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mercoledì 31 luglio 2019

Nel Russiagate italiano spunta l’ombra dei servizi stranieri

Quella che poteva sembrare un’affascinante teoria del complotto è diventata un’ipotesi molto diffusa tra analisti e commentatori nel raccontare le intricate trame dell’affaire Lega-Russia e l’incontro all’Hotel Metropol di Mosca del 18 ottobre 2018. Ossia l’ipotesi che dietro questa storia vi sia la regia occulta dei servizi segreti tedeschi e francesi. La vicenda è nota: lo scorso 8 luglio il sito liberal Buzzfeed – lo stesso che ha pubblicato il falso dossier sulla Russiagate redatto dall’ex spia britannica Christopher Steele contro Donald Trump – riprendendo in larga parte quanto già scritto a febbraio dal settimanale L’Espresso, ha lanciato un nuovo Russiagate, questa volta in Italia.

martedì 30 luglio 2019

In Ucraina vivaio Nato di neonazisti

Il sequestro di un arsenale di armi da guerra a Torino sconfessa clamorosamente chi dubita della persistenza della rete stay behind italiana, Gladio. La rete di neonazisti che operano di concerto con l’Alleanza Atlantica contro la Russia è operativa in Ucraina.
| Roma (Italia)
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Proseguono le indagini sui moderni arsenali scoperti in Piemonte, Lombardia e Toscana, di chiara matrice neonazista come dimostrano le croci uncinate e le citazioni di Hitler trovate insieme alle armi. Resta però senza risposta la domanda: si tratta di qualche nostalgico del nazismo, collezionista di armi, oppure siamo di fronte a qualcosa di ben più pericoloso? Gli inquirenti – riferisce il Corriere della Sera – hanno indagato su «estremisti di destra vicini al battaglione Azov», ma non hanno scoperto «nulla di utile». Eppure vi sono da anni ampie e documentate prove sul ruolo di questa e altre formazioni armate ucraine, composte da neonazisti addestrati e impiegati nel putsch di piazza Maidan nel 2014 sotto regia Usa/Nato e nell’attacco ai russi di Ucraina nel Donbass.

lunedì 29 luglio 2019

Caracas, Vertice Mnoal: 120 paesi confermano il sostegno al presidente Maduro e la notizia è totalmente censurata

C’è una notizia che annulla in un colpo solo tutti i castelli di carta di menzogne degli ultimi mesi contro la sovranità e indipendenza del Venezuela. Ed è proprio per questo che i giornali che hanno financheggiato il golpe (l’ultimo) iniziato il 23 gennaio con la famigerata “autoproclamazione” del deputato Guaidò davanti a Dio la censurano in modo vergognoso.

Vi dovrebbero poi spiegare che vi mentono da mesi.

A Caracas, ieri si sono riuniti i rappresentanti di 120 paesi che compongono il cosiddetto MNOAL (Movimento dei Paesi non allineati) per una importante riunione al vertice nella capitale venezuelana. Nella relazione che si è firmata a conclusione è stata ribadita la solidarietà e il sostegno al legittimo governo di Nicolas Maduro. Inoltre, il ministro degli esteri della Repubblica bolivariana del Venezuela Jorge Arreaza ha annunciato che all’interno del Mnoal nascerà un meccanismo in grado di proteggere tutti i paesi, non solo Venezuela ma anche Iran, Cuba, Siria, vittime delle criminali sanzioni di Usa e Ue.Capite ora perché di tutto questo i media non vi possono dar notizia. 

domenica 28 luglio 2019

Hansel e Gretel e CISMAI: il filo rosso degli abusi sui minori

Pubblicato il da

Il filo conduttore degli abusi: Centro Stuti Hansel e Gretel e CISMAI. L’innesco per la distruzione delle famiglie. E il PD, c’entra?
Hansel e Gretel e CISMAI

Bibbiano, Bassa Modenese, Sagliano Micca. Ma pure Campania, Sardegna e chissà dove altro. Hansel e Gretel e CISMAI sono il filo che collega i casi dei bimbi strappati alle famiglie. Il copione sempre uguale: abusi sessuali intrafamiliari e sette sataniche.

Il libro di Pablo Trincia si chiama “Veleno”. È un pugno nello stomaco, ma occorre leggerlo per intero. Qui da IBS e qui da Amazon oppure da Google Libri.
Solo leggendolo si potrà capire e si potranno creare gli anticorpi nella società. Perché, come al solito, Su questi argomenti cala il silenzio.
Una “Damnatio memoriæ” come sempre accade con le amministrazioni di “sinistra”. Si, perché il terzo filo conduttore è questo: Le Amministrazioni, i decisori politici sono sempre di sinistra. Nella declinazione dal PCI al PD.
Spero di non violare il diritto d’autore riportando alcuni stralci del libro. Mi è necessario per far comprendere che il cancro non è affatto circoscritto, perché Hansel e Gretel e CISMAI sono l’altro filo conduttore dell’abuso.
E non si sa ancora quanto questo cancro sia diffuso.

sabato 27 luglio 2019

La Libia corre verso la partizione: sarà questa la soluzione alla guerra?

A otto anni dalla morte dei rais libico Muhammar Gheddafi la Libia non è mai stata così vicina alla divisione come oggi. Dopo 14 settimane di scontri a Tripoli e dintorni, 1.093 morti (inclusi 106 civili), 5.752 feriti (tra cui 294 civili) e oltre 100 mila sfollati, il confronto militare tra le forze dell’ovest che fanno capo Governo di accordo nazionale (Gna) del premier Fayez al Sarraj le milizie dell’est inquadrate nell’Esercito nazionale libico (Lna) non accenna a diminuire.
È una guerra a bassa intensità, combattuta con pochi miliziani sul campo e molti aiuti stranieri. Un conflitto che si gioca su più livelli: uno che coinvolge gli attori locali divisi fra milizie, tribù, clan e municipalità rivali; un altro relativo agli attori regionali, che sostegno attivamente l’una o l’altra parte, in particolare Turchia e Qatar contro Emirati Arabi Uniti e Egitto; infine ci sono gli attori esterni, comunque influenti, come Italia, Francia, Russia, Stati Uniti senza dimenticare la Cina, che con la caduta di Gheddafi ha perso importantissime commesse nell’ex Jamahiriya. Per i diplomatici internazionali e i politici locali è un tabù, quasi una blasfemia: eppure la partizione della Libia non è una mera ipotesi, ma una realtà di fatto sul terreno.

venerdì 26 luglio 2019

Gli Emirati, dalla “ritirata” nello Yemen all’offensiva in Libia?

8 luglio 2019.
Di Sergio Bongiorni-MIG

Da una settimana circa, varie testate giornalistiche, con in testa il Wall Street Journal hanno rilanciato la notizia di un possibile ridimensionamento di forze militari Emiratine dallo Yemen, pare che questa fuga di notizie si sia rivelata vera, ovviamente il funzionario Emiratino citato dai media ha aggiunto che resteranno nella coalizione a guida Saudita ma solo con scopi politici e di riconciliazione sulla questione Yemenita.
Questa decisione, aggiunge il funzionario, è stata presa da circa un anno,  e quindi non è proprio dell’ultimo minuto.
Le principali forze militari che saranno smobilitate saranno quelle ubicate nella città di Hodeidah e nello scalo navale di Assab in Eritrea, principale attracco delle unità Emiratine nella guerra contro gli Houthi in Yemen.
La priorità, secondo il funzionario Emiratino citato da una buona parte di media generalisti, sarà la lotta contro ISIS e Al Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), dato che la lotta contro gli Houthi ha visto la coalizione a guida Saudita (con aiuti logistici Statunitensi e Britannici) perdere pezzi e uomini, contro una resistenza armata dei ribelli Houthi molto motivata.

giovedì 25 luglio 2019

I terroristi dell’UCK saranno mai processati?


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L’ex primo ministro kosovaro, Ramush Haradinaj, è stato arrestato dalla giustizia francese all’aeroporto di Basilea-Mulhouse e poi rimesso in libertà sotto controllo giudiziario. La Serbia ne chiede l’estradizione per i crimini commessi negli anni Novanta, quando Haradinaj faceva parte dell’Esercito di liberazione del Kosovo (UCK).
Il Kosovo è uno Stato creato dalla NATO, ma non è riconosciuto dalla comunità internazionale.
L’UCK, che è stato formato dalla NATO partendo dalla mafia albanese, ha condotto in Jugoslavia una campagna di terrorismo cieco, provocando una repressione indiscriminata di Belgrado che servì alla NATO per giustificare la guerra. Gli ufficiali dell’UCK furono addestrati in Turchia dal KSK tedesco per conto dell’Alleanza atlantica. [1]

mercoledì 24 luglio 2019

Ecco come la Bulgaria ha fornito droga e armi ad Al-Qa’ida e a Daesh

I migliori segreti hanno uno scopo. Il cartello mafioso che governa la Bulgaria si è fatto beccare mentre forniva, su richiesta della CIA, droga e armi ad Al-Qa’ida e a Daesh, sia in Libia che in Siria. Il caso è tanto più grave in quanto la Bulgaria è un membro della NATO e dell’Unione Europea.
| Damasco (Siria)
 
 
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Capo di uno dei due cartelli mafiosi bulgari, la SIC, Boyko Borisov è diventato primo ministro. Intanto che il suo Paese è membro della NATO e dell’Unione Europea, ha fornito droga e armi ad Al-Qa’ida e a Daesh in Libia e in Siria.
Sembra che tutto sia iniziato per caso. Per trent’anni, la fenetillina veniva utilizzata come sostanza dopante presso gli ambienti sportivi della Germania Occidentale. Secondo l’allenatore Peter Neururer, più della metà degli atleti ne faceva uso regolarmente. Dei trafficanti bulgari videro in ciò un’opportunità. Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica sino all’ingresso nell’Unione europea, cominciarono a produrla e a esportarla illegalmente in Germania con il nome di Captagon.
Due gruppi mafiosi si fecero una forte concorrenza, Vasil Iliev Security (VIS) e Security Insurance Company (SIC), da cui dipendeva il karateka Boyko Borisov. Questo sportivo di alto livello, professore all’Accademia di polizia, creò una società di protezione delle persone altolocate e divenne la guardia del corpo di entrambi gli ex presidenti, sia il filosovietico Todor Zhivkov sia il filo-USA Simeone II di Saxe -Cobourg-Gotha. Quando questi divenne Primo ministro, Borisov fu nominato direttore centrale del ministero degli Interni, e poi venne eletto sindaco di Sofia.

martedì 23 luglio 2019

I Fratelli Mussulmani membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca

Continuiamo la pubblicazione del libro di Thierry Meyssan, Sotto i nostri occhi. In questo episodio l’autore riesamina il primo semestre 2011 quando, con il sostegno di Stati Uniti e Regno Unito, i Fratelli Mussulmani si avvicinarono o ebbero accesso al potere in Tunisia, Egitto e Libia.
| Damasco (Siria)
Questo articolo è estratto dal libro Sotto i nostri occhi.
Si veda l’indice.
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Ben Ali (Tunisia), Gheddafi (Libia) e Mubarak (Egitto), nel 2011 erano tre capi di Stato agli ordini di Washington (Gheddafi dopo il voltafaccia del 2003, gli altri da sempre). Nonostante i servizi resi, furono spazzati via a vantaggio dei Fratelli Mussulmani.

L’INIZIO DELLA “PRIMAVERA ARABA” IN TUNISIA

Il 12 agosto 2010 il presidente Barack Obama firma la Direttiva presidenziale per la sicurezza n. 11 (PSD-11). Avvisa tutte le ambasciate statunitensi del Medio Oriente Allargato di prepararsi a «cambiamenti di regime» [1]. Per coordinare sul campo le operazioni segrete nomina, quali membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, dei Fratelli Mussulmani. Washington sta per mettere in atto il piano britannico della “Primavera araba”. È il momento di gloria della Fratellanza.

lunedì 22 luglio 2019

Rackete delira: "L'Ue si prenda i 500 mila profughi tenuti in Libia"

In un'intervista alla Bild, la comandante della Sea Watch 3 fa un appello all'Unione europea perché accolga "il mezzo milione di persone tenute in Libia", compresi i rifugiati climatici". Matteo Salvini: "Siamo alle comiche"

domenica 21 luglio 2019

I migranti che preferiscono la Libia

16/7/2019
Da un rapporto dell'OIM risulta che la maggior parte dei migranti in Libia non vuole venire in Italia.
Non tutti i migranti che stanno in Libia vivono in centri di detenzione, non tutti i migranti che stanno in Libia sperano di venire in Italia o in Europa. Sono una piccola parte quelli che giornalmente lasciano la Libia per attraversare il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna. La maggior parte dei migranti vive in case in affitto e lavora in Libia. A dirlo è un rapporto dell'OIM, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, un'agenzia collegata alle Nazioni Unite, con sede in Svizzera, di cui fa parte anche l'Italia.
Nel rapporto è spiegato che ancor oggi, come ai tempi di Gheddafi e nonostante la guerra civile, al Libia è un paese che accoglie le migrazioni non solo dal continente africano ma anche dal Medio Oriente e da alcuni paesi dell'Asia, come il Bangladesh.

sabato 20 luglio 2019

Mihajlovic: «Vi racconto la mia Serbia, prima bombardata e poi abbandonata»

Vi riproponiamo questa intervista di Sinisa Mihajlovic rilasciata al 'Corriere di Bologna' in occasione dei 10 anni dalla guerra della NATO contro la Jugoslavia. Nel nostro piccolo, un incoraggiamento, ad un grande calciatore, grande allenatore, soprattutto all'Uomo, leggete questa intervista e capirete il perché del nostro omaggio.


Sinisa Mihajlovic, oggi, ha annunciato di aver la leucemia, e allo stesso che lotterà fino all'ultimo per sconfiggere questa malattia. Noi ci crediamo, la vincerà, nel nostro piccolo vogliamo incoraggiarlo, riprendendo una sua intervista al 'Corriere di Bologna', rilasciata quando ricorrevano i 10 anni dei bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia avvenuti nel 1999.

In questa intervista emerge l'Uomo Sinisa Mihajlovic, lo ammirerete ancora di più oltre alle sue qualità di calciatore e di allenatore.

Fonte intervista

Sinisa Mihajlovic.
 

venerdì 19 luglio 2019

Documenti inediti del governo Tedesco sulla distruzione della Serbia e sui piani “Euro-atlantici” nei Balcani, a cura di E. Vigna e R.Veljovic

10 luglio 2019.
La redazione MIG ha il piacere di ospitare sul suo portale il Forum Belgrado Italia e i collaboratori del Centro Iniziative Verità e Giustizia (CIVG), che in questi anni hanno fornito prezioso aiuto informativo e un grande aiuto umanitario (vero) ai popoli aggrediti dalla macchina bellica occidentale, dalla Jugoslavia\Kosovo, al Donbass e per finire alla Siria.
http://www.guiageo-europa.com/mapas/mapa/yugoslavia.jpg
Questa importantissima documentazione di fonte pienamente DOC ( in senso di occidentale), che abbiamo tradotto e completato, conferma tragicamente quanto detto, ribadito, documentato, da tutti coloro che, senza riserve e tentennamenti, si schierarono da subito contro la “guerra umanitaria” verso la RF Jugoslava, identificandola come una guerra assolutamente di aggressione, con intenti e obiettivi geopolitici e geostrategici, altro che diritti, democrazia, libertà.
Purtroppo questo non fu compreso o molti non vollero capirlo per motivi del “politicamente corretto”, anche grazie al ruolo fondamentale dei “distrazionisti o disturbatori” di professione, ben stipendiati e funzionali alle potenze occidentali, in ogni caso per il movimento della pace italiano e europeo, questa “incomprensione”, segnò l’inizio della fine di un movimento della pace vero e svincolato da logiche istituzionali o partitiche.

giovedì 18 luglio 2019

Rivoluzione Bolivariana del Venezuela e pacifisti ‘guerrafondai’



mercoledì 17 luglio 2019

I Fratelli Mussulmani come ausiliari del Pentagono

Continuiamo la pubblicazione del libro di Thierry Meyssan, Sotto i nostri occhi. In questo episodio l’autore descrive come l’organizzazione terrorista dei Fratelli Mussulmani sia stata integrata nel Pentagono e inserita nella rete antisovietica, formata durante la guerra fredda con ex nazisti.
| Damasco (Siria)
 
Questo articolo è estratto dal libro Sotto i nostri occhi.
Si veda l’indice.
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Il saudita Osama bin Laden e il medico personale, l’egiziano Ayman al-Zawahiri, pubblicano nel 1998 Il Fronte Islamico mondiale contro gli ebrei e i crociati. Il testo è diffuso dal loro ufficio a “Londonistan”, l’Advice and Reformation Committee. Al-Zawahiri organizzò l’assassinio del presidente egiziano Sadat, poi lavorò per i servizi segreti sudanesi di Hasan al-Turabi e Omar al-Bashir. Ora è a capo di Al Qaeda.

GLI ISLAMISTI DIRETTI DAL PENTAGONO

Nei primi anni novanta il Pentagono decide di accorpare tra le sue “risorse” gli islamisti, che in precedenza dipendevano esclusivamente dalla CIA. È l’operazione Gladio B, in riferimento ai servizi segreti della NATO in Europa (Gladio A [1]).
Per un decennio tutti i capi islamici – tra cui Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri – viaggiano a bordo degli aerei dell’US Air Force. Regno Unito, Turchia e Azerbaigian partecipano all’operazione [2]: di conseguenza, gli islamisti finora combattenti nell’ombra vengono “pubblicamente” accorpati alle forze della NATO.

martedì 16 luglio 2019

Droni degli Emirati e tank turchi: il conflitto (nascosto) in Libia

Turchia da una parte ed Emirati Arabi Uniti dall'altra continuano ad appoggiare rispettivamente Al Sarraj ed Haftar: in Libia arrivano armi e mezzi militari, anche un cessate il fuoco adesso appare lontano

lunedì 15 luglio 2019

Un'unità israeliana segreta ha distrutto documenti sui massacri contro i palestinesi

Un rapporto rivela l'esistenza di un'unità segreta del Ministero della Difesa israeliano che per anni ha cercato e distrutto documenti che collegavano le forze ebraiche ai massacri commessi contro i palestinesi quando lo Stato di Israele fu fondato nel 1948.


Il reportage è stato realizzato dal giornalista israeliano Hagar Shezaf e pubblicato oggi dal quotidiano Haaretz.
 



L'inchiesta fornisce un gran numero di testimonianze sui massacri e l'espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi dalle loro case in una vasta operazione di pulizia etnica.

Rivela, inoltre, anche l'esistenza di un'unità segreta del Ministero della Difesa che passa attraverso gli archivi di tutto il paese per rimuovere e distruggere sistematicamente tutti i tipi di documenti storici, e anche le copie di altri documenti, che hanno a che fare con la Nakba, "Catastrofe" causata dai paramilitari ebrei nel 1948.
 

domenica 14 luglio 2019

L’esercito turco e la milizia di Misurata massacrano i sostenitori del generale Haftar


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L’esercito turco ha inviato in Libia jihadisti provenienti dalla Siria, nonché consiglieri militari e materiale, in particolare blindati e droni.
L’esercito turco ha diretto l’attacco delle milizie del Governo di Unità Nazionale di Tripoli, presieduto da Fayez al-Sarraj e voluto dall’ONU.

sabato 13 luglio 2019

Israele contro i venezuelani

Il 24 giugno 2019 in Venezuela hanno tentato un nuovo colpo di Stato. Thierry Meyssan rileva che era rivolto sia contro l’amministrazione di Nicolás Maduro sia contro il suo oppositore, il filo-USA Juan Guaidó. Inoltre, secondo le registrazioni di conversazioni fra i complottisti, il golpe era supervisionato dagli israeliani.
| Damasco (Siria)
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Il 24 giugno 2019 Nicolás Maduro e Juan Guaidó avrebbero dovuto essere rovesciati a beneficio di Raúl Baduel.
Il 24 giugno 2019 in Venezuela c’è stato un ennesimo tentativo di colpo di Stato. Tutti i responsabili sono stati arrestati e il ministro dell’Informazione, Jorge Rodríguez, ha diffusamente spiegato in televisione annessi e connessi della vicenda. Sui media, il tentativo di sedizione è stato offuscato dal malore in tribunale di uno dei suoi capi e dalla successiva morte in ospedale. I fatti sono comunque particolarmente indicativi.

venerdì 12 luglio 2019

La guerra nascosta dell’esercito: tra soldati in servizio e reduci 5800 suicidi

esercito usa 
Pubblicato il
L’esercito Usa vicino a una guerra di troppotratto dal sito Blondet&Friends
Il 27 maggio, in Usa, è il Memorial Day, che celebra i caduti  delle guerre. L’ufficio di propaganda ha avuto la sfortunata idea di chiedere in un tweet: “Come ha influito su di te servire la bandiera?”.
Le risposte non sono state quelle previste, patriottiche e militariste. Più di 11 mila tweet furiosi, dolorosi,  amarissimi,  hanno rotto la coltre della narrativa ufficiale.
Storie di suicidi di reduci, di disturbi post-traumatici ed alcolismo  conseguenze, depressione ed ansia ed incubi, ed anche violenze carnali subite da ufficiali, mancata assistenza sanitaria; racconti di crimini di guerra e di danni permanenti per esposizione ad agenti chimici.

giovedì 11 luglio 2019

Yemen: La strage degli innocenti

Più di 2700 i bambini morti dall’inizio del conflitto.
di Gianluca Vivacqua –
È ormai quasi un lustro che una feroce guerra civile divampa nello Yemen. Il 19 marzo scorso del conflitto tra Houthi e coalizione pro-Hadi a guida saudita è stato festeggiato il quarto anniversario di sangue, ma non era la notizia principale di quel giorno: i media hanno preferito dare maggiore spazio alla vicenda di una massaggiatrice cinese vicina al presidente Trump, Cindy Yang, o al fatto che in Italia la Camera ha approvato la mozione della maggioranza sul memorandum d’intesa con la Cina, per l’adesione alla via della Seta.
Sembra che il destino di questa guerra tanto violenta quanto remota sia ormai sempre più simile a quello del conflitto in Siria, in corso dal 2011.

mercoledì 10 luglio 2019

Operazione Fake onlus – Eseguite 11 misure cautelari personali e sequestri per associazione a delinquere finalizzata alla truffa

2 luglio 2019.
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Oltre 100 finanzieri del Comando Provinciale di Lodi stanno eseguendo – in Lombardia e Campania – un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano nei confronti di 11 persone, appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita alla truffa e all’autoriciclaggio.
Le indagini dirette dal Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, dottoressa Ilda Boccassini e dal Sostituto Procuratore, dottor Gianluca Prisco, e condotte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lodi hanno consentito di delineare i tratti essenziali, di un pericoloso sodalizio criminale che si è stabilmente inserito nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza migranti indette dalle Prefetture di Lodi, Pavia e Parma.

martedì 9 luglio 2019

Montenegro, contrabbando, traffici umani, riciclaggio e droga

12 dicembre 2010.
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Avevamo già scritto delle pericolose relazioni internazionali del nostro premier, prima ancora che ci arrivasse da WikiLeaks la conferma di come le stesse venissero viste dal governo americano.
Quello di cui ancor oggi poco si è parlato, ma che abbiamo l’impressione diverrà presto di grande attualità, è la strana alleanza che ha visto Berlusconi sponsorizzare l’ingresso del Montenegro nell’Unione Europea.
Il 4 gennaio, 2001, Dusanka Pesic Jeknic, rappresentante della missione commerciale del Montenegro a Milano, in Italia, parlava al telefono nella sua casa nel sud-ovest della città, con Milo Djukanovic, che a quel tempo era presidente del Montenegro ed è oggi ancora l’attuale Primo Ministro del piccolo Stato balcanico.

lunedì 8 luglio 2019

Mentre tutti se ne contendono il petrolio, la Libia rischia di rimanere senz’acqua

3/7/2019,
Di Vanessa Tomassini.

Infrastrutture danneggiate, centrali elettriche prese di mira dai razzi indiscrimati hanno lasciato vaste aree intorno alla capitale Tripoli, senza elettricità e mezzi di comunicazione per giorni. “Il drastico impatto della battaglia per Tripoli è persino visibile dallo spazio, con immagini satellitari che mostrano grandi fasce della città ora ammantate nell’oscurità. Nel frattempo, le riprese e le prove fotografiche che abbiamo raccolto e verificato dal terreno mostrano che le aree, le case e le infrastrutture civili stanno subendo il peso maggiore del danno”.

domenica 7 luglio 2019

Soros finanzia l’associazione che fa causa ai sindaci anti-migranti

Le attività dell'Asgi finanziati dalla Open Society Foundations. E l'associazione ha fatto causa ai comuni di centrodestra

  "Ancora tu? Ma non dovevamo non vederci più?". Le note di Lucio Battisti sembrano perfette per descrivere il modo in cui gli Stati, in particolare l'Italia, e il finanziere George Soros si ritrovano, puntualmente, a giocare la stessa partita.
Soprattutto quando si parla di immigrazione. L'ultimo collegamento tra Soros e i pro migranti di casa nostra sarebbe il filo rosso che collega la Open Society Foundation e l'Asgi, l'Associazione studi giuridici sull’immigrazione.
Avrete già sentito nominare questa associazione, forse.

sabato 6 luglio 2019

Immigrati e multinazionali: ecco cosa ci aspetta al Gay pride di Milano

Milano, 28 giu – La stagione dei Gay Pride, o semplicemente Pride, come adesso amano definire l’appuntamento per estendere il discorso e per “includere” il più possibile, è particolarmente rivelatrice.

Milano, pride “in grande”

Milano, piazza culturalmente e commercialmente favorevole al progressismo variamente declinato, rappresenta l’ambientazione ideale per chi vuole mettere, letteralmente, in piazza ogni aspetto di questo “orgoglio”. Quest’anno per il Milano Pride hanno fatto le cose in grande, un martellamento di dieci giorni prima della grande sfilata multicolor di sabato. Settimana scorsa aveva aperto le danze il padrone di casa (purtroppo non è un modo di dire…), il sindaco Beppe Sala, il primo cittadino rosso che meglio incarna l’armamentario della sinistra tutta “diritti”, rancore e denari.

venerdì 5 luglio 2019

Così gli uomini di Soros hanno scritto il programma immigrazione e licenze AAMS del M5S

2 gennaio 2018.
Ci sono pochi capisaldi nella politica italiana e nei programmi dei vari partiti, eccezione fatta sui programmi di accoglienza e gestione dei flussi migratori e la lotta al gioco d’azzardo: riguardo il primo punto, tutti i partiti dell’area della sinistra liberal, globalista, e radicale (PD, Liberi e Uguali di Grasso, Più Europa della Bonino) sono per un’accoglienza incondizionata e illimitata, mentre i partiti che si riconoscono nella destra, dalla più moderata a quella più estrema (Forza Italia, Lega, Fratelli di Italia, Movimento Nazionale per la Sovranità, CasaPound) anche se con differenti sfumature, sono per fermare il costante e incontrollato sbarco nei porti italiani e per un veloce rimpatrio dei non aventi diritto alla protezione internazionale.
Per quanto riguarda la situazione relativa al gioco d’azzardo in Italia, c’è da dire che si tratta di uno dei pochi punti su cui le due forze che guidano l’attuale esecutivo sembrano essere in quasi totale armonia. Non che si tratti di una questione semplice, beninteso; il mercato del gioco italiano è il secondo più grande d’Europa, dietro solo al Regno Unito. Nel 2018, nelle casse del Governo italiano sono confluiti circa 10 miliardi di euro, risultato delle giocate effettuate presso siti di scommesse e casino online con licenza AAMS/ADM[0] e il numero di giocatori – anche occasionali – è in continua crescita. L’espansione del mercato del gioco legale sotto l’egida dell’Amministrazione Dogane e Monopoli è stata costante negli ultimi 8 anni e intervenire su un meccanismo di tali dimensioni è senz’altro un’operazione complessa.

giovedì 4 luglio 2019

"Così uomini di Soros hanno scritto il piano migranti del M5S"

Uomini di un'associazione finanziata da Soros avrebbero redatto una parte del programma grillino sui migranti. Ecco chi sono

mercoledì 3 luglio 2019

I Fratelli Mussulmani sono assassini

Continuiamo la pubblicazione del libro di Thierry Meyssan, “Sotto i nostri occhi”. In questo episodio l’autore narra la creazione di una società segreta egiziana, i Fratelli Mussulmani, nonché la rifondazione fattane dai servizi segreti britannici dopo la seconda guerra mondiale. Poi ci racconta come l’MI6 abbia usato i Fratelli Mussulmani per compiere assassinii politici in Egitto, ex colonia della Corona.
| Damasco (Siria)
Questo articolo è estratto dal libro Sotto i nostri occhi.
Si veda l’indice.
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Hasan al-Banna, fondatore della società segreta dei Fratelli Mussulmani. Si hanno scarse notizie sulla sua famiglia; si sa solo che erano orologiai, mestiere in Egitto riservato alla comunità ebraica.

Le “Primavere arabe” vissute dai Fratelli musulmani

Nel 1951 i servizi segreti anglosassoni costituiscono, a partire dall’antica organizzazione omonima, una società politica segreta: i Fratelli musulmani, usati a più riprese per assassinare figure che si oppongono e poi, dal 1979, come mercenari contro i sovietici. Nei primi anni novanta sono integrati nella NATO e nel 2010 si tenta di metterli al potere nei paesi arabi. I Fratelli musulmani e l’ordine sufita della Naqshbandiyya sono finanziati – con almeno 80 miliardi di dollari l’anno – dalla famiglia regnante saudita, cosa che lo rende uno degli eserciti più importanti al mondo. Tutti i capi jihadisti, compresi quelli dell’ISIS, appartengono a questo apparato militare.

martedì 2 luglio 2019

Libia: i mercenari pagati anche dall' italia, cercano di violentare una giornalista italiana.

25 giugno 2019.

Vanessa Tomassini, inviata a Tripoli per Notizie Geopolitiche, che cura questo sito di approfondimento Speciale Libia, ha rilasciato una lunga intervista al canale libico 218 News, dopo quasi due mesi di permanenza nell’est e nell’ovest della Libia. La collega, dopo aver coperto gli scontri in e intorno a Tripoli, collegandosi in diretta con TV e radio nazionali, si è recata a Bengasi, Derna ed Al-Beida, malgrado l’ambasciata d’Italia a Tripoli l’avesse fortemente sconsigliata. “Dopo 5 giorni a Tripoli, quando ho pubblicato il racconto del fronte di guerra, un funzionario dell’ambasciata italiana mi ha contattata perchè l’Ambasciatore Giuseppe Buccino voleva vedermi”. Racconta Vanessa, aggiungendo che secondo l’ambasciata “ero in pericolo e mi consigliavano di lasciare il Paese immeditamente”.

lunedì 1 luglio 2019

Ecatombe di alberi in ogni città: intralciano il wireless 5G

24/6/2019
Altro che potature programmate fuori stagione. Un abbattimento di alberi per le strade di mezzo mondo. Una vera e propria strage di verde pubblico è in corso in Occidente. Roba mai vista prima d’ora, se non altro per l’anomala sincronicità nell’esecuzione dei tagli: Inghilterra, Scozia, Irlanda, Francia, Olanda, America e pure Italia. Decine di migliaia di alberi (anche secolari e rigogliosi) tagliati con disinvoltura alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti, tra gli interrogativi dell’opinione pubblica e le proteste di chi, sgomento per l’anomala coincidenza, s’interroga sui risvolti meno evidenti spingendosi alla ricerca di verità occulte. Dietrologia? A placare gli animi non bastano le relazioni tecniche di agronomi che (legittimamente) certificano malattia e morte naturale di arbusti, fogliame e rami. Perché il problema non è tanto (e solo) saperne di più sullo stato delle piantumazioni abbattute, ma capire se esiste un motivo più subdolo e soprattutto se in tutto questo ci sia una regia nell’esecuzione: perché decine di migliaia di alberi sono stati abbattuti tutti insieme, proprio adesso? Anche in città distanti decine di migliaia di chilometri l’una dall’altra? In Europa come in America?
Strage di alberi a CerveteriNella “smart city” Prato sono scesi in strada gli attivisti del comitato locale “Stop 5G”, cartelli in mano hanno accompagnato la chirurgica esecuzione mostrando slogan su un’ipotetica correlazione col wireless di quinta generazione: “Più alberi, meno antenne”, l’equazione sfilata in corteo pure nel “Friday For Future”. E’ successo così anche alle porte di Roma, dove il “Comitato Stop 5G Cerveteri” ha diffuso una nota in cui veniva chiesto al sindaco ceretano di chiarire sulla contestata demolizione. Alessio Pascucci, primo cittadino nella città della necropoli etrusca ma pure coordinatore nazionale di “Italia in Comune” (il cosiddetto partito dei sindaci fondato dal parmense Pizzarotti dove è iscritta anche una consigliera della Regione Veneto firmataria di una mozione Stop 5G), è uscito allo scoperto accusando di teorie complottiste, rettiliane e terrapiattiste i difensori dell’ecosistema che nell’“Internet delle cose” ipotizzano il mandante del sincronico abbattimento di alberi, annunciato persino in 60.000 unità a Roma dalla giunta Raggi. Mentre in Abruzzo, nell’intento di scongiurare il de profundis, le “Mamme Stop 5G” portano i loro figli nei prati per farli abbracciare agli alberi, manco fossero scudi umani nell’avanzata dell’intelligenza artificiale.