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lunedì 30 novembre 2015

Le reti di reclutamento del terrorismo offrono finti contratti di lavoro per attrarre i giovani disoccupati del Nord Africa.

24/10/2015 08:31
Cartoon_ISIS
Il quotidiano algerino Echorouk ha recentemente pubblicato sul proprio sito web un articolo esclusivo che porta all’attenzione una nuova tattica elaborata dalle organizzazioni terroristiche, in particolare da ISIS, per reclutare combattenti tra le folte file dei giovani disoccupati in Nord Africa.
Il quotidiano riporta che “l’apparato dell’antiterrorismo algerino ha iniziato a combattere le reti di reclutamento che mirano a convincere con l’inganno i giovani disoccupati ad unirsi alle organizzazioni terroristiche in Siria, Iraq e Yemen, utilizzando contratti di lavoro falsi”. Le fonti dello stesso quotidiano hanno riferito che “finti uomini d’affari contattano i salafiti sfruttando applicazioni come WhatsApp e Viber, tramite cui vengono inviati falsi contratti di lavoro come autista o altre posizioni in un dato paese arabo, aiutandoli ad ottenere visti e perfino biglietti aerei per poi metterli in contatto con le organizzazioni terroristiche attive nella regione”.

domenica 29 novembre 2015

BERNARD-HENRI LEVY: PURCHE' GUERRA SIA

di Emmezeta

Il girotondo di Bernard-Henri Levy: nel 2011 con gli islamisti per fare la guerra a Gheddafi, nel 2014 con i fascisti ucraini per  attaccare la Russia, oggi contro gli islamisti ed in alleanza con Putin per arrivare fino a Mosul
 

In Italia abbiamo chi vorrebbe la riabilitazione postuma di Oriana Fallaci. E meno male che siamo in guerra contro il fascismo ed il razzismo, almeno così dicono i trombettieri della «Guerra di civiltà»! In Francia hanno ancora BHL, al secolo Bernard-Henri Levy, di professione guerrafondaio, anche se continua a spacciarsi per filosofo.

sabato 28 novembre 2015

Libia, di che cosa ha paura Parigi?

La reazione militare egiziana in Libia, decisa per vendicare l'esecuzione da parte dell'Is di dodici suoi cittadini di religione copta, ha cambiato improvvisamente i rapporti di forza nel Mediterraneo. La Francia ha chiesto una convocazione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu: la sua strategia per ridimensionare la presenza italiana, provocando l'abbattimento del regime del Colonnello Gheddafi, si è dimostrata funzionale all'obiettivo di destabilizzare l'intera area mediorientale. Chissà, qualcuno sperava che, creando il caos, i conflitti interni tra fazioni, tribù ed appartenenze religiose, sterilizzassero il potenziale distruttivo antioccidentale del terrorismo islamico.

venerdì 27 novembre 2015

Esportare la democrazia in nome di Dio: #NotInMyName

23 novembre 2015
Al mercato elettorale si chiede a gran voce che i musulmani si dissocino da quanto accaduto a Parigi venerdì 13 novembre. E se lo fanno non è mai abbastanza. Non si tratta di una richiesta sincera ma di una psicosi collettiva di chi vuole rivendicare la propria identità soltanto quando essa è (o sembra) minacciata. Allora capisci il sistema dell’informazione occidentale quando vedi con che facilità il circo politico-mediatico associ Islam, Corano e Terrorismo e come dalla caduta del muro di Berlino ad oggi nessuno abbia mai contestato il fatto che gli Stati Uniti d’America possiedano, fin dalla loro nascita, la convinzione di essere stati scelti da Dio (quale? Il nostro?) per redimere l’umanità.

giovedì 26 novembre 2015

Libia – Quando inglesi e americani non volevano l’Eni di Mattei

di Daniel Pescini
 Nell’inverno del 1957, americani e inglesi non volevano che gli italiani interferissero con il loro progetto di monopolizzare lo sfruttamento del petrolio in Libia. A scriverlo è Massimiliano Cricco, professore associato di Storia delle relazioni internazionali presso il Dipartimento di studi giuridici e politici dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, nel suo contributo Giovanni Gronchi e il Mediterraneo negli anni ’50: dalla Crisi di Suez alle relazioni politiche – economiche con la Libia, presentato al convegno Giovanni Gronchi e la politica estera italiana, 1955-1962, svoltosi a Pontedera (Pisa) il 13 e il 14 novembre scorsi.

mercoledì 25 novembre 2015

Magaldi: dietro al terrore, menti massoniche e 007 traditori

18/11/2015

«Le menti e le mani che hanno prima pianificato ed effettuato gli attentati a “Charlie Hebdo” e poi le terribili stragi di venerdì 13 novembre 2015 sono le stesse, identiche. E sono menti e mani che amano particolarmente le simbologie della tradizione esoterica e massonica occidentale… in modo impressionante», afferma Gioele Magaldi, segnalando una sinistra coincidenza storica: «Non ho ancora sentito nessuno, a livello di mainstream mediatico, ricordare che il venerdì 13 ottobre del 1307, proprio in Francia, il re Filippo il Bello ordinò l’arresto dei Templari. Da allora, quella data ha assunto una rilevanza fondamentale in determinati ambienti appunto esoterici e massonici, e persino nella produzione letteraria e filmografica». Autore del bestseller “Massoni. Società a responsabilità illimitata”, Magaldi ha denunciato già nel 2014 i piani criminali della superloggia “Hathor Pentalpha”, creata dai Bush reclutando anche leader come Blair, Sarkozy ed Erdogan per una sorta di strategia della tensione (mondiale) inaugurata l’11 Settembre con l’attacco alle Torri, che diede il via alla “guerra infinita”.

martedì 24 novembre 2015

Il massacro di Parigi e le rivelazioni-choc di Gioele Magaldi

16/11/2015

Poi non dite che non vi avevano avvisato. Anche la nuova strage di Parigi era annunciata, e non solo dai proclami bellicosi dell’Isis. Da almeno un anno, nelle librerie italiane (non sui giornali che avrebbero dovuto recensirlo) fa bella mostra di sé lo sconvolgente libro “Massoni”, di Gioele Magaldi, edito da Chiarelettere. Un saggio deliberamente ignorato dal mainstream, che presenta contenuti scomodi e addirittura devastanti, al punto da costringere a rileggere la storia del ‘900. Alla storiografia ufficiale – l’intreccio di dinamiche socio-economiche di massa – il libro aggiunge l’influenza di una regia occulta.

lunedì 23 novembre 2015

Ci vogliono in guerra, l’Isis è solo manovalanza (di fiducia)

15 novembre 2015

E adesso siamo davvero in guerra. «Tutta la vita politica europea sarà sconvolta per sempre», dice Giulietto Chiesa, secondo cui d’ora in avanti ogni disagio sociale sarà rubricato come problema di ordine pubblico: «La nostra vita diverrà un eterno passaggio attraverso un metal detector». Lo sanno bene i politici che balbettano di fronte alla strage di Parigi, che espone al ridicolo l’intero dispositivo francese della sicurezza: a dieci mesi dalla mattanza di “Charlie Hebdo”, non meno di 70-80 professionisti armati, alloggiati, organizzati e coordinati nella capitale transalpina hanno potuto mettere a segno 7 attacchi simultanei in pieno centro. «Vuol dire che è meglio che quelli della Suretè si diano al giardinaggio», scrive Aldo Giannuli. Possibile che gli uomini di Hollande si siano fatti sorprendere così? Peraltro, se si pensa che siamo a 14 anni dall’attentato alle Twin Towers, dopo tre guerre (Afghanistan, Iraq e Libia) e un mare di soldi spesi, «qui la disfatta non è solo dei francesi, ma di tutta l’intelligence occidentale». Puzza di bruciato? Se ne accorge persino il mainstream: Paolo Pagliaro, nella trasmissione “Otto e mezzo” condotta da Lilli Gruber su “La7”, ricorda che l’Isis è stato finanziato da Turchia e Arabia Saudita, ed equipaggiato dagli Usa. Il vicepresidente Joe Biden riconobbe, tempo fa, che le armi inviate ai “ribelli” anti-Assad erano “finite” tutte alle milizie jihadiste del “califfo” Abu Bakr Al-Baghdadi, l’uomo fotografato in Siria in compagnia del senatore John McCain.

domenica 22 novembre 2015

Strage a Parigi, operazione militare truccata da jihadismo

14/11/2015

Orrendo massacro, lucida follia: ma non è follia. E’ un’operazione militare quella che ha sconvolto Parigi la sera del 13 novembre 2015, facendo 120 morti, colpiti per strada da esplosioni “kamikaze” o freddati a colpi d’arma da fuoco al Bataclan, locale gremito per un concerto. La strage, avverte Pino Cabras, non è solo un evento terroristico spettacolare: «È anche un evento militare di notevole entità nel cuore di una grande metropoli europea». Nel mirino di nuovo la Francia, dopo l’eccidio della redazione di “Charlie Hebdo”. Violenza opaca: sulle indagini relative alla mattanza del giornale satirico, il governo Hollande ha apposto il segreto di Stato dopo che gli inquirenti avevano scoperto che la pista delle armi coinvolgeva i servizi segreti francesi, con una triangolazione che tocca la Slovacchia e il Belgio passando per il quartier generale dell’intelligence di Parigi. «Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo», annota Cabras su “Megachip”. «Non c’è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate».

sabato 21 novembre 2015

Gli attacchi di Parigi e le “strane coincidenze”

14 novembre 2015
di Luciano Lago
Si potevano prevedere gli attacchi di Parigi? Qualcuno li aveva per la verità previsti.
Dichiarazione del Presidente Bashar al-Assad fatta nel Giugno del 2013, in una intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: “….se gli europei consegneranno le armi ai terroristi , il cortile d’Europa si trasformerà in un terreno propizio al terrorismo e l’Europa ne pagherà il prezzo”.
Questa dichiarazione, che al giorno d’oggi appare come una premonizione, era stata sbeffeggiata e derisa dai giornali occidentali ed in particolare in Italia dai giornali della borghesia benpensante del “pensiero unico” (il Corriere della Sera e Repubblica). Vedi: Siria: Assad minaccia l’Europa.

venerdì 20 novembre 2015

Come sapremo se è un false flag.

 

Un 11 septembre à la française” era stato ampiamente profetizzato da settimane dai servizi. Ora, sapremo se la strage di Parigi è un “false flag” come l’11 Settembre, fatto apposta per innescare una guerra senza fine “al terrorismo” – il terrorismo che gli Usa addestrano, i sauditi pagano e i turchi ricoverano contro la Siria –

se la lezione che Hollande, la NATO, gli Usa trarranno dalla strage sarà:

L’Occidente deve intervenire in Siria con tutte le forze militari allo scopo di rovesciare Assad, perché altrimenti i jihadisti diventeranno sempre più forti e meno moderati. La distruzione di Assad è la soluzione, altrimenti l’ISIS non si può vincere. Dovevamo già farlo nel 2012, ce l’ha impedito Obama vacillando….

giovedì 19 novembre 2015

Isis, l'Italia si salverà grazie alla... corruzione?

Parigi sotto attacco del terrorismo Isis. Purtroppo facilmente prevedibile e inevitabile. E il nostro Paese? Non siamo in condizione di evitarli, solo di cercare di prevenirne alcuni

15/11/2015  Vincenzo Mannello

Parigi sotto attacco del terrorismo Isis. Purtroppo facilmente prevedibile e inevitabile. Chi legge avrà notato che non recito questo mantra da solo. Hollande ha chiesto in diretta: «Chi sono i terroristi?». C'è da impallidire per la disinformazione che propina al suo popolo: i francesi non sapevano di essere in guerra? Eppure la Francia ha invaso con truppe e bombardato Iraq, Afghanistan, Libia e Siria. Ha contribuito all'assassinio di Saddam e Gheddafi, vorrebbe morto Assad, ha armato e addestrato i "ribelli" sunniti, messo in atto altre amenità compiute in Ciad, Centrafrica, Mali… e non sapeva di “essere in guerra”?

mercoledì 18 novembre 2015

Libia, il leader dello Stato islamico locale ucciso da raid aerei statunitensi

A confermare la morte di Wisam Al Zubaidi è il Washington Post che cita fonti del Pentagono. Il comandante era il vice di al-Baghdadi, capo dell'autoproclamato Califfato, ed era stato inviato in territorio libico per costituire una cellula Is

14 novembre 2015
Il leader dello Stato islamico in Libia, Wisam Al Zubaidi, è stato ucciso in un raid aereo effettuato dalle forze militari americane. A confermarlo è il Washington Post che cita fonti del Pentagono.

martedì 17 novembre 2015

Storia del capitano Karim l'avventuriero italiano in Libia

Si chiama Giulio Lolli ed è latitante per reati fiscali e truffa. Convertito all'islam e fuggito dal carcere, ora combatte per il governo islamico di Tripoli

L'ultimo avventuriero è la definizione che calza a pennello a Giulio Lolli, 50 anni, l'unico italiano rimasto a Tripoli. Venditore di successo di panfili in patria, truffatore, latitante, prigioniero di Gheddafi,( poverino).... rivoluzionario e adesso capitano della marina libica del governo islamista nella capitale, che la comunità internazionale non riconosce.
Giulio Lolli, il "capitano Karim"

lunedì 16 novembre 2015

Libia: armi dagli Emirati alle milizie, e scontri tra RATTI a Bengasi

Libia: armi Emirati a milizie 'amiche'. Imbarazzo Leon

Consegne in estate quando inviato Onu trattava lavoro Abu Dhabi
13 novembre, 09:52

(ANSAmed) - NEW YORK, 13 NOV - Nuova grana per gli Emirati Arabi. E ancora grande imbarazzo per Bernardino Leon. Abu Dhabi infatti avrebbe spedito nell'estate scorsa armi ad alcuni gruppi "amici" delle milizie libiche, violando cosi' l'embargo internazionale. Questo proprio mentre il governo arabo stava offrendo all'inviato uscente dell'Onu in Libia un incarico molto ben remunerato. Incarico che ha gia' suscitato enormi polemiche nelle ultime settimane. A svelare l'episodio della consegna delle armi e' il New York Times, che ha scavato tra le carte - tirate fuori per la prima volta dal Guardian - venute fuori dopo la fuga di email che rischia di mettere in serio pericolo il processo di pace libico.

domenica 15 novembre 2015

Telegraph: i federalisti europei finanziati dalla spionaggio USA

di Saint Simon

In questo vecchio articolo del 2000 del Telegraph, a firma di un giovane Ambrose Evans Pritchard, veniva portato in superficie quanto è sempre più evidente nella crisi europea: l’Unione Europea è fin dall’origine, nell’immediato dopoguerra, un progetto pensato, finanziato e diretto dagli USA per creare un’Europa politicamente ed economicamente vassalla. All’epoca questo progetto serviva a cementare l’Europa occidentale nella sfera d’influenza americana minacciata dal comunismo sovietico; oggi è usato come grimaldello per esportare le politiche economiche e sociali USA in Europa in modo da accelerarne la “statiunitizzazione” in attesa della ratifica del TTIP.
di Ambrose Evans Pritchard, 19 settembre 2000

sabato 14 novembre 2015

Botte, minacce e voodoo per far prostituire una minore

L’operazione Caronte ha sgominato una spietata gang di sfruttatori africani Ventidue le persone coinvolte, una madama verrà giudicata a Massa

10 novembre 2015

MASSA. L’operazione Caronte è iniziata nel 2011, da allora sono state arrestate e condannate una ventina di persone. Una però, causa un errore nella sentenza di primo grado, deve essere tornare nuovamente in corte di assise. A Massa, perché il primo collegio che l’aveva giudicata - a La Spezia - non può ripetersi. L’imputata, Soyer Lovert, è una donna nigeriana, accusata di aver ridotto in schiavitù una giovane connazionale e di averla costretta a prostituirsi. Tutto documentato da una lunga serie di telefonate intercettate. Che verranno certificate nella prossima udienza, già fissata per il 23 novembre. Perché si ricomincia tutto da capo, risentendo i testi del pubblico ministero Federico Panichi, della Direzione distrettuale antimafia di Genova. Del resto non c’era altra strada, come ha sottolineato il presidente del collegio Giovanni Sgambati.

venerdì 13 novembre 2015

Libia – Le chiavi del potere finanziario (parte 1): la Libyan Investment Authority

(di Daniel Pescini) La Libia occupa l’agenda dei governi mondiali e le pagine degli organi di informazione globale per la grave crisi che il paese stra attraversando dal 2011. In Libia non esiste una stato centrale, le forze armate sono polverizzate in milizie o in forze più o meno regolari al servizio dei due parlamenti e dei due governi che si contendono la legittimità di rappresentare il popolo libico. Un popolo che dalla Tripolitania alla Cirenaia soffre per primo i disagi del conflitto. E’ nota la situazione drammatica di Bengasi, dove dopo un anno di combattimenti la città è quasi rasa al suolo e ci sono circa 100mila sfollati che hanno urgente bisogno di aiuto (Unsmil Press Release, 20 settembre 2015).

giovedì 12 novembre 2015

ORBAN VS SOROS

Postato il Giovedì, 05 novembre @ 12:38:57 GMT di davide

DI TYLER DURDEN
zerohedge.com
Il primo ministro ungherese accusa George Soros di alimentare la crisi dei migranti in Europa

Viktor Orban, primo ministro ungherese, veramente non è favorevole ai migranti.

Ha anche fatto tutto il possibile per fare sapere a tutta l'Europa che Budapest non è per nulla interessata ad accogliere le centinaia di migliaia di profughi che fuggono da un Medio Oriente dilaniato dalla guerra.  Ed ecco ciò che succede quando un gruppo di rifugiati osa mettere alla prova la risolutezza di Orban di difendere la nuova barriera anti-migranti: (Le foto mostrano  poliziotti ungheresi in tenuta antisommossa che manganellano dei profughi che tentano di attraversare la frontiera.)

mercoledì 11 novembre 2015

Le guerre USA? Pianificate. Tutte. 14 anni fa.

“Iraq, Afghanistan, LIbia, Siria: tutto pianificato a tavolino 14 anni fa”.

Wesley Clark è un generale in pensione delle forze Usa, laureato ad Oxford in filosofia, politica ed economia. In 34 anni di carriera ha ricevuto medaglie alla libertà e all’onore, vari cavalierati e ha comandato l’operazione Allied Force della Nato in Kosovo, tra il 1997 e il 2000. Di certo non si può definire un complottista da strapazzo.
Intevistato da Democracy Now, ha rilasciato la dichiarazione che potete ascoltare nel video.
Una decina di giorni dopo l’11 settembre sono andato al pentagono, dove ho incontrato il Ministro della Difesa Rumsfeld e il suo vice, Wolfowitz. Sono sceso a salutare alcune delle persone nei vertici delle forze armate che avevano lavorato per me, e uno dei generali mi ha chiamato e mi ha detto: “Signore, venga dentro che le vorrei parlare un secondo“.

martedì 10 novembre 2015

Libia. Caos a Tripoli, le fazioni non vogliono l’accordo. Ban Ki-moon sostituisce Leon con Mar­tin Kobler

5 novembre 2015
di Enrico Oliari –
libia kobler grande
E’ ormai evidente che mesi di incontri e di colloqui promossi dal mediatore dell’Onu Bernardino Leon sulla Libia non hanno sortito l’effetto desiderato: la situazione è quella di sempre, con i due governi, quello “di Tripoli” e quello “di Tobruk” che ancora si combattono, e con le molte tribù distinguibili fra quelle che appoggino l’uno o l’altro o che semplicemente stanno a guardare, magari sostenendosi con ogni genere di traffico.

lunedì 9 novembre 2015

RATTI senza vergogna, Leon prende 50000 euro al mese dagli Emirati

Cè poco da dire, lo veniamo a sapere da uno dei tanti articoli in rete, ovviamente adesso Leon ha terminato il suo mandato, il suo "piano di riconciliazione" è fallito, entrambi i "parlamenti" dei RATTI lo hanno respinto, il popolo libico intero, ha manifestato contro,  ma questo la dice lunga sulla gente che dovrebbe decidere le sorti del popolo Libico?  ( ANCORA PER POCO)

5 Nov 2015 16.39

domenica 8 novembre 2015

Libia: "Invaderemo l'Ue coi barconi dei profughi"

Il portavoce del parlamento di Tripoli minaccia: "L'Europa ci aiuti, oppure affitteremo delle barche e inizieremo a spedire i migranti verso le coste italiane"

Il più sfacciato e il più odioso dei ricatti: minacciare l'Unione Europea di una vera e propria "invasione di migranti" per punirci del mancato riconoscimento del governo di Tripoli.

sabato 7 novembre 2015

Libia: ratti contro ratti, milizie rapiscono ministro del governo di Tripoli

3 novembre 2015
La notizia diffusa da un'agenzia locale. E' membro dell'esecutivo non riconosciuto a livello internazionale
TRIPOLI - Una milizia armata ha rapito il ministro della Pianificazione del Governo di salvezza nazionale libico di Tripoli, quello islamista che controlla la capitale e non riconosciuto internazionalmente. Lo ha annunciato l'agenzia di stampa libica al-Tadhamoun, che cita come fonte un funzionario del ministero.

venerdì 6 novembre 2015

SIAMO TUTTI MISS ITALIA?????? MA ESISTE UN DIO?!

27 settembre 2015

Que la guerre continue, que la paix se fasse, que les hommes s’égorgent ou se trompent, vivons et buvons “.  Voltaire

Mi piace l'odore del napalm al mattino” è la simpatica citazione che qualche giovane cinefilo ha inserito sulla rete a chiosa della stupefacente dichiarazione della Miss Italia 2015, ambiziosa di vivere nel 1942 per poter assaporare il gusto della guerra stante il fatto che lei – da donna – non vi avrebbe attivamente partecipato. Non ho assolutamente intenzione di commentare ulteriormente questo “avvenimento” in primo luogo perché credo esprima soltanto – in maniera drammatica, spero, per molti – l'immaturità cui la tanta retorica fasulla di questi anni, la trasformazione in quotidianità di eventi drammatici, la banalizzazione della violenza e la sua apparente “gestione” nello spazio virtuale dei videogames hanno cresciuto le ultime generazioni.
A proposito dei videogames cruenti val la pena ricordare che Giulietto Chiesa, reo di aver commentato l'uscita di uno degli ultimi e più violentemente “educativi” giochi da computer - Grand Theft Auto V – al proposito ricevette dal web qualcosa come 60.000 messaggi di ingiurie...

giovedì 5 novembre 2015

La legge sta colpendo le donne della Libia

Scritto da Hanan Salah

Quello che era iniziato come un giorno normale per una giovane e ordinaria donna qui in Libia  si è traformato in un incubo, quando una guardia di sicurezza dell’università pubblica l’ha fisicamente e verbalmente aggredita, cercando di bloccare il suo ingresso in classe perché non portava il velo.
L’assalto pubblico nel mese di aprile alla donna, di nome Hind, non è unico, ma è piuttosto raro. Come i libici a volte mi dicono, il loro Paese è formato da musulmani conservatori – ma ancora moderati.

mercoledì 4 novembre 2015

Era il sogno di Muammar Gheddafi: fornire acqua fresca a tutti i libici e per rendere la Libia autosufficiente nella produzione alimentare.

I libici la chiamavano l'ottava meraviglia del mondo. I media occidentali lo hanno definito il capriccio e il sogno irrealizzabile di un cane rabbioso. Il "cane rabbioso" nel 1991 aveva profeticamente detto circa la più grande impresa di ingegneria civile nel mondo:



martedì 3 novembre 2015

Tutti gli scandali dell'invasione svelati da "Immigrazione S.p.A"

Un libro inchiesta per spiegare cosa si nasconde dietro il falso mito dell'accoglienza. Da Mafia Capitale alla Libia passando per Bruxelles

Ipocrisia, false speranze, disperazione e criminalità. Sono questi i mattoni con cui è costruito l'incubo dei barconi e dell'invasione senza sosta.

lunedì 2 novembre 2015

L’ONU è responsabile della Guerra Civile in Libia

27 ottobre 2015
Il Prof. Ibrahim Magdud, direttore dell’Accademia libica in Italia e docente di storia dei paesi islamici all’Università Niccolò Cusano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Il processo negoziale per un accordo di unità nazionale in Libia va avanti, ma il Parlamento di Tobruk non ha approvato il piano dell’inviato dell’Onu Bernardino Leon. “Non è che hanno rifiutato l’accordo –spiega Magdud-, hanno fatto le riserve senza fare la ratifica dell’accordo. Il Parlamento non ha voluto confermare quest’accordo sul governo di unità nazionale, perché non è stata rispettata la quarta bozza dove c’era la lista dei candidati al governo, su cui erano d’accordo sia quelli di Tripoli che di Tobruk. Leon ha presentato una lista al di fuori di quell’accordo. L’Onu ha voluto imporre un governo. E’ la stessa cosa che si è verificata in Afghanistan e in Iraq”.

domenica 1 novembre 2015

Libia: nella nuova biografia di Berlusconi si chiariscono meglio le origini del caos di oggi

26 ottobre 2015

NEW YORK, October 26, 2015 /PRNewswire/ --Nella sua nuova biografia dell'ex Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, il giornalista Alan Friedman svela tutti i particolari del terribile errore compiuto da Hillary Clinton a proposito della Libia nel 2011: la scelta di ignorare il monito del Pentagono e del Consiglio per la sicurezza nazionale e di appoggiare Nicolas Sarkozy nei bombardamenti a Gheddafi, auspicando un cambio di regime.Proprio ora che Hillary Clinton sta respingendo qualsiasi domanda su Bengasi le venga posta dai Repubblicani nell'inchiesta del Congresso, la nuova biografia di Silvio Berlusconi svela un altro aneddoto legato a Bengasi, con protagonisti Hillary, Silvio Berlusconi e Sarkozy, in occasione di un summit decisivo tenutosi nel marzo 2011.