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lunedì 29 febbraio 2016

gli ASSASSINI del 2011 hanno deciso di dividere la Libia in 3

Il piano militare degli alleati: "Dividere la Libia in tre parti"

Fallisce il piano A dell'Onu. Si va verso la tripartizione del Paese. Le aree saranno "affidate a Francia, Inghilterra e Italia

domenica 28 febbraio 2016

Le monde: forze speciali francesi operano in Libia

24 febbraio 2016
Rivelazioni di Le Monde. I miliziani del Califfato a Sabratha. Sostegno al governo di unità nazionale da 100 parlamentari di Tobruk.

Sul caldissimo fronte della guerra all’Isis in Libia, oggi è stata una giornata di quelle da non dimenticare.
In primo luogo perché i miliziani del Califfato avrebbero occupato parte del centro di Sabratha, nell’ovest del paese.
È anche vero che poche ore dopo le milizie “Alba della Libia”, arrivate da Tripoli per riprendere il controllo della situazione, hanno detto di aver messo in fuga i jihadisti.

sabato 27 febbraio 2016

LA FINE DEL CONTANTE ARRIVERA’, PRESTO

Postato il Giovedì, 18 febbraio @ 23:10:00 GMT di davide

DI TYLER DURDEN (postato da Simon Black via sovereginman.com)
zerohedge.com
La situazione si sta facendo molto preoccupante. Il momento di “far fuori il contante” ed in particolare i tagli da 500€ e 100$ si sta avvicinando.
Lunedì il Presidente della BCE ha affermato che sta seriamente pensando di mettere fuori corso la banconota da 500€.
Ieri l’ex Segretario del Tesoro Larry Summers ha pubblicato un editoriale sul Washington Post dicendo di sbarazzarsi della banconota da 100$.

venerdì 26 febbraio 2016

IL DELIRIO DI GEORGE SOROS...E I VERI NEMICI DELL'EUROPA

Postato il Giovedì, 18 febbraio @ 19:56:22 GMT di davide

DI GIAMPAOLO ROSSI
ISIS? NO PUTIN

blog.ilgiornale.it
In un recente editoriale sul Guardian (lo storico quotidiano britannico della sinistra laburista) George Soros, lo speculatore “illuminato”, è tornato a parlare di politica estera; ma, vuoi per l’età ormai avanzata, vuoi per il delirio di onnipotenza tipico di chi è abituato a manipolare impunemente verità e denaro, stavolta sembra aver superato la soglia del ridicolo.
Secondo Soros, la minaccia per l’Europa è Putin, non l’Isis.

giovedì 25 febbraio 2016

Libia: verso un’altra campagna di guerra

20 febbraio 2016

Il 22 marzo scorso Sidney Blumenthal, consulente della Fondazione Clinton, scriveva a Hillary Clinton, attuale Segretario di Stato USA che, a fine febbraio del 2011, alcuni funzionari del Dgse (il servizio segreto francese) avevano avuto una serie di incontri riservati con il leader del National Libyan Council Mustafà Jalil, nel corso dei quali erano stati presi accordi perché il nuovo governo libico favorisse le aziende e gli interessi nazionali francesi, soprattutto per quanto riguarda l'industria petrolifera.
«La Francia - scriveva Blumenthal - porta avanti un programma per spingere il nuovo governo a riservare il 35 per cento dei contratti petroliferi ad aziende francesi, in particolare la Total». E aggiungeva che Jalil sarebbe stato pronto a favorire aziende francesi, inglesi e statunitensi, mentre invece era ostile all'ENI e al governo italiano.

mercoledì 24 febbraio 2016

Con la scusa dell' ISIS tornano a bombardare in Libia.

Gli USA tornano a bombardare la Libia, ovviamente ti spiegano che è contro l' ISIS e terroristi vari, ma ( domanda retorica), chi ha creato l' ISIS? Al qaeda ecc?

Bombe Usa in Libia: primo attacco all'Isis

Obiettivo Noureddine Chouchane, mente della strage al museo di Tunisi


 
L'obiettivo era Noureddine Chouchane, un capetto dello Stato islamico in Libia, mente dell'attacco del terrore al museo Bardo di Tunisi, che è costato la vita a 4 turisti italiani. I caccia americani F-15 Eagle (aquila) sono decollati nella notte fra giovedì e venerdì da una base nel Regno Unito. Alle 3.30 di ieri mattina hanno bombardato un campo di addestramento delle bandiere nere a 8 chilometri da Sabratha a ovest di Tripoli.

martedì 23 febbraio 2016

La Libia oggi: una babele in cui l'Italia rischia tantissimo

Marco ventura, 18 febbraio 2016

Un immenso teatro dell’assurdo nel quale si muore galleggiando in un mare di petrolio. Uno scenario di 230 milizie l’un contro l’altra armate. La Libia oggi è questo. Un’espressione geografica dietro la quale si cela una babele di tribù, di bande più che di eserciti, mosse da burattinai stranieri.
Ma la Libia si trova di fronte alle nostre coste, si potrebbe definire quasi un paese confinante, dista poche centinaia di chilometri di mare (lo sanno bene gli scafisti). E in Libia ci sono giacimenti di petrolio gestiti dall’Eni, ai quali non possiamo rinunciare. Per questo la stabilità libica è strategica per noi, mentre al momento di stabile c’è solo il caos.
Noi ci affanniamo a favorire la nascita d’un governo di unità nazionale libico. E, certo, l’Italia è il paese che più di ogni altro conosce la Libia e le sue mille sfumature. Ma quanto conta l’Italia, che non sa far valere i propri interessi strategici neppure a un tiro di schioppo dalle proprie isole?

lunedì 22 febbraio 2016

A CHI RENDE IL VIRUS ZIKA ?

Postato il Venerdì, 12 febbraio @ 23:10:00 GMT di davide

DI GUILLAUME KRESS
Mondialisation.ca
Lunedi 1° febbraio, l'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), ha dichiarato che i recenti casi di microcefalia e gli altri casi di disturbi neurologici segnalati in Brasile – sintomi legati al virus Zika- costituiscono un emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (USPPI). L'OMS non ha fornito altre informazioni sul virus. Mentre si aspettano maggiori chiarimenti sull'argomento, notiamo qui che il virus fu scoperto nel 1947. Oggi sappiamo che da una parte è trasmesso per via sessuale, e dall'altra che è messo sul mercato mondiale da due società: LGC Standards (che ha sede in Inghilterra) e ATCC (che ha sede negli Stati Uniti).

domenica 21 febbraio 2016

Hillarygate, la complicità occidentale nel genocidio dei neri in Libia

12 febbraio 2016

A capodanno furono svelati 3000 messaggi di posta elettronica di Hillary Clinton quando era segretaria di Stato. Sono stati ripresi da diversi media statunitensi, tra cui la CNN. Gli storici saranno sorpresi da alcune rivelazioni esplosive contenute nei messaggi di posta elettronica sulla Libia: la legittimazione dei crimini dei ribelli, le operazioni speciali inglesi e francesi in Libia all’avvio delle proteste contro Gheddafi, l’integrazione dei terroristi dial-Qaida nell’opposizione sostenuta dai Paesi occidentali, ecc.
Gli squadroni della morte della NATO
Le informazioni raccolte da Sidney Blumenthal su Hillary Clinton forniscono prove decisive sui crimini di guerra commessi dai “ribelli” libici sostenuti dalla NATO. Citando un capo ribelle “con cui ha parlato in piena fiducia”, Blumenthal ha detto di Clinton: “Prendendo le parole con la massima riservatezza, un capo dei ribelli ha detto che le sue truppe continuano l’esecuzione sommaria di tutti i "mercenari stranieri"  (che hanno combattuto per Muammar Gheddafi) durante i combattimenti“. Mentre le esecuzioni illegali sono facili da riconoscere (i gruppi coinvolti in questi crimini vengono chiamati convenzionalmente “squadroni della morte”), ancor più sinistro è che erano considerati “mercenari stranieri” i combattenti di origine sub-sahariana e, difatti, i civili neri. Vi è un’ampia documentazione presso giornalisti, ricercatori e gruppi di difesa dei diritti umani che dimostrano che i libici neri e i lavoratori sub-sahariani assunti da società libiche, attività favorita da Gheddafi per la sua politica a favore dell’unità africana, furono oggetto di una brutale pulizia etnica.
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sabato 20 febbraio 2016

Omicidio Giulio Regeni, un’operazione clandestina contro l’Egitto e gli interessi italiani

venerdì 19 febbraio 2016

LIBIA – Le debolezze dell’accordo di pace di Sikhrat

·

L’accordo firmato a Sikhrat (Marocco) il 17 dicembre 2015 per porre le basi di un nuovo governo di unità nazionale sotto la spinta delle Nazioni unite ha posto agli analisti e agli esperti di questioni libiche diversi dubbi.
L’accordo politica libico pone al centro del nuovo sistema istituzionale il Governo di unità nazionale, presieduto dal primo ministro Fayez al Serraj e composto da due vice ministri e da un numero di ministri ancora da precisare. L’accordo stabilisce poi l’istituzione del Consiglio di presidenza, composto dal primo ministro, dai due vice primi ministri e da due ministri. Ogni decisione presa dal governo dovrà avere il voto favorevole del primo ministro e dei suoi due vice. Il governo di unità nazionale resterà in carica per un anno, a partire dalla data in cui otterrà il voto di fiducia della Camera dei rappresentanti, ovvero il parlamento eletto con le elezioni del giugno 2014, oggi insediato a Tobruk e appoggiato dalla coalizione delle forze nazionaliste.

giovedì 18 febbraio 2016

Regeni era un agente segreto?

Scritto da: Gianni Petrosillo (05/02/2016)

Un nostro connazionale è stato ucciso in Egitto. Studente brillante ad Oxford stava completando il dottorato a Cambridge. Parlava correntemente almeno tre lingue, tra cui l’arabo. Il mito di Oxbridge conquistato da un giovane italiano, evidentemente molto capace. Così in gamba da aver attirato l’attenzione di una qualche Intelligence. Il suo sembra il profilo perfetto dell’agente segreto. Ed, infatti, pare fosse stato reclutato dall’Aise (che però smentisce seccamente), l’agenzia italiana che cura le operazioni coperte oltre confine. Secondo quanto riportano i giornali era anche un collaboratore de Il Manifesto al quale inviava articoli sul medio-oriente, firmati con uno pseudonimo. Il suo orientamento era anti-regime e di vicinanza alla variegata opposizione egiziana, anche quella islamica più oltranzistica. Cioè filoamericana.

mercoledì 17 febbraio 2016

I ribelli del Darfur combattono in Libia

12 febbraio 2016

Il Ministero degli Esteri del Sudan sostiene che dei gruppi ribelli del Darfur sono coinvolti nel conflitto libico e li ha accusati di cercare di raggiungere i propri interessi personali.

"Il Ministero degli Esteri sudanese condanna con la massima fermezza gli attacchi contro la città di Kufra da parte del cosiddetto Movimento per la Giustizia e l'Uguaglianza (JEM) ed il Movimento per la Liberazione del Sudan (SLM)," ha affermato il portavoce del ministero Ali al-Sadiq in una dichiarazione rilasciata giovedì.

Al-Sadiq ha, ulteriormente, condannato "coloro che stanno dietro a questi gruppi e a cui forniscono denaro e armi per minacciare la pace e la sicurezza (in Sudan) e per servire i (loro) interessi ed ambizioni personali".

martedì 16 febbraio 2016

Usa, elezioni e soldi: chi si compra il futuro presidente

10/1/2016

Marco RubioJeb Bush e la ClintonSteven Spielberg, finanziatore della ClintonI fratelli Koch, a capo dell'omonimo colosso industrialeGeorge Soros, schierato con HillaryChi più spende, meno spende. Il totale farà 5 miliardi di dollari, e in palio c’è la Casa Bianca. A chi dovrà dire grazie, portafoglio alla mano, il futuro presidente? Per puntare sul cavallo vincente non si bada a spese: a questo punto della gara siamo già a quota 25 milioni di dollari, cioè 5 volte l’importo versato, nello stesso periodo, durante il ciclo elettorale del 2012. A fare i conti in tasca ai candidati è Jake Anderson, quando mancano dieci mesi al traguardo, fissato per l’8 novembre 2016. Se il denaro è (quasi) tutto, nelle presidenziali Usa, è saldamente al comando Jeb Bush con oltre 114 milioni finora raccolti. Staccatissima Hillary Clinton, a quota 45 milioni, eppure data per super-favorita nonostante l’enorme divario di budget. Un’incognita assoluta è rappresentata da Donald Trump: dichiara che spenderà 100 milioni ma tutti suoi, senza richiedere un dollaro né ai cittadini né alle lobby che scommettono (e investono) sui concorrenti. Nelle immediate retrovie, intanto, tra i repubblicani si fanno largo Marco Rubio e Ted Cruz, con 30 milioni di dollari raccolti, seguiti dal democratico Bernie Sanders (26) e dal repubblicano Ben Carson (20).

lunedì 15 febbraio 2016

Donald Trump: l’Isis deve tutto a Obama e a Hillary Clinton

23 dicembre 2015

«Lei era il segretario di Stato e Obama il presidente: due autentici geni». Intervistato da “Fox News”, il candidato repubblicano Donald Trump, ovvero il politico “impresentabile” che sta crescendo nei sondaggi con la sua violentissima polemica anti-Islam, ha incolpato Hillary Clinton e Barack Obama come primi responsabili del disastro in Medio Oriente, regione devastata dal terrorismo direttamente promosso dagli Usa. Trump accusa l’ex segretario di Stato e l’attuale presidente, indicandoli come responsabili del conflitto in Siria e della carneficina in Libia. Obama e la Clinton,«responsabili della morte di centinaia di migliaia di siriani e di libici». Colpa loro l’ascesa dell’Isis. Ed è stata la Clinton «a causare questo problema, con le sue stupide politiche», ha dichiarato testualmente Trump a “Fox News Sunday”. «Guardate quello che ha fatto in Libia e quello che ha fatto con la Siria: è stata veramente uno dei peggiori segretari di Stato della storia del nostro paese. Sostiene che io sarei pericoloso, ma è stata lei a far uccidere centinaia di migliaia di persone con la sua stupidità».
Donald TrumpGrande imbarazzo, da parte dellintervistatore della Fox News, di fronte alle affermazioni di Trump «che contrastano e smentiscono tutta la falsa propaganda del Pentagono delle “guerre civili” causate dai “tiranni sanguinari” (Gheddafi ed Assad)», scrive “Controinformazione ”. Alla fine, osserva Luciano Lago sul blog di geopolitica, «alcune verità vengono fuori anche nel marasma della disinformazione e della becera propaganda condotta dai grandi media», persino grazie a un “mostro” politico come Trump. «La guerra in Siria, realizzata mediante l’appoggio di alcuni paesi occidentali e di alcuni paesi arabi ai terroristi sostenuti ed armati dall’estero, ha causato la morte di oltre 250.000 persone fino al momento attuale», ricorda Lago su “Controinformazione”.

domenica 14 febbraio 2016

Guerra: l’Italia torna nella Libia che abbiamo ceduto all’Isis

9 febbraio 2016

La nuova guerra di Libia della Nato è già iniziata con le azioni di commando e i voli sotto copertura. Tra breve l’intervento militare esplicito verrà dichiarato e l’Italia sarà in prima fila. Le pressioni di questi giorni del governo Usa e di quello della Francia servono a superare dubbi tattici ed elettorali, non a imporre una scelta che il governo italiano ha già preso. Il coinvolgimento militare del nostro paese in tutti gli scenari e gli impegni di guerra della Nato è sempre più esteso, in Asia, Africa, Europa. Come ha vantato Renzi l’Italia è tra i primi paesi al mondo per truppe all’estero. Ultimo annuncio quello dell’invio di centinaia di soldati in Iraq per difendere affari privati nella costruzione di una diga. Più cresce l’impegno militare all’estero, più il territorio del paese è militarizzato. Dal Muos al Trident, dalle servitù militari antiche a quelle modernissime, dalla Sicilia e dalla Sardegna a tutta la penisola, l’inquinamento militare dilaga. Fino alla terribile decisione di installare bombe nucleari di nuova generazione nel Friuli e nel bresciano. Bombe nuove perché studiate per essere davvero usate in qualche guerra umanitaria, invece che essere conservate per pura deterrenza.
Un cacciabombardiere italiano AmxTutto l’impegno italiano in guerra avviene in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione, l’installazione di bombe nucleari avviene in spregio al trattato di non proliferazione nucleare che l’Italia ha firmato. Siamo sempre più coinvolti in guerre e impegni militari illegali dal punto di vista del diritto internazionale così come delle nostre leggi; e ora tocca di nuovo alla Libia. Le truppe e le armi italiane hanno operato in Libia già quattro volte, per conquistarla nel 1911, per riconquistarla dal 1921 al1930, poi tra il 1940 e il 1943 durante la seconda guerra mondiale assieme ai nazisti, infine nel 2011 con la Nato ma senza la Germania.

sabato 13 febbraio 2016

ROCKFELLER GIOCA CON IL FUOCO. IL SISTEMA FONDATO SUL PETROLIO DIVENTA SEMPRE PIU’ PERICOLOSO

8 febbraio 2016

- DI CALEB MAUPIN -
I media americani vorrebbero farci credere che il “rallentamento cinese” è l’unico responsabile di questa escalation che si sta profilando sulla crisi economica. Comunque, è ampiamente riconosciuto che i prezzi bassi del petrolio stanno diventando piuttosto costosi per l’economia globale e che questa deflazione artificiale e prolungata  sta diventando sempre più pericolosa. Il calo dei prezzi è stato programmato intenzionalmente e serve per delle precise ragioni.
Serve per dei motivi molto egoistici, la Casa di Rockefeller sta giocando con il fuoco, e minaccia di radere al suolo l’intera economia globale.

venerdì 12 febbraio 2016

GOTTI TEDESCHI: “Vogliono arrivare a un supergoverno mondiale”


gotti-tedeschi 

Parla l’ex banchiere dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi: “C’è chi fa risalire le turbolenze alle scelte degli Usa. Che hanno puntato sull’autosufficienza energetica per frenare i fondi arabi

Le ultime parole di Mario Draghi, che ieri ha accennato a elementi che concorrono a deprimere l’inflazione in Europa, trasmettono di nuovo un senso di paura tra i cittadini, gli italiani in particolare.

giovedì 11 febbraio 2016

I crimini dimenticati del colonialismo italiano in Libia

Mattia Salvia, 4 febbraio 2016
A metà gennaio, la stampa italiana ha dato notizia di un messaggio che il leader di al-Qaeda nel Maghreb avrebbe inviato all'agenzia di stampa mauritana al-Akhbar per commentare il raggiungimento dell'intesa sul nuovo governo della Libia. Il messaggio avrebbe contenuto minacce piuttosto particolari dirette all'Italia, tra i paesi promotori dell'intesa: "Ai nuovi invasori, nipoti di Graziani, vi morderete le mani pentendovi di essere entrati nella terra di Omar al-Mukhtar e ne uscirete umiliati."
In realtà, sulla stampa internazionale non si trovano conferme dell'autenticità del messaggio ma si parla di un video—attribuito all'ISIS—contenente generiche "minacce all'Italia" e confezionato mettendo insieme degli spezzoni de Il leone del deserto, un film sull'invasione italiana della Libia finanziato da Gheddafi.
In ogni caso, il riferimento ai nomi di al-Mukhtar e Graziani è piuttosto interessante, perché si tratta di due protagonisti del colonialismo fascista in Libia: Omar al-Mukhtar, comandante della resistenza libica in Cirenaica fucilato nel 1931, e Rodolfo Graziani il generale fascista che guidò le operazioni militari in Libia ed Etiopia nonché uno dei peggiori criminali di guerra della storia d'Italia.

mercoledì 10 febbraio 2016

MANIFESTAZIONE NO-NATO A ROMA - LA CIVILTA' DOMINANTE

26 gennaio 2016

E così, avendo riaperto la porta, per me da tempo socchiusa, della "partecipazione", dopo il 25 novembre a Firenze mi sono ritrovato a Roma il 16 gennaio all'Esquilino a manifestare contro la vera e propria "spectre" del XXI° secolo, la NATO, vero e proprio braccio armato della metastasi di una architettura di intrecci di poteri ed interessi in cui si è trasformata - anno dopo anno - la cosidetta civiltà occidentale. Autoreferenziantesi prima con gli strumenti "popolari" della propaganda (mode e modi, stampa e televisione) la società occidentale non ha avuto alcuno scrupolo a risolvere con l'uso delle armi le questioni e le divergenze internazionali introducendo il davvero rivoluzionario concetto
 ( rivoluzionario tanto quanto i protagonisti dei testi di Gladstone: Colonialismo e dominazione) di "urgenza di proteggere" tutti quanti in giro per il mondo, anche e sopratutto in casa d'altri, in Paesi che non hanno la dignità di far parte di quella "comunità internazionale" il cui lasciapassare sono i bombardieri e le calunnie.

martedì 9 febbraio 2016

TRIPOLI BEL SUOL D'AMORE - L'ITALIA VA (RESTA) IN GUERRA

14 gennaio 2016
...
Libertá vai sognando, e servo a un tempo
vuoi di novo il pensiero,
sol per cui risorgemmo
della barbarie in parte, e per cui solo
    si cresce in civiltá, che sola in meglio
    guida i pubblici fati.

Giacomo LEOPARDI “La ginestra
 
Beh, alla fin fine, si era nel 1911, cent'anni fa, la cultura era quella dei regni e degli imperi, la Storia con la maiuscola era quella delle nuove macchine, la tecnologia aveva fatto la differenza cancellando letteralmente sotto la sabbia dei secoli le civiltà – davvero anch'esse imperiali – che avevano reso appena appena note personalità di “poco conto”, soggetti come - tra gli altri - Dario in Persia, Mahmud di Gazni nel subcontinente indiano, le aspettative erano quelle di una conferma delle mirabili sorti e progressive su cui il poeta aveva ironizzato e le cui attese i politici – al contrario - avevano reso a loro volta imperiture.

lunedì 8 febbraio 2016

Fuori dalla quinta guerra di Libia, fuori dalla NATO

Posted on by  

di Giorgio Cremaschi*
saluti-da-tripoli 
La nuova guerra di Libia della NATO è già iniziata con le azioni di commando e i voli sotto copertura. Tra breve l’intervento militare esplicito verrà dichiarato e l’Italia sarà in prima fila. Le pressioni di questi giorni del governo USA e di quello della Francia servono a superare dubbi tattici ed elettorali, non a imporre una scelta che il governo italiano ha già preso. Il coinvolgimento militare del nostro paese in tutti gli scenari e gli impegni di guerra della NATO è sempre più esteso, in Asia, Africa, Europa. Come ha vantato Renzi l’Italia è tra i primi paesi al mondo per truppe all’estero. Ultimo annuncio quello dell’invio di centinaia di soldati in Iraq per difendere affari privati nella costruzione di una diga.

domenica 7 febbraio 2016

Tornado e reparti speciali, così l' Italia prepara la REinvasione della Libia

come alsolito cercano di farci credere che si va in guerra contro l' ISIS, ma poi parlano di "proteggere" i pozzio di gas e petrolio, ecco un articolo dei tanti.

Tornado e reparti speciali. Così l’Italia prepara l’intervento anti-Isis in Libia
Prende forma la coalizione internazionale. Ma prima serve un governo
3/2/2016 roma
Il pressing degli americani su Roma dura da mesi, Matteo Renzi ha già fatto sapere alla Casa Bianca che l’Italia non ha alcuna intenzione di entrare in guerra in Libia, eppure nella trattativa in corso tra gli Usa e i Paesi alleati nella coalizione anti-Isis si sta facendo strada un nuovo punto di caduta, sul quale si sta trattando ancora, ma che rappresenterebbe una svolta di portata strategica: se e quando il nuovo governo libico sarà operativo, a quel punto partirebbero le procedure per un intervento anti-Isis ma guidato, secondo il modello Iraq, dagli stessi libici e al quale si aggregherebbero unità speciali internazionali, con la partecipazione di Stati Uniti, Italia, Gran Bretagna, Olanda, Francia e, possibilmente, anche di alcuni Paesi arabi.

sabato 6 febbraio 2016

Generale inglese: il Qatar e l'Arabia Saudita hanno attivato una bomba a tempo per creare terrore

ita+eng
Scritto da The Telegraph
Il generale Jonathan Shaw, ex assistente capo del gruppo della difesa inglese, ha detto che il Qatar e l'Arabia Saudita sono responsabili della diffusione dell'Islam radicale.

Il generale Shaw stronca gli alleati arabi occidentali.
Originalmente apparso in “the Telegraph”.
Il Qatar e l'Arabia Saudita hanno innescato una bomba a tempo per sovvenzionare la diffusione globale dell'Islam radicale, secondo un ex comandante delle forze inglesi in Iraq.

venerdì 5 febbraio 2016

L'intervento militare in Libia potrebbe trasformarsi in un nuovo Vietnam

Seimila operatori dei reparti speciali non possono vincere una guerra. La forza della NATO senza gli USA è da dimostrare e gli americani hanno già troppi soldati morti in battaglia da piangere

L’elaborazione dei piani per l’apertura di un terzo fronte nella guerra contro Stato islamico è in corso da settimane. Parliamo di una significativa escalation che potrebbe innescare un effetto domino su larga scala e diffondersi in altri paesi del continente.
Quella definita dal Pentagono come la “decisiva azione militare” in Libia (le ultime stime parlano di tremila combattenti affiliati Isis) potrebbe iniziare nel giro di settimane. Condotta prevalentemente dagli USA, alla campagna militare dovrebbero prendere parte anche Gran Bretagna, Francia e Italia. Negli ultimi due anni, mentre le attenzioni del mondo si siano concentrate in Iraq prima e successivamente in Siria, prendeva corpo il principale incubo per l’Europa: l'acquisizione totale o parziale della Libia da parte delle milizie dello Stato islamico. L’obiettivo del califfato è quello di stabilire un'altra roccaforte nel mondo arabo (ricca di risorse), con il fine di creare un’ideale punto di partenza a nord per lanciare attacchi terroristici sul suolo europeo attraverso il Mediterraneo.

giovedì 4 febbraio 2016

Libia, l'Isis terrorizzata da un cecchino misterioso: eliminati tre comandanti in dieci giorni

Tra gli uomini del califfo iniziano a chiamarlo “il cacciatore” e le sue gesta stanno infiammando i social di mezzo mondo

 
I comandanti dello Stato islamico in Libia vivono nel terrore a causa di un cecchino infallibile che ha eliminato tre figure di alto profilo dell’organizzazione terroristica in soli dieci giorni.
Tra gli uomini del califfo, iniziano a chiamarlo “il cacciatore” e le sue gesta stanno infiammando i social di mezzo mondo.

mercoledì 3 febbraio 2016

Libia – I lager dei migranti

4 maggio 2015
In questi ultimi mesi, i media hanno concentrato la loro attenzione sulle stragi in mare, sui morti causati dagli affondamenti dei barconi che dalla costa settentrionale dell’Africa cercano di raggiungere quella meridionale dell’Europa. Nessuno si è soffermato sulle difficilissime condizioni in cui vivono i migranti che non riescono a partire e vengono incarcerati nei centri di detenzione libici.
In questi giorni, il dramma di queste centinaia di africani è emerso nella dura denuncia, attraverso le colonne del quotidiano, «La Stampa» di Currun Singh, giovane operatore dell’Organizzazione mondiale contro la tortura che lavora a Tripoli Molti migranti vengono incarcerati prima di partire o, una volta in mare, vengono catturati dalla Guardia costiera libica.

martedì 2 febbraio 2016

LA LIBIA SEGRETA DEL TOSSICO OCCIDENTE

Di comidad (del 26/12/2013 @ 02:49:12)

In base alla regola ferrea per la quale di fronte a nessuna tragedia si riesce a mantenersi seri, gli USA ed il Regno Unito hanno costituito una commissione mista incaricata di svolgere indagini in Libia sull'attentato aereo di Lockerbie del 1988; un attentato che la versione ufficiale aveva attribuito ad agenti di Gheddafi. L'attuale governo fantoccio della Libia ha ovviamente assicurato la sua massima collaborazione alle indagini, entrando addirittura a far parte della commissione.
In effetti l'attentato di Lockerbie rimane a tutt'oggi senza una spiegazione. Molti familiari delle vittime non hanno mai creduto alla pista libica, ed il presunto agente di Gheddafi condannato nel 2009 fu graziato per "motivi umanitari", in cambio della rinuncia a presentare appello contro la condanna nel processo di primo grado, che molti osservatori ritennero una farsa giudiziaria.

lunedì 1 febbraio 2016

SI ODIA L'IMMIGRATO E SI AMA LA NATO CHE CE L'HA PORTATO

Di comidad del 14/01/2016 @ 00:07:32

Nel giro di poche settimane l'emergenza terrorismo in Francia è diventata l'emergenza molestie sessuali in Germania. Dato che tra le forme di fanatismo ammesse in Occidente, oltre quella del Dio Mercato, c'è anche l'islamofobia, il governo slovacco ha vietato l'ingresso sul proprio territorio agli immigrati mussulmani, sempre con la motivazione di evitare stupri e molestie. Una strana forma di doppiopesismo, dato che, a quanto pare, il Sacro Occidente neanche scherza quanto ad emergenze stupri del tutto endogene. Nell'aprile dell'anno scorso il governo federale USA ha messo sotto accusa cinquantuno Università dipendenti dai fondi federali (ma non erano tutte private?), per aver insabbiato casi di stupro ai danni di studentesse. Magari anche questo caso era stato enfatizzato in modo strumentale e per secondi fini non ancora chiari, ma dimostra come sia facile e pretestuoso legare la questione stupri all'immigrazione.