Translate

mercoledì 19 febbraio 2014

La Libia sta collocando i suoi militanti nelle zone calde del mondo

6 febbraio 2014
Dopo più di due anni dal rovesciamento del regime di Gheddafi come conseguenza dell'intervento militare in Libia, sono risuonate delle esplosioni. Il 5 febbraio gli estremisti hanno attaccato la sede di una stazione televisiva locale a Bengasi. Poco prima, era stata fatta esplodere una bomba nel cortile della scuola.

Come risultato, ci sono state decine di feriti, diciassette dei quali sono bambini. Inoltre, si verificano quotidianamente attacchi contro gli agenti delle forze dell'ordine, i rappresentanti del governo centrale, e i diplomatici stranieri in Libia. La leadership del paese è impotente nel ristabilire l'ordine. Servendosene, i gruppi terroristici internazionali hanno fondata in alcune parti del deserto delle basi di addestramento, e i militanti giungono da diverse parti del mondo.

Secondo l'intelligence del paese africano, almeno quattro campi di addestramento per militanti e due grandi depositi di armi sono stati recentemente creati in Libia, dalla rete terroristica internazionale “Al-Qaeda”. Qui vengono addestrati combattenti provenienti da diversi paesi, tra cui anche europei, al fine di tornare poi nel loro paese e combattere le autorità locali, oppure recarsi in zone calde, spiega l'esperto dell'Istituto del Medio Oriente, Sergej Seregičev.

I militanti, che vengono addestrati in Libia si possono notare in tutto il Medio Oriente. Stanno combattendo in Siria, sono sulla penisola del Sinai, molti di loro sono anche in Libano, nell’autonomia palestinese. Sono sempre lì dove vengono pagati bene, dove fa più caldo. Sono presenti anche in Iraq.

Per e dal territorio libico c’è un flusso continuo di armi, munizioni, e gli illegali stanno esasperando i paesi vicini. In Nigeria si è giunti al punto che le autorità sono disposte ad accettare l'intervento militare straniero nel sud della Libia, e a sopportare tutti i disagi connessi alla condotta delle ostilità nella maggior parte dei suoi confini.

E questo solo per sbarazzarsi del focolaio di terrorismo nel loro paese. Secondo il ministro dell'Interno della Nigeria, Massoud Hassumi, a prendersi la responsabilità per l'eliminazione dei campi di addestramento degli estremisti in Libia dovrebbe gli stesi paesi che hanno condotto l'operazione armata per rovesciare il regime di Gheddafi nel 2011. Secondo Hassumi, i francesi stanno già discutendo la possibilità di un intervento. Ma questa è una strada senza uscita, ha spiegato il Vicepresidente del Comitato russo per la solidarietà con i popoli di Libia e Siria, Nelli Kuskova:

Un intervento militare non aiuterà. Come abbiamo visto nel 2011, l'intervento esterno in Libia, che una volta era il paese più prospero in Africa, ha portato al suo collasso, e al caos totale. Abbiamo visto quello a cui ha portato l'invasione dell'Iraq. Gli stessi paesi che hanno gettato la Libia nel suo stato attuale, non possono essere i suoi salvatori. Inoltre, per loro questo sarebbe come riconoscere il proprio fallimento, e sarà ben difficile che accettino di farlo.

Le autorità locali in Libia non sono in grado di ristabilire l'ordine; e mancano le forze, le risorse e l'autorità per tenere la situazione sotto controllo nelle principali città. Inoltre, il governo libico non pensa ai campi di militanti ai confini più estremi, crede Sergej Seregičev.

Al momento lì è come se non ci fosse uno stato. I tentativi di creare in Libia delle normali strutture di potere, un esercito, un’efficace corpo di polizia nazionale, e un corpo di sicurezza interna, hanno incontrato una forte resistenza sia da parte degli islamisti, che dai leader tribali. Perché questi sono soddisfatti della situazione attuale, poiché dispongono di milizie per controllare il proprio territorio. Pertanto, nella situazione attuale, le autorità locali sono in grado di effettuare delle serie operazioni antiterroristiche.

Gli esperti russi vedono la soluzione solo in una ricostruzione sistematica della vita sociale ed economica del paese. L'estremismo è nelle loro teste. Tanto migliore sarà la vita delle popolazioni locali, tanto meno queste sosterranno i ribelli e le bande di criminali. Per quanto riguarda il terrorismo internazionale, la lotta contro di esso deve interessare il mondo intero. Non si può sradicare un nido di terroristi in un posto, e creare terreno fertile per la sua prosperità in un altro.

Fonte: http://italian.ruvr.ru/2014_02_06/La-Libia-sta-collocando-i-suoi-militanti-nelle-zone-calde-del-mondo-8247/

Nessun commento:

Posta un commento