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mercoledì 16 settembre 2020

Il messaggero dell’odio Bernard-Henry Lévy corre ad appoggiare l’opposizione bielorussa. Breve storia delle precedenti imprese di B-52

 

Merita indubbiamente un premio internazionale come «miglior messaggero dell’odio» e se invecwe ci fosse un tribunale per chi ha fomentato guerre distruttive, dovrebbe essere fra i primi a esservi sottoposto. Bernard-Henry Lévy, che tutti si ostinano a chiamare «filosofo francese»  (l’aggettivo è in effetti veritiero), ha offerto il proprio appoggio alle cause più nefaste: violenti gruppi islamisti in grado di uccidere interi paesi, guerre di aggressione Nato-petromonarchiche, battaglioni destrorsi, rivoluzioni violentemente «colorate»  .

Un esibizionista guerrafondaio senza esitazioni, vate della morte (altrui). Chiamiamo dunque questo parapolitico, anziché Bhl (l’acronimo con il quale è noto), B-52. E’ al tempo stesso il nome del bombardiere Usa tristemente famoso fin dal Vietnam (e il nostro uomo ama i cacciabombardieri), e di un cocktail (il nostro uomo è molto mondano). «Là dove arriva questo architetto delle ‘rivoluzioni colorate’, il sangue scorrerà» , si legge in questo articolo che denuncia la nuova campagna militare del politico francese: quella in appoggio all’opposizione in Bielorussia, impegnata in un tentativo alla Maidan (Ucraina).

Dimmi chi ti appoggia e ti dirò chi sei. E’ lo stesso B-52 a rivelare con un tweet l’affettuoso incontro, “a Vilnius, con Svetlana Tikhanovskaia, egeria della rivoluzione bielorussa e volto dell’opposizione al tiranno Lukashenko”. Già: la «rivoluzione bielorussa»  I cui intenti sono stati dichiarati da una dei portavoce: «Vogliamo bloccare l’economia bielorussa con gli scioperi. Più la popolazione vede peggiorare il suo livello di vita, più presto potremo prendere il potere» .

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martedì 15 settembre 2020

IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

 

Andrea Cecchi, 12 maggio 2020.

Può un virus arrivare proprio nel momento esatto per essere considerato come una vera e propria benedizione? Sarebbe quasi un’eresia rispondere di si. Invece, per gli operatori finanziari, è proprio ciò che è accaduto.

Ricapitoliamo.

A giugno 2019 il mercato dei REPO stava iniziando a collassare mostrando segnali di pericolo sistemico.  La maggior parte della gente non sa neanche che cosa siano i REPO.

 

In pratica sono operazioni di pronti contro termine con cui le banche e i maggiori operatori economici si scambiano asset (principalmente titoli di stato) con operazioni di durata brevissima allo scopo di ottenere liquidità istantanea per le ragioni legate soprattutto al rischio controparte che scaturisce da operazioni altamente speculative nel mercato dei derivati.  Il campanello d’allarme inizia a suonare a giugno. A settembre 2019 la situazione diventa preoccupante. Quanto preoccupante? Tipo da “mani nei capelli e bocca spalancata” preoccupante.