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venerdì 28 febbraio 2014

Libia: Assemblea costituente, il flop delle elezioni.

Alle urne si presenta solo il 31.7% degli aventi diritto al voto. In Cirenaica, gruppi islamisti attaccano i seggi elettorali: un morto a Derna. I berberi boicottano il voto.
Roma, 21 febbraio 2014, Nena News – Le elezioni in Libia? Un flop: alle urne non è andato nemmeno un libico su due. Secondo i dati forniti dalla commissione elettorale, ha votato per la formazione dell’Assemblea Costituente solo il 31,7% degli aventi diritto. Sullo sfondo, un clima di altissima tensione, scontri e un morto.

Si trattava del secondo voto democratico dopo le elezioni legislative del luglio 2012. Stavolta si eleggevano i membri dell’organo incaricato di redigere la nuova carta costituzionale libica. La Costituente sarà composta da 60 membri, divisi equamente tra le tre regioni – Cirenaica, Tripolitania e Fezzan; sei seggi sono destinati a donne e sei alle minoranze berbere.

giovedì 27 febbraio 2014

MERCANTI DI UOMINI

di Redazione Cadoinpiedi.it - 24 Gennaio 2014

Spenti i riflettori sulla tragedia di Lampedusa, i migranti sono tornati in un angolo nascosto della mente degli italiani. Eppure, ci sono mercanti che vendono quei viaggi, veri e propri imprenditori dell’immigrazione clandestina. Che fanno business sulla pelle delle persone. Cadoinpiedi.it ne ha parlato con Giampaolo Musumeci, autore con Andrea Di Nicola di Confessioni di un trafficante di uomini (Chiarelettere, 2014).

Spenti i riflettori sulla tragedia del 3 ottobre scorso, con oltre 300 migranti morti in mare, di Lampedusa si parla poco. Del dramma delle persone che salgono su questi barconi, ancora meno. Eppure l'immigrazione non è solo Lampedusa: ci sono altre rotte, e prima ancora che partano quei viaggi della speranza ci sono contrattazioni, risparmi, lacrime, saluti.

mercoledì 26 febbraio 2014

DANIEL ESTULIN: IL PIANO BILDERBERG PER ANNIENTARE L' UMANITA'

21 febbraio 2014
Traduzione di Cristina Bassi, by Dave Hodges, da http://intellihub.com/bilderburg-plan-obliterate-humanity/
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Ho di recente intervistato Daniel Estulin autore di cio’ che sarà un prossimo bestseller, TransEvolution: The Coming Age of Human Deconstruction. [lett:TransEvoluzione: in arrivo l’era della Decostruzione Umana]

Estulin ha scritto questo libro basandosi soprattutto su un documento Bilderberg, “trafugatogli” da un insider Bilderberg.
Il documento risulta ricco di informazioni che decretano la fine della razza umana come la conosciamo.

Hollywood prepara il pubblico Americano all’inevitabile

Hollywood ha fatto milioni su film comeTerminator, Blade Runner, per citarne solo alcuni. Estulin afferma che dei cyborgs o uomini-macchina saranno il futuro in un mondo post-umano. Si avete letto correttamente, potremmo presto trovarci a vivere in un mondo post-umano.

martedì 25 febbraio 2014

Perche' la guerra in Libia?

21 aprile 2011
La Libia non appartiene alla Banca per i Regolamenti Internazionali -144 tonnellate d’oro nella sua riserva – Le coppie che si sposano ricevono 50mila dollari a fondo perduto.


Quale può essere il fil rouge che collega tutti i paesi attaccati – e presi di mira in varie forme – dagli USA e Gran Bretagna con l’aiuto di una serie di ausiliari tradizionali più o meno consapevoli? Libia, Libano, Siria,Irak,Somalia, Sudan, Iran.


Non hanno in comune l’etnia ( Iran è ariano mentre gli altri sono semiti o – Sudan – misti).

lunedì 24 febbraio 2014

Io sto con Gheddafi e con il Popolo Libico.

9 marzo 2011
Voglio cominciare questo post con quanto ha commentato l’utente giuseppe:


(Sto con) Gheddafi tutta la vita. E’ del tutto evidente che siamo di fronte ad una guerra di tipo neocolonialista. “Lor signori” prima si sono fregati i soldi libici investiti in occidente, ora vogliono fregarsi il petrolio che sarà debitamente privatizzato.
I libici ahi loro impareranno le magnifiche virtù del cosiddetto “libero mercato” o come sarebbe meglio definirlo “capitalismo predatorio”. Gli utili da petrolio non saranno spartiti tra i libici ma finiranno alle sette sorelle petrolifere debitamente quotati alla bisca di wall street.
Nel giro di pochi anni il reddito e il tenore di vita dei libici si uniformerà a quello degli altri paesi africani (ora è quello più alto dell’africa…o appena dopo il sud africa).
In compenso i libici avranno il sacrosanto diritto umano alla lamentela: potranno criticare il governo (fantoccio) che li deruba, e ogni cinque anni avranno il diritto di scegliere un governante. I due candidati(generalmente uno di destra e uno di sinistra), faranno finta di litigare parlando di cose del tutto ininfluenti e secondarie. La sostanza non camberà entrambi saranno graditi all’impero e ai cosiddetti mercati (finanziari)…visto che nessuno si sognerà di nazionalizzare il petrolio.

domenica 23 febbraio 2014

Golpe Libico ?

17 febbraio 2014
- di Alessandro Cavallini -

Ieri l’emittente satellitare Al Arabiya ha diffuso la notizia che forze militari vicine all’ex capo di Stato Maggiore libico, Khalifa Haftar, avrebbero tentato di prendere possesso dei centri di potere per dare vita ad un comitato presidenziale. In parole povere, si sarebbe trattato di un golpe. Nelle ore successive la stessa emittente ha diffuso anche un video dello stesso Haftar, nel quale dichiarava che “il comando nazionale dell’esercito libico si sta muovendo per impostare la nuova road map verso la democrazia per salvare il paese dalla sciagura. Terremo incontri con partiti e gruppi di potere per testare la condivisone di questa marcia”. Mentre saliva la tensione e le voci su quanto stesse realmente accadendo in Libia si susseguivano le une alle altre, è poi arrivata in giornata la notizia ufficiale che il premier Zeidan aveva ordinato l’arresto di Haftar e di un gruppo di militari che si erano riuniti senza permesso qualche giorno fa.

sabato 22 febbraio 2014

Nella Libia allo sbando tra attentati e aria di golpe

8 febbraio 2014
- di Gian Micalessin -

Tripoli«Sai cosa c’è rimasto di legale in Libia? Solo l’ora perché ormai il governo non riesce più a cambiare neppure quella». Paolo Greco, un avvocato italiano trasferitosi oltre dieci anni fa a Tripoli e specializzato nell’assistere i connazionali impegolati in Libia sorride, ma non scherza.

Alle sette e trenta di mattina a Tripoli si naviga ancora nel buio pesto. Tra le pieghe di quell’oscurità s’intravvede l’insipienza di un governo incapace persino di riallineare il Paese all’ora solare. Ma in quell’oscurità si mescolano e si confondono le voci che danno per imminente una nuova rivolta, un’ulteriore salto nel buio.
Un salto che forse solo l’inattesa conquista della coppa d’Africa di calcio strappata ai rigori ai grandi favoriti del Ghana potrebbe evitare.

venerdì 21 febbraio 2014

Libia, Siria e ora Ucraina: Le rivoluzioni colorate con la forza.

Le stesse forze che hanno istigato le manifestazioni indisciplinate nel 2011 in Siria stanno ora istigando tali dimostrazioni in Ucraina. Questo almeno è quello che deduco osservando due volantini identici (tranne per la lingua) apparsi prima in Siria e poi in Ucraina che mostrano l’abbigliamento tipico di chi è disposto a combattere. Come spiegare altrimenti la grafica di cui sopra, una volta in arabo e una volta cirillico, ma per il resto identiche ?

Ad accompagnare le manifestazioni e le occupazioni illegali di edifici governativi sono in entrambi i casi brutali attacchi criminali alla altre forze di polizia e del governo. In Siria la parte della violenza è stata fatta da jihadisti stranieri finanziati mentre le bande neo-nazisti sono utilizzati in Ucraina. Le manifestazioni e gli attacchi allo stato sono state pianificate. Non c’è nulla di “pacifico” in manifestazioni che sono solo il coperchio per attacchi contro lo Stato. Ma i politici stranieri e i media, mentono, dicendo di essere preoccupati e minacciano risposte del tutto fuori luogo. E’ una truffa per giustificare il loro “supporto” “occidentale” per i manifestanti e per favorire la violenza.

giovedì 20 febbraio 2014

La Libia fa le prove per entrare nella NATO

12 febbraio 2014
Parte dell'esercito libico si sta preparando, e continuerà a prepararsi per gli standard della NATO in Europa e Stati Uniti. Lo ha recentemente confermato il primo ministro ad interim della Libia, Ali Zidane.

Attualmente, oltreoceano vengono addestrati cinquemila stagisti militari, senza contare quelli che sono recentemente stati inviati in Italia, Turchia e Regno Unito. Si tratta di ufficiali e sottufficiali, che erano già stati inviati a studiare in Pakistan e paesi del Golfo, Marocco, Algeria, Italia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e altri paesi.

In aggiunta, secondo Zidane, “nei prossimi giorni invieremo più di quattrocento stagisti in Italia. La Turchia avrà circa tremila studenti, il Regno Unito inizierà con quattrocento, aumentando poi ulteriormente il loro numero a duemila”. Ma il maggior numero sarà addestrato a partire dall'inizio della prossima estate dagli americani, presso il loro centro di formazione in Bulgaria, dove a frequentare i corsi di quattro mesi saranno circa ottomila soldati libici.

mercoledì 19 febbraio 2014

La Libia sta collocando i suoi militanti nelle zone calde del mondo

6 febbraio 2014
Dopo più di due anni dal rovesciamento del regime di Gheddafi come conseguenza dell'intervento militare in Libia, sono risuonate delle esplosioni. Il 5 febbraio gli estremisti hanno attaccato la sede di una stazione televisiva locale a Bengasi. Poco prima, era stata fatta esplodere una bomba nel cortile della scuola.

Come risultato, ci sono state decine di feriti, diciassette dei quali sono bambini. Inoltre, si verificano quotidianamente attacchi contro gli agenti delle forze dell'ordine, i rappresentanti del governo centrale, e i diplomatici stranieri in Libia. La leadership del paese è impotente nel ristabilire l'ordine. Servendosene, i gruppi terroristici internazionali hanno fondata in alcune parti del deserto delle basi di addestramento, e i militanti giungono da diverse parti del mondo.

martedì 18 febbraio 2014

cento bambini sul barcone affondato

14 ottobre 2013
Sessanta i piccoli passeggeri ancora dispersi. Secondo i superstiti dell'ultima tragedia sul peschereccio c'erano oltre 400 persone. Il naufragio sarebbe stato provocato dalle raffiche di mitra partite da una motovedetta libica impegnata in un'operazione anti-immigrati
di Fabrizio Gatti

Erano almeno cento i bambini a bordo del barcone affondato venerdì 11 ottobre. Lo raccontano i superstiti. Alcuni dei 212 siriani sopravvissuti, suddivisi tra Malta, Lampedusa e Porto Empedocle, hanno spiegato di essere stati obbligati a salire su una barca dove i trafficanti alla fine avevano ammassato tra le 400 e le 450 persone. Il bilancio di quest'ultima strage potrebbe quindi avvicinarsi o superare i duecento morti. In gran parte bambini: ne mancherebbero all'appello una sessantina, secondo le informazioni raccolte dall'Acnur, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

lunedì 17 febbraio 2014

Il club della Cupola Europea del business

Parliamo di cose serie e cominciamo a fare i nomi. Veri.
Quali sono le personalità più influenti nel mondo politico-economico, in Italia?
Berlusconi? Letta? Alfano? Cicchitto? D’Alema? Casini? Monti?……
Nessuno di questi.
Sono tutti intercambiabili.
Sono tutte persone di seconda fila il cui compito consiste nell’imbonire gli italiani, ciascuno secondo le proprie competenze, per far loro credere di vivere sotto una democrazia e quindi eseguire gli ordini dei loro veri padroni.
Chi decide in Europa?
Merkel? Van Rompuy? Olli Rehn? Barroso? Draghi?
Nessuno di questi.
Sono tutti intercambiabili.
Sono tutte persone di seconda fila il cui compito consiste ecc., ecc.
Se io vi dicessi che, oggi come oggi, la persona più importante, più influente, e decisiva, nel campo delle tematiche sociali in Italia -tanto per fare un esempio- è un certo Carlo Bozotti, il 99,99% dei lettori si metterebbe a dire sostenendo “ma chi lo conosce a questo?”.

domenica 16 febbraio 2014

NEW WORLD ORDER – Dai microchip sottocutanei a Wikileaks/ Intervista a Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta (Part 2)

di Umberto Visani.

6) Sempre più spesso si parla di microchip sottocutanei, a volte senza cognizione di causa. Si tratta di una tematica reale oppure no, o quantomeno viene sovrarappresentata?

Questa, purtroppo non è la solita bufala. Obama ha chiarito che renderà obbligatorio nel corso del 2013 l’inserimento del microchip sottocutaneo in tutta la popolazione americana. L’obiettivo è di creare un registro nazionaledi identificazione che permetterà di “seguire meglio i pazienti avendo a disposizione tutte le informazioni relative alla loro salute”. Il nuovo progetto relativo alla salute (HR 3200) è stato adottato recentemente dal Congresso e alla pagina 1001, contiene l’indispensabile necessità per tutti i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario di essere identificati con un microchip, il cui prototipo definitivo è allo studio della FDA (Food and Drug Administration) dal 2004.
Non solo molti volontari si sono già sottoposti a somministrazione di chip sottocutaneo (VERICHIP), ma l’azienda leader nel settore della bioingegneria, la SOMARK, un tatuaggio basato sulla tecnologia RFID con numeri e codici a barre che dovrebbero sostituire il chip ed essere inseriti sulla mano destra e sulla fronte. Il tatuaggio della SOMARK – testato a partire dal 2007 sui ratti – rimane invisibile ma leggibile attraverso una strumentazione specifica. L’applicazione avviene in meno di tre secondi e non reca problemi alla pelle. Con esso, così come con il VERICHIP1, la popolazione potrà essere controllata in ogni suo movimento. Chip e tatuaggio possono contenere infatti dati personali, cartella clinica, coordinate bancarie, etc. oltre a un dispositivo di localizzazione GPS.

sabato 15 febbraio 2014

Nuovo Ordine Mondiale: parlano Enrica Perucchietti e Luca Marletta

di Umberto Visani.

Nuovo Ordine Mondiale: i media ne parlano da tempo, molto spesso in un’ottica però totalmente fuorviante, che ha fatto sì che la tematica venga di sovente associata a becero cospirazionismo quando, al contrario, sono gli stessi “optimates” del mondo moderno e coloro che ne tirano le fila a parlarne e, cosa ben più rilevante, a condurre verso tale nuova realtà le masse ignare.

In tal senso, l’uscita il prossimo marzo del saggio “Governo Globale”, scritto a quattro mani dalla Dott.ssa Enrica Perucchietti – giornalista e scrittrice – e dal professor Gianluca Marletta – anch’egli scrittore nonché professore di italiano presso un istituto superiore di Roma – rappresenta un’opera egregia, dal momento che analizza la tematica con estrema precisione e chiarezza, fornendo al lettore un quadro estremamente preciso e circostanziato dell’operato dei “padroni del mondo”.

venerdì 14 febbraio 2014

Domenico Moro e le scottanti verità sul gruppo Bilderberg.

Per conoscere meglio natura e strategia del gruppo Bilderberg, un’ intervista allo scrittore che ha messo alla berlina quelle ricche elite complottiste transnazionali che, pur non essendo elette da nessuno né delegate da alcuna autorità pubblica, agiscono in modo segreto per sovradeterminare i destini del mondo.

Cos’ è il club Bilderberg e cos’è la Trilateral?
Il Club Bilderberg e la Commissione Trilaterale sono le due più importanti organizzazioni della classe capitalistica transnazionale, ovvero lo strato superiore del capitalismo mondiale. I loro incontri annuali mettono in contatto i vertici del mondo economico (multinazionali industriali e banche internazionali), con i vertici del mondo politico e istituzionale (capi di Stato e di governo, ministri economici, commissari europei, responsabili delle banche centrali) e del mondo culturale (think tank, università, fondazioni e centri di studio). Il Club Bilderbeg, nato nel 1954, ha un carattere “atlantico”, riunendo personalità che provengono da Usa, Canada ed Europa occidentale. La Trilaterale nasce nel 1973 come filiazione del Bilderberg, con l’intento di allargare la partecipazione alle élite capitalistiche non occidentali, prima al Giappone e poi ad altri Stati come la Corea del Sud, l’Indonesia, l’Australia, il Messico. L’importanza delle due organizzazioni è testimoniata dal fatto che numerosi primi ministri e alti burocrati italiani ed europei, prima di diventare tali, hanno ricevuto una sorta di imprimatur dai due gruppi o ne sono stati dirigenti. Ad esempio, Tommaso Padoa-Schioppa, Giulio Tremonti, e Mario Draghi hanno partecipato agli incontri annuali del Bilderberg, mentre Romano Prodi e Mario Monti hanno fatto parte del suo comitato direttivo. Enrico Letta è stato dirigente della Trilaterale e l’anno prima di essere nominato premier partecipò all’incontro del Bilderberg.

giovedì 13 febbraio 2014

Zeidan vuole riabilitare la monarchia libica

Posted: 2014-02-07
From: Mathaba
Non c'è limite al peggio, ora il governo fantoccio libico pensa addirittura al ritorno della monarchia.

Sembra una bufala ma purtroppo non è così: il Primo Ministro del governo fantoccio libico ha proposto al GNC (il parlamento libico) una legge per riabilitare il ruolo di Re Idris e dei suoi eredi.

mercoledì 12 febbraio 2014

Libia, sicurezza nel caos

L'ennesima evasione da un carcere rivela lo sbando della sicurezza interna al Paese
Andrea Ranelletti Mercoledì 5 Feb 2014, 17:44
Un Nordafrica in difficoltà continua a guardare con timore all’involuzione del percorso post-rivoluzionario della Libia, Paese che giorno dopo giorno assiste impotente al deterioramento delle proprie istituzioni e della situazione della sicurezza interna. Nuovi tasselli si aggiungono quotidianamente al mosaico dell’instabilità libica, aumentando il senso di sfiducia di una cittadinanza estenuata e in preda al timore. Una violenza diffusa e cieca si sta insinuando tra le pieghe della realtà giornaliera, determinando il collasso dello stato di diritto e la penetrazione dell’illegalità nel cuore del Paese.

martedì 11 febbraio 2014

Commandos americani nel sud della Libia

Posted: 2014-02-01
From: Mathaba
Fonti militari francesi hanno dichiarato che corpi d'elite dell'esercito americano sono dislocati nel sud della Libia


Secondo un articolo apparso sull'edizione online di un grande quotidiano francese truppe speciali americane sono dislocate ''in incognito'' nel sud della Libia.

lunedì 10 febbraio 2014

I «liberatori» venuti dal Qatar

di : Manlio Dinucci
giovedì 17 novembre 2011 - 01h57

I miraggi sono frequenti, specie nel deserto libico. Ne è affetto Farid Adly che, convinto della «genuinità della rivoluzione», continua a vedere un Cnt che «ha sì chiesto, accortamente, l’aiuto delle forze internazionali, ma si è anche opposto a qualsiasi intervento di terra» (Progetto Lavoro, ottobre). Eppure molti dei «ribelli libici», che la televisione ci mostra, non sono libici. Sono commandos del Qatar, addestrati e diretti dal Pentagono, camuffabili grazie alla lingua e all’aspetto.

domenica 9 febbraio 2014

La Libia da Gheddafi ad Al Qaida: terrorismo, CIA e militarizzazione dell’Africa

Un articolo di Marc Vandepitte
Gli Stati Uniti sono davvero in guerra contro il terrorismo in Africa, o piuttosto lo suscitano per utilizzarlo a loro vantaggio ? Inchiesta di Marc Vandepitte.

7 novembre 2013
Stato debolissimo

L’11 ottobre il Primo Ministro libico è stato brutalmente rapito, per poi essere liberato nel giro di qualche ora. Questo sequestro è sintomatico della situazione del paese. Il 12 ottobre un’auto bomba è esplosa vicino alle ambasciate della Svezia e della Finlandia. Una settimana prima l’ambasciata russa era stata evacuata dopo essere stata invasa da uomini armati. Un anno fa era successo lo stesso all’ambasciata statunitense. L’ambasciatore e tre collaboratori vi avevano trovato la morte. Altre ambasciate erano state in precedenza prese di mira.

sabato 8 febbraio 2014

Dichiarazione del Movimento nazionale popolare di Libia

febbraio 1, 2014

Eventi politico-militari in Libia nel gennaio 2014
Il 9 gennaio elementi armati della tribù Tubu di Murzuq avevano assaltato la stazione di polizia di Tragan, a 140 km a sud di Sabha, per scovare e uccidere il capo della brigata al-Haq, Mansur al-Aswad, vicecomandante militare di Sabha, in rappresaglia per i crimini commessi dalla sua milizia, Abu Sayf, negli scontri del 2012, sempre a Sabha. Il 18 gennaio, un gruppo della Resistenza aveva occupato la base aerea di Taminhant, a 30 km ad est di Sabha, lasciandola poi alle truppe Tubu del Consiglio militare di Murzuq, guidato dal colonnello Barqa Warduqo, per poi riconsegnarla alle unità della Resistenza. Il 16 gennaio precedente, elementi della 25.ma Brigata, composta da Tubu e che controllava la centrale elettrica di Sarir, nell’oasi di Jalu, Massala e gli impianti petroliferi al-Shula nella Libia orientale, subivano un agguato dove tre soldati furono uccisi. Il comandante Muhammad Salah riteneva che gli aggressori fossero gli stessi che nel dicembre 2013 tentarono di assaltare Sarir, in cui cinque di loro furono uccisi. Gli operai della centrale di Sarir smisero di recarsi al lavoro, causando blackout a Tripoli e a Bengasi. Presso Agheila, sulla costa nord-occidentale della Libia, la milizia di Zawiya si scontrava con la tribù Warshafana. Gli islamisti di Misurata e i miliziani di Zintan intervenivano in supporto dei miliziani di Zawiya, il 20 gennaio, ma dovettero ritirarsi il 21 gennaio dopo aver subito 18 morti ad opera della guerriglia dei Warshafana filo-Jamahiriya. Scontri per il controllo dell’oasi di Qufra, tra Tubu e i Zuwaya del CNT, si ebbero sempre il 20 gennaio. Altri scontri venivano registrati anche a Zintan, Jamil, Raqdalin, Surman, Misurata, Abu Isa, Harish, Zahra, Tarhuna, Bani Walid, Sirte, Aghedabia, Marsa al-Briga, Ras Lanuf, Bin Jawad, al-Uqaylat, Saluq, Tobruq e nei quartieri di Abu Salim e Ain Zara a Tripoli. Scontri a fuoco a Bengasi, presso il palazzo di giustizia, mentre l’incendio nella centrale elettrica di Muzdawzha provocava dei blackout. L’ambasciata libica a Cairo alzava la bandiera della Jamahiriya e il personale riconosceva il sostegno alla Resistenza e chiedeva aiuto alle autorità di sicurezza egiziane.

venerdì 7 febbraio 2014

La guerra segreta in Libia

gennaio 23, 2014

Eric Draitser Global Research, 22 gennaio 2014
Le battaglie che attualmente infuriano nel sud della Libia non sono semplici scontri tribali. Invece, rappresentano la possibile nascente alleanza tra gruppi etnici neri libici e forze pro-Gheddafi intente a liberare il Paese dal governo neocoloniale installato dalla NATO. Il 18 gennaio, un gruppo di combattenti pesantemente armati ha preso d’assalto una base aerea presso la città di Sabha nella Libia meridionale, espellendo le forze fedeli al “governo” del primo ministro Ali Zaydan e occupando la base. Allo stesso tempo, iniziano a filtrare notizie dal Paese secondo cui la bandiera verde della Gran Giamahiria Araba Libica Socialista Popolare sventola su un certo numero di città nel Paese. Nonostante la scarsità di informazioni verificabili, il governo di Tripoli ha fornito solo dettagli vaghi e non confermati, una cosa è certa: la guerra in Libia continua.

giovedì 6 febbraio 2014

Cosa succede in Libia?

gennaio 21, 2014

Eventi militari in Libia: dicembre 2013 – gennaio 2014

A Bengasi, dal 24 al 26 novembre 2013, le forze speciali dell’esercito del CNT si scontrarono con gli islamisti del gruppo salafita jihadista Ansar al-Sharia, dopo che avevano attaccato le forze di sicurezza locali causando almeno 14 morti e decine di feriti. Nella città di Derna, altra roccaforte islamista, aggressori non identificati facevano esplodere gli uffici utilizzati dalle organizzazioni non governative. Il 1 dicembre decine di manifestanti avevano bloccato diverse strade bruciando pneumatici e invocato lo sciopero per porre fine all’anarchia in città, e il 2 dicembre ignoti spararono contro i manifestanti ferendone almeno quattro. In precedenza un gruppo denominato brigata Abu Baqr al-Sidiqi aveva affisso dei volantini che minacciavano chiunque manifestasse contro gli islamisti. Intanto al-Qaida costituiva l’emirato di Derna guidato da Abdelqarim al-Hasadi, ex-detenuto di Guantanamo. Al-Hasadi era un aiutante del capo di al-Qaida di al-Bayda, Qairallah al-Barasi. A Bengasi, un militare veniva ucciso e una clinica collegata ad Ansar al-Sharia veniva distrutta.

mercoledì 5 febbraio 2014

Le milizie appoggiate dalla CIA collegate all’attacco a Bengasi, in Libia

gennaio 2, 2014
Patrick Martin WSWS 30 dicembre 2013
Un lungo reportage in prima pagina sul New York Times fornisce un’ulteriore conferma che l’attacco a un complesso statunitense a Bengasi, in Libia, nel settembre 2012 sia stato il risultato dell’impiego da parte dell’amministrazione Obama dei terroristi islamisti nella guerra contro il regime libico di Muammar Gheddafi. L’articolo del Times, basato su decine di interviste a Bengasi, afferma che l’attentato che uccise quattro statunitensi, tra cui l’ambasciatore Christopher Stevens, fu effettuato da libici già alleati del governo degli Stati Uniti nella guerra del 2011 che rovesciò e uccise Gheddafi. Il corrispondente del Times David D. Kirkpatrick, scrive che l’attacco non fu organizzato da al-Qaida o da qualche altro gruppo esterno alla Libia, ma “da combattenti che avevano beneficiato direttamente della potenza aerea e del supporto logistico della NATO durante la rivolta contro il Colonnello Gheddafi.”

martedì 4 febbraio 2014

Mathaba chiama Italia

Posted: 2014-01-27
From: Mathaba
Mathaba News Agency, leader nell' informazione indipendente, ha bisogno anche di te !


Mathaba News Network combatte da anni contro la falsa informazione dei media Main Stream, colossi finanziati da potentissime lobby e organismi governativi.


Ma Mathaba è qualcosa di diverso, Mathaba è un grande network indipendente basato sul lavoro di volontari da tutto il mondo che, come te, credono che il serpente della falsa informazione va combattuto e sconfitto.

lunedì 3 febbraio 2014

Cronaca di un fallimento annunciato

Libia, maggio 2011 - L’obiettivo era immorale, la strategia era costruita sulla menzogna, l’ONU ha deliberato sulla base di false informazioni, la risoluzione 1973 è stata strumentalizzata, i civili da “proteggere” sono stati uccisi, allora il fallimento è inesorabile
di Amar Djerrad



Vi è una successione e concordanza di avvenimenti che obbedisce a una funesta strategia che tende a dividere, suscitare conflitti, creare odio e avversione tra le nazioni prese di mira! Dopo la Tunisia e l’Egitto, ecco lo Yemen e il Bahrein, seguiti dalla Libia e dalla Siria. La particolarità è che alcune rivolte popolari sono reali, spontanee e legittime, altre invece sono suscitate secondo una agenda, una strategia che ha obiettivi egemonici e colonialisti, che prende soprattutto di mira i paesi anti-imperialisti, anti-egemonici o anti-sionisti, vale a dire la Libia e la Siria. Il più demonizzato, in un modo che sfiora la follia, è certamente Gheddafi. E’ stata messa in campo per lui una mostruosa macchina di propaganda da parte di televisioni occidentali e di quelle delle petromonarchie del golfo; questi gadget mediatici al servizio della CIA e del MI6 (Military Intelligence, sezione 6).

domenica 2 febbraio 2014

Resistenza Verde & Neri Libici stanno liberando la Jamahiriya dal governo fantoccio neo-colonialista installato dalle forze Sion-NATO

La guerra segreta in Libia (ITA+ENG)

23/01/2014 – Eric Draitser, Global Research

Le battaglie che attualmente infuriano nel sud della Libia non sono semplici scontri tribali. Invece, rappresentano la possibile nascente alleanza tra gruppi etnici neri libici e forze pro-Gheddafi intente a liberare il Paese dal governo neocoloniale installato dalla NATO. Il 18 gennaio, un gruppo di combattenti pesantemente armati ha preso d’assalto una base aerea presso la città di Sabha nella Libia meridionale, espellendo le forze fedeli al “governo” del primo ministro Ali Zaydan e occupando la base. Allo stesso tempo, iniziano a filtrare notizie dal Paese secondo cui la bandiera verde della Gran Giamahiria Araba Libica Socialista Popolare sventola su un certo numero di città nel Paese. Nonostante la scarsità di informazioni verificabili, il governo di Tripoli ha fornito solo dettagli vaghi e non confermati, una cosa è certa: la guerra in Libia continua.

sabato 1 febbraio 2014

Libia: continua la riscossa della Jamahiriya

Pubblicato da Stefano il 27 gennaio 2014
Da alcuni giorni la Resistenza Libica ha assunto il controllo pressochè totale del sud della Libia, ma anche d’importanti zone della Tripolitania, per esempio i valichi al confine con la Tunisia e alcuni centri a pochi passi dalla capitale Tripoli. La principale città in cui s’è tornata ad issare la bandiera verde è Sabha, capoluogo del Fezzan, che è anche stata oggetto d’intensi bombardamenti da parte del regime fantoccio insediato dalla NATO e dal Qatar nel 2011. Le notizie provenienti dalla Libia parlano d’una continua avanzata della Resistenza ai danni delle forze del regime dei “ribelli”, fatta di piccole ma costanti e significative conquiste territoriali.