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martedì 16 giugno 2020

L’Onu sta a guardare mentre Erdogan e i Fratelli Musulmani distruggono la Libia

8 Giugno 2020.
Di Vanessa Tomassini.
La Libia continua a precipitare in un vortice di morte e violenza dopo che il Governo di Accordo Nazionale (GNA), con base a Tripoli e sostenuto dalla Turchia di Recep Tayyip Erdogan, ha rifiutato qualsiasi accordo di cessate il fuoco nonostante numerosi appelli della Comunità internazionale per una tregua. Dopo il ritiro del Libyan National Army (LNA) dalla Libia occidentale per proteggere i civili dal fuoco indiscriminato delle milizie di Fayez al-Serraj e Fathi Pashagha, sabato il generale Khalifa Haftar ha inviato consistenti rinforzi dalle città di Bengasi e Marj, a Sirte, comprese le Forze Speciali, anche conosciute come la Brigata Al-Saiqa, guidata dal comandante Wanis Bukhamada.
Secondo militari di Sirte, più di 30 membri delle milizie del GNA sono stati uccisi nella periferia della città che ha dato i natali al colonnello Muammar Gheddafi. L’LNA guidato dal feldmaresciallo Haftar ha respinto le milizie di Tripoli e Misurata, costringendole a ritirarsi oltre l’area di Al-Washka sabato. L’LNA ha anche affermato di aver abbattuto due droni turchi, bruciando più di una dozzina di veicoli appartenenti alle milizie Al-Wefaq a causa dei bombardamenti aerei e alla prontezza dell’esercito libico sugli assi di Sirte.
Per trovare una soluzione pacifica alla crisi, dopo la ripresa dei colloqui del gruppo di contatto sponsorizzato dalle Nazioni Unite a Ginevra (5 + 5), il generale Haftar e il presidente del parlamento libico, Aquila Salah, sono arrivati al Cairo per colloqui di alto livello con il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi. Durante una conferenza stampa congiunta, i tre hanno annunciato un nuovo piano per la Libia, che mira a consentire legittime elezioni presidenziali e parlamentari. Haftar ha accettato la nuova iniziativa politica che include un cessate il fuoco da lunedì e un piano di pace a lungo termine. La Comunità internazionale ha accolto con favore la “Dichiarazione del Cairo”, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania e l’Ambasciata degli Stati Uniti in Libia; mentre l’Italia e la Turchia sono rimaste in silenzio, così come la Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL).
Parlando a fianco di Haftar e Aquila Saleh, Sisi ha proposto un piano che prevede colloqui a Ginevra, l’elezione di un consiglio direttivo, lo scioglimento delle milizie e l’uscita di tutti i combattenti stranieri dalla Libia. Il GNA di Serraj e l’Alto Consiglio di Stato, guidato dall’esponente della Fratellanza Musulmana, Khaled al-Meshri, hanno respinto le proposte dell’Egitto. Mentre la maggior parte dei libici hanno criticato sui social network la posizione di UNSMIL, accusando in particolare la Rappresentante Speciale del Segretario Generale (SRSG), Stephanie Williams, di non essere neutrale, patteggiando per il GNA, in particolare per il ministro dell’Interno Fathi Pashagha. I libici hanno chiesto di nominare con urgenza un nuovo inviato dopo le dimissioni di Ghassan Salamé a marzo. Va detto che Francia e Italia, i principali attori europei coinvolti nel fascicolo libico, hanno precedentemente concordato di trovare un nuovo inviato delle Nazioni Unite nel Paese nordafricano.

domenica 14 giugno 2020

Auto di lusso sparite in Canada: finivano in Turchia e Libia passando da Gioia Tauro

 
Chevrolet Camaro, Mercedes Glc 4.3 Amg e coupé, ma anche Suv, Jeep della Land Rover, Hyundai ed altre ancore: tutte auto di lusso dai costi che vanno dai 50 agli oltre 100 mila euro.
Vetture di “categoria”, rubate in nord America, e che dopo essere partite da Montreal, in Canada, in dei container e via nave passavano dall’Italia per arrivare in Turchia ed in Libia, rispettivamente nei porti di Mersin e Khoms, per essere rivendute a persone facoltose ed a cifre che, seppur elevate, erano comunque convenienti rispetto ai normali prezzi di mercato.