sa, servono ai parlamenti e ai governi per imbarcarsi in guerre ambiziose camuffate d’altro e predisporre in questo senso l’opinione pubblica.

lunedì 16 settembre 2013

Libia, per la crisi petrolifera manca la luce


Interrotta anche la fornitura di acqua. Manifestazioni a Tripoli.

.Oltre alle lunghe code alle pompe di benzina della capitale libica per timore di una diminuzione della disponibilità di carburante, in tutta la Libia si stanno registrando ulteriori disagi anche a causa delle continue interruzioni nelle forniture di elettricità e acqua. Il panico ai distributori di benzina si è verificato in seguito agli scioperi e alle chiusure dei principali siti di estrazione e di esportazione di greggio del Paese in atto dalla fine di luglio.
ACCUSE DI CORRUZIONE. I manifestanti hanno accusato il governo di corruzione per la vendita di quantitativi di greggio non precisati. Secondo le autorità invece gli scioperi sarebbero orchestrati dai federalisti dell'area di Bengasi (da dove è partita la rivolta interna, poi supportata dall'intervento militare della Nato, contro Muammar Gheddafi nel 2011) che vogliono maggiore indipendenza nella parte orientale del Paese.

domenica 15 settembre 2013

2 soldati uccisi alle porte di Sirte

9/9/2013
Attaccato un checkpoint a 40 km dal centro della citta' simbolo della resistenza contro gli invasori della NATO.

Un checkpoint controllato da soldati della Prima Brigata Fanteria dell'esercito di occupazione della Libia e' stato attaccato domenica sera a 40 km a est della citta' di Sirte, citta' martire della resistenza contro gli imperialisti che nel 2011 hanno invaso la Jamahiriya Araba Socialista di Libia.

sabato 14 settembre 2013

Libya: Anoud Senussi finalmente libera

Grandissima vittoria della Resistenza contro il governo di occupazione.

I rapitori di Anoud Senussi, figlia dell'ex capo dell'intelligence della Jamahiriya Araba Socialista, si sono arresi alla soverchiante protesta delle popolazioni di Sebha e' sono stati costretti a liberare la giovane donna.

Anoud Senussi ora si trova in una localita' della regione di Sebha protetta da membri della sua tribu'.

Colpevoli del rapimento sono i miliziani della Prima Unita' Speciale del SSC di Tripoli, milizia che fa capo direttamente al governo di occupazione Libico.

venerdì 13 settembre 2013

“Anni del tormento”, la Libia sotto il colonialismo italiano

30 luglio 2013
- Le caratteristiche del colonialismo fascista, Il film Dhulm, Il Trattato Berlusconi -Gheddafi

***

Quale nazione ha “inventato” i bombardamenti aerei?
L’Italia, sul cielo della Libia.


La guerra del 1911 fu a lungo preparata, infiltrando agenti segreti in Libia con un duplice compito: raccogliere informazioni militari e reclutare capi arabi disponibili a collaborare. Deciso l’attacco, l’Italia usò la sua schiacciante superiorità militare […]. Fu usata anche l’aeronautica, che il 1° novembre in Libia effettuò il primo bombardamento della storia.

La colonizzazione italiana rese la Libia un “giardino”?
Parliamo anche dei “campi” di concentramento.

giovedì 12 settembre 2013

Don’t forget Libya …. anche se della Libia i media non vogliono occuparsi più

4 settembre 2013
Della Libia si è parlato sempre meno dopo la caduta di Gheddafi, quasi che dall’intervento occidentale fosse emerso un paese in pace e prosperità. In realtà, la cronaca quotidiana è fitta di scontri fra milizie, furti e rapimenti, conflitti tribali, tensioni fra l’esecutivo e l’Assemblea nazionale, oltre a continui annunci del processo a Saif Al Islam Gheddafi, in barba ai divieti della Corte Penale Internazionale.
(Vedere Storify continuamente aggiornato)

La notizia del tutto inattesa è che la Libia - fra i massimi esportatori del miglior greggio su piazza ai tempi di Gheddafi - oggi è costretta ad acquistare all’estero energia per le forniture basilari ai cittadini. (Vedere il Sole24h). Le esportazioni di greggio sono crollate del 70% , la disponibilità è bloccata da uno sciopero iniziato per ragioni salariali. Così pareva all’inizio, ma la vicenda si è rivelata più complessa e ambigua: ci sono di mezzo l’avidità e l’assenza del senso dello stato. I libici si sono sentiti nazione dalla rivoluzione gheddafiana del 1969 fino al 2011, per scivolare poi nella condizione di un insieme di regioni che mal si sopportano.

mercoledì 11 settembre 2013

David Icke spiega chi realmente manipola dietro le quinte in Medio Oriente


(...) Parlo dell’Egitto ora perché è il tema del momento ma, come detto, potrei andare ovunque nel mondo e trovare la stessa mentalità e percezioni della realtà.

Ciò che ha fatto scoppiare la orrenda violenza in Egitto è stato generato dagli scontri tra l’esercito egiziano (portato e pagato dagli USA) ed i seguaci della Muslim Brotherhood – Fratellanza Musulmana (una creazione degli USA e della Gran Bretagna) che hanno fatto seguito al colpo di stato che ha rimosso il candidato della Fratellanza, ufficialmente eletto, il Presidente, ora ex presidente, Mohamed (ovviamente) Morsi.

Il governo degli Stati Uniti (la cabala parassita, in altre parole) dona 1.3 miliardi di dollari all’anno all’esercito egiziano, che ha tenuto al potere per trent’anni il tirannoHosni Mubarak, fino al piano USA/UK/Israele (la cabala) di gettare la miccia sul Medio Oriente attraverso il dividi e domina (pardon… “la Primavera Araba”), incluso la sua rimozione con la “rivoluzione dei popoli”.

martedì 10 settembre 2013

Libia in rivolta contro il rapimento di Anoud Senussi


4/9/2013
Il rapimento della figlia del ex capo dei servizi segreti della Jamahiriya dopo la scarcerazione ha infiammato il popolo Libico che chiede la sua liberazione immediata.


La Libia e' in rivolta dopo il vergognoso rapimento di Anoud Senussi, la figlia del ex capo dell'intelligence della Jamahiriya Araba Socialista arrestata 10 mesi fa con l'accosa di essersi introdotta in Libia con documenti falsi.

Il rapimento da parte di uomini armati e mascherati e' avvenuto Lunedi ad appena poche centinaia di metri dalle porte della prigione in cui era stata detenuta.

lunedì 9 settembre 2013

Aderisci alla mobilitazione per la revoca del Premio Nobel per la Pace a Obama e contro la guerra in Siria

di Magdi Cristiano Allam
31/08/2013 10:50:13 Gli Stati Uniti d'America sono l'unico Stato al mondo che ha usato tutte le principali armi di distruzione di massa: le bombe nucleari in Giappone, le armi chimiche in Vietnam, missili radioattivi a uranio impoverito nei Balcani e in Iraq. Con queste credenziali il Premio Nobel per la Pace Barack Obama si appresta a bombardare la Siria con missili radioattivi a uranio impoverito per sanzionare Assad perché avrebbe usato le armi chimiche contro la popolazione civile. L'amministrazione americana ha detto di avere le prove ancor prima che gli investigatori delle Nazioni Unite iniziassero la loro ispezione in Siria.

Per contro la Russia ha consegnato alle Nazioni Unite le fotografie scattate dai satelliti che dimostrano il contrario, ossia che le armi chimiche sono state usate dai sedicenti ribelli, ovvero dai terroristi islamici. Anche il magistrato Carla Del Ponte ha detto che le uniche prove certe evidenziano che sono stati i terroristi islamici a usare le armi chimiche in Siria. Del Ponte, ex procuratore capo del Tribunale penale internazionale, fa parte della Commissione dell'Onu chiamata a indagare sulla guerra e sulla violazione dei diritti umani in Siria: “Abbiamo potuto raccogliere alcune testimonianze sull'utilizzo di armi chimiche, e in particolare di gas nervino, ma non da parte delle autorità governative, bensì da parte degli oppositori, dei resistenti”.

domenica 8 settembre 2013

Le Verità nascoste sul Premio Nobel (seconda parte).

4 agosto 2013
L'Inganno sopraffino come principale prerogativa di

legittimità! I Paradossi e le Verità nascoste del

Premio Nobel per la Pace

Non solo Ue – Obama, Xiaobo, Karman, Sirleaf: Nobel

meritati o prapaganda Usa a buon mercato?

di Luigi Armentano e Sergio Basile




Oslo, Washington – “In tempi di menzogna universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario” (Orwell, 1984). L'inganno sopraffino e la propaganda sistematica fin dalle più alte schiere "celesti" dell'intellighenzia occidentale e mondialista sono oggi, volenti o nolenti, le principali prerogative di potere e legittimità. Per capirlo non c'è bisogno di scomodarsi più di tanto.. Non c'è bisogno di interpellare la pur nutrita schiera di scrittori ed intellettuali di sorta e/o dei cosiddetti "complottisti". Premesso che si possa parlare ancora di "complottismo" visto che quel che accade ormai è sotto gli occhi di tutti coloro i quali vogliono vedere… Dunque è necessario proprio questo: avere occhi per vedere. Solo questo! Volete un esempio? Beh, eccovi accontentati! L'attribuzione - tranne qualche inoppugnabile e sporadica eccezione – del Premio Nobel per la Pace!

sabato 7 settembre 2013

Le Verità nascoste sul Premio Nobel (prima parte).

1 agosto 2013
L'Inganno sopraffino come principale prerogativa di

legittimità! I Paradossi e le Verità nascoste del

Premio Nobel per la Pace

Come diceva George Orwell: "in tempi di Menzogna, dire

la verità diventa un atto rivoluzionario". Anche col Nobel

di Luigi Armentano (e Sergio Basile)
E se il Premio Nobel per la Pace fosse…




Bruxelles, Oslo, Stoccolma, Parigi, Washington – “In tempi di menzogna universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario” (Orwell, 1984). L'inganno sopraffino e la propaganda sistematica fin dalle più alte schiere "celesti" dell'intellighenzia occidentale e mondialista sono oggi, volenti o nolenti, le principali prerogative di potere e legittimità. Volete un esempio? Beh, eccovi accontentati! L'attribuzione del Premio Nobel per la Pace! Questa nuova Rubrica dell'Osservatorio Nazionale sulle politiche Ue spiega, in pratica, perché è importante firmare la petizione che vuol dare il Nobel per la Pace ad Assange e Snowden. Ma andiamo per ordine, iniziando dalle origini.

venerdì 6 settembre 2013

Un giorno di Onore, Al Fatah 44

2/9/2013
Un giorno di onore, 44esimo anniversario della rivoluzione Verde in Libia.

Il primo Settembre 1969 un gruppo di persone valorose libero' la Libia dal regno di oppressione di Re Idris.

Fu una rivoluzione pacifica, non ci fu' nessun spargimento di sangue.

Alla guida di quel gruppo di rivoluzionari c'era un giovane militare chiamato Muammar Al-Gaddafi.

Quel giorno di 44 anni fa' rappresento' la rinascita della Libia e l'inizio della liberta' per il glorioso popolo di quella nazione africana.

Nel 1969 la Libia era in una situazione drammatica: Re Idris era un fantoccio delle potenze coloniali, le ricchezze scaturite dalla produzione petrolifera andavano nelle tasche di un elite che rappresentava solo l'1% della popolazione, il restante 99% soffriva la fame.

giovedì 5 settembre 2013

Libyan Jamahiriya Broadcasting Corporation


29 marzo 2011
Ragione Sociale Libyan Jamahiriya Broadcasting Corporation
Indirizzo Al Nasr Street - LY61 Tripoli

Telefono 00218-213402107 -3468
Fax 00218-214445926 - 900
Responsabile Islam-Al Gheddafi
Sito WEB www.ljbc.net
E-Mail info@ljbc.net
Tipologia Nazionale



· Storia



Libyan Jamahiriya Broadcasting Corporation, più conosciuta come Al-Jamahiriya TV, è un canale televisivo libico controllato dal ministero dell'informazione del governo della Libia.



Il termine di Al-Jamahiriya può essere tradotto come "Repubblica Popolare" o "Stato delle masse".

mercoledì 4 settembre 2013

Libia: la guerra su Twitter

22 marzo 2011
Riprendiamo un interessante articolo pubblicato su ilPaeseNuovo.it a proposito della guerra in Libia. Parla in particolare di un radioamatore olandese che ha discutibilmente deciso di rendere pubblici i messaggi captati dai militari, relativi agli spostamenti e alle azioni in corso.

Lo stesso radioamatore, intervistato su Wired replica:

Metto semplicemente insieme le informazioni disponibili online con le informazioni che ricevo via etere. Il mio principale obiettivo è quello di ascoltare la verità, senza la propaganda politica o militare

Questa vicenda propone spunti di riflessione molto seri e ci invita ad interrogarci se la necessità di “verità” può sovrastare l’incolumità dei militari e la segretezza alla quale chiunque ascolti trasmissioni via etere non amatoriali o pubbliche è tenuto a rispettare.

martedì 3 settembre 2013

L' Iran, la guerra ed i Rothschild

3 aprile 2012
DI PETE PAPAHERAKLES
American Free Press

È possibile che il conseguimento del controllo sulla Banca Centrale della Repubblica Islamica d’Iran sia uno dei motivi principali per cui l’Iran si trova ad essere oggetto di attenzioni minacciose da parte delle forze occidentali e israeliane? Dal momento che si percepisce una sempre maggiore tensione che suggerirebbe l’imminenza di una inconcepibile guerra con l’Iran, è opportuno esplorare il sistema bancario iraniano e confrontarlo con quelli statunitense, britannico e israeliano.

Alcuni ricercatori fanno notare che l’Iran è uno dei soli tre paesi rimasti al mondo la cui banca centrale non sia sotto il controllo dei Rothschild. Prima dell’11 settembre esistevano, a quanto pare, sette paesi con tale caratteristica: Afghanistan, Iraq, Sudan, Libia, Cuba, Corea del Nord e Iran. A partire dal 2003, tuttavia, Afghanistan e Iraq sono stati inghiottiti dalla piovra Rothschild; dal 2011 la stessa sorte è toccata a Sudan e Libia. In Libia una banca dei Rothschild è stata istituita a Bengasi mentre ancora imperversava la guerra.

lunedì 2 settembre 2013

La balcanizzazione della Libia e' compiuta

26 marzo 2012
Il Cnt insiste, la Libia è una. Ma la realtà è ben latra cosa. Martedì l’ultimo leader senussita in vita nel territorio libico, “erede” della tribù che ottenne la corona libica nel 1951 con Idris I (fino alla rivoluzione capeggiata dal giovane Muammar Gheddafi nel 1969), Ahmed Zubair al Senussi, ha tagliato corto: la divisione del Paese è già una realtà e il Cnt nega l’evidenza. Qualche settimana fa, a Bengasi, in migliaia tra rappresentanti delle tribù e comandanti delle milizie libiche hanno proclamato la semi-indipendenza della Cirenaica in una cerimonia ufficiale. Un Congresso del popolo ha ratificato il Consiglio provvisorio per la Barqa (Cirenaica, ndr) e ha dichiarato l’autonomia dal governo centrale di Tripoli chiedendo il ritorno al sistema federale abrogato nel 1963. I secessionisti hanno nominato loro leader lo sceicco Ahmed Zubair al Senussi (foto), che martedì ha indirizzato un chiaro messaggio ai nuovi amministratori libici: “Il Cnt di Tripoli ci attacca perché chiediamo l’autonomia, ma il federalismo in Libia è già una realtà solo che nessuno lo dice”. Parlando al giornale libico New Quryna, al Senussi ha spiegato che “in realtà in Libia oggi ci sono già due regioni che hanno piena autonomia, quelle di Misurata e Zenten. Misurata si gestisce come se fosse una regione federale o uno stato a parte, gestisce i voli aerei senza dare conto al Cnt di Tripoli. Le sue milizie impediscono inoltre l’ingresso in città ai suoi stessi abitanti fuggiti durante la rivoluzione contro Muammar Gheddafi”.

domenica 1 settembre 2013

La Terza guerra mondiale sta per essere servita. Benvenuti nell' incubo

27 marzo 2012
Quando ci sveglieremo potrebbe essere tardi: saremo prigionieri di un incubo. All’inizio sembrerà un’operazione militare come tante altre, un semplice raid aereo punitivo sull’Iran ribelle. Sarà invece l’inizio della Terza Guerra Mondiale. Non ci credete? Meglio dare un’occhiata, allora, all’ultimo sconvolgente studio prodotto dall’istituto canadese “Global Research” diretto da Michel Chossudovsky, professore emerito di economia all’università di Ottawa, autore di saggi come “La globalizzazione della povertà e il nuovo ordine mondiale”. L’umanità è a un bivio pericoloso, avverte Choussudovsky: dall’atomica di Hiroshima, mai s’era visto un simile dispiegamento mondiale di armi pronte all’uso.

sabato 31 agosto 2013

La primavera del caos due anni dopo.

martedì 18 dicembre 2012.

TUNISIA. In Tunisia il governo provvisorio è dominato dagli islamisti di Ennahda (Fratelli Musulmani). Oggi, durante le celebrazioni per commemorare l’inizio della Primavera araba a Sidi Bouzid, il governo è stato contestato da una folla di migliaia di persone che hanno chiesto le «dimissioni del governo», guidato dal presidente Moncef Marzouki. A inizio mese il sindacato UGTT, che conta 500 mila aderenti, ha protestato per la mancanza di lavoro e per le dimissioni del governo. In risposta, la sede è stata assalita da una folla di estremisti islamici: 252 i feriti. Nonostante la caduta del regime, la situazione economica della Tunisia è peggiorata: il tasso di disoccupazione generale resta al 20 per cento, che sale a un vertiginoso 75% nel caso delle donne, il governo ha ottenuto 485 milioni di dollari di prestiti dagli Stati Uniti, 600 milioni dal Giappone e 500 dalla Banca Mondiale ma a causa dei continui scontri tra i settori islamisti e laici della società, gli investitori privati stentano a tornare in Tunisia, abbandonata durante le rivolte. Il deficit del paese è aumentato di due punti nel 2011, raggiungendo il 7,3% del Pil, la crescita diminuita ha fatto registrare il -2% (ma dovrebbe migliorare a fine 2012 secondo il Fmi) e le riserve di valuta estera sono scese a 6,7 miliardi rispetto ai 9,5 del 2010.

venerdì 30 agosto 2013

L' Italia tradisce sempre.

martedì 22 marzo 2011

di Marco Travaglio

(...) Ci siamo dimenticati che in realtà quest’anno cade un’altra ricorrenza, il centenario della spedizione italiana in Libia, 1911, il Governo Giolitti. A 100 anni dalla spedizione italiana in Libia ci riaffacciamo in armi sulla Libia, si dirà: è una cosa diversa, certo che è una cosa diversa, quella era una spedizione coloniale, arrivava tra l’altro ben oltre il secolo dell’apoteosi del colonialismo, dell’800, eravamo già un po’ fuori tempo, anche se poi gli anni 30 ci affacciamo anche nel corno d’Africa e fummo impegnati ancora in Libia, quindi il fatto che gli italiani tornino in armi in Libia, non è la stessa cosa dei francesi che vanno in armi in Libia, degli inglesi che vanno in armi in Libia, degli americani che vanno in armi in Libia o dei tedeschi che non vanno in armi in Libia, il ritorno degli italiani è ovvio che espone l’Italia non soltanto perché l’Italia è il paese più vicino alla Libia, ma anche perché l’Italia diventa in qualche modo recidiva, e certi ricordi a soli 100 anni si mantengono, in Libia ci sono ancora vivi figli e nipoti di quelli che hanno visto la prima missione armata italiana in Libia.