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venerdì 31 ottobre 2014

Così gli immigrati occuperanno il Paese

22/10/2014
Dossier choc delle Nazioni Unite: serviranno a sostenere l’economia. Fino al 2050 l’Italia dovrà ospitarne 120 milioni. L’Unione Europea 700

Nel 2050 un terzo della popolazione italiana sarà composta da immigrati. Stranieri sbarcati nel Belpaese per lavorare e figli e nipoti dei migranti che in questi giorni il Mediterraneo sta rovesciando sulle nostre coste. Nello studio «Replacement Migration: is it a solution to declining and ageing populations?», redatto dal Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu vengono analizzati i movimenti migratori a partire dal 1995 e, attraverso modelli matematici, vengono prospettati diversi scenari che disegnano per l’Italia la “necessità” di far entrare tra i 35.088.000 e i 119.684.000 di immigrati per “rimpiazzare” i lavoratori italiani. Visto che tra 36 anni gli over 65 saranno il 35% della popolazione e presupposto che il tasso di natalità per donna resti fermo a 1,2 bambini (negli Anni Cinquanta la media era 2,3).

giovedì 30 ottobre 2014

Tunisia, i profughi della guerra libica nel campo di confine lasciati soli e pronti a partire per l'Europa

Reportage da Ras Jdir, lungo la linea che divide i due paesi dove c'è un campo per rifugiati. In pochi hanno compiuto la scelta dura di restare nella desolazione di Choucha: l'area è stata infatti abbandonata dalle Nazioni Unite e da tutte le organizzazioni internazionali intervenute nei due anni di emergenza

di MAURO MONDELLO 23 ottobre 2014
CHOUCHA (confine Tunisia- Libia) - L'auto percorre l'ultimo tratto di strada in mezzo ad una implacabile tempesta di sabbia. Da almeno 30 chilometri ormai il paesaggio intorno non regala che un'infinita distesa di terra deserta: siamo a pochi passi da Ras Jdir, la linea di frontiera che apre le porte della Libia, in un luogo perduto nel quale, ormai da 3 anni, un centinaio di uomini e donne lottano per sopravvivere. Lo chiamano Choucha, questo pezzo dimenticato di mondo nel Sud profondissimo della Tunisia, un cumulo di tende malmesse, fatte di tela e di stracci, nelle quali vivono gli ultimi profughi della guerra libica.

mercoledì 29 ottobre 2014

Maduro: gli Usa distruggono il pianeta "per la disperazione di detenere il controllo energetico"

23 ottobre 2014
Il presidente del Venezuela accusa gli Stati Uniti sul "metodo selvaggio" del fracking (per estrarre petrolio).


Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha accusato gli Stati Uniti di provocare danni al pianeta attraverso l’uso della tecnologia di estrazione del petrolio, conosciuta con il nome di “'fracking”.

Maduro ha denunciato che l’estrazione mediante la frattura della roccia, è un “metodo selvaggio, e che gli Stati Uniti dovranno ritenersi responsabili della distruzione del pianeta terra, secondo quanto rende noto Telesur.

martedì 28 ottobre 2014

L'economia statunitense è in affanno: 19 punti lo dimostrano

23/10/2014

Il blog Zero Hedge smentisce Obama e Federal Reserve: "La ripresa economica è un miraggio"Notizia presa dal sito www.Lantidiplomatico.it visita www.Lantidiplomatico.it


“Barack Obama e la Federal Reserve ci stanno mentendo. La ripresa economica è per lo più un miraggio”. Non ha dubbi il blog finanziario Zero Hedge, che dalle sue pagine espone i 19 punti “sorprendenti” attraverso i quali stabilisce che, nonostante le dichiarazioni della Casa Bianca sul recupero totale del settore finanziario statunitense, l'economia del paese è ancora in affanno, versa in uno stato "malato" e “incasinato”.

lunedì 27 ottobre 2014

La Libia non è un posto per giornalisti

20 Oct2014 By Tommaso Dal Passo

Reporters sans frontières ha denunciato la pericolosità della situazione in Libia per i mass media e per la vita dei giornalisti, tra le principali vittime del disordine politico e della violenza che dilania il paese dal 2011.

Gli scontri continuano nonostante il tentativo di mediazione effettuato da parte della missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) nella città di Ghadames.
Reporters sans frontières, nello specifico, condanna l'assassinio di Issa Al-Tayeb, uno dei fondatori della stazione televisiva satellitare Tuareg Tumsat, nel sud ovest della Libia, il 5 ottobre e l'omicidio del presentatore radiofonico Motassem Al-Warfalli tre giorni dopo a Bengasi.

domenica 26 ottobre 2014

Libia: Belhadj sogna la presidenza

18 Oct 2014 By Graziella Giangiulio

L'ex oppositore di Gheddafi, Abdelhakim Belhadj islamico nazionalista sta cercando di distinguersi nel caos libico e mira a diventarne il nuovo capo di stato.

Le testate africane sostengono che Abdelhakim Belhadj ha avuto diverse vite. In primo luogo l'opposizione jihadista a Gheddafi, è in prima linea durante la rivoluzione nel 2011, prima di diventare comandante militare di Tripoli. 48 anni, barba ben curata, a capo del partito politico di Al-Watan. Oggi regna nella capitale libica. A quanto riferiscono le testate locali ci sarebbe sempre lui dietro la coalizione Fajr Libia, composto da milizie islamiste di Misurata e Tripoli. E sempre secondo le testate libiche ultimamente sarebbe preso in considerazione anche dal governo autoesiliato a Tobruk.

sabato 25 ottobre 2014

"Una forza mercenaria globale anti terrorismo". L'auspicio di una delle figure più potenti del Club Bilderberg

30/9/2014
Un pretesto per giustificare altri colpi di Stato: "I soldati stupidi animali da usare come pedine per la politica estera."Notizia presa dal sito www.Lantidiplomatico.it visita www.Lantidiplomatico.it
L'ex segretario di Stato degli Stati Uniti, e una delle figure più potenti nel club Bilderberg, Henry Kissinger, auspica la creazione di una forza mercenaria globale per combattere i terroristi.
La giornalista americana di Fox News, Bill O'Reilly, ha affermato, in un programma dell’ABC News, che Kissinger, famoso globalista e membro del club Bilderberg, "per anni ha appoggiato l'idea di creare una forza globale anti-terrorismo finanziata da una colazione di nazioni sotto la supervisione del Congresso".

venerdì 24 ottobre 2014

Il doppio gioco americano nella lotta all’Isis

Domenica, 28 Settembre 2014 15:24

I media di tutto il mondo da qualche settimana riportano costantemente e ingrandiscono smisuratamente gli sforzi multilaterali della diplomazia Usa per montare una colossale coalizione di ben 40 Paesi per battere e annientare il cosiddetto Stato Islamico (l’Isis), sempre più dipinto come uno spauracchio mondiale.
Nel frattempo, sempre secondo quanto fanno credere i media occidentali, è grazie ai caccia bombardieri dell’aviazione americana, a cui ora si sono uniti quelli francesi, che forze irachene ed anche I militanti peshmerga curdi riescono a contenere quella che viene dipinta come una possente “armata delle tenebre”. E ancora una volta si vuole far passare l’immagine di un’America super potenza che corre in soccorso delle popolazioni che rischiano di essere massacrate dal cattivo di turno, con accanto i soliti francesi che, quando c’è da buttare bombe dove c’è odore di petrolio, non restano mai indietro. E in effetti gli Usa, nell’area del Golfo, di mezzi per condurre un’offensiva aerea ne hanno in abbondanza.Tutti questi mezzi possono essere diretti sui bersagli con precisione millimetrica da aerei, droni, satelliti e centinaia di elementi delle Forze Speciali che operano sul campo come Fac (Forward Air Controller), vale a dire controllo aereo avanzato. Con questa tecnologia a disposizione, in condizione di allerta continua e costante, di giorno o di notte, in un ambiente piatto e scoperto come quello iracheno, le colonne di mezzi delllo sparuracchio mad in Usa, chiamato “califfato” sarebbero un bersaglio ideale quanto indifeso.

giovedì 23 ottobre 2014

Ebola e le bugie

17 Ottobre 2014


di Gianni Fraschetti -


In questo momento il virus Ebola si sta diffondendo in modo violento in tre stati: Liberia, Guinea e Sierra Leone, dove il livello del contagio si sta moltiplicando con progressione geometrica, ma si stanno registrando casi isolati e gruppi di casi individuali in varie altre zone densamente popolate del globo.
Il tasso di mortalità dell’Ebola può raggiungere anche il 95%, ma attualmente sembra essersi attestato intorno al 50% nei principali focolai, e se vi pare poco, rammentiamo che è un dato peggiore della peste bubbonica che uccise un terzo della popolazione europea. Un terzo, non quattro gatti. I precedenti casi di focolai di Ebola si erano verificati in zone rurali isolate, esaurendosi poi da soli, perchè il virus uccise tutti e vennero a mancare nuove vittime da colpire. Questa è almeno la tesi ufficiale dei governi e della OMS, ma in molti ritengono che vennero impiegate bombe termobariche (una robina poco al di sotto del nucleare) per sterilizzare e disinfettare le aree infette. Col medesimo risultato finale: la distruzione del virus e di ogni forma di vita. Dunque la soluzione ci sarebbe pure, ma stavolta non siamo in aree rurali africane, scarsamente popolate e lontano da occhi indiscreti. Siamo in zone metropolitane alcune in Europa e negli USA, densamente popolate e ad alto tasso di mobilità, e le probabilità di un esaurimento spontaneo del contagio o dell'utilizzo di metodi "muscolari" in tali contesti sono praticamente nulle.

mercoledì 22 ottobre 2014

Battaglia a Benghazi

Posted: 2014-10-17
From: Mathaba

Duri scontri tra Libya Dawn e Operation Dignity


Un altra giornata di duri scontri nella seconda città della Libya tra i terroristi di Libya Dawn e i combattenti di Operation Dignity.

martedì 21 ottobre 2014

Cosa succede in Libia: anche l’Egitto in guerra contro gli amici del Califfo

Davide Vannucci 16 ottobre 2014

Il governo libico, il generale “ribelle” Hiftar e il governo egiziano attaccano insieme le posizioni dei jihadisti di Ansar al Sharia in Cirenaica. Una battaglia che ormai va ben oltre i confini della Libia

Vedi alla voce coincidenze: nel giorno in cui emergono nuove accuse contro il libico Abu Ahmed Khattala, ex leader del gruppo fondamentalista Ansar al Sharia, presunta mente dell’attacco al consolato americano di Bengasi di due anni fa, le brigate islamiste vengono attaccate con un assalto in grande stile proprio nella capitale della Cirenaica. I bombardamenti americani su Siria e Iraq hanno fatto dimenticare un’altra guerra, combattuta a qualche centinaio di chilometri dalle nostre coste.

lunedì 20 ottobre 2014

Libia, continua la battaglia per Bengasi. Governativi: “Jihadisti fuori dalla città”

Controffensiva delle forze dell’ex generale Haftar, affiancate da quelle dell’esercito. L’Egitto nega l’uso di suoi aerei per i raid. Almeno 22 morti il bilancio delle vittime
16 ottobre 2014

Le forze dell’ex generale Khalifa Haftar, affiancate da quelle dell’Esercito e da gruppi di civili armati «hanno riconquistato gran parte di Bengasi». Lo annunciano i militari delle Forze Armate “legittime”, fedeli al Parlamento “di Tobruk”, l’assemblea eletta lo scorso giugno, costretto a riunirsi a ovest di Bengasi. Carri armati e artiglieria pesante sono entrati in azione alle 8 del mattino, con i caccia che martellavano i miliziani. I governativi, ancora saldamente in controllo dell’aeroporto Benina, hanno preso il controllo di una delle principali basi dei jihadisti. Questi sarebbero costretti alla fuga, e a nascondersi nelle abitazioni civili, raccontano alcuni testimoni.

domenica 19 ottobre 2014

C’è l’ombra del Fascismo sull’entusiasmo interventista dell’Italia?

7 ottobre 2014 di mcc43

- Monarchia e colonialismo nel passato
– Repubblica e sudditanza nel presente
– Lotta al terrorismo e minacce alla libertà
Con l’Italia coinvolta nell’ennesima missione militare, sebbene dichiarata contro l’Isis, corpo estraneo dentro altri paesi, tornano attuali le riflessioni sull’attivismo bellico variamente configurato del nostro paese.


Nel 2011 Marc Almond, docente di Storia Moderna all’ Oriel College di Oxford, attivista per i diritti umani, Presidente del British Helsinki Human Rights Group , in occasione della partecipazione italiana all’intervento in Libia scriveva in Libya – 100 Years of Bombing, or Is Fascism the Forgotten Root of Humanitarian Intervention?

sabato 18 ottobre 2014

Libia, due parlamenti e due governi: è il caos totale e c'è emergenza per gli sfollati interni

Da luglio si combatte una guerra civile che ha fatto emergere i problemi irrisolti dopo la cacciata di Ghedaffi del 2011. Per l'Unhcr è emergenza sfollati interni: solo nella città di Warshefana, alla periferia di Tripoli, sono 100mila nelle ultime tre settimane (287mila in tutto il paese). Don Mussie Zerai lancia l'allarme per i migranti subsahariani usati come schiavi dalle milizie in lotta e poi rinchiusi in centri di detenzione per estorcere un riscatto ai parenti all'estero. L'unica realtà che prospera è quella dei trafficanti di esseri umani

di STEFANO PASTA 13 ottobre 2014

Due parlamenti e due governi, troppe armi in circolazione, tante fazioni che si combattono con alleanze in continuo mutamento, nazioni estere che sostengono fronti opposti, il primo Stato petrolifero a rischio fallimento economico. "Dire che la Libia in questo momento sia governata da qualcuno è una barzelletta", ha recentemente sintetizzato Ali Zeidan, primo ministro fino al marzo scorso. A tre anni dalla cacciata di Ghedaffi, infatti, la Libia è nel pieno della guerra civile, i combattimenti proseguono senza tregua da quattro mesi.

venerdì 17 ottobre 2014

La protervia di Obama ed Erdogan

08/10/2014 - di Massimo Zamarion -

Se non fosse per i barconi carichi di disgraziati che s’inabissano senza soluzione di continuità nel Mediterraneo, dello scatolone di sabbia, cioè della Libia, non si parlerebbe quasi più: per vergogna. Nel paese delle piramidi, intanto, il “laico” Al-Sisi, che già scruta con voluttà il caos libico nella speranza di fare dell’ex “regno” di Gheddafi un protettorato egiziano, si rivela un autocrate molto più ruvido e megalomane del “laico” Mubarak: ma nessuno lo chiama “dittatore”. Mentre in Siria la guerra civile che si è voluto con incredibile leggerezza far scoppiare a tutti i costi ha fatto 200.000 morti e siamo ormai ridotti al punto di dover quasi “tifare” per Assad. Ecco dove ci ha condotto la politica estera di un Occidente fatuo e furbacchione.

giovedì 16 ottobre 2014

Le menzogne della propaganda di guerra USA sui media americani

L’opinione pubblica degli Stati Uniti viene già condizionata da una propaganda da clima di guerra che stanno incessantemente conducendo i grandi media USA per convincere della necessità di un nuovo intervento militare americano in Medio Oriente.

Significativa la propaganda di guerra del Wall Street Journal : un cumulo di menzogne diffuse dai soliti media (quelli che lavorano per le industrie belliche americane); interessanti le dichiarazioni dei senatori John McCain e Lindsey Graham.

Barack Obama (il ” premio Nobel” per la Pace, che ha al suo attivo il maggior numero di guerre rispetto a qualsiasi precedente presidente americano ), a quanto pare ha iniziato una guerra contro il gruppo terrorista Daesh-ISIL (ISIS), ma in realtà l’obiettivo primario di questa operazione militare è di rovesciare il presidente siriano Bashar Assad, mentre l’obiettivo finale è quello di sconfiggere l’Iran e la Russia.

mercoledì 15 ottobre 2014

Gli USA hanno creato il virus Ebola come arma biologica

Il post che vi proponiamo è la traduzione di un articolo comparso sulla Pravda (giornale russo) l'11 agosto 2014. L'autore insinua un terribile dubbio nella nostra mente: il virus Ebola è stato deliberatamente creato in qualche laboratorio statunitense come arma biologica? È un'ipotesi fondata, oppure si tratta dell'ennesimo colpo mediatico nella polemica tra Russia e Stati Uniti?
11 agosto 2014

[Articolo originale comparso sulla Pravda – 11 agosto 2014] L’epidemia del mortale virus Ebola, che nasce nel profondo della giungla, ultimamente si è diffusa in tutto il mondo con una velocità senza precedenti.

Il numero delle vittime, secondo i dati ufficiali, ha già superato il migliaio di persone. Il numero di persone infette sfiora i duemila. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la malattia come minaccia di rilevanza mondiale. Ci sono modi per combattere la febbre?

martedì 14 ottobre 2014

Crollano le forniture di gas dalla Libia

di Sissi Bellomo 8 ottobre 2014

Gli esperti ce l'hanno ripetuto spesso: l'Italia può fare a meno del gas russo, sia pure non all'infinito, purché non si interrompano altri canali di rifornimento. È per questo motivo che gli operatori guardano con trepidazione ai flussi di gas dal Nord Africa, che da qualche giorno non appaiono rassicuranti. A preoccupare è soprattutto la Libia, che da venerdì ci ha inviato pochissimo gas, addirittura nulla sabato: a fronte di richieste di importazione tra 15 e 23 milioni di metri cubi, i dati Snam Rete Gas mostrano che ne sono arrivati solo 2,7 milioni venerdì, zero sabato e 4 domenica.

lunedì 13 ottobre 2014

Libia, “miliziani ex Isis tornano da Siria e Iraq per combattere nella guerra civile”

Nel Paese dilaniato dalla guerra civile (contesto in cui il Califfato trova terreno fertile), a poca distanza dalle coste italiane, compaiono le prime bandiere nere dello Stato Islamico. "Il peso del jihad è forte, soprattutto in Cirenaica - spiega a IlFattoQuotidiano.it Arturo Varvelli, analista dell'Ispi - hanno accumulato un'expertise militare diretta e ora sono pronti a creare nuovi nuclei combattenti"

di Giusy Baioni | 8 ottobre 2014

“La Libia per l’Italia è la prima priorità”. Lo sosteneva solo pochi giorni fa a Catania Federica Mogherini, alto rappresentante Ue agli Affari esteri, durante il seminario dell’Assemblea Parlamentare della Nato. E a conferma delle preoccupazioni crescenti di questi ultimi mesi dovute alla guerra civile degenerata nel caos, si aggiunge la notizia diffusa ieri dalla tv araba Al Arabiya, che pubblica un video girato nella città di Derna in cui i miliziani di Ansar al Sharia sventolano le bandiere nere di Isis in territorio libico. “C’è un forte flusso di combattenti libici che rientrano in patria da Siria e Iraq”, spiega a IlFattoQuotidiano.it Arturo Varvelli, esperto di Libia dell’Istituto per gli studi di politica internazionale.

domenica 12 ottobre 2014

CACCIATA DALLA FED PERCHE’ INDAGA GOLDMAN SACHS- MA HA REGISTRATO TUTTO E I NASTRI SONO LA PROVA DELLA SUDDITANZA DEI CONTROLLORI VERSO I BANCHIERI

Pubblicato su 3 Ottobre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri

LA PIOVRA DI WALL STREET – UNA FUNZIONARIA DELLA FED INDAGA SU GOLDMAN SACHS E VIENE SILURATA DAI SUOI CAPI. MA HA REGISTRATO TUTTO E I NASTRI SONO LA PROVA DELLA SUDDITANZA DEI CONTROLLORI VERSO I BANCHIERI

Carmen Segarra viene cacciata dopo sette mesi di lavoro sul dossier Goldman. Ma ha portato con sé 46 ore di riunioni registrate in gran segreto, dove i suoi ex capi lamentano le pratiche dubbie e pericolose di Goldman Sachs. Poi insabbiano tutto – Il potere tentacolare della banca che assume politici e regolatori per tenerseli buoni…

sabato 11 ottobre 2014

Dalla Libia alla Tunisia, l’ombra del Califfato incombe sul Mediterraneo

di Angela Manganaro con un articolo di Alberto Negri 6 ottobre 2014

Quartier generale in Siria ed in Iraq, già ispiratore di un gruppo algerino che si è voluto accreditare decapitando il viaggiatore francese Hervé Gourdel, lo Stato Islamico (in sigla Isis, Isil, poi semplicemente IS e in arabo Daesh) cioè il gruppo fondamentalista d’origine sunnita, potrebbe adesso materializzarsi sulle coste del Mar Mediterraneo. Il gruppo che ha tagliato le teste di due giornalisti americani, James Foley e Steven Sotloff, due operatori umanitari britannici, David Haines e Alan Henning, e minaccia di uccidere un altro giovane ostaggio americano, ha tifosi e aspiranti affiliati in Libia e in Tunisia. Contribuisce alla sensazione di assedio la bandiera nera che in queste ore sventola sulla città siriana di Kobane, confine con la Turchia.

venerdì 10 ottobre 2014

Perché le milizie in Libia avranno un effetto contagio

02 - 10 - 2014Michele Pierri

La guerra tra milizie in Libia non è solo un problema del Paese nordafricano. Secondo molti analisti, per diverse ragioni le dinamiche alla base dell’instabilità del Paese dovrebbero interessare tutta la regione (e non solo).
LE MILIZIE IN CAMPO
Da maggio nel Paese – spiega con dovizia di particolari l’analista Mattia Toaldo in un articolo su Limes – si confrontano due coalizioni armate, “Dignità” e “Alba”. “Dignità raggruppa pezzi del vecchio esercito che abbandonarono Gheddafi ( n.d.a. pochi traditori), nel 2011, i “federalisti” della Cirenaica e le milizie di Zintan che controllavano Tripoli fino a qualche settimana fa. Alba è centrata sulle milizie di Misurata che ora controllano la capitale ma include anche milizie islamiste. Ha una convergenza di interessi con Ansar al Sharia, il gruppo accusato di aver ucciso l’ambasciatore americano Christopher Stevens nel 2012 e che ora controlla vaste zone della seconda città del Paese, Bengasi“.

giovedì 9 ottobre 2014

Nuovo naufragio al largo della Libia. Si temono 100 morti

Dispersi decine di migranti africani che tentavano la traversata. Un anno fa la tragedia in cui morirono oltre 350 persone. Il Papa: «L’Europa apra le porte»

2/10/2014 TRIPOLI
Altre decine di vite, si teme oltre 100, sono state spezzate dall’ennesimo naufragio a poche miglia dalle coste libiche. A bordo dell’imbarcazione, hanno raccontato un’ottantina di sopravvissuti, erano in oltre 180, in gran parte di origine africana.

mercoledì 8 ottobre 2014

Libia: assaltato l'aeroporto di Bengasi

Scritto da: Andrea Spinelli Barrile - giovedì 2 ottobre 2014

La Libia è sull'orlo della guerra civile:( ormai lo ripetono da anni) mai pacificatasi nella lunga fase post-Gheddafi, oggi il paese nordafricano è preda di quella che ad occhi distratti potrebbe essere una "guerra tra bande" (una definizione utilizzata più volte, ieri, durante un dibattito parlamentare alla Camera) ma che in verità è un vero e proprio scontro per il potere politico in Libia.

I jihadisti di Ansar al-Sharia (gruppo armato di milizie salafite) hanno ripreso l'assalto armato all'aeroporto Benina a Bengasi: l’assalto è iniziato nel pomeriggio di oggi con un doppio attacco kamikaze, al quale ne è seguito un terzo poco dopo. Sarebbero già ben 11 i morti e 55 i feriti tra i soldati filo-governativi messi a protezione dell'aeroporto dalle autorità di Tripoli.

martedì 7 ottobre 2014

I PIANI SEGRETI DI WASHINGTON

Postato il Lunedì, 29 settembre @ 23:10:00 BST di ernesto

DI PAUL CRAIG ROBERTS

informationclearinghouse.info

Si potrebbe pensare che ormai anche gli americani stiano cominciando a rendersi conto di quel flusso di falsi allarmi che Washington lancia costantemente per ingannare la gente ed per indurla ad appoggiare l'agenda segreta americana. Infatti le Agende segrete hanno avuto un ruolo tanto determinante per così tanto tempo che gli americani stessi ora ci si sono abituati e come dice il proverbio, "il pesce puzza sempre dalla testa", infatti la puzza di Washington ormai si sente in tutto il paese.




Gli Americani si erano bevuti le bugie sui talebani afghani, quando raccontavano che erano dei terroristi alleati di al Qaeda e per questo motivo gli americani hanno combattuto una guerra di 13 anni e, dopo aver arricchito le ditte di Dick Cheney, di Halliburton e di tanti altri, sono finiti in un altro fallimento di Washington.

lunedì 6 ottobre 2014

Attacchi con gas effettuati dal governo libico ( marionetta della NATO) contro insorti e civili nel sud della Libia.

Questo articolo è uscito il 28 gennaio 2024, ma leggendolo sembra che sia di oggi, gli attacchi contro i civili continuano, gli assassini e gli invasori sono sempre gli stessi, ( hanno solo cambiato nome).
Si diffonde l’insurrezione in Libia contro il governo fantoccio della NATO.

Secondo i media occidentali: si tratterebbe di “scontri tribali”.

(Traduzione di Luciano Lago)

Fonti della resistenza libica, affermano che “si è sviluppata l’insurrezione per il recupero dell’onore, della dignità e dell’indipendenza del popolo libico e questa è stata attaccata dalle forze degli invasori e colonialisti della NATO e degli USA ”, informano circa la avvenuta restaurazione della sicurezza in generale nelle zone di Sabha ,Shati, Ubari, Murzuq e Gath.
Inoltre le stesse fonti della resistenza informano che la NATO sta pagando 12.000 dinari a mercenari e traditori, attraverso il loro governo di fatto instaurato in Libia, per combattere contro la resistenza.

domenica 5 ottobre 2014

LIBIA. i RATTI piangono: Issa all’Onu, ‘non lasciateci soli’

28 settembre 2014
All’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Libia è stata rappresentata non dal premier Abdullah al-Thani, ma dal presidente della Camera “di Tobruk”, Aguila Saleh Issa.
Specificare “di Tobruk” è d’obbligo, in quanto nel caos libico, dove milizie islamiste combattono contro milizie nazionaliste, dove soffiano venti di secessione delle macro-regioni, dove i criminali e i trafficanti fanno da padroni, i parlamenti sono due, uno eletto democraticamente, ( cioè tramite un' elezione farsa , a cui hanno partecipato appena il 5% degli aventi diritto), a giugno, che si è rifugiato, appunto, a Tobruk, ed uno che ha sede a Tripoli, città che le milizie islamiste di Ansar al-Sharia e di Misurata hanno conquistato, dove hanno riesumato l’Assemblea costituente trasformandola in parlamento. Entrambe le assemblee si sconfessano a vicenda. Oggi Abdullah al-Thani ed i suoi 13 ministri hanno giurato e assunto pienezza di poteri a Tobruk,

sabato 4 ottobre 2014

Libia: rischio catastrofe umanitaria per scontri tra islamisti

25/9/2014
Forze contrapposte che quotidianamente lottano per conquistare il potere. È emergenza in Libia per l'avanzata delle milizie islamiche provenienti da Misurata. Dopo il controllo di Tripoli, sono riuscite ad occupare anche l’area di Warshfana a Sud Ovest della capitale. Per la zona, il parlamento libico - eletto nel giugno scorso e costretto a riunirsi a Tobruk perché contestato dai gruppi jihadisti - ha evocato il rischio di catastrofe umanitaria per i sanguinosi combattimenti tra fazioni armate rivali. Intanto a Bengasi, i caccia fedeli al generale Khalifa Haftar, ora fedele al parlamento e protagonista di un'offensiva anti-jihadista, hanno bombardato il lato non petrolifero del porto, per fermare alcune navi dei miliziani islamici. Proprio a Bengasi, inoltre, sono stati rapiti nelle ultime ore un medico anestesista ucraino e la moglie. Sulle forze rivali che si affrontano in questo momento, Giada Aquilino ha intervistato Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università di Firenze:

venerdì 3 ottobre 2014

Obama nell'Assemblea Generale dell'ONU: il discorso di uno psicopatico fuori della realtà o di un cinico pericoloso

pubblicato il 26 Settembre 2014 da stella112

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è intervenuto davanti al plenum della 69 a Assemblea Generale dell'ONU sorprendendo tutti con un discorso intriso di ipocrisia, di cinismo e di menzogne:
1. "Questo è il miglior momento della Storia mondiale", ha detto. Il mondo si trova in un momento complicato, mentre la minaccia degli jaddisti dello Stato Islamico sta crescendo di giorno in giorno, l'epidemia dell'Ebola potrebbe contagiare quasi un milione e mezzo di persone in Gennaio, l'Ucraina, la Siria e Gaza continuano ad essere straziate da conflitti armati, tuttavia per il leader statunitense è questo il "miglior momento della Storia mondiale". "Spesso dico ai giovani degli Stati Uniti che, nonostante i titoli, questo è il miglior momento nella Storia umana per nascere", ha assicurato Obama.

giovedì 2 ottobre 2014

La Libia sempre più nel caos e preda del fondamentalismo islamico... grazie alla NATO

giovedì 25 settembre 2014 Di Salvatore Santoru

Come riporta l'ANSA del 24 settembre, la Libia "rischia la catastrofe umanitaria" e il premier Abdullah Al Thani ha "ordinato "la mobilitazione generale delle forze armate, su richiesta della popolazione di Tripoli, per liberare la capitale dalle milizie filo islamiche".
Oramai la Libia è sempre più in preda al caos e sottoposta a una permanente guerra civile tra milizie armate, sia islamiste che di altro tipo.


Tale situazione si protrae dal 2011, ovvero dalla fine della guerra che la NATO aveva scatenato per spodestare il governo di Mu'ammar Gheddafi,L'intervento NATO era stato presentato, come al solito, come un'azione di "liberazione", quando nei fatti si è rivelato ovviamente come la solita guerra "umanitaria", ben proficua per i soliti gruppi di potere economici ( a partire dalle banche e dalle compagnie petrolifere ), e distruttiva per il paese colpito e la sua popolazione.
Questo scenario si è evitato di un soffio per la Siria, grazie al veto all'ONU con cui Russia e Cina hanno bloccato l'intervento militare statunitense, che avrebbe trasformato il paese in una colonia del terrorismo islamista ( ISIS in testa ), come è diventata la Libia.
Mentre i media raccontavano la favola della "liberazione" che avrebbe portato la NATO in Libia, nell'informazione alternativa si parlava molto delle conseguenze di tale intervento, che vediamo oggi.

mercoledì 1 ottobre 2014

Mentecatti europei, pagati per portarvi in guerra

26 settembre 2014

Pagliacci pericolosi, pagati per mentire. Dal portoghese José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea prima del degno sostituto Juncker, fino al danese Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato. Obbediscono agli ordini di chi li ha piazzati al vertice: gli Stati Uniti. E l’ordine è semplice: raccontare il contrario della verità, in modo da “orientare” l’opinione pubblica grazie ai media mainstream, anch’essi “zerbini” del super-potere come i loro editori, per nulla indipendenti. E’ la dura accusa lanciata sul blog “Counterpunch” da Paul Craig Roberts, già editor e viceministro di Reagan, indignato per la criminale manipolazione delle notizie sul fronte ucraino, orchestrata dallo staff di Obama. E perché gli europei non si ribellano, visto che hanno tutto da perdere in caso di un’escalation con la Russia? Perché noi americani li paghiamo, scrive Roberts: tutti i leader europei sono stati elevati a ruoli di comando dallo Zio Sam. Grazie agli Usa hanno fatto carriera e ricevuto denaro a palate. Per questo, sono pronti a dire (e fare) qualsiasi cosa. Anche la guerra, persino contro una superpotenza nucleare.