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sabato 30 novembre 2013

Duri scontri a Benghazi

Posted: 2013/11/25
From: Mathaba
Almeno 9 morti e decine di feriti nella battaglia scoppiata oggi tra miliziani di Ansar Al Sharia e truppe speciali della brigata Saiqa.

E' una vera e propria battaglia quella combattuta questa mattina nel capoluogo della Cirenaica Benghazi.

Gli scontri sono avvenuti tra militanti di Ansar Al Sharia e combattenti della brigata Saiqa (inquadrata nell'esercito di occupazione libico).

venerdì 29 novembre 2013

LIBIA DI GHEDDAFI: COSA AVEVA RAGGIUNTO E COSA È STATO DISTRUTTO

di Michel Chossudovsky

“Non c’è un domani” sotto la ribellione di Al Qaeda sponsorizzata dalla NATO.

Mentre si insediava un governo ribelle “a favore della democrazia”, il paese è stato distrutto.



CONTRO IL FONDALE DI UNA GUERRA DI PROPAGANDA, I SUCCESSI ECONOMICI E SOCIALI DELLA LIBIA DEGLI ULTIMI TRENT’ANNI HANNO BRUTALMENTE MUTATO DIREZIONE:



La [Jamahiriya Araba Libica] aveva un alto livello di vita e un robusto apporto calorico pro capite, pari a 3144 chilocalorie. Il paese ha fatto passi avanti in campo sanitario e, dal 1980, i tassi di mortalità infantile sono calati da 70 a 19 nascite su 100.000 nel 2009. L’aspettativa di vita è passata da 61 a 74 anni nello stesso lasso di tempo (FAO, Roma Libya, Country Profile)).

giovedì 28 novembre 2013

I fondamentalisti islamici in nord Africa. E gli occidentali?

Pubblicato da Libertates mercoledì, 13 febbraio 2013.
Anonimi sicari assassinano uno dei principali oppositori tunisini, Chokri Belaid. La Corte Suprema libica reintroduce la legge sulla poligamia. Il presidente dell’Egitto applica la legge d’emergenza, ormai, una volta al mese. Cosa collega queste tre notizie? Prima di tutto lo scenario: tutte e tre avvengono in Nord Africa. Ma non solo. Tutti e tre i Paesi coinvolti sono stati protagonisti della Primavera Araba. La Tunisia era stata la sua avanguardia, la prima a ribellarsi al suo dittatore, Ben Alì, nel dicembre 2010. Poi era seguito l’Egitto e, infine, la Libia, con i suoi otto mesi di rivoluzione, guerra civile e intervento della Nato dal marzo all’ottobre del 2011. Terzo elemento in comune: il soggetto della notizia. Chi ha assassinato Belaid, chi ha voluto la reintroduzione della legge coranica in Libia e chi sta proclamando, di continuo, lo stato d’emergenza in Egitto? Sono sempre i fondamentalisti islamici. Il mandante dell’omicidio Belaid, il “Matteotti tunisino”, è ancora sconosciuto. Ma i familiari e i sostenitori della vittima, sono sicuri di conoscerne l’identità. Perché sono le milizie islamiche irregolari, i cosiddetti “Comitati per la protezione della rivoluzione”, che lo avevano minacciato in vita. Il governo, retto dal partito Ennahda (espressione locale dei Fratelli Musulmani), non ha protetto Belaid. Alle minacce è seguita solo l’ignavia delle forze dell’ordine, fino all’assassinio.

mercoledì 27 novembre 2013

Libia: la guerra a casa nostra. Prepariamoci a una nuova “missione di pace”.

Pubblicato da Libertates sabato, 23 novembre 2013.
I disordini non sono mai cessati dalla caduta del colonnello Gheddafi, ma si amplificano ad intermittenza. Milizie, gruppi armati di signori della guerra e di aspiranti leader economici spargono sempre più sangue tra i civili, periodicamente aprono il fuoco contro persone che manifestano e invocano la pace e la scioglimento dei gruppi paramilitari.

martedì 26 novembre 2013

LIBIA: L’oscura storia dei tre mercenari(?) italiani

13 settembre 2011
Tre italiani. Sequestrati dai gheddafiani al confine tra Libia e Tunisia. Liberati lo scorso 21 agosto, dopo quasi un mese di prigionia. Una storia piena di incongruenze e assurde ambiguità. Una storia che ricorda la triste (e quanto mai oscura) vicenda di Fabrizio Quattrocchi. Dietro la parola contractor spesso si nasconde un mondo su cui persino lo Stato ha più interesse a tacere. Spie, agenti segreti o guardie del corpo? Oppure semplici mercenari? Nessuno ne parla, eccetto la giornalista del Corsera Erika Dellacasa. Impressioni? Tutte in un flashback. Tutte in due parole: Nuova Gladio.

lunedì 25 novembre 2013

Happy birthday Green Flag

Posted: 2013/11/19
From: Mathaba

Oggi ricorre il 36esimo anniversario dell'adozione della bandiera verde come bandiera nazionale della Jamahiriya libica e considerato simbolo universale della democrazia diretta del popolo.

Il 19 Novembre 1977 la bandiera verde divenne il vessillo nazionale della Grande Jamahiriya Araba Socialista di Libia e sinonimo di democrazia diretta del popolo.

domenica 24 novembre 2013

Solo 72 ore

Posted: 2013/11/18
From: Mathaba
La Libia oltre il punto di non ritorno, sciopero generale a Tripoli, i miliziani invitati a lasciare la capitale.

Il governo di occupazione libico si trova sull'orlo del baratro dopo lo sdegno internazionale per il massacro di 3 giorni fa perpetrato dai miliziani di Misurata nella capitale libica contro manifestanti inermi.

Il consiglio degli Anziani di Misurata, valutato il rischio reale che una alleanza di varie tribù del paese si scagli come uno tzunami sulla città, ha intimato ai propri miliziani di stanza nella capitale di ritirarsi entro 72 ore.

sabato 23 novembre 2013

Il massacro di Ghargour

Posted: 2013/11/17
From: Mathaba

Cresce lo scontro tra le varie milizie libiche, chaos nella capitale Tripoli.

Quello che è successo due giorni fa nel sobborgo di Gharghour è un fatto di una gravità infinita, dei crimini contro l'umanità.

Una manifestazione pacifica contro l'occupazione militare della capitale da parte dei miliziani di Misurata è sfociata in un bagno di sangue intollerabile.

venerdì 22 novembre 2013

I droni americani e il terrorismo fai da te

Massimo Fini
Lunedì 03 Giugno 2013 14:24 .Quando il 25 maggio un soldato francese in normale servizio di pattuglia è stato accoltellato al collo da un uomo, poi arrestato, di cui è stato fornito solo il nome, Alexander, ma non la nazionalità né le origini, François Hollande si è affrettato a dichiarare che l'episodio non aveva alcun collegamento con quello avvenuto pochi giorni prima a Woolwich, sobborgo di Londra, dove un militare britannico, Lee Rigby, reduce dall'Afghanistan, era stato ucciso e decapitato da due cittadini inglesi di origine nigeriana. Fra i due episodi si è inserito l'accoltellamento di un altro uomo (non si sa se civile o militare) ancora a Woolwich.

Casuale anche questo?

giovedì 21 novembre 2013

Il nemico di cui nessuno osa parlare

John Pilger
Mercoledì 25 Settembre 2013 19:03 .«L’Innominato, che è il più grande e pericoloso nemico dell'umanità abita a Washington»

Attaccata al muro di fronte a me c’è la prima pagina del Daily Express del 5 settembre 1945 con le parole: "Scrivo questo come avvertimento per il mondo".

Così cominciava il rapporto da Hiroshima, di Wilfred Burchett. Fu lo scoop del secolo. Per quel suo solitario, pericoloso viaggio che sfidava le autorità di occupazione americane, Burchett fu messo alla gogna, anche dai colleghi che lavoravano con lui, ma fece sapere al mondo che un atto premeditato di omicidio di massa, su scala epica, aveva innescato una nuova era di terrore.

mercoledì 20 novembre 2013

Italia, non c'è crisi per le missioni militari

Manlio Dinucci
Domenica 10 Novembre 2013 09:05
Mentre le vie di Roma sono percorse da cortei che chiedono investimenti pubblici per il lavoro, la casa, i servizi sociali, nelle stanze di palazzo Montecitorio si sta varando il decreto-legge che stanzia altro denaro pubblico per le missioni militari internazionali.

Denaro che va ad aggiungersi a quello per le forze armate e gli armamenti, ponendo l’Italia (documenta il Sipri) al decimo posto mondiale con una spesa militare reale di 26 miliardi di euro nel 2012, equivalente a 70 milioni al giorno.
Su cosa si stia decidendo a palazzo Montecitorio c’è assoluto silenzio mediatico.

martedì 19 novembre 2013

Libia: Croce Rossa; difficoltà estrema per migranti detenuti, centri affollati senza servizi sanitari

giovedì 14 novembre 2013
Ansa
Migliaia di migranti vivono in condizioni di estrema difficoltà in Libia: è quanto fa sapere il Comitato Internazionale delle Croce Rossa (Cicr) in Libia, secondo cui la maggior parte dei migranti è detenuta in condizioni deplorevoli e senza accesso a servizi sanitari.


Molti centri in cui venivano trattenuti nel sud del Paese sono stati chiusi temporaneamente provocando così il sovraffollamento nel centro di Hamra, nella città occidentale di Gharian, diventato punto di accoglienza per i migranti che arrivano soprattutto da Mali, Niger, Eritrea, Somalia.

lunedì 18 novembre 2013

La fame minaccia la Libia

Ilja Kharlamov, Redazione Radio 9/11/2013

Fame incombente, incessanti faide, colasso economico e pericolo di disintegrazione del paese – e’ cosi’ che si presenta oggi la Libia dopo la “lezione di democrazia” impartita dai paesi occidentali. C’e’ una qualche probabilita’ di riportare la pace in questo paese e chi deve rispondere per le conseguenze gravissime della rivoluzione forzata dall’estero?
A distanza di due anni dalla cosiddetta rivoluzione libica la situazione nel paese rimane critica. Le autorita’ nominali e i gruppi che portano avanti incessanti proteste bloccano il normale sviluppo delle relazioni economiche col mondo esterno. Il governo non e’ in grado di pagare le importazioni del cibo perche’ gli altri bloccano le esportazioni di petrolio, necessarie per creare un gettito. Anche l’estrazione e’ calata drasticamente a seguito dei conflitti armati tra i vari gruppi. Le autorita’ stanno cercando di prendere sotto controllo i gruppi armati, di integrarli nelle forze di sicurezza, ma non ci riescono.

domenica 17 novembre 2013

Libia. Tripoli ripiomba nel caos, sparatorie tra gruppi di miliziani rivali

Pubblicato il 8 novembre 2013 10.00 | Ultimo aggiornamento: 8 novembre 2013 10.00

LIBIA, TRIPOLI – Tripoli è ripiombata nel caos più totale. Intense sparatorie fra gruppi di miliziani rivali hanno scosso dall’inizio della serata fino a notte fonda il centro della capitale libica proprio come accaduto solo 48 ore fa. Testimoni raccontano che sarebbero stati usati razzi anti-aerei e granate. Le stesse fonti riferiscono di automobili abbandonate in mezzo alle strade del centro da persone terrorizzate che fuggivano a piedi in cerca di una via di fuga o nell’estremo tentativo di raggiungere un riparo.

sabato 16 novembre 2013

LIBIA. Zeidan ammonisce, “intervento straniero se resta caos”

nov 10th, 2013
Notizie Geopolitiche -

Il Primo ministro della Libia, Ali Zeidan, ha ammonito oggi che dicendo che “La comunità internazionale non può più tollerare uno Stato del Mediterraneo che è fonte di violenza e terrorismo”, per cui lo stato caotico delle cose, con continui omicidi, la situazione incontrollata delle frontiere, il blocco della produzione di petrolio, la frammentazione della società in tribù e la continua guerriglia fra le milizie potrebbero comportare l’intervento delle potenze straniere.

venerdì 15 novembre 2013

LIBIA. Quattro uccisi a Bengasi. Manifestazioni contro rinnovo mandato al Congresso

nov 9th, 2013
Notizie Geopolitiche -
Libia sempre più nel caos: dopo gli scontri di ieri a Tripoli fra milizie contrapposte, che hanno visto un morto e una decina di feriti, oggi a Derna un procuratore generale è rimasto ucciso dall’esplosione di un ordigno piazzato nella sua vettura.
A Bengasi, dove da giorni sono in corso imponenti manifestazioni per protestare contro le milizie armate e contro l’ondata di violenza, è stato ammazzato con colpi di arma da fuoco un ufficiale delle guardie municipali, al-Sharif al-Ajily; sono in totale quattro le persone uccise oggi nella seconda città del paese nordafricano.

giovedì 14 novembre 2013

AQMI e i rischi per il Nordafrica

Al-Qaeda in Maghreb e Sahel
AQMI e i rischi per il Nordafrica
AQMI ripensa le proprie strategie per aumentare la presenza nei Paesi maggiormente indeboliti dell'intero Maghreb.
Andrea Ranelletti
Giovedì 31 Ottobre 2013, 8:37

Mentre i Paesi della regione lavorano per incrementare la sinergia per combattere la minaccia terroristica nel Maghreb e nel Sahel, al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI) continua a cercare nuove strade per cercare di radicare ulteriormente la propria presenza sui vari territori statali e reclutare nuove leve. L’indietreggiamento nel Mali del Nord, causato dalla serie di sconfitte subite a seguito dell’intervento franco-africano del gennaio 2013, aveva fatto presagire un indebolimento complessivo di AQMI. La costante discesa del Nord Africa nella spirale dell’instabilità sta, però, offrendo all’organizzazione terrorista rinnovate possibilità per radicare la propria presenza nella regione, approfittando del deterioramento della situazione della sicurezza nei vari Paesi per mettere a punto strategie più efficaci.

mercoledì 13 novembre 2013

LA PRIMAVERA ARABA E’ COSTATA 800 MILIARDI DI DOLLARI

Scritto da Arrigo d'Armiento on 17 ottobre 2013.

Fausto Biloslavo sul Giornale riferisce che, secondo uno studio di una banca britannica, “la primavera araba è costata alle economie del Medio Oriente 800 miliardi di dollari. Una voragine, che il presidente americano Barack Obama voleva riempire con il cucchiaino. Nel 2012 offriva 800 milioni per rimettere in piedi le economie travolte dalle rivolte. La stima del drammatico impatto della primavera araba è stata preparata dalla banca inglese Hsbc”.

martedì 12 novembre 2013

MIGRANTI | DALLA LIBIA ALL’ITALIA SUI BARCONI PAGATI COI SOLDI DELL’ONU

Scritto da Arrigo d'Armiento on 1 novembre 2013.

Da tempo ci si domandava come e dove i poveri migranti trovano i soldi per pagare a caro prezzo, anche quello della vita, il passaggio sui barconi degli scafisti dalla Libia all’Italia. C’è la risposta: in molti casi i soldi glieli dà l’Onu. Magari incosapevolmente, ma glieli dà.

Ecco come racconta la faccenda Fausto Biloslavo sul Giornale: “L`Onu finanzia i migranti per sistemarsi in Tunisia e molti di loro utilizzano i soldi per imbarcarsi sulle coste libiche verso l`Italia. Sembra assurdo, ma l`agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) «aiuta», suo malgrado, l`arrivo dei clandestini sulle nostre coste. Lo ha rivelato un servizio del Tg2 andato in onda mercoledì sera sull`ex campo profughi di Choucha, che nel 2011 era stato allestito dall`Unhcr in Tunisia.

lunedì 11 novembre 2013

L’accordo segreto tra Letta e Obama sulla Libia

di Mazzetta - 04/11/2013 -
Una crisi dimenticata che ora il governo Letta prende in carico, cominciando dalla sorveglianza dei confini africani del paese .
La liberazione da Gheddafi è stata molto più semplice di quanto non sia dare al paese un assetto politicamente sostenibile in un contesto nel quale troppi vogliono avere voce in capitolo.



LA LIBIA È COSA NOSTRA - C’è chi vorrebbe che il nostro governo diventasse una specie di tutor della Libia e del suo cammino verso il futuro, convinto che noi italiani possiamo venire a capo dei problemi che sta vivendo il paese, per questo dice che bisognerebbe convincere Obama a lasciarci fare.

domenica 10 novembre 2013

Il crollo di uno stato

Proteste e attentati
Il crollo di uno Stato
L'attacco ai siti estrattivi libici e l'aumento delle proteste continuano a danneggiare l'economia libica

Andrea Ranelletti
Lunedì 4 Novembre 2013, 17:36

La storia della Libia post-Gheddafi è quella di una discesa incessante in un gorgo di instabilità che pare non aver fondo. Il progressivo indebolimento della sicurezza, delle istituzioni, dell’economia e della tenuta sociale del Paese stanno producendo una crisi in costante avvitamento che pare ormai priva di vie di uscita.<<< Le forze positive che lavorano da due anni>>>> DAVVERO ?????

sabato 9 novembre 2013

Libia, i veri numeri di una guerra assurda

04-11-2013 di Gianandrea Gaiani

Non ci sarebbe bisogno di nuove rivelazioni per ricordarci l’assurdità del conflitto libico che nel 2011 portò all’uccisione di Muammar Gheddafi e alla caduta del suo regime. Fomentato dagli emirati del Golfo, Qatar in testa, con il supporto di Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, quel conflitto ha determinato il caos in Libia, paese ormai “somalizzato” in mano a milizie tribali, terroristi islamici e bande criminali, come aveva ammonito l’Unione Africana. La stessa guerra ha provocato danni ingentissimi all’Italia, obbligata dagli “alleati” della Nato a intervenire contro un governo con il quale aveva stretto un Trattato di Amicizia e contro il suo primo fornitore di petrolio: caso unico nella storia delle guerre.

venerdì 8 novembre 2013

LASCIATE IN PACE NURI AHUSAIN! VIVA GHEDDAFI! VIVA MANDELA!

13 ottobre 2013
Nuri Ahusain Shahib Ali, presidente della Lega Studenti Libici in Italia veniva arrestato il 27 maggio 2011, da Digos e Ucigos: su richiesta dei terroristi e dei mafiosi “bengasini” e “misuratini” protetti dall’intelligence militare italiana&C. e avallata de facto dall’Eni di Scaroni e dal “Boldriname” diffuso? E sennò da Chi?.
L’accusa, formulata dall’ambiente giudiziario-poliziesco perugino, compromessosi nella vicenda Meredith Kercher (oggi si scopre che il ramo ‘scientifico’ dei carabinieri, il ROS, ha ‘trovato’ tracce di DNA di Amanda Knox, fatta scarcerare su ordine di Hillary Clinton), era che Nuri Ahusain Shahib avrebbe dovuto guidare “l’assalto”, in realtà la liberazione, dell’ambasciata libica di Roma, l’Ufficio Popolare di via Nomentana, occupata illegalmente dai golpisti-terroristi sostenuti dalle fogne governative romane contro Gheddafi e contro la Moneta Sovrana Africana.

giovedì 7 novembre 2013

Al Qaeda entra in Libia e stringe rapporti con le brigate locali. Parola della CIA.

dicembre 3, 2012 Leone Grotti.
Secondo la Cia «per Al Qaeda la Libia del dopo Gheddafi è un’opportunità fantastica per espandersi». Al Qaeda insegnerebbe alle bande libiche tecniche di guerriglia, addestrandole, in cambio avrebbe accesso all’arsenale di armi rubate a Gheddafi.

mercoledì 6 novembre 2013

La Libia è in mano alle milizie armate?

Sono moltissime, arruolate dai vari ministeri del governo ora sono fuori controllo, e a rapire il primo ministro Zeidan è stata una di loro
18 ottobre 2013
Nella notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 ottobre il primo ministro libico, Ali Zeidan, è stato rapito all’albergo Corinthia a Tripoli, la capitale della Libia, da un gruppo di uomini armati. Come si è scoperto qualche ora più tardi, dopo un susseguirsi di notizie confuse e contraddittorie, Zeidan era stato “arrestato” da una milizia legata al ministero dell’Interno, probabilmente all’insaputa del resto del governo. La milizia ha detto di avere agito in risposta alla cattura del sospetto terrorista libico Abu Anas al-Libi compiuta il 5 ottobre a Tripoli dalle forze speciale statunitensi: Zeidan era stato accusato da diversi parlamentari, e da alcuni gruppi armati libici, di avere autorizzato l’operazione degli americani, non rispettando, dissero loro, la sovranità nazionale della Libia.

martedì 5 novembre 2013

Al Qaeda e la "Rivoluzione" Libica

I Profeti del Nuovo Ordine Mondiale in Libia: il ruolo dei

terroristi islamici, di Al Qaeda e le bugie dell'Occidente

ita+english

di John Rosenthal

Dossier-inchiesta: La Verità sulla Rivoluzione Libica

La Libia e l'Incredibile Rapporto CIRET-CF2R

lunedì 4 novembre 2013

Omicidi, sequestri e bombe: accade a Bengasi

Nella città sotto la spirale del caos e della violenza il festival dei video girati con il cellulare. Molti riguardano episodi di violenza ripresi da testimoni oculari.

FRANCESCA MARRETTA mercoledì 23 ottobre 2013 21:27

A due anni dalla fine della Guerra civile in Libia, Bengasi resta dei posti più insicuri del paese. A cadenza giornaliera i media locali riportano di omicidi, bombe, violenze nella città. Decine di alti ufficiali della sicurezza libica sono stati assassinati a Bengasi. L'ultimo è stato il capo della polizia militare, il Colonnello Ahmed Mustafa al-Barghati, ucciso venerdì scorso all'uscita della moschea.

domenica 3 novembre 2013

I Ricuccinazzi, i pifferai di Bengasi

21 settembre 2011
I Ricuccinazzi, ovvero, gli inviati italiani in Libia, che rivestiti di una patita di pseudo-critica ai bombardamenti NATO, in realtà esaltano la ‘geometrica potenza delle bombe NATO’.
L’atteggiamento è dettato forse da acredine verso le autorità della Jamahiriya libica, di cui si sentivano ‘Segregati nell’hotel Rixos, non protetti, minacciati più volte, arrestati, picchiati e, perfino, ‘torturati psicologicamente’; ma soprattutto ‘trattati come spie’… e qui viene spontaneo pronunciarsi: Bingo!
I Ricuccinazzi premettono sempre, prima di scaricare il loro liquame disinformativo, che: “Diciamo sempre la verità…, anche quando è scomoda, cerchiamo di non fare propaganda per combattere propaganda”. E qui viene da pensare, excusatio petita, accusatio manifesta...

sabato 2 novembre 2013

Scandalo Bengasi: Il vero motivo per cui i media stanno spingendo sul “Bengasi-gate”

“E se, dopo aver eletto il loro uomo o il loro gruppo, l’obbedienza al sionismo viene meno, emergeranno rapidamente “scandali”, “indagini” e “impeachment” con cui si procederà alla rimozione dei disobbedienti.
- Henry Ford, citazione da ‘The International Jew’

Nel 1997-98, la mafia sionista chiese a Bill Clinton di interrompere il dialogo con il leader palestinese Arafat e di invadere l’Iraq. Quando Clinton si rifiutò, emerse dal nulla lo “scandalo di Monica Lewinsky.” Clinton venne accusato uscendone notevolmente indebolito dal punto di vista politico. Il giorno stesso del suo impeachment, Clinton bombardò l’Iraq!

venerdì 1 novembre 2013

Il giorno della vergogna

23/10/2013
Oggi in Libia si commemora la fine della Liberta'.

E' un giorno triste il 23 Ottobre per il popolo libico.

Oggi i gli occupanti della Jamahiriya festeggiano il secondo anniversario del cosidetto ''giorno della Liberazione''.

Ma quale liberazione?