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giovedì 20 febbraio 2014

La Libia fa le prove per entrare nella NATO

12 febbraio 2014
Parte dell'esercito libico si sta preparando, e continuerà a prepararsi per gli standard della NATO in Europa e Stati Uniti. Lo ha recentemente confermato il primo ministro ad interim della Libia, Ali Zidane.

Attualmente, oltreoceano vengono addestrati cinquemila stagisti militari, senza contare quelli che sono recentemente stati inviati in Italia, Turchia e Regno Unito. Si tratta di ufficiali e sottufficiali, che erano già stati inviati a studiare in Pakistan e paesi del Golfo, Marocco, Algeria, Italia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e altri paesi.

In aggiunta, secondo Zidane, “nei prossimi giorni invieremo più di quattrocento stagisti in Italia. La Turchia avrà circa tremila studenti, il Regno Unito inizierà con quattrocento, aumentando poi ulteriormente il loro numero a duemila”. Ma il maggior numero sarà addestrato a partire dall'inizio della prossima estate dagli americani, presso il loro centro di formazione in Bulgaria, dove a frequentare i corsi di quattro mesi saranno circa ottomila soldati libici.

Per la tempestosa Libia, il suo moderno e addestrato esercito rappresenta il principale e unico garante della sicurezza e della stabilità. Come affermato in un'intervista al portale “Magharebia” l’attivista politica libica Nadia Jaaoda: "non c'è speranza di costruire uno Stato senza creare per questo un esercito”.

Ma in Libia formare tranquillamente forze armate pronte al combattimento è impossibile. Come sapete, dall'inizio dell'anno nel paese sono aumentati drasticamente gli scontri armati tra le forze del governo ad interim, gli islamisti, e i gruppi di sostenitori di Gheddafi. La capacità del governo centrale di controllare la situazione è notevolmente diminuita. Quindi, il colonnello Hassan al-Akuri ha dichiarato che il sud della Libia è controllato dalle tribù che simpatizzano con le idee di Gheddafi: "Possono creare una regione autonoma o un proprio stato, e nominare come capo il figlio di Gheddafi, Saadi Gheddafi. Il nuovo stato venderà il suo petrolio attraverso i porti di Tripoli, e in caso di resistenza delle autorità, verrà semplicemente ignorato l’approvvigionamento idrico della capitale, e le costringeranno a cedere”. Il 13 gennaio il capo di una tribù, Issa Mansour, ha ricordato in un'intervista a “Paris Match” anche gli altri avversari nel sud della Libia: "Siamo in guerra con al-Qaeda. Vogliono distruggerci, a prendere le nostre terre e controllare i confini con il Ciad e il Niger”.

Apparentemente, le forze che sostengono il governo di transizione di Tripoli devono unirsi per affrontare la minaccia comune. Ma questo non sta accadendo. Secondo un ex comandanti dei ribelli, le “figure forti” in parlamento e nel governo, stanno cercando di creare dei nuovi gruppi armati con nuovi nomi, come la Guardia Nazionale, in modo che nelle loro mani abbiano tutta la forza armata”. Di conseguenza, tutti questi gruppi concorrenti impediscono attivamente la creazione di un esercito unito e forte. Anche l’esperto della Libia presso il Carnegie Endowment for International Peace, Frederic Wehrey, è d'accordo con lui. A parer suo, qualsiasi tentativo di formare una nuova struttura militare sotto l’influenza di un gruppo, appare agli altri gruppi come una vittoria per l'avversario.

Sono falliti anche i più piccoli tentativi di invertire questa situazione. La piccola base di formazione per le operazioni speciali, creata la scorsa estate nella zona di Tripoli, è stata chiusa dopo che alcuni uomini armati hanno saccheggiato il suo arsenale.

Così, in Europa stanno preparando l'esercito del paese, dove molti cittadini sono attivamente combattendo l'uno contro l'altro per idee del tutto diverse. Si sa che tra le fila ci sono anche molti ex allievi militari dell'esercito di Gheddafi. Ma se gli altri siano degli islamisti convinti, questo nessuno può dirlo.

Il programma della NATO cerca di integrare gli ex rivoluzionari per ricreare le forze armate del paese. Ma ora migliaia di cittadini libici stanno combattendo contro le forze governative in Siria. Il fatto che in Europa, eventualmente, si stiano preparando i rinforzi per i soldati che combattono oggi contro il governo in Libia, non lo può negare nemmeno l'esercito americano. La questione è se qualcuno degli “stagisti” libici, che vengono ora addestrati secondo gli standard della NATO, vorrà poi portare le proprie idee rivoluzionarie anche in Europa.

Fonte: http://italian.ruvr.ru/2014_02_12/La-Libia-e-stata-accettata-nella-NATO-3519/

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