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lunedì 20 ottobre 2014

Libia, continua la battaglia per Bengasi. Governativi: “Jihadisti fuori dalla città”

Controffensiva delle forze dell’ex generale Haftar, affiancate da quelle dell’esercito. L’Egitto nega l’uso di suoi aerei per i raid. Almeno 22 morti il bilancio delle vittime
16 ottobre 2014

Le forze dell’ex generale Khalifa Haftar, affiancate da quelle dell’Esercito e da gruppi di civili armati «hanno riconquistato gran parte di Bengasi». Lo annunciano i militari delle Forze Armate “legittime”, fedeli al Parlamento “di Tobruk”, l’assemblea eletta lo scorso giugno, costretto a riunirsi a ovest di Bengasi. Carri armati e artiglieria pesante sono entrati in azione alle 8 del mattino, con i caccia che martellavano i miliziani. I governativi, ancora saldamente in controllo dell’aeroporto Benina, hanno preso il controllo di una delle principali basi dei jihadisti. Questi sarebbero costretti alla fuga, e a nascondersi nelle abitazioni civili, raccontano alcuni testimoni.




I raid aerei sono stati effettuati da «jet egiziani pilotati da libici», rivelano i media internazionali, con il Cairo che nega. Almeno 22 morti a fine giornata, 16 miliziani di Ansar e 6 soldati filo-governativi. L’ufficio del presidente Abdel Fattah al Sisi smentisce seccamente le nuove “rivelazioni” sul presunto coinvolgimento del Cairo. Ma responsabili del governo egiziano, che hanno chiesto l’anonimato, hanno ammesso ai media internazionali la partecipazione egiziana e parlato anche di una nave da guerra in appoggio, nei pressi di Tobruk. «È solo il tentativo di sminuire il nostro successo», ha tuonato un portavoce dei militari libici citato dalla tv di Stato egiziana.



Haftar, protagonista della controversa «Operazione dignità» lanciata a maggio contro gli estremisti islamici ma naufragata con la sconfitta di Bengasi, ha annunciato ieri in tv l’offensiva per la riconquista della “capitale” della Cirenaica. Ha poi spiegato che alla fine dell’operazione lascerà i suoi incarichi militari. Da Tobruk, lo Stato maggiore libico ha sposato la controffensiva, e anzi spiegato che, nei fatti, si tratta oramai di un’operazione dell’Esercito legittimo. Una affermazione che suona come la messa in disparte dell’ex generale, accusato pubblicamente di golpismo e che ha riconosciuto la legittimità del Parlamento eletto a giugno sospinto dalle sue stesse milizie più che dalla convinzione.



Completamente diversa la situazione a Tripoli. Nella capitale regna una relativa tranquillità mentre i sanguinosi scontri armati a sudovest, a Kikla, sembrano legati a rivalità locali. I combattimenti a Bengasi sono «legati al terrorismo», mentre a Tripoli la violenza «ha origini politiche»: ha detto il premier libico Abdullah al Thani, in una parziale `marcia indietro´ rispetto alle dichiarazioni che bollavano come terroristiche sia le milizie di Misurata, al potere de facto a Tripoli, sia quelle di Ansar.
Fonte: http://www.lastampa.it/2014/10/15/esteri/libia-continua-la-battaglia-per-bengasi-governativi-jihadisti-fuori-dalla-citt-XofAGhjyNvr7ZKlqXwIPLL/pagina.html

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