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mercoledì 30 aprile 2014

Elezioni in Libia

Cloro 8 luglio 2013
Dopo che, dal marzo 2011, il popolo libico fu inaspettatamente aggredito dalle forze di coalizione della NATO nella conosciuta maniera secondo la quale un paese viene attaccato militarmente “per proteggerlo” e si fa piazza pulita della sua identità istituzionale, infrastrutturale e umana, la Libia, tuttora in preda ad una guerra sanguinosa, ha celebrato le elezioni.
Poichè con questo blog abbiamo seguito abbastanza da vicino le vicende libiche, ho fatto una piccola ricerca su facebook guidata da un amico . Mi sono aiutata, in mancanza di meglio, con le traduzioni di Bing , con i filmati di Russia TV e dell’agenzia reuter, per cercare di capire in quale clima e con quale stato d’animo quel popolo s’è assoggettato al volere dell’alleanza atlantica. />
Premesso che su facebook ci sono migliaia di gruppi in tutte le lingue dove si rimpiange e si esalta Gheddafi, l’impressione che se ne ricava è che , al di la di ogni credo politico, vi sia un clima di terrore e di sopraffazione generalizzato, piu’ rigido e crudele in alcune parti, piu’ mite in altre. E la pressione del CNT sulla Libia occupata s’è sentita soprattutto durante queste elezioni perchè era importante dare all’occidente un’immagine di “serenità” e di “accondiscendenza” dopo che da mesi che la guerra infuria, nessuno della Libia aveva piu’ parlato.

martedì 29 aprile 2014

Lo stupro della Libia e la contemporaneità.

Cloro 8 febbraio 2014
In Libia sta ancora consumandosi una guerra che, se è silenziosa per quel che riguarda i mass media, che ne tacciono( salvo sfornare false notizie sulla vita sessuale di Gheddafi) è rumorosissima per quel che riguarda il dolore, le grida, i lamenti che provengono da quella terra martoriata e che non trovano orecchie in questo occidente colpevole di ingordigia capitalistica.

Succede che agli inizi di gennaio, i capi tribu’ del sud della Libia decidano di unirsi per proporre un accordo con i sionisti -principali responsabili dell’attacco del 2011 e oggi veri padroni di quel che resta della Libia- affinchè possano riorganizzarsi politicamente in una federazione di comunità tribali, avente come statuto politico il libretto verde di Gheddafi e i principi costituzionali della Jamayhrya, vale a dire l’assetto fortemente socialista che preesisteva all’attacco militare, ricordiamolo portato con false motivazioni, e all’assassinio del leader Muammar Gheddafi stesso.

lunedì 28 aprile 2014

Libia: ribelli della Cirenaica riaprono terminal ma non fermano la lotta

Scritto da: Aldo Carone 22 aprile 2014

Che in Libia la situazione sia lontana dalla normalità è ormai risaputo. Meno noto è invece ciò che accade in Cirenaica, territorio da cui ancora una volta provengono le minacce alla stabilità ed allo status quo libico del post-Gheddafi. Questo malgrado la situazione relativa ai terminal petroliferi sembri sul punto di sbloccarsi. L’8 aprile infatti la Farnesina ha rilasciato, con i governi di Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, una dichiarazione congiunta in cui si complimenta con il governo libico per l’accordo raggiunto con alcune milizie ribelli in merito ad alcuni impianti petroliferi della Cirenaica ancora tenuti sotto sequestro.

domenica 27 aprile 2014

distrutto il Quartier Generale di Ansar Al Sharia a Benghazi

Posted: 2014-04-17 From: Mathaba
Una fortissima esplosione ha colpito la sede del gruppo fondamentalista nel capolugo cirenaico.

Questa mattina un violentissimo attacco ha distrutto il quartier generale del gruppo estremista Ansar al Sharia.

sabato 26 aprile 2014

Il primo scaglione di soldati libici ( RATTI ) lascia Cassino

Dopo il disastro fatto in Libia, i morti, feriti, dispersi, addestriamo anche la nuova generazione dei RATTI di domani, ecco l' articolo che lo dice, in tono trionfalistico.

Il primo scaglione di soldati libici lascia Cassino, il comandante: “Merito vostro se Libia tornasse ad essere sicura”

Cassino (Fr)
17 aprile 2014 ore 12:49

Il primo scaglione di militari libici in fase di addestramento presso le caserme dell’Esercito italiano lascia Cassino.
La cerimonia del transfer of authority (TOA) tra l’80° Reggimento Addestramento Volontari e l’8° Reggimento Bersaglieri si terrà domani, presso la caserma “Capone”, all’interno del comprensorio militare di Persano (Sa), alla presenza del Generale di Divisione Giovanni Manione, Comandante della Scuola di Fanteria.

venerdì 25 aprile 2014

LE MENZOGNE DEGLI USA: LA NATO NON SE SE ANDRA’ DALL’AFGHANISTAN

16 aprile 2014.
Doveva essere “l’ultimo atto di redenzione” della guerra contro il terrore degli USA, la promessa elettorale di un Barak Obama che nel 2012 accusava Mitt Romney di non avere un calendario per portare a casa le truppe dall’#Afganistan. Ora il presidente statunitense vuole mantenere in quel paese circa 16.000 soldati in forma ufficiale, e non si sa quante altre migliaia sotto quali nomi e quali incarichi, e prolungare ancor più quella che è stata la guerra più lunga del paese. Alla fine, Obama soffre di quello che i greci chiamavano akrasia, debolezza della volontà.

Il nuovo presidente del paese invaso e occupato dovrà legalizzare lo status di colonia che Washington gli ha preparato. Né il presunto assassinio di Bin Laden in Pakistan, né la rivelazione (del segreto di cui tutti parlavano) del presidente Hamid Karzai, quest’uomo della CIA, del fatto che “Al Qaeda è un mito”, hanno fatto sì che gli USA smettessero di sottostimare l’intelligenza di chi li ascolta.
“Non possiamo lasciare adesso l’Afganistan. Ha bilioni di dollari in minerali” disse il generale David Petraeus, smontando i motivi umanitari (salvare gli afgani dagli integralisti talebani) o di sicurezza (salvare l’umanità dai terroristi di Al Qaeda) dell’invasione. Alla tentazione delle risorse naturali dell’Asia Centrale si aggiungono la posizione strategica del paese, che per secoli ha fatto da cerniera tra Cina, Russia, Iran e India. Oltretutto, ora che gli USA stanno perdendo il Pakistan, l’Afganistan è il territorio ideale per diventare il punto di appoggio delle loro forze armate in questa zona. Non ci metteranno molto a cambiare idea e a pentirsi!
Postilla del Patto Strategico

giovedì 24 aprile 2014

La menzogna libica

10 aprile 2014.
- di Dean Henderson -

Il golpe del 2011 in Libia sarà ricordato in due modi. In primo luogo, ha segnato l’usurpazione e l’infiltrazione della primavera araba da parte delle agenzie d’intelligence occidentali e del Consiglio di cooperazione del Golfo. In secondo luogo, e peggio, rappresenta la distruzione della nazione più moderna e riuscita dell’Africa, nota dal 1977 al suo popolo come Jamahiriya Araba Socialista del Popolo Libico. Mentre ancora la propaganda degli illuminati si crogiola tra notizie fasulle che fanno rivivere la caricatura del “pazzo Gheddafi”, i loro giornalisti rigurgitato le psyops della CIA, i noti falsi sui “massacri e bombardamenti”. L’elemento più significativo del loro misero repertorio erano le bandiere rosse, verdi e nere tirate fuori dai “ribelli” di Bengasi, la bandiera della monarchia di re Idris. Ben presto nacque anche una banca centrale privata. La Libia era una colonia italiana dal 1911 fino al 1951, quando re Idris fu messo sul trono dagli inglesi. Firmò trattati con Gran Bretagna (1953), Stati Uniti (1954) e Italia (1956) permettendo a questi Paesi di stabilire basi militari, come la base aerea Wheelus nei pressi di Tripoli. Subito Exxon Mobil, British Petroleum e Agip ebbero enormi concessioni petrolifere. Re Idris era assai impopolare tra i libici poiché vendeva il loro Paese alle compagnie petrolifere estere. Le proteste furono represse assai brutalmente e la rivolta sotterranea crescente incluse molti delle forze armate. Nel 1969 un incruento colpo di Stato fu effettuato da poche decine di ufficiali che si facevano chiamare “ufficiali liberi”, sull’esempio di Gamal Nasser in Egitto. Nasser aveva guidato la ribellione che depose il re egiziano Faruq nel 1952. L’architetto del colpo di Stato libico del 1969 che pose fine alla monarchia di re Idris era un capitano dell’esercito di nome Muammar Gheddafi.

mercoledì 23 aprile 2014

Breve storia politica della Libia

a cura di

Domenico Ernandes

Nell'ottobre del 1911 le mire espansionistiche dell' Italia avevano strappato ai turchi una larga porzione dei loro territori tanto che l'Impero della Mezzaluna si era trovato costretto a rinunciare ai suoi possedimenti e a riconoscere la sovranità del tricolore sulla propria ex colonia, la Libia. Nonostante l'esito positivo della spedizione italiana, i neo insediati dovettero affrontare, per molto tempo ancora, gli atti di resistenza e di guerriglia da parte di alcune tribù locali ed in particolar modo dei Senussi.
L'insediamento italiano, tuttavia, si scontrò con una forte resistenza locale culminata, nel 1923, nella rivolta dei Senussi, una confraternita religiosa musulmana impegnata nell'opera di proselitismo verso i beduini delle aree desertiche della Cirenaica. La colonizzazione italiana dovette all'inizio fermarsi alle sole coste, e solamente nel 1930, dopo anni di un lento e cruento conflitto, le truppe coloniali ebbero ragione della resistenza libica catturando e giustiziandone il capo, Omar al-Mukhtar.

martedì 22 aprile 2014

LIBIA: un pò di storia

In nessun paese forse più che nella Libia si trovano i segni di civiltà tanto diverse. Basti pensare che, a partire dal 1000 avanti Cristo, sul suolo libico si sono succeduti via via Fenici, Greci, Romani, Vandali, Bizantini, Arabi, Spagnoli, Turchi ed Italiani.

Tutto ciò si spiega se si pensa alla situazione geografica della Libia. Essa si affaccia nel bel mezzo del mar Mediterraneo. E’ naturale quindi che il suo possesso sia stato accanitamente conteso fra quelle potenze che volevano avere il predominio su questo mare.

Le poche notizie che si hanno sulla Libia antica sono dovute soprattutto ad Erodoto, storico greco del V secolo avanti Cristo.
Egli ci informa che la Libia fu abitata nell’antichità da tribù abbastanza civili: i Berberi. Comunque, per avere notizie storiche precise sulla Libia antica, non si deve risalire oltre il 1000 avanti Cristo. Intorno a quell’epoca il territorio libico venne occupato dai Fenici. Come avevano fatto in altri paesi ove si erano spinti con le loro veloci navi, essi vi fondarono alcune colonie. Tra queste eccelse Leptis Magna (nella Tripolitania).

lunedì 21 aprile 2014

Rapito ambasciatore giordano a Tripoli

Posted: 2014-04-15
From: Mathaba
Fawaz Aitan é stato prelevato da un commando armato nella capitale libica.

Questa mattina un commando armato ha rapito l'ambasciatore del Regno di Giordania a Tripoli.

Secondo testimoni presenti sul luogo del rapimento il commando armato viaggiava su due differenti automobili brive di targa.

Gli uomini armati avevano il viso coperto.

Il rapimento é stato confermato sia dal governo giordano che dal governo di occupazione di Tripoli.

Non ci sono state ancora rivendicazioni e non si conosce la sorte del diplomatico.

AGGIORNAMENTO: i rapitori chiedono di scambiarlo con un terrorista libico detenuto in Giordania.
www.mathaba.net/news/?x=634011

domenica 20 aprile 2014

Tripoli a secco di benzina

Posted: 2014-04-12
From: Mathaba
Manifestanti anti GNC bloccano le vie di accesso alla città, le pompe di benzina sono a secco.

Situazione critica nella capitale libica Tripoli a causa della grave mancanza di carburante.

Manifestanti stanno bloccando le vie di comunicazione tra la città di Zawiya, principale porto per l'importazione di carburante della Libia sito nella parte occidentale del Paese, e la capitale.

sabato 19 aprile 2014

Il libro verde di Gheddafi

Saturday, 23 April 2011 14:25 Enrico Giardino
Muammar Al Gheddafi non è solo il rivoluzionario che ha conquistato l’unità, l’autonomia e la prosperità della Libia e del suo popolo. Come altri rivoluzionari , ha prodotto una teoria originale anticapitalistica - filosofica e politica- dello Stato, della democrazia ,dell’economia e della società, altra e diversa da quella marxista e liberal-borghese (3^ teoria universale).Le sue idee sono sintetizzate nel”Libro Verde”qui descritto in una sua versione del 1980. Conferenze internazionali periodiche hanno discusso ed aggiornato questa teoria e queste idee.

1.Un pò di storia misconosciuta

La Libia è diventata formalmente “indipendente” nel 1951, a seguito delle lotte anticoloniali di molti popoli del mondo e dell’Africa. Per 22 anni (dal 1911) aveva subito una disumana e cruenta colonizzazione italiana e mussoliniana , fatta di barbare atrocità contro il popolo libico (di cui dobbiamo vergognarci). Dal 1943 al 1951 ha subito l’occupazione militare franco-britannica (vincitori della 2^ guerra mondiale), che – dopo il 1951 - avevano affidato ad un loro “suddito” – il re Idris Al Senussi - il governo del Paese.

venerdì 18 aprile 2014

Usa, ecco come agisce la strategia del caos

Intervista a PaoloSensini, studioso e saggista, che spiega quello che molti non vogliono vedere

- di Francesca Morandi -

Un fondamentalismo islamico folle e terrorista alle porte di casa nostra, centinaia di milioni di euro spesi per missioni militari che non portano la pace, Stati disintegrati sotto le bombe, masse di civili in fuga, disperati e spesso sfruttati. E poi: il business delle armi costruite da multinazionali occidentali che finiscono nelle mani di sanguinari guerriglieri in Africa e Medio Oriente, dove le masse sono fanatizzate da regimi cosiddetti “alleati” e partner economici di Usa e Europa che, a parole, condannano le guerre etnico-religiose, ma, intanto contribuiscono a fomentarle. E’ il mondo prodotto dalla “geopolitica del caos”, spiegato nel suo ultimo libro “Divide et impera. Strategie del caos per il XXI secolo nel Vicino e Medio Oriente” (edizioni Mimesis), da Paolo Sensini, studioso e saggista, che sgombra subito il campo da possibili accuse di “complottismo” o “dietrologia”: «Quello che ho registrato nel mio libro è la realtà dei fatti, per chi la vuole vedere. Le mie fonti sono tutte verificabili: analisi di studiosi del settore della Difesa, documenti del ministero degli Esteri di Israele e del Pentagono, saggi di autorevoli think tank statunitensi, dichiarazioni di consiglieri dell’amministrazione americana…».

giovedì 17 aprile 2014

La Libia è un disastro che abbiamo contribuito a creare

mar 27th, 2014 @ 05:00 pm › Stefano
Mi piacerebbe proprio vedere che fine hanno fatto tutti quei lettori che ci criticavano aspramente quando difendevamo il compianto Colonnello Gheddafi, che sicuramente non era uno “stinco di santo”, ma certamente non aveva nulla a che vedere con quei criminali che hanno saccheggiato la Libia. Per rinfrenscarvi la memoria vi propongo la lettura di questo nostro articolo prima di proseguire:

E questo vi sembra un regime sanguinario?

L’Occidente deve assumersi la responsabilità
La campagna aerea degli Stati Uniti del 2011 autorizzata dall’ONU, scrive Owen Jones sul Guardian, viene spesso lodata come un esempio luminoso di intervento straniero che è riuscito bene. Di sicuro il mandato iniziale – che era semplicemente quello di proteggere i civili – è stato superato da nazioni che soltanto fino a poco tempo prima vendevano le armi a Muammar Gheddafi, e il bombardamento si è trasformato in un cambiamento di regime, malgrado le proteste della Russia.

mercoledì 16 aprile 2014

Come il Bilderberg Group sta distruggendo l’umanità in cinque mosse!

Pubblicato da Stefano il 21 marzo 2014.
di Franco Svevo -
Mistificazione della realtà, distruzione e smantellamento del valore della famiglia, creazione di modelli falsi e sbagliati, sostituzione etnica ed infine svuotamento della sovranità monetaria e politica. Ecco le cinque mosse con cui questo gruppo di criminali, sta provvedendo alla distruzione del genere umano!

Il mondo nel quale ci troviamo non è per niente quello che ciascuno di noi, probabilmente, sognava da piccolo. Una realtà fatta di ingiustizie, logiche criminali e perverse, valori che qualcuno si sta ostinando a distruggere, ed ipocrisia e falsità che scorrono a fiumi.

Un colpevole in tutto questo c’è ed e’ identificabile in chi appartiene a certe spregevoli lobby che tramano da dietro le quinte, alla stregua dei peggiori vigliacchi.

C’è chi la chiama “massoneria”, chi “illuminati” e chi ancora “Bilderberg’s Group” in onore di una riunione riservata, che si tiene annualmente in Svizzera, cui prendono parte i potenti del pianeta.

martedì 15 aprile 2014

LIBIA, LA PARABOLA DI DERNA: DALLE SUORE ALLA SHARIA

Pubblicato il 8 aprile 2014 da GPB
A Derna, città della Cirenaica famosa per il suo tradizionalismo islamico, vi sarà la sharia. Ad annunciarlo è il “Majlis Shura” consiglio della shura dei giovani di Derna. Testimoni raccontano che nei giorni scorsi i giovani rappresentanti del Consiglio che governa la città hanno sfilato per le vie della città “armati fino a denti”: mitragliatrici, lanciagranate e lancia razzi.

“Annunciamo la formazione di un comitato giuridico per risolvere le differenze tra le persone e organizzare riconciliazioni sulla base della sharia”, ha affermato il gruppo un comunicato. Per i miliziani è necessario cambiare le leggi che vigenti nella città, fatte “da miscredenti e istituzioni che violano le leggi di Dio…Dichiariamo la nostra ostilità verso i nemici di Dio e del suo profeta: ebrei, cristiani e taghouts”. Con il termine taghouts, gli islamisti si riferiscono ai servizi di Intelligence utilizzati dallo Stato per mantenere il potere.

lunedì 14 aprile 2014

Sciopero generale a Benghazi

Posted: 2014-04-06
From: Mathaba
Primo giorno di sciopero generale nella seconda città della Libia
Oggi Benghazi, seconda città della Libia, é stata una città fantasma a causa dello sciopero generale contro il GNC, il congresso generale libico.

Negozi, uffici, scuole e edifici pubblici sono rimasti chiusi per l'intera giornata.

domenica 13 aprile 2014

La “resistibile” ascesa della democrazia finanziaria liberista

Paolo D'Arpini 8 marzo 2014
Cosa strana la democrazia. Mi ricorda uno di quei tessuti fasulli che si allargano, si restringono, si tirano da una parte e dall’altra….. secondo necessità e pinguedine del corpo.

I democratici patentati doc hanno ululato e sbavato per far approvare il trattato di Helsinky: ma era in funzione anti bolscevica, dato che la monade “libertà” era la chiave, il grimaldello con il quale il capitalismo voleva e riuscì a distruggere il socialismo, promettendo libertà che si tirava dietro consumismo e plutocrazia. Dare la gioia effimera per fregarti la felicità dell’essere. Poi, una volta azzerato il viscido mostro comunista, anche la libertà e l’autodeterminazione hanno smesso di essere politicamente corrette: ora si rivolgono contro i padroni di Whashington-Tel Aviv. Ora torna loro sui denti l’autodeterminazione.

sabato 12 aprile 2014

Geopolitica e radicalizzazione dei blocchi – Sion-usa gioca la partita con Eurasia

Paolo D'Arpini 22 marzo 2014
Non c’è bisogno della zingara per indovinare i giochi geopolitici in corso. Da una parte il NWO, facente capo a sion/usa, spinge per il totale controllo del pianeta. Mancherebbe poco, solo qualche isoletta indipendente, come la Siria e L’Iran, ma i “badroni” hanno fatto i conti senza l’oste. Pensavano di aver già messo in scacco Cina e Russia attirandoli nel grande meccanismo economico finanziario del PIL e dello mercato globale.. ma da quelle parti dell’Est estremo orientale non si è mai radicata la malerba finanziaria dei Rothschild e dei sionisti in generale. La Russia malgrado il cinquantennio comunista ha mantenuto un’anima ortodossa e lo sbrago causato dal bevitore Eltsin e dagli “oligarchi”, che hanno cercato di vendere la Madre Russia per un pugno di dollari, è stato fermato in tempo. D’altronde la lobby ebraica in Russia non contava granché, le ricchezze ed il potere non stavano nelle loro mani dal tempo di Stalin. Anzi gran parte degli ashkenaziti se ne sono andati a rinfoltire la popolazione d’Israele, in Russia ne sono rimasti pochi.

venerdì 11 aprile 2014

La libia non è più un paese per cristiani

aprile 1, 2014 Leone Grotti
Il 29 marzo Jad Abdulmasahi Abdulmalik, cristiano copto arrivato in Libia dall’Egitto per lavoro, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco.


La Libia non è più un paese per cristiani. Il 29 marzo Jad Abdulmasahi Abdulmalik, cristiano copto arrivato in Libia dall’Egitto per lavoro, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel distretto di Gwarsha, a Bengasi, la roccaforte dei ribelli che ha guidato la rivoluzione contro Muammar Gheddafi nel 2011.

giovedì 10 aprile 2014

" volete essere come gli ebrei e i cristiani"? ecco cosa si insegna oggi nelle scuole coraniche della libia

aprile 4, 2014 Leone Grotti
Il paese è spaccato, lo Stato non controlla e a Bengasi nelle scuole si insegnano «idee estremiste». «La democrazia è roba da apostati»


«Insegnano che la democrazia è roba da apostati. Parlo sulla base della mia esperienza personale, visto che ho dovuto ritirare mio fratello piccolo da una di queste scuole dove lo sheikh gli inculcava idee estremiste». Fathi Abdelmounaim, presentatrice del canale televisivo Al Manara, descrive perfettamente quello che sta succedendo a Bengasi, nell’est della Libia, dove per l’assenza dello Stato nessuno controlla le scuole coraniche permettendo agli imam di «diffondere idee estremiste».

mercoledì 9 aprile 2014

11/9, ora l’America sa che il governo le ha mentito

6 ottobre 2013
Hanno davvero assassinato tremila innocenti per poi avere l’alibi per invadere il mondo? I retroscena sull’11 Settembre, ancora giudicati “puro delirio cospirazionista” dal mainstream, stanno facendo passi da gigante: di fronte all’aggressione della Siria, l’ex deputato Dennis Kucinich ha detto che gli Stati Uniti «diventeranno ufficialmente l’aeronautica militare di Al-Qaeda», ma l’America ne ha avuto abbastanza: nove americani su dieci erano contrari all’invasione. E a proposito dell’11 Settembre, un incredibile 84% delle persone oggi dice che il governo sta mentendo. «Disponiamo di precedenti documentati storicamente che dimostrano come il governo sia pronto a commettere i peggiori crimini contro la propria stessa popolazione». Grazie a “Consensus 9/11”, il board di tecnici indipendenti che ha smontato la verità ufficiale, emerge in tutta la sua minacciosa potenza la tesi peggiore, quella della strategia della tensione: senza esplosivo, le Torri Gemelle non sarebbero mai crollate. Lo dicono ex funzionari dell’intelligence, ingegneri, vigili del fuoco.

martedì 8 aprile 2014

Debito pubblico, chi lo crea stampando moneta e chi lo paga con le tasse

29 gennaio 2014
Nel 2014 diventerà operativo il fiscal compact, per chi voglia rinfrescarsi la memoria ecco la definizione che riporta Wikipedia:

“Il Patto di bilancio europeo o Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria, conosciuto anche con l’anglicismo Fiscal compact(letteralmente riduzione fiscale), è un accordo approvato con un trattato internazionale il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati membri dell’Unione europea, entrato in vigore il 1º gennaio 2013.”

lunedì 7 aprile 2014

IL CLAMOROSO DOCUMENTO DELLA BANCA D'INGHILTERRA (LA BANK OF ENGLAND ED IL DOTTOR STRANAMORE CHE VUOLE ARRIVARE AL DON)

Postato il Martedì, 01 aprile @ 12:54:21 BST di davide
DI JOSEPH HALEVI
facebook.com

La recentissima pubblicazione dello studio della Bank of England conferma da fonte insospettabile che le banche creano moneta dal nulla (cioe’ non la scavano da qualche miniera, ne’ la pompano da qualche giacimento) prestandola a coloro che hanno piani di investimento o di acquisto di beni di consumo durevoli. Non ci sono quindi vincoli monetari in quanto tali. Analogamente per la Banca Centrale: puo’ convalidare qualsiasi richiesta da parte del Tesoro e puo’ in tutta tranquillita’ monetizzare debito e deficit pubblici. Scuole, ospedali, ferrovie, pensioni, universita’ e ricerca possono essere finanziate senza vincoli di bilancio ma solo reali che dipendono dalle capacita’ produttive esistenti e utilizzabili. E’ ovvio che se all’Istituzione che dovrebbe convalidare i flussi nel circuito monetario, cioe’ la Banca Centrale, viene formalmente proibito di assecondare il processo, il circuito, da qualche parte finira’ per troncarsi.

domenica 6 aprile 2014

L’APOCALISSE ALIMENTARE È GIÁ ALLE PORTE

1 aprile 2014
Rivolte. Città a secco. Impennata dei prezzi. Fame devastante. Se questo vi sembra allarmismo degli scienziati, parlate con gli agricoltori
La madre di tutti i report sul clima è così spaventosa che uno dei suoi autori si è dimesso dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) in segno di protesta. "Gli agricoltori non sono stupidi", ha detto la scorsa settimana l'economista della Sussex University Richard Tol, mentre centinaia di ricercatori si sono ritirati a Yokohama, in Giappone, per elaborare il testo finale di un documento che lui ha definito "allarmista" quando tratta delle tante minacce del riscaldamento globale. La gente che coltiva il nostro cibo troveranno il modo di adattarsi, ha detto l’isolato scienziato del clima alla più importante riunione sulla scienza del clima degli ultimi sette anni.

sabato 5 aprile 2014

Solo 9 Paesi hanno una Banca Centrale che non appartiene ai Rothchild!

Sono solamente 9 i Paesi che hanno la Banca Centrale che non appartiene ai Rothschild. Sono: Cina, Russia, Iran, Venezuela,Ungheria, Siria, Cuba, Islanda e Corea del Nord. Tre di questi Paesi, nell’ordine Russia, Iran e Venezuela, sono anche le tre più grandi riserve energetiche del mondo, considerando le riserve di petrolio, gas e carbone.
Direttamente o indirettamente tutte le altre banche centrali appartengono o sono controllate dai Rothschild. Ci sono addirittura quattro banche centrali che sono quotate in borsa: le banche centrali di Belgio, Grecia,Giappone e Svizzera. La Banca centrale di Grecia oltre che essere quotata alla Borsa di Atene è quotata anche alla Borsa Tedesca.Da queste brevi considerazioni, penso sia comprensibile a tutti perchè i paesi che hanno una banca centrale indipendente siano costantemente attaccati mediaticamente dai media di tutto il mondo, tutti al servizio ovviamente delle grandi potenze imperialistiche dell’occidente.
Tutti questi paesi sono praticamente inseriti nell’asse del male, tutti i loro governi sono per i media occidentali delle “dittature” ed in tutti ci sono tentativi di destabilizzazione.

venerdì 4 aprile 2014

Quell’immagine erronea degli USA

Da Enzo Pennetta
Intere generazioni sono cresciute con l’immagine hollywoodiana degli USA paladini del bene, difensori dei deboli e garanti della giustizia. Ma quegli USA non esistono, è ora di guardare in faccia la realtà. Gli Stati Uniti d’America sono ormai una nazione in decadenza, l’ombra di una civiltà che ha fatto sperare il mondo, di essa resta solo una potenza militare pericolosamente aggressiva.
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La mia generazione è cresciuta dal punto di vista cinematografico con i film sulla Seconda Guerra Mondiale, film in cui l’arrivo dei marines liberatori della vecchia Europa con la loro bandiera a stelle e strisce veniva accompagnato anche solo idealmente dal leggendario motto “arrivano i nostri”. La generazione precedente era invece stata affascinata dai western in cui i cow boy e le giubbe blu erano i buoni e i pellerossa i cattivi. In seguito con la vicenda del Vietnam sarebbero poi arrivati i primi dubbi e l’iconografia cambiò, non era più tempo per motti come “arrivano i nostri”, la guerra era sporca ma gli ‘altri’ erano comunque i cattivi e qualcuno doveva pur sporcarsi le mani, gli eroi negativi di Apocalypse now e Full metal jacket, per finire con il dramma di Black Hawk down, sono pur sempre un baluardo contro la brutalità e la ferocia di un nemico selvaggio e terribile che ci terrorizza.

giovedì 3 aprile 2014

Libia, il petrolio conteso tra jihadisti e bande armate

Giovedì, 27 Marzo 2014

Pozzi in mano alle milizie. Qaedisti pronti al racket del greggio. Produzione a picco. Guai per la Ue. Ma Eni è solida.

di Barbara Ciolli
Le mani sulle armi, poi sul petrolio. In Libia le bande armate di jihadisti e di criminali comuni si moltiplicano: forze disgreganti e centrifughe che, dalla fine della Jamahiriya di Muammar Gheddafi nell'ottobre 2011, stanno smembrando il Paese.
Dopo gli assalti ai palazzi istituzionali, le sparatorie in strada di milizie rivali, il sequestro del premier e gli attentati ai personaggi di punta e agli stranieri, la posta in gioco è salita all'aeroporto della capitale e, soprattutto, ai porti della Cirenaica, crocevia dei carichi di petrolio che hanno arricchito il Paese. Basti pensare che prima della guerra civile la Libia era in grado di produrre 1 milione e 600 mila barili di petrolio al giorno, pari al 2% del volume mondiale.
IL RACKET DELL'ORO NERO. Finora la guerra per i pozzi ha coinvolto la precaria autorità centrale e i separatisti della Cirenaica: un movimento populista e predatorio, ma se non altro lontano dai gruppi islamisti affiliati ad al Qaeda che proliferano nella regione.

mercoledì 2 aprile 2014

Bernard Henry Levy, il filosofo delle foto false e della guerra

Beccato in castagna! Il noto “nuovo filosofo” francese Bernard Henry Levy, l’uomo che ha sostenuto tutte le guerre e gli interventi militari “umanitari” in Medio Oriente, Jugoslavia, Afghanistan ed ora in Ucraina, è stato sputtanato clamorosamente. Nei suoi articoli nei quali lancia appelli alla Nato e all’occidente ad attaccare la Russia accusandoli sistematicamente di codardia e tradimento perché ancora non hanno fatto volare missili o inviati soldati, BHL ha fatto credere di essere “sul campo”, in Ucraina, in mezzo al dolore e alla sofferenza di un popolo.

martedì 1 aprile 2014

Libia, hanno creato il caos adesso cercano aiuto

17 maggio 2013
di Gianandrea Gaiani

È il “fronte libico”, non quello siriano o afghano, a creare le maggiori difficoltà in politica estera a Barack Obama e alla sua Amministrazione, accusati di aver nascosto la matrice qaedista dell’attacco dell’11 settembre scorso al consolato di Bengasi in cui venne ucciso l’ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani.

La documentazione mostrata al Congresso, migliaia di e-mail scambiate da ministeri e Agenzie dello Stato in quei giorni, ha evidenziato come la Cia avesse subito definito il ruolo del gruppo terroristico Ansar al-Sharia, affiliato ad al-Qaeda, in quell’attacco. Ruolo fatto poi sfumare fino a scomparire nelle successive comunicazioni pubbliche.
Il presidente ha difeso ieri il suo ambasciatore all’Onu, Susan Rice, finita sul palco degli imputati per aver affermato che l’attacco era stato innescato da un sollevamento popolare spontaneo in reazione a un film islamofobo girato negli Usa. Di fronte agli attacchi dei repubblicani Obama “l’ha buttata in politica” affermando che le accuse alla sua amministrazione sono dovute a motivi politici e disonorano le vittime dell’attacco.