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mercoledì 30 novembre 2016

La rivincita del popolo Libico si avvicina

dall' originale: La vendetta di Gheddafi si avvicina.
Tunisie Secret 12 novembre 2016
Dalla distruzione della Libia da parte del barboncino di Obama, Nicolas Sarkozy, e del cammello di Hillary, Hamad del Qatar, non ci sono più sicurezza, leggi o soldi. Un terzo dei libici, quasi 3 milioni, è rifugiato in Tunisia, Egitto, Africa ed Europa. Inoltre lo SIIL è ben consolidato in Libia, le milizie islamiste governano gran parte del Paese con terrore, saccheggio e traffico di ogni tipo. Una situazione caotica che ha favorito il ritorno in scena dei gheddafisti. Per la rivista Middle East Eye, Mathieu Galtier analizza questi sviluppi.
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martedì 29 novembre 2016

Email di Hillary, dinari d’oro e Primavera araba

2 luglio 2016
F. William Engdahl, New Eastern Outlook 17 marzo 2016
Sepolto tra decine di migliaia di pagine e-mail segrete dell’ex-segretaria di Stato Hillary Clinton, ora rese pubbliche dal governo degli Stati Uniti, c’è un devastante scambio di e-mail tra Clinton e il suo confidente Sid Blumenthal su Gheddafi e l’intervento degli Stati Uniti coordinato nel 2011 per rovesciare il governante libico. Si tratta dell’oro quale futura minaccia esistenziale al dollaro come valuta di riserva mondiale. Si trattava dei piani di Gheddafi per il dinaro-oro per l’Africa e il mondo arabo.golddinar6

lunedì 28 novembre 2016

La conferma che Gheddafi fu ucciso per il progetto “dinaro d’oro panafricano”.

Posted on
Moammar Gadhafi
Le guerre dell’imperialismo contro i non allineati. La Libia di Gheddafi era una minaccia del sistema occidentale perché voleva rendere indipendente e ricca l’Africa attraverso il dinaro d’oro. Per questo motivo è stato ucciso Muammar Gheddafi e distrutta una nazione. Nicolas Sarkozy arrivò a definire la Libia una “minaccia alla sicurezza finanziaria del mondo”. Comprendi queste parole?
Cosa dicono quei quattro disperati libici, o presunti tali, che manifestavano in giro per l’Europa contro il colonnello Gheddafi? Cosa pensano adesso della distruzione della loro nazione? Sono felici? Sicuramente il colonnello non sarà stato un santo, come tra l’altro non lo è nessun presidente/governatore/politico/ecc… Però manifestare per la distruzione della propria nazione è semplicemente da malati mentali. L’imperialismo, l’occidente tutto è contro la vita. Il Nuovo Ordine Mondiale, a cui la maggioranza non crede, e ci trova pure da ridere, passa attraverso la distruzione e la morte di chi è indipendente. Alla speculazione non interessa una banana della vita della gente. Basta vedere quante guerre sono state causate dal 1900 ad oggi. Non passa giorno che non scoppi una nuova guerra. Eppure dovremmo affogare nel BENESSERE più sfrenato. Ed invece viviamo in un mondo di sofferenza. Anche gli occidentali stessi, che si credono liberi, soffrono ogni giorno sempre più. Siamo tutti sempre più schiavizzati.

domenica 27 novembre 2016

Spese militari: quei 64 milioni al giorno per caccia, missili e portaerei

La corsa agli armamenti è aumentata negli ultimi anni. Stimati in più di 23 miliardi gli investimenti per il 2017. Il record di Bersani: dal 1993 è  il ministro che ha destinato più risorse

- di GIANLUCA DI FEO -
SULLA CARTA nascono come navi a doppio uso, un ibrido destinato un po’ ad aiutare la Protezione civile in caso di calamità e un po’ a combattere. E così vengono presentate al Parlamento. Ma poco alla volta il progetto prende la forma di una nuova portaerei e i pattugliatori si trasformano in agguerrite fregate. Oppure sono prototipi di aereo ideati dalle aziende come iniziativa privata, senza che l’Aeronautica ne abbia manifestato l’esigenza; poi dopo qualche anno di tira e molla vengono acquistati a decine dallo Stato. Il tutto sotto gli occhi di senatori e deputati, molte volte distratti ma in alcuni casi fin troppo interessati.

sabato 26 novembre 2016

Libia: il ritorno dei lealisti di Gheddafi

In Libia, la gente sta cominciando a fare paragoni tra il passato e il presente e preferisce il passato di Gheddafi

Di Mathieu Galtier. Middle East Eye (11/11/2016). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. ( e con le mie precisazioni)

La situazione in Libia è talmente caotica che ormai si parla di “libianizzazione”: una combinazione fatale di balcanizzazione, intesa come la divisione di uno Stato in regioni autonome, e somalizzazione, intesa come la caduta del governo a favore di milizie.
Al momento, il paese ha tre governi. Negli ultimi cinque anni, la Libia ha assistito a due elezioni generali, un colpo di Stato fallito, l’arrivo di Daesh (ISIS) e conflitti etnici. La situazione è talmente disastrosa, e molti fanno appello al ritorno alla Jamahiriya, lo “Stato delle masse”, instaurato da Muammar Gheddafi.

venerdì 25 novembre 2016

Un triangolo tra Libia e Sicilia La rotta delle flotte fantasma

Una misteriosa petroliera e traffici illegali in alto mare. L'indagine dei serviziporta allo scalo di Augusta

Una petroliera a Benghazi  
 Una petroliera a Benghazi 
 
In quel triangolo di mare tra il caos della Libia, l’isola di Malta e la Sicilia ogni giorno navigano cargo che vogliono mantenere segreta l’identità e il carico trasportato. Negli anni hanno cambiato nome e armatore, hanno issato vessilli diversi ma sempre «di convenienza», concessi da Paesi dove le capitanerie fanno poche domande.
Come il mercantile lungo 82 metri, stazza lorda di oltre duemila tonnellate e battente bandiera di Palau, che da settimane fa avanti e indietro tra il porto di Augusta e gli ancoraggi al largo di La Valletta. Le dimensioni medie raccontano che la nave è adibita al trasporto di prodotti petroliferi già raffinati, l’appartenenza di facciata alla flotta della minuscola Repubblica in Micronesia e gli spostamenti sospetti lasciano immaginare che questi traffici siano illegali. La petroliera è tenuta sotto osservazione. I servizi segreti di alcuni Paesi, Italia compresa, starebbero conducendo un’inchiesta riservatissima attraverso controlli sui tanker che seguono le rotte in queste acque opache: a poche miglia dalla costa nordafricana spengono il trasponder per non essere intercettati, usano le ore di invisibilità per approdare a porti libici come quello di Zuwara. È la stessa area controllata dalle più pericolose bande criminali dedite alla tratta dei migranti, anche il traffico di greggio servirebbe ad alimentare le offensive militari e le operazioni terroristiche dei gruppi estremisti.

giovedì 24 novembre 2016

Libia: spariti anche i soldi dei danni del colonialismo italiano

Sparito il tesoro italiano in Libia Tripoli e le aziende lo reclamano

I soldi del fondo Berlusconi-Gheddafi usati per altro in varie finanziarie tra 2013 e 2014. Beffati i creditori

mercoledì 23 novembre 2016

Meno missioni militari e reddito minimo per i più poveri. 115 proposte per una manovra alternativa (e a costo zero)

Mentre prosegue l’esame degli emendamenti alla legge di Bilancio, alla Camera 47 organizzazioni presentano una contromanovra da 40 miliardi. C’è una patrimoniale e nuove tasse per chi inquina. Via il bonus cultura per i diciottenni, con gli stessi soldi musei gratis per tutti

martedì 22 novembre 2016

Ci mancava solo Trump a complicare il caso libico

Il Paese di Serraj non è tra le sue priorità. Se non per la lotta al terrorismo. Palla all'Europa.

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16 Novembre 2016
La città di Tripoli, in Libia.
La città di Tripoli, in Libia.

I riflettori puntati sulle ultime sequenze della campagna elettorale americana, sulla tragica morsa stretta su Aleppo e sulle battute iniziali della grande e forse decisiva offensiva contro lo Stato islamico a Mosul, in Iraq, hanno forzato in un quasi impenetrabile cono d’ombra una serie di dossier non meno importanti, e non solo per il nostro Paese.
Ne è un esempio particolarmente significativo la Libia la cui dinamica interna ci riguarda molto da vicino, a cominciare dai flussi migratori che ne stanno da tempo derivando per terminare alla sicurezza energetica e al nostro interesse di fondo della stabilità del Mediterraneo occidentale.
Ebbene, in queste ultime settimane non è accaduto nulla di risolutivo - altrimenti quel cono d’ombra ne sarebbe stato bucato -, ma non si è neppure fermata l’azione internazionale mirante a porre la crisi libica su una rotta di promettente sbocco.

lunedì 21 novembre 2016

La strategia di Trump per pacificare la Libia

Sconfiggere ISIS per prendere il petrolio e raggiungere un accordo con il generale Haftar: la ricetta del nuovo presidente americano 

16 novembre 2016
Il 12 maggio scorso le milizie controllate dal Governo di Accordo Nazionale (GNA) retto dal premier Fayez Al Serraj e appoggiato dalle Nazioni Unite, hanno sferrato un’offensiva militare contro la città di Sirte, roccaforte dei jihadisti dello Stato Islamico in Libia. Dopo furiosi combattimenti che sono costati alle forze lealiste, in massima parte composte dalla Brigate di Misurata, 667 morti e oltre 3.000 feriti, gli islamisti del Califfato sono stati in gran parte eliminati o scacciati dalla città.
 Tuttavia il successo militare delle milizie del GNA, sostenute dallo scorso primo agosto da raid dell’aviazione americana, non è stato completo perché un nucleo di ultimi combattenti di ISIS si è asserragliato in una parte del distretto di Al Ghiza Al Bahrirya, un’area di poco più di un chilometro quadrato, e continua a resistere combattendo casa per casa.

domenica 20 novembre 2016

Le e-mail di Hillary Clinton e la Fratellanza

L’indagine dell’FBI sulle e-mail private di Hillary Clinton non verte su una negligenza in merito alle norme di sicurezza, ma su un complotto mirante a distrarre ogni traccia delle sue corrispondenze che avrebbero dovuto essere memorizzate sui server dello Stato federale. Potrebbe includere scambi su finanziamenti illeciti o su casi di corruzione, e altro sui collegamenti dei coniugi Clinton con i Fratelli Musulmani e i jihadisti.
| Damasco (Siria)


Il rilancio dell’inchiesta dell’FBI sulle e-mail private di Hillary Clinton non verte tanto su questioni di sicurezza, quanto su intrighi che potrebbero andare fino all’alto tradimento.
Tecnicamente, anziché utilizzare un server sicuro del governo federale, il Segretario di Stato aveva installato nel suo domicilio un server privato, in modo da poter utilizzare Internet senza lasciare tracce su una macchina dello Stato federale. Il tecnico privato della signora Clinton aveva ripulito il suo server prima dell’arrivo del FBI, così che non era possibile sapere il motivo per cui lei avesse messo in opera questo dispositivo.

sabato 19 novembre 2016

L’estrema sinistra imperialista

Thierry Meyssan torna sul sostegno all’imperialismo degli Stati Uniti dell’estrema sinistra durante la guerra fredda e derive attuali. I piccoli gruppi che collaboravano coi socialdemocratici degli USA successivamente divennero il movimento neo-con e sostenitori di sinistra dei Fratelli musulmani e della "primavera araba". Inoltre, divennero le volenterose spie della NED.
| Damasco (Siria)  
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Sotto i presidenti Lyndon Johnson e Richard Nixon, la CIA cercò di arruolare attivisti comunisti nel modo e metterli contro Mosca e Pechino. Così, durante la guerra civile libanese, Riyadh al-Turqi ruppe col partito comunista siriano assieme a cinquanta attivisti, tra cui George Sabra e Michel Kilo.

venerdì 18 novembre 2016

Finanziamenti illegali dalla Libia a Sarkozy, sempre più chiari i legami tra Gheddafi e l'ex-Presidente francese

di  

L'ex-capo dei servizi segreti militari libici Abdullah al-Senussi, militare sudanese naturalizzato libico e cognato di Muhammar Gheddafi, nel corso di un'audizione trasmessa il 20 giugno scorso alla Corte Penale Internazionale avrebbe confessato il suo lavoro di supervisione sul trasferimento di 5 milioni di euro “per la campagna elettorale di Nicolas Sarkozy”. La notizia è stata data il 7 novembre da Mediapart, un sito di informazione indipendente francese orientato al giornalismo investigativo sopratutto nel settore della politica.
Il pagamento sarebbe stato solo una tranche di un contributo totale di 50 milioni di euro, 20 in contanti e 30 tramite trasferimenti bancari, pagati dal regime libico per la campagna elettorale di Sarkozy nei primi mesi del 2007.

giovedì 17 novembre 2016

i colonialisti non rinunciano al loro progetto: dividere la Libia in 3


libia regioni 
Il governo italiano è proiettato al 4 dicembre, la politica estera tirerà le fila dopo la fatidica data del referendum costituzionale. I flussi migratori costano al nostro paese circa 3,8 miliardi d’euro, nel 2017 il rischio di una manovra bis è concreto. Chiunque si troverà a palazzi Chigi il prossimo anno dovrà occuparsi di gestire la questione libica, forse definitivamente. La direzione che si intraprenderà pare totalmente contraria al comunicato congiunto pubblicato dopo la riunione ministeriale per la Libia del 13 dicembre 2015, in cui veniva affermato “il nostro pieno appoggio al popolo libico per il mantenimento dell’unità della Libia e delle sue istituzioni che operano per il bene del paese”. A giudicare da indiscrezioni e da qualche anticipazione la direzione intrapresa è quella opposta.

mercoledì 16 novembre 2016

Assange contro Clinton: “guerra in Libia come biglietto da visita per la presidenza”

Assange: Clinton ha voluto intervenzione in Libia
Il fondatore di Wikileaks, l’esperto informatico Julian Assange, ha rilasciato una intervista esclusiva a RT (Russia Today). L’australiano ha parlato delle presidenziali USA e della sua attuale situazione giuridica. Si autodefinisce come “prigioniero politico dell’occidente“. Assange non esce da ormai 4 anni dall’ambasciata dell’Ecuador, sita in Londra. In concomitanza con le elezioni americane e l’approssimarsi dell’election day, l’Ecuador ha deciso di ridurre la connessione di Assange, affinché “non intervenga nel processo democratico americano”.

martedì 15 novembre 2016

Assange: "La Libia è stata la guerra di Hillary Clinton"

Le mail di Hillary Clinton diffuse da Wikileaks "rivelano un piano generale messo a punto mesi già prima dell'intervento occidentale in Libia nel marzo del 2012, doveva essere il 'suo' conflitto durante il mandato come segretaria di Stato, il trampolino da cui realizzare i suoi sogni da presidente". Lo dice Julian Assange in un'intervista all'emittente russa RT smentendo che Mosca sia la fonte delle mail diffuse da Wikileaks. Il fondatore di Wikileaks parla dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra dove è rifugiato dal 2012 per sfuggire a una richiesta di estradizione degli Stati Uniti.

lunedì 14 novembre 2016

Libro: Racconti dalla tenda di Muammar Gheddafi

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Titolo: Racconti dalla tenda e altre riflessioni
Autore: Muammar Gheddafi
ISBN: 9788874427246
Prezzo: € 12,00
Anno: 2016
Pagine: 120
Editore: Armando Siciliano
Nella sofisticazione della Realtà capovolta, il demenziale “ribelle colorato” devoto al Califfo anglo-amerikano – che in­scena sgozzamenti sacrificali in video hollywoodiani per lo spaccio occidentale – diventa alibi e spada parodistica nello scannamento del Cinghiale. Il Cinghiale è il ribelle vero, il dissidente, l’incontrollados, perfino il Capo di Stato che nello spet­tacolo imperialista è da decenni rappresentato come cane rabbioso e mente diabolica dell’Asse del Male! (Reagan dixit, l’attore-presidente Usa). Gheddafi era odiato dai banditi imperialisti e dalle mo­narchie arabe ubriache fradicie di petrodollari. Gheddafi fu sempre irriverente verso quei Potenti della Terra che «quasi giunsero al conflitto per la divisione delle risorse della Luna, specialmente le risorse marine…, come scrive in uno dei racconti che pubblichiamo in questo volumetto. Gheddafi, l’ultimo Re dell’Africa, il più grande, colto e longevo leader anticolonialista che l’Antico Continente abbia mai avuto, aveva appena coniato la Moneta Africana di Sviluppo. … ecco il Cinghiale da sacrificare sugli altari dell’Alleanza Blasfema che saccheggia Madre Africa da secoli e tormenta il Mediterraneo dal 2011, riportandone indietro la Storia di al­meno un secolo. Gheddafi deve morire!

domenica 13 novembre 2016

La guerra infinita del Medio Oriente. Il caos come ultimo ordine possibile

Il caos totale avanza in Medio Oriente. E sarà un caos stabile, con periodi di forte tensione seguiti da tempi di improvvisa traquillità. E' questa l'unica pace possibile per quelle terre?

BAGHDAD - Il caos totale avanza in Medio Oriente. Sarà, però, un caos stabile, in cui a periodi di forte tensione bellica seguiranno improvvisi tempi di tranquillità, e poi ancora guerra e calma. Per un periodo molto lungo, probabilmente anni.
La battaglia di Mosul e il dopo che nessuno vuole governare
La caduta di Mosul, ormai prossima, potrebbe innescare una pesante crisi diplomatica, e non solo, tra l’Iraq e la Turchia. I guerriglieri dell’Isis stanno per capitolare, peraltro senza aver opposto una dura resistenza: situazione che mette in evidenza come in questi anni gli sia stato lasciato campo libero. Chi gli ha permesso di governare indisturbati, vista l'evidente incapacità militare che stanno dimostrando? Almeno questo è ciò che traspare in queste ore, che vedono un’evoluzione sul campo molto veloce. L’aviazione statunitense sta bombardando duramente la città - oltre tremila ordigni sono stati sganciati - e i miliziani indietreggiano sempre più, chiudendosi nel centro storico. Dove potrebbero alzare il livello dello scontro con tecniche di guerriglia, anche sporche. Scenario scontato, quasi da copione.

sabato 12 novembre 2016

Onu, la grande ipocrisia: l’Arabia Saudita nel Consiglio dei Diritti Umani, la Russia esclusa

Se Mosca ha perso il suo seggio al Consiglio dei Diritti Umani Onu, chi non si scolla dalla poltrona è l'Arabia Saudita. Che nel 2015 ha battuto il record di esecuzioni, e continua a bombardare lo Yemen
Perché l'Arabia Saudita è nel Consiglio dei Diritti Umani Onu? (© )
NEW YORK - Che la storia delle Nazioni Unite sia costellata di ambiguità e decisioni controverse non è affatto una novità. Ma il culmine del paradosso lo si raggiunge dando uno sguardo alla composizione del Consiglio Onu per i Diritti Umani. Che il 28 ottobre scorso ha «rinnovato» il suo aspetto, assegnando i 147 seggi disponibili eletti a scrutinio segreto. Ebbene, oggi nel Consiglio vediamo seduti due Paesi come l'Arabia Saudita e l'Egitto. Grande esclusa, invece, la Russia, bersagliata da mesi per il suo controverso intervento in Siria a fianco di Bashar al Assad.

venerdì 11 novembre 2016

Terrorismo, «Occidente complice perché è migliore amico dei migliori amici dei terroristi»

3/11/2016
ROMA - Terrorismo islamico e responsabilità occidentali. E ancora, Siria, presidenza Obama, Trump vs. Clinton. Ci siamo fatti una chiacchierata con Fulvio Scaglione, già vicedirettore e attuale editorialista di «Famiglia Cristiana», fondatore dell'edizione online del giornale, che è stato a lungo corrispondente da Mosca e ha seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l’Afghanistan, l’Iraq e i temi del Medio Oriente. Nel suo ultimo libro «Il patto con il diavolo», testo per molti aspetti drammaticamente illuminante e quantomai attuale, Scaglione mette a fuoco il controverso ruolo dell'Occidente nella proliferazione del terrorismo islamico. Ed è proprio da qui che siamo partiti nella nostra intervista.

giovedì 10 novembre 2016

il regime di occupazione in Libia costringe con la forza gli immigrati a venire in italia

Chi segue questo blog , ed altri, sa che il fenomeno dell' immigrazione è in gran parte costruito a tavolino, sa che si fanno le guerre anche per provocare esodi biblici, di disperati da portare in europa, per spopolare l'africa in modo da saccheggiarla meglio, ecco un altro esempio, con interviste, video ad alcuni immigrati, venuti dalla Libia,

Video – Libia, svuota carceri: polizia imbarca migranti sui barconi con la forza, gratis

mercoledì 9 novembre 2016

Hillary incriminata? Sì, ora è possibile. Intanto Trump vola..

3 novembre 2016

Attenzione! Mentre la maggior parte dei media europei si limita a una copertura standard della campagna elettorale, sui siti americani si leggono notizie molto interessanti. E catastrofiche per Hillary Clinton.
Le inchieste dell’Fbi sul suo operato sono ben due. Una è nota: trattasi del cosiddetto “emailgate” generato dal fatto che l’ex fiat lady, quando era segretario di Stato, abbia usato un’email privata e su un server privato, anziché quelli del governo americano, violando gli standard di sicurezza e molto probabilmente anche la legge: il sospetto è che sull’email privata siano transitati anche documenti Top Secret che mai sarebbero dovuti uscire dal governo. Il lettore dirà: si sapeva! Certo, la notizia è di alcuni mesi fa ma in un primo momento il capo dell’Fbi aveva dichiarato che dalle indagini svolte non emergevano irregolarità, benché Hillary abbia cancellato migliaia di email. Qualche giorno fa, però, il caso è stato riaperto perché alcune email della Clinton sono state trovate sui computer della sua assistente Huma Abedin e di suo marito Anthony Weiner.

martedì 8 novembre 2016

Perchè hanno ucciso Gheddafi 2.0

Oggi risulta difficile guardare con ottimismo tanto al futuro del progetto quanto a quello del popolo libico. Per la loro democrazia dovevano eliminare quel "cattivo dittatore" che sognava di dare acqua gratis a tutti per mille anni, a quel "cane rabbioso" che voleva rendere verde come la bandiera della Libia il deserto più arido al mondo, ed oggi, dopo le bombe di pace, dopo la morte di Mu'Ammar Gheddafi, la Libia è un inferno, e l'Africa ed il medioriente intero hanno perso quello straccio di stabilità che il Rais riusciva, nonostante tutto, a garantire.

lunedì 7 novembre 2016

Il Comandante delle Forze Spaziali dell’US Army trovato morto

8 ottobre 2016

Joseph P. Farrell, GizaDeathStar 8 agosto 2016
Notizia ‘vecchia’, ma sfuggita finora. (NdT)major-general-john-rossijpg-fe04e197742405f6 
Ogni volta che un Clinton concorre alla presidenza, il numero di morti sembra aumentare in modo insolito (e talvolta in modo creativo, alla Abominevole Dr. Phibes di Vincent Price): si pensi Vince Foster o ultimamente a Seth Rich o, se non altro al pesista e ambasciatore all’ONU strangolato da un bilanciere, prima che testimoniasse, o alla morte di Ron Brown in un incidente aereo, prima che testimoniasse. In Arkansas, hanno un termine per tali morti “comodi” che sembrano sempre andare a vantaggio dei Clinton: “arkancidio”, e sembra di guardare uno di quei film del Dr. Phibes. Tranne che sono veri. Ebbene, mettete questo caso nella categoria del “me l’hai detto”, perché non ho idea se possa qualificarsi come un altro “arkancidio” o se sia solo una coincidenza, se molti di voi lo trovano utile lo mettano d’acconto:
Il Nuovo Comandante Generale della SMDC è stato rivenuto cadavere nel Redstone Arsenal

domenica 6 novembre 2016

Nel governo invisibile: guerra, propaganda, Clinton e Trump


John Pilger, Mondialisation, 29 ottobre 2016zwzx2aau5tbcum_3pcrxbj6ynmfynhmjx6iga-3mmva 
Il giornalista statunitense Edward Bernays viene spesso presentato come l’inventore della propaganda moderna. Nipote di Sigmund Freud, il pioniere della psicoanalisi, Bernays inventò il termine “relazioni pubbliche” quale eufemismo per manipolazione e inganno. Nel 1929 convinse le femministe a promuovere le sigarette con donne che fumavano durante una parata a New York, un comportamento visto allora come assurdo. Una femminista, Ruth Booth, disse “Le donne! Devono accendere la nuova torcia della libertà! Combattere contro un altro tabù sessista!” L’influenza di Bernays va ben oltre la pubblicità. Il suo più grande successo fu convincere il pubblico statunitense ad entrare nella grande strage della prima guerra mondiale. Il segreto, disse, era “produrre il consenso” del popolo per “controllarlo e dirigerlo secondo la nostra volontà a sua insaputa“. Lo descrisse come “il vero potere decisionale nella nostra società” e lo chiamò “governo invisibile“. Oggi, il governo invisibile non è mai stato così potente e così poco compreso.

sabato 5 novembre 2016

Dalla Libia all’Europa all’Italia: la rotta dell’hashish passa tra le mani dell’Isis

 
 
Un carico di droga e armi. (© Couperfield / Shutterstock.com)
  
TRIPOLI - Che qualcosa stesse cambiando nelle rotte del traffico di droga che collegano il Continente africano all'Europa, gli investigatori l'hanno scoperto per la prima volta nell'aprile 2013, quando due navi della Marina militare italiana fermarono nel canale di Sicilia un cargo proveniente dalla Libia, con a bordo oltre 20 tonnellate di hashish: uno dei più grossi carichi mai intercettati nel nostro Paese fino ad allora. La particolarità ulteriore, però, era che il percorso seguito dal cargo, il cui carico proveniva dai campi marocchini, si scostava di centinaia di miglia più ad Est da quello «classico» che collega il Marocco alla Spagna: perché quella droga era diretta in Libia, e da lì all’Europa.

venerdì 4 novembre 2016

Nuove merci per il capitalismo globale




“Cambiare tutto per non cambiare nulla”, fa dire Tomasi di Lampedusa al protagonista de “Il Gattopardo”. E rimane sempre la parola d’ordine del potere e del dominio.

di Sonia Savioli - 13 Ottobre 2016

Negli anni Cinquanta i meridionali emigravano al nord. Dalla Sicilia, dalla Calabria e dalla Puglia salivano in Piemonte e in Lombardia, le regioni industrializzate del nostro paese, dove li aspettavano le grandi fabbriche siderurgiche, chimiche, manifatturiere. Giù c’erano la mafia, il latifondo, il caporalato; non c’erano scuole, trasporti pubblici, diritti.

giovedì 3 novembre 2016

L'Italia spende 160mila euro al giorno per occupare la Libia

Lo veniamo a sapere da un articolo preso dalla Repubblica
Ovviamente ti spiegano che è una missione umanitaria, non militare, certo, i militari che non fanno i militari, bene.

L'Italia spende 160mila euro al giorno per la missione in Libia

Stanziati 17,4 milioni dal 13 settembre a fine anno. I numeri emergono dal decreto fiscale collegato alla Manovra, i vertici di Esteri e Difesa: "E' missione umanitaria e non militare". Nel testo anche gli stipendi dei soldati: il generale di brigata prende per questa missione 7.180 euro al mese (escluso vitto e alloggio), al pari dei colonnelli

mercoledì 2 novembre 2016

Lo strano parco macchine dell’Isis

24 ottobre 2016

toyota788«Raid e bombe americane su Mosul». Così il titolo di un articolo di Alberto Stabile sulla Stampa del 24 ottobre fotografa l’avanzata della coalizione anti-Isis a Mosul. Nell’articolo, Stabile dettaglia che sono entrati in azione gli F 16 dell’U.s. Air force, i quali stanno bersagliando la zona d’attacco per aprire la strada alle truppe di terra.

Nello stesso articolo si ripete la nota quanto tragica situazione dei civili, che l’Isis tiene in ostaggio. Mentre in altro articolo, stavolta di Paolo Mieli sul Corriere della Sera dello stesso giorno, si riferisce dei festeggiamenti della popolazione civile perché finalmente, dopo due anni, qualcuno attacca i terroristi che li opprimono.

martedì 1 novembre 2016

Il testamento di Gheddafi che io non avevo mai letto.

20 ottobre 2016

Ho trovato grazie ad un amico una cosa che non avevo letto su nessun giornale.        IL testamento di Muhammar Gheddafi .  L’ eredità che ha lasciato a noi italiani è stata la immigrazione incontrollata e la perdita della nostra supremazia sul petrolio libico a vantaggio di altre (Total in primis). Il suo popolo sta male, contrariamente a prima quando la Libia era terra dove molti andavano a lavorare da altri paesi. Il suo progetto del Dinaro d’ Oro è ovviamente naufragato e come moneta per gli scambi si usano ancora dollaro (per il Petrolio) o Franco Africano https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_CFA che da grandi svantaggi ai paesi africani dovuti al cambio fisso e da vantaggi alla Francia.   …   Sappiamo tutti a chi è convenuto uccidere Gheddafi (Fra-USA -UK in ordine non casuale. )  e a chi non è convenuto. NOI . (ITA)