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lunedì 30 settembre 2019

Renzi a servizio del Bilderberg

di Alessandro Gallo

renzi
Come avevamo saputo a proposito dell’ultima riunione del Bilderberg, e della decisione presa in tale sede di scoraggiare l’uso del denaro contante, al chiaro scopo di dare il potere alle banche e ai governi di controllare tutti i soldi dei cittadini, apprendiamo oggi che il Governo Renzi ha inserito una tragicomica leggina del tutto funzionale a tale programma: “multe per prelievi ingiustificati al Bancomat“:
Una scandalosa imposizione ai Popoli da parte di pochi eletti che…diciamolo pure chiaramente: si fabbricano il denaro come e quanto desiderano, liberi da antichi vincoli che possano mantenere un sostanziale equilibrio tra l’economia reale e quella finanziaria, ove il Capitale neoliberista domina e impone regole che prevaricano gli Ordinamenti democratici nazionali, e attraverso Debito e Moneta privano di Diritti Universali intere Popolazioni.

domenica 29 settembre 2019

Breve analisi della situazione geopolitica

Pubblicato

Prima di godersi il quadro geopolitico generale che lentamente sta prendendo forma è necessario fare un saltino indietro di qualche mese, ed esattamente dal 30 maggio al 2 giugno all’hotel Montreux Palace di Vaud in Svizzera. Nella cittadina elvetica affacciata sul lago di Ginevra, si è svolto l’annuale incontro segreto del Gruppo Bilderberg.

Quest’anno tra gli ospiti italiani, a parte l’immarcescibile Lilli Gruber, ha fatto la sua apparizione anche il figliol prodigo Matteo Renzi, il quale è stato invitato dall’élite per ricevere ordini sul prossimo governo italiano e sulla crescente e pericolosa ondata di populismo in Italia.
Ma andiamo per ordine: alle ultime elezioni parlamentari del 4 marzo 2018, il popolo ha votato e in cattedra sono saliti due partiti agli antipodi: Lega e Movimento 5 stelle!
Tutto ovviamente secondo copione, tutto secondo la scriteriata legge elettorale, che impedisce de facto un governo stabile.

sabato 28 settembre 2019

La terra di nessuno tra Libia e Tunisia

venerdì 27 settembre 2019

Srebrenica: non furono i serbi a compiere la strage ma i tagliagole bosniaci musulmani


https://www.vietatoparlare.it/wp-content/uploads/2017/01/Massacro-di-Srebrenica-foto-1-1170x550.jpg

Su Srebrenica a distanza di anni non si è chiarito ancora sulle responsabilità, presento una versione diversa da quella che tutti conosciamo, perché ognuno si faccia una sua idea su quei fatti.
“un gran numero di musulmani è davvero morto a Srebrenica. Alcuni in combattimento “legittimo”, ma altri sono stati davvero giustiziati. Gli amici e i parenti di questi musulmani assassinati vorranno sapere chi ha ordinato veramente questi omicidi. Mentre potrebbe essere di conforto per loro vedere Karadžić e Mladić in carcere all’Aja, potrebbero non essere così felici all’idea che i veri colpevoli sono ancora liberi, soprattutto se alcuni di questi colpevoli comprendono funzionari bosniaco-musulmani nel governo di Sarajevo” (Saker).
(Nicola Bizzi – da Portitalia)
Dopo la confessione shock del politico bosniaco Ibran Mustafić, veterano di guerra, chi restituirà la dignità a Slobodan Milošević, ucciso in carcere, a Radovan Karadžić e al Generale Ratko Mladić, ancora oggi detenuti all’Aja?
Lo storico russo Boris Yousef,  in un suo saggio del 1994, scrisse quella che ritengo una sacrosanta verità: «Le guerre sono un po’ come il raffreddore: devono fare il loro decorso naturale. Se un ammalato di raffreddore viene attorniato da più medici che gli propinano i farmaci più disparati, spesso contrastanti fra loro, la malattia, che si sarebbe naturalmente risolta nel giro di pochi giorni, rischia di protrarsi per settimane e di indebolire il paziente, di minarlo nel fisico, e di arrecare danni talvolta permanenti e imprevedibili».

giovedì 26 settembre 2019

Come si manipola la storia attraverso le immagini: il #GiornodelRicordo e i falsi fotografici sulle #foibe

di Piero Purini / Purich*
con la collaborazione del gruppo di lavoro «Nicoletta Bourbaki»
1. UN GIORNO A DANE, SLOVENIA, 31 LUGLIO 1942
Guardate questa foto:
La famigerata foto
Un plotone d’esecuzione in divisa, cinque fucilati di schiena che attendono la scarica.
Guardate quest’immagine:
Bastia Umbra, giorno del ricordo 2011

mercoledì 25 settembre 2019

CONTROSTORIA DEI FATTI DI SREBRENICA

 Due vecchi articoli che è utile pubblicare in questa ricorrenza ipocrita, perché la storia non sia scritta solo dai vincitori (e dai propagandisti della NATO)
Dopo 14 anni che investigo i fatti che ebbero luogo a Srebrenica nel 1995 posso attestare che in quella enclave non vi è stato nessun genocidio di musulmani — il mito sul massacro di musulmani è stato inventato dallo scomparso leader di guerra musulmano bosniaco Alija Izetbegovic e dall’allora presidente USA Bill Clinton“, ha affermato in una esclusiva intervista alla stampa quotidiana di Belgrado il ricercatore svizzero Alexander Dorin, autore del libro Srebrenica — La storia del razzismo da salotto. Ha aggiunto che, contrariamente alla mitologia popolare che ancora domina i media mainstream occidentali, i musulmani che persero la vita a Srebrenica erano degli uomini cresciuti piuttosto che dei “ragazzi“, e sono stati colpiti mentre combattevano contro l’esercito serbo bosniaco. Il che, come osserva, non può essere in nessun modo uguagliato ad un massacro, per non parlare di “genocidio“.
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martedì 24 settembre 2019

1999-2012 : Nato, Serbia, Balcani e Russia

Tratto da “Rinascita” 29 settembre 2012 - http://www.rinascita.eu/?action=news&id=17024
 
Intervista a Yves Bataille, geopolitico franco-serbo e attivista nazionaleuropeo impegnato contro l’occupazione atlantica dell’Europa fa il punto sulle strategie di dominio atlantiche oggi in Europa, dopo l’aggressione del 1999 a Belgrado
D: Yves Bataille, sono trascorsi oramai 13 anni dalla fine della guerra d’aggressione della Nato alla Repubblica Serba. Il 24 marzo 1999 fu ordinato d’iniziare i bombardamenti, un momento importante e tragico perché era la prima volta dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale che la guerra si riaffacciava nel cuore dell’Europa, questa volta mascherata da “volto umanitario” dalle Potenze Occidentali. Ci vuole illustrare le cause che portarono allora all’aggressione di uno Stato sovrano da parte della più forte alleanza militare d’oggi?
R: Sì, era la prima volta dalla seconda guerra mondiale che un paese europeo veniva bombardato da un esercito di una coalizione. Naturalmente le ragioni di questo attacco erano false. Dopo aver aiutato le forze separatiste in Krajina e della Bosnia, l’Occidente con la scusa di evitare una “catastrofe umanitaria” in Kosovo è intervenuto. I 78 giorni di bombardamenti sono la prosecuzione dell’ aggressione iniziato nel 1991. Come primo passo, i paesi dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (Nato) hanno stretto la Jugoslavia e in un secondo tempo si sono portati via il suo cuore, ovvero la Serbia che è la componente principale e la sua armatura centrale.
Le vere ragioni dell’attacco sono numerose. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la riunificazione della Germania, è stato necessario rimuovere il modello originale di Jugoslavia, che aveva due caratteristiche: autonomia e neutralità. La Jugoslavia era “tra Oriente e Occidente”. Come “Est” non esiste più perché è stata invasa dall’Ovest. Gli Anglo-Sassoni hanno voluto introdurre il loro “libero mercato”. La Nato ha voluto estendere ulteriormente il suo controllo al territorio lasciato libero da parte dell’Unione Sovietica nei paesi ex Patto di Varsavia. Co-fondatore del Movimento dei Paesi Non Allineati, la Jugoslavia doveva non solo scomparire, ma servire come banco di prova per le future guerre.

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lunedì 23 settembre 2019

I crimini NATO in Kosovo

di Antonella Randazzo per www.disinformazione.it - 2 marzo 2007
Autrice del libro "DITTATURE: LA STORIA OCCULTA"

Nel 1999, la Nato bombardò le apparecchiature di trasmissione televisiva della Jugoslavia, accusandole di essere "macchine della menzogna", uccidendo 16 persone. In realtà ciò avveniva per evitare la smentita delle notizie menzognere che venivano date in Occidente. Si trattava di impedire che la Jugoslavia fornisse la sua versione dei fatti, assai diversa da quella che veniva riferita dai nostri media.
Dalla fine del 1989, la Cnn e altre Tv occidentali, mandavano in onda con frequenza filmati di presunte stragi di civili attuate dai serbi. Venivano trasmesse diverse parti del filmato, che mostravano cadaveri accatastati. Le parti sempre diverse dello stesso filmato davano l'idea che i serbi stessero attuando un genocidio, e inducevano a credere che la Nato dovesse intervenire per impedirlo. 
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I giornalisti occidentali ripetevano acriticamente le notizie che arrivavano dalle agenzie. Il nuovo Hitler era Slobodan Milosevic, e si doveva credere nell'umanità e nell'altruismo delle autorità dei governi dei paesi della Nato, come fossero filantropi disinteressati. Giornali come il Wall Street Journal e il New York Times scrivevano che "il regime di Milosevic stava tentando di sradicare un intero popolo".[1]

domenica 22 settembre 2019

LA PERSECUZIONE DEI SERBI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

1 gennaio 2016,
di Renzo Paternoster -
La storia dei serbi è costellata di lotte contro l’oppressione e l’assimilazione. Una sfida che nel corso della storia ha portato ai patimenti della schiavitù imposta dall’Impero Ottomano, poi all’ostilità criminale degli Ùstascia, per finire, alla controversa guerra scoppiata con la dissoluzione della Jugoslavia.
La storia della Serbia, e in particolare la storia del XX secolo, è scritta col sangue di un popolo maltrattato per motivi etnici, politici e religiosi. Un Paese da sempre crocevia degli interessi delle potenze mondiali e vittima dei regimi succedutesi nel tempo.
Tracce di primi insediamenti nell’attuale Serbia risalgono alla Preistoria. Nel X secolo l’Imperatore Costantino Porfirogenito nel De Administrando Imperio citava la “Servia” (si tratta di un artefatto dell’alfabeto cirillico, in cui la “b” in cirillico è tradotta in latino con “v”).
Organizzati in piccoli principati guidati da uno župan (giuppano), il popolo serbo subì tra il VII e il XII secolo il dominio dei grandi imperi vicini: prima i Bizantini, poi i bulgari di Simeone, poi di nuovo l’impero Bizantino. In questo periodo, tra tutte le entità territoriali serbe, due emersero politicamente: il principato di Zeta (o Zenta) e il principato di Raška, (traslitterato anche come Raschka o Rassa). Il primo è considerato antesignano del moderno Montenegro, il secondo è territorialmente e nazionalmente il nocciolo da cui, grazie al župan Stefano Nemanja (1117-1199), si svilupperà il regno di Serbia.
Tra l’871 e l’875 la Nazione serba si converte al Cristianesimo, anche grazie all’opera di rinnovamento spirituale dei missionari Cirillo e Metodio. Più tardi i sovrani serbi della famiglia Nemanja, cambiando politica verso l’esterno, convertono la nazione stabilmente all’Ortodossia con la creazione di una Chiesa autocefala.
Alla fine del 1400 le regioni serbe sono conquistate dagli ottomani. Da allora e fino alla formazione del Principato di Serbia (1830), il popolo serbo resta soggetto ai Turchi. Nonostante la severa dominazione ottomana, la società serba conserva la specifica individualità nazionale, assieme alla propria religione ortodossa. Nell’Età moderna, la Serbia è riconosciuta a livello internazionale dal Congresso di Berlino del 1878.
Dopo il primo conflitto mondiale, nel 1918 si forma il “Regno dei Serbi, Croati e Sloveni”, che comprende la Croazia, la Bosnia, l’Erzegovina, la Vojvodina, l’entroterra sloveno, la penisola dell’Istria, parte della Venezia Giulia e la Dalmazia. Si tratta di uno Stato molto debole, composto di elementi eterogenei e tante differenti realtà, prima fra tutte la religione. Questa unione politica “strana” nasce dai timori della Croazia e della Slovenia di perdere i propri territori in favore dell’Italia, vincitrice della guerra mondiale. La nuova entità politica è posta sotto la dinastia regnante serba del principe Alessandro Karađorđević. A seguito di dissidi politici interni tra croati e serbi, e dopo l’uccisione di Stjepan Radić, leader del Partito Contadino Croato, ferito mortalmente il 20 giugno 1928 da un deputato montenegrino, durante una seduta del Parlamento del Regno, il reggente Alessandro Karađorđević sospende la Costituzione e il Parlamento, mette al bando i partiti nazionali, dichiara decaduto il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni e proclama la nascita del Regno di Jugoslavia. Alessandro suddivide il territorio a tavolino, creando dei distretti (banovine), senza dunque tener conto delle differenze nazionali. In questo modo pensa di superare le distinzioni tra i popoli che compongono il nuovo Regno. Questo scontenta i nazionalisti croati, che si organizzano in un movimento indipendentista, la “Organizzazione Rivoluzionaria Croata Ùstascia” (Ustaša – Hrvatska revolucionarna organizacija). Il termine “ùstascia” (in croato ustaša) proviene dal verbo ustati o ustajati che significa “insorgere, risvegliare”.
Belgrado dopo i bombardamenti dell'aprile 1941
Belgrado dopo i bombardamenti dell’aprile 1941

sabato 21 settembre 2019

FINALMENTE EMERGE LA VERITÀ SU SREBRENICA: I CIVILI NON FURONO UCCISI DAI SERBI MA DAGLI STESSI MUSULMANI BOSNIACI PER ORDINE DI BILL CLINTON

30 gennaio 2018.
FILE – This is a April 12, 1993 file photo of Bosnian Serb army Gen. Ratko Mladic, second from left, accompanied by an aide, and French U.N. security troops arrive at a U.N. sponsored meeting at Sarajevo’s airport. Mladic, Europe’s most wanted war crimes fugitive, has been arrested in Serbia, the country’s president said Thursday, May 26, 2011. Mladic has been on the run since 1995 when he was indicted by the U.N. war crimes tribunal in The Hague, Netherlands, for genocide in the slaughter of some 8,000 Bosnian Muslims in Srebrenica and other crimes committed by his troops during Bosnia’s 1992-95 war. (AP Photo/Michael Stravato)


Dopo la confessione shock del politico bosniaco Ibran Mustafić, veterano di guerra, chi restituirà la dignità a Slobodan Milošević, ucciso in carcere, a Radovan Karadžić e al Generale Ratko Mladić, ancora oggi detenuti all’Aja?

Lo storico russo Boris Yousef,  in un suo saggio del 1994, scrisse quella che ritengo una sacrosanta verità: «Le guerre sono un po’ come il raffreddore: devono fare il loro decorso naturale. Se un ammalato di raffreddore viene attorniato da più medici che gli propinano i farmaci più disparati, spesso contrastanti fra loro, la malattia, che si sarebbe naturalmente risolta nel giro di pochi giorni, rischia di protrarsi per settimane e di indebolire il paziente, di minarlo nel fisico, e di arrecare danni talvolta permanenti e imprevedibili».

venerdì 20 settembre 2019

Secondo l'Onu la Libia è corresponsabile del traffico di migranti



Un rapporto delle Nazioni Unite delinea un meccanismo criminale messo in piedi da guardia costiera libica, trafficanti e pezzi dello stato africano. Da oggi far finta di niente sarà un po' più difficile

Foto di Benjamin Lowy/Getty Images
Uomini e donne intercettati in mare solo per essere condotti in centri di detenzione non ufficiali, dove saranno torturati, posti in schiavitù, stuprati e infine rivenduti ai trafficanti, da funzionari del governo corrotti e senza scrupoli. A puntare il dito contro le autorità libiche questa volta non è un organizzazione umanitaria, ma un rapporto ufficiale delle Nazioni Unite, redatto servendosi delle testimonianze delle agenzie inviate sul campo a Tripoli.
Quello della presunta compromissione di alcuni pezzi dell’entità statale libica è un tema centrale per giudicare il modo in cui l’Italia e l’Europa hanno gestito il dossier immigrazione negli ultimi anni, in particolar modo dopo il memorandum d’intesa per il “contrasto dell’immigrazione illegale” firmato nel 2017 dal governo Gentiloni, che ha elargito al paese africano finanziamenti ed equipaggiamenti dal valore complessivo di 800 milioni di euro.

giovedì 19 settembre 2019

LIBIA E IRAN, L’IRRESISTIBILE LEGGEREZZA DEI MEDIA: Alberto Negri arrabbiato

Iran e Libia. Ecco chi ci minaccia davvero: le bufale dell’informazione manipolata. Se ne sono accorti anche i maggiori giornali americani, non i nostri. Oggi paghiamo pesantemente il prezzo dei nostri errori: ma i nostri media fanno finta di ignorarli.
Alberto Negri a raffica tra Fb e il Manifesto e Remocontro pestando duro come al suo solito.


Assaggio. Perché l’Italia non
ci becca mai in politica estera

Il motivo è semplice: vengono accreditati come esperti persone mai viste da nessuna parte in 30 e passa anni di guerre. Ma come fanno a conoscere i posti, cosa pensa la gente, l’indole degli abitanti? Mistero. E i politici, di solito sprovveduti mai stati oltre i confini nazionali, gli danno pure retta, senza nemmeno leggere i rapporti degli ambasciatori, relegando la Farnesina a una scatola vuota guidata da un ectoplasma. I modesti risultati, Libia compresa, li vedono tutti.

mercoledì 18 settembre 2019

Censura Fb: così i “compagni” finiscono per applaudire una multinazionale Usa




Il via alle danze lo aveva dato subito ieri pomeriggio l’immancabile ex Presidente della Camera, Laura Boldrini, seguita da Valeria Fedeli e uno splendido Nicola Zingaretti: “Ci sono persone che se vincessero negherebbero ad altre persone il diritto di esistere”. Ci sono anche persone che pur non avendo vinto, stanno al governo e negano il diritto di esistere a un movimento che si è presentato democraticamente alle elezioni. Se Fratoianni addirittura vorrebbe togliere non solo Facebook, ma anche la cittadinanza alle Tartarughe frecciate (per darla agli immigrati, chiaramente) e twitta “Chi diffonde odio e razzismo non può avere cittadinanza, neanche sui social”, Berizzi invoca la chiusura di CasaPound e Forza Nuova. La Morani, invece, esulta usando dei sobri emoticon “top” come una tredicenne su Whatsapp. 

martedì 17 settembre 2019

Ecco perché cambiare i vincoli Ue è impossibile (e inutile)




lunedì 16 settembre 2019

"Siete pazzi a mangiarlo!", l'immondizia dell’industria agroalimentare sulla nostra tavola

Il libro sconvolgente di Christophe Brusset “Siete pazzi a mangiarlo!”, scritto in qualità di manager che per vent'anni ha lavorato dell’industria agroalimentare, è una discesa horror in un sistema capace, come molti business dai grandi numeri, di azioni aberranti dove la vittima è sempre il consumatore.



Il libro sconvolgente di Christophe Brusset “Siete pazzi a mangiarlo!”, scritto in qualità di manager che per vent'anni ha lavorato dell’industria agroalimentare, è una discesa horror in un sistema capace, come molti business dai grandi numeri, di azioni aberranti dove la vittima è sempre il consumatore. Una galleria di esempi vomitevoli in cui c’è l’imbarazzo della scelta dello schifo che costantemente e in maniera imperterrita le industrie alimentari propinano alla gente senza alcuno scrupolo.

domenica 15 settembre 2019

L'inferno delle donne migranti: dalla Nigeria alla Libia fino all'Italia per farle prostituire

Sei gli indagati, tutti nigeriani, tre gli arrestati con l'accusa di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione.
Immagine di repertorio

Immagine di repertorio

globalist 10 settembre 2019

Trasferite dalla Nigeria alla Libia, imbarcate per farle arrivare sulle coste italiane e inserite nel sistema di accoglienza. L'incubo delle vittime di una organizzazione criminale dedita alla tratta di esseri umani e allo sfruttamento della prostituzione iniziava proprio con la richiesta di protezione internazionale che le rendeva di fatto inespellibili fino al termine della procedura per il riconoscimento dello status di rifugiati. Una volta formalizzata la domanda di asilo, venivano indotte a scappare dal centro di accoglienza e costrette a prostituirsi.

sabato 14 settembre 2019

Conte il nuovo Andreotti, e le manovre dell’antico potere che rappresenta

DI FAUSTO CAROTENUTO
coscienzeinrete.net

È stato dato l’incarico di governo a Giuseppe Conte, il professore. Ma chi è Conte? La situazione è complessa ma, per capirla, forse basta capire chi è Conte. I giornali non lo dicono. Si sa solo che, un giorno, il signor Bonafede (poi diventato ministro della giustizia) ha detto: io conosco un professore tanto carino, tanto bravo; perché non gli facciamo fare il presidente del Consiglio? E tutti hanno detto: ma sì, facciamoglielo fare. Ma chi ci crede, a questa favola per bambini? Quanti professori bravi avete conosciuto? Li avete presentati e gli hanno fatto fare il presidente del Consiglio?
Non è così, chiaramente, anche perché poi questo Signor Nessuno ha dimostrato che a livello internazionale tutti gli davano stranamente retta. Tutti ne parlano bene, adesso vogliono fargli rifare il Presidente del Consiglio. E comunque nel suo primo governo ha preso delle decisioni autonome – alla faccia dei 5 Stelle e della Lega – basandosi sul suo potere. Ma quale potere, visto che non ha un elettorato né una storia politica, non rappresenta cittadini né partiti, e che la sua unzione appariva puramente come quella di avvocato messo lì a coordinare l’esecuzione di un contratto fatto dalla due partipolitiche vere, Lega e M5S?

venerdì 13 settembre 2019

La versione ufficiale del crollo del WTC N° 7 è un cumulo di macerie

5 settembre 2019.
PAUL CRAIG ROBERTS
paulcraigroberts.org
Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università dell’Alaska, guidato dal Dr. Leroy Hulsey, dal Dr. Zhili Quan e dal Professor Feng Xiao del Dipartimento di Ingegneria Civile, Università di Scienza e Tecnologia di Nanchino, ha reso pubblici ieri, per un commento pubblico, i risultati di uno studio di quattro anni sul crollo del World Trade Center Building n° 7, l’11 settembre 2001. Questa è la prima indagine scientifica sul crollo dell’edificio.

Ecco la conclusione:
La principale conclusione del nostro studio è che il fuoco non ha causato il crollo del WTC 7 l’11 settembre, contrariamente alle conclusioni del NIST e delle società di ingegneria private che hanno studiato il crollo. La conclusione secondaria del nostro studio è che il crollo del WTC 7 è stato un collasso globale, che ha comportato il cedimento quasi simultaneo di tutti i pilastri dell’edificio.”

giovedì 12 settembre 2019

Amazzonia, gli incendiari gridano al fuoco

Ieri alleati, oggi nemici: i Paesi che hanno investito in Brasile, spronando l’industria a sfruttarne le ricchezze in modo sfrenato, ora denunciano i disastri di siffatto modello economico.
| Roma (Italia)
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A capo della lobby “ruralista”, ossia delle industrie dell’agro-business, Tereza Cristina Corrêa da Costa Dias ha svolto un ruolo importante nell’elezione del presidente Jair Bolsonaro, che l’ha nominata ministro dell’Agricoltura.
Di fronte al dilagare degli incendi in Amazzonia, il vertice del G7 ha cambiato la sua agenda per «affrontare l’emergenza».
I Sette Grandi – Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Canada e Stati uniti – hanno assunto, insieme all’Unione europea, il ruolo di vigili del fuoco planetari. Il presidente Macron, in veste di capo pompiere, ha lanciato l’allarme «la nostra casa è in fiamme». Il presidente Donald Trump ha promesso il massimo impegno statunitense nell’opera di spegnimento degli incendi. I riflettori mediatici si concentrano sugli incendi in Brasile, lasciando in ombra tutto il resto.

mercoledì 11 settembre 2019

Benin City: ecco le suore “anti Carola” che sfidano il business immigrazionista



Le suore “anti Carola”: ha il velo l’Africa che sfida il business immigrazionista – di Nico Puntoni
Ecco l’Africa che sfida il business dell’immigrazione clandestina. L’anti-Carola ha il volto delle suore e dei volontari africani contro il traffico di migranti. 
A Benin City le suorine del Sacro Cuore di Gesù percorrono in lungo e in largo l’arcidiocesi per sensibilizzare la popolazione locale sui rischi dell’emigrazione illegale.
È un volto poco conosciuto della Chiesa e delle attività di volontariato d’ispirazione cattolica in Africa, ma che va raccontato perché così si salvano le vite dal traffico di uomini per l’Europa.

martedì 10 settembre 2019

Chernobyl. Eroi dimenticati e traditi, o una nuova campagna antirussa e antisovietica?

Scritto da Enrico Vigna
agosto 2019
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Improvvisamente, al di là di righe commemorative o occasionali, negli ultimi mesi su tutti i media occidentali è dilagata una marea di servizi, articoli, analisi, denunce degli errori della dirigenza dell’ex URSS ( che ci sono stati sicuramente), della “vergogna” per aver dimenticato e abbandonato i sopravvissuti, in particolare gli eroi, i “liquidatori”. Come sempre ondate di falsità e menzogne, alcune, come sempre, persino banali e surreali.
Sicuramente un ruolo propulsore l’ha avuto la miniserie televisiva “Chernobyl” di Craig Mazin, la quale come tutte le produzioni televisive o cinematografiche, trasmettono forti emozioni ai telespettatori, soprattutto se fatte bene dal punto di vista artistico. E questa di Mazin era ben fatta, toccante e struggente, peccato però che il contesto storico e il punto di vista che viene trasmesso e indotto, ha finalità che vanno molto al di là della miniserie. Infatti a partire da essa, giornalisti, esperti, studiosi e politicanti di varie tendenze, si sono buttati a capofitto per fomentare sottili odi e sentimenti anti sovietici, pochi sono stati quelli che hanno cercato letture e riflessioni circa questa tragedia, approfondendo magari la questione del “nucleare”, criticamente o favorevolmente, ma almeno in profondità e scientificamente sul controverso e delicato tema. Leggendo o ascoltando gli interventi di questi mesi, alla fine un osservatore ne esce con sentimenti minimo di avversione al sistema sovietico, se non di disprezzo alla società sovietica nel suo insieme, arrivando poi ovviamente all’oggi, attaccando la Russia attuale e il suo presidente Putin, cinici e responsabili di aver dimenticato e tradito coloro che hanno perso la vita sul momento o dopo lunghe malattie, lasciandoli soli e ai margini della società.

lunedì 9 settembre 2019

Il popolo Libico festeggia i 50 anni della grande rivoluzione di Al Fateh.

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il primo Settembre è l'anniversario della rivoluzione di Al Fateh in Libia, con cui il colonnello Muammar Gheddafi prendeva il potere, senza sparare un solo colpo, e sostenuto dal popolo Libico nel 1969.
Quello che è successo dopo lo sappiamo tutti, anni di successi, progressi in tutti i campi nonostante gli embarghi internazionali ed i vari tentativi occidentali di fermare la rivoluzione. Fino al 2011 quando la NATO ed i sui servi/alleati decideva di bombardare la Libia, e di occuparla, oggi dopo 8 anni il popolo Libico è ancora li, nella sua  terra, e festeggia i 50 anni della sola, vera unica, rivoluzione.

domenica 8 settembre 2019

Debito pubblico e migrazioni



Facciamo un po’ di chiarezza su quanto sta accadendo in Africa e su cosa spinge le attuali migrazioni di massa. L’Onu tra le cause indica genericamente “le grandi e persistenti asimmetrie economiche e demografiche.”
Se sovrapponiamo la cartina politica con quella del debito del continente africano emerge come siano spesso proprio i Paesi di maggiore emigrazione quelli con un debito pubblico tra i più bassi. In generale il debito pubblico medio dell’Africa subshariana si attesta a livelli medi molto bassi in termini percentuali rispetto ai Paesi ad economia avanzata. Ciò a causa di misure di austerity che sono state introdotte in Africa e in tutto il Terzo Mondo a seguito della crisi del debito del 1982.

Da allora, attraverso i cosiddetti Piani di Aggiustamento Strutturale, sono state attuate politiche economiche orientate alla totale apertura al libero scambio, senza nessun riguardo per lo sviluppo dell’industria locale, e ai dogmi del neoliberismo: lotta all’inflazione, al debito pubblico, tagli alla spesa pubblica e ai già carenti servizi statali. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale hanno fatto in Africa quello che la Troika ha fatto in Grecia, ma nel silenzio dell’opinione pubblica mondiale, cui è stata propinata una narrazione irreale basata sullo pseudo umanitarismo delle Ong e delle istituzioni internazionali.

sabato 7 settembre 2019

Svezia, Filipstad a rischio default: immigrati non pagano tasse e vivono di sussidi

31 agosto 2019


Il comune di Filipstad sta affrontando una crisi economica a causa di un afflusso di immigrati scarsamente qualificati, che fanno affidamento sui sussidi statali, aggravata dall’esodo di svedesi qualificati. Secondo il comune, almeno l’80% dei migranti extraeuropei è disoccupato e vive di welfare.
A seguito della crisi migratoria del 2015, il comune svedese di Filipstad affronta una situazione lavorativa “sempre più disperata” e ha oltre 31 milioni di corone svedesi (3,2 milioni di dollari) da versare in vari sussidi solo quest’anno, secondo quanto riportato dall’emittente nazionale svedese SVT. Tra il 2012 e il 2018, il numero di residenti nati nel comune è diminuito di 640 persone, mentre il numero di residenti nati all’estero è aumentato di 963 persone. “Le statistiche mostrano anche che i nati locali in età lavorativa (20-64 anni), che rappresentano le maggiori entrate fiscali per il comune, scelgono di andarsene”, afferma SVT.

venerdì 6 settembre 2019

Perché la Cia spia tutti, tranne gli Emirati?

Il caso del mancato spionaggio nei palazzi del potere della monarchia del deserto da parte dalla Cia sta lasciando spazio agli interrogativi di una delle maggiori agenzia d’informazione del mondo: la Reuters, che ha avviato una sua inchiesta sul gap che separa – o unisce su piani che non possiamo nemmeno immaginare – gli interessi di Washington e Abu Dhabi. 
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Come è stato reso noto anche dai nostri approfondimenti in passato, gli Emirati Arabi Uniti sono protagonisti nel finanziare il generale Haftar, che lotta da mesi per rovesciare il governo di Tripoli sostenuto dalle Nazioni Unite in Libia; stringono rapporti con Mosca; sostengono la coalizione di nazioni che impone il blocco economico del Qatar nonostante l’apparente contrarietà degli Stati Uniti; forniscono all’occorrenza armi e logistica per sostenere i propri interessi – oltre al denaro – e arruolano addirittura ex-operativi della National Security Agency (Nsa) americana come hacker d’élite per spiare “un programma che includeva gli americani tra gli obiettivi di sorveglianza”. Tutto questo però non è bastato a mettere in allerta la Central Intelligence Agency (Cia) – agenzia per le operazioni d’intelligence e spionaggio che opera al di fuori dei confini nazionali americani – che sembra non voler spiare in nessun modo i piani segreti degli emiri. Per tre ex-spie della Cia questa scelta rappresenta un pericoloso punto cieco nell’intelligence statunitense. Ma quale può essere la ragione di questa negligenza?

giovedì 5 settembre 2019

Per non dimenticare i massacri contro i Serbi: Kravica 1993.

Kravica 1993-2013: una strage impunita e dimenticata 

Bosnia, Kravica 1993-2013: una strage impunita e dimenticata,
e un Natale di dolore e solitudine per i serbi
Enrico Vigna (*)


Banja Luka, Rep. Srpska di Bosnia, 5 gennaio 2013 

Nel villaggio di Kravica nei pressi di Bratunac, si è celebrato con una funzione funebre il 20° anniversario del massacro di 49 persone in occasione del Natale ortodosso del 1993; una strage efferata commessa da unità dell’Armija Bosniaca musulmana secessionista, sotto il comando di Naser Oric,.

La cerimonia funebre è stata officiata nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (che fu vandalizzata) , e poi sono state poste corone e fiori presso il monumento centrale in Kravica.

                

         

Nel Natale ortodosso di 20 anni fa, membri dell'esercito secessionista della BH, sotto il comando di Naser Oric uccisero a Kravica e nella vicina Kravica Zasa, 49 serbi, 80 civili e soldati furono feriti; sette persone furono rapite, di cinque delle quali ancora non sono stati ritrovati i corpi.
Due giorni dopo, vennero trovati e sepolti sette corpi di civili serbi, mentre i resti delle altre 42 vittime sono stati trovati,  identificati e sepolti dopo due mesi.

mercoledì 4 settembre 2019

Sfruttamento sessuale, minori un quarto delle vittime

E’ quanto emerge dalla XIII edizione del rapporto ‘Piccoli schiavi invisibili 2019’ di Save the Children, pubblicato a pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani.
fonte: per la pace
da: ADN Kronos
Il business dello sfruttamento sessuale nel nostro Paese recluta le sue vittime in Nigeria, Romania, Bulgaria e Albania, e cambia modalità operative per rimanere sommerso. Un quarto delle vittime di tratta presunte o identificate in Europa sono minorenni e l’obiettivo principale dei trafficanti di esseri umani è lo sfruttamento sessuale. E’ quanto emerge dalla XIII edizione del rapporto ‘Piccoli schiavi invisibili 2019’ di Save the Children, una fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento dei minori in Italia, ed in particolare del sistema dello sfruttamento sessuale e della specifica vulnerabilità delle sue vittime, in larga maggioranza di origine straniera.

martedì 3 settembre 2019

La deputata del Kosovo Flora Brovina ammette che foto di "stupri di guerra" sono probabilmente false. Per aver detto la verità, ora è minacciata e insultata

Scritto da Forum Belgrado Italia

https://balkaninsight.com/wp-content/uploads/2019/05/10363374_451218965022937_6591002958908379340_n-1280x720.jpg
La deputata del Kosovo Flora Brovina, ha suscitato indignazione tra gli estremisti albanesi del Kosovo, perché  mostrando ai media una fotografia dove presunti soldati serbi violentano una donna di etnia albanese durante la guerra, ha ammesso che era probabilmente tutto falso.

Flora Brovina si è poi scusata per aver mostrato la fotografia molto brutale ai media. Dove si vedono tre soldati serbi che violentavano una donna di etnia albanese durante la guerra.
"La fotografia è probabilmente falsificata", ha detto Brovina in una conferenza stampa.
"Voglio scusarmi con tutti, specialmente con le donne che sono state violentate durante la guerra. Mi era stata data questa fotografia nel 2003 in una busta. Non avevo pensato di verificarla perché l'ho avuta nel 2003. La persona che me l'ha dato è un attivista per i diritti umani ", ha aggiunto.
Brovina, un deputato del Partito Democratico al governo del Kosovo, ha mostrato la fotografia non censurata ai media nel corridoio dell'Assemblea del Kosovo, durante un dibattito su una proposta di risoluzione parlamentare che accusava la Serbia di aver commesso un genocidio durante la guerra del 1998-99.

lunedì 2 settembre 2019

Libia: la presenza dell’esercito italiano a Misurata, sostiene i terroristi locali contro il Consiglio di sicurezza dell'ONU

Scritto da Joanne Mon Mon
https://www.addresslibya.com/en/wp-content/uploads/2019/05/FAC63DEC-BB8D-4947-8506-A72CB7C63FC0.jpeg

          
Il Consiglio delle grandi tribù della Libia mi ha informato di quanto segue:
L'esercito italiano rimane nella città libica di Misurata, al fianco dei capi del terrorismo islamista, della mafia turca, dei gruppi combattenti di Ansar al Sharia, ISIS, Fratelli Musulmani e altri.
Questo è contro le deliberazioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che chiedono che tutti i paesi stranieri stiano fuori dalla lotta interna della Libia.
Il mondo deve capirlo, è una questione di soldi per l'Italia. Non sono altro che affaristi, che aiutano e favoriscono i predoni della Libia. L'Italia sta rubando gas naturale dalla Libia attraverso gli oleodotti sotto il Mediterraneo che stava pagando prima del 2011. Il ricco gas naturale della Libia dovrebbe essere un patrimonio finanziario per il popolo libico, invece alimenta terroristi e ladri. VERGOGNA ITALIA, VERGOGNA ONU.

domenica 1 settembre 2019

1 settembre 1969. 1 settembre 2019, 50 anni della rivoluzione di Al Fateh.

Oggi sono 50 anni esatti da quando nel 1969, un giovane colonnello Libico, Muammar Gheddafi, ed alcuni ufficiali liberi, prendeva il potere in Libia, con un colpo di stato incruento, senza sparare un solo colpo.
Dopo anni il corrotto re Idris veniva cacciato, e si apriva un grande futuro per il popolo Libico. Futuro che venne distrutto militarmente nel 2011 dagli "esportatori di democrazia", quelli della NATO e servi vari.
A 50 anni dal 69 è importante ricordare cosa il popolo Libico con la guida del Leader Muammar Gheddafi aveva ottenuto. è importante ricordarlo soprattutto ora che la Libia ed altri paesi sono stati distrutti, ricordare perchè un altro mondo è stato possibile.