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sabato 1 febbraio 2014

Libia: continua la riscossa della Jamahiriya

Pubblicato da Stefano il 27 gennaio 2014
Da alcuni giorni la Resistenza Libica ha assunto il controllo pressochè totale del sud della Libia, ma anche d’importanti zone della Tripolitania, per esempio i valichi al confine con la Tunisia e alcuni centri a pochi passi dalla capitale Tripoli. La principale città in cui s’è tornata ad issare la bandiera verde è Sabha, capoluogo del Fezzan, che è anche stata oggetto d’intensi bombardamenti da parte del regime fantoccio insediato dalla NATO e dal Qatar nel 2011. Le notizie provenienti dalla Libia parlano d’una continua avanzata della Resistenza ai danni delle forze del regime dei “ribelli”, fatta di piccole ma costanti e significative conquiste territoriali.

E’ ancora presto per stabilire se si tratti d’un successo temporaneo o dell’inizio d’una grande riscossa della Jamahiriya, ma sicuramente pesa la presa di posizione a favore di quest’ultima da parte di molte tribù, in particolare del sud, e dei Touareg, che non tolleravano più le vessazioni delle milizie dei vari governatorati in cui oggi è suddivisa la Libia e che sono composte da quelli che nel 2011 erano definiti “ribelli”. I nuovi governanti libici, dediti praticamente soltanto a razziare e taglieggiare le tribù locali e ad ostacolare i Touareg nei loro traffici, producendosi oltretutto nei loro confronti con un razzismo sempre più acerbato, non sono mai stati infatti capaci di riscuotere presso i libici un sia pur minimo consenso ed oggi ne pagano il prezzo. In tanti rimpiangono la mancanza di sicurezza e la confisca delle conquiste sociali ed economiche garantite dalla Jamahiriya, e vedono quindi di buon occhio la Resistenza Libica, a cui offrono supporto ed accoglienza. I numerosi omicidi a sfondo politico e religioso di cui si sono macchiati i nuovi governanti, poi, hanno ulteriormente accresciuto la distanza tra quest’ultimi ed il popolo libico, favorendo la Resistenza ed accrescendo il rimpianto per quel sistema politico che essa continua a rappresentare.
Non è neppure da escludersi che la Resistenza Libica benefici di nuovi ed importanti sostegni esterni, in parte ancora da identificare, anche se è già possibile azzardare qualche nome. Si sapeva già che essa godesse del retroterra offerto da alcuni Stati subsahariani a cominciare dal Niger, che con la Libia condividono frontiere quanto mai molli ed incontrollabili. Addirittura, nei mesi scorsi, era successo che i “ribelli”, nel tentativo d’inseguire i resistenti libici nel deserto, fossero stati attaccati ed in parte catturati dalle forze del Ciad. Gli Stati subsahariani sono infatti fortemente preoccupati dalla situazione in cui versa la “nuova” Libia, che vedono come un contagioso covo di serpi pronto ad estendere anche su di loro il morbo fondamentalista, col quale del resto già in molti casi si trovano a dover fare i conti. A tacere del fatto che le loro leaderships godevano d’ottimi e fruttuosi rapporti con la Libia di Gheddafi.
Ma ciò che sta probabilmente davvero mutando le sorti del conflitto in Libia è l’ormai appurato intervento egiziano. Negli scorsi mesi il cugino di Muammar Gheddafi, Ahmad Gheddafi, ha incontrato il generale egiziano Al Sisi e ne è nato un accordo in base al quale l’Egitto offre addestramento e rifornimento d’armi alla Resistenza Libica. La notizia è rimasta segreta durante tutto questo tempo per diventare pubblica negli ultimi giorni. Si può quindi dire che ora con i suoi ultimi successi sul campo la Resistenza Libica stia raccogliendo i frutti dell’impegno egiziano, profusosi in tutti questi mesi. Anche l’Egitto non vede di buon occhio il caos interno libico, e dal momento che si trova a dover fare i conti col terrorismo salafita e dei Fratelli Musulmani, che in Cirenaica godono di sostegni e d’un retroterra significativi, ha ovviamente tutto l’interesse a vedere una normalizzazione della Libia ad opera delle forze laiche e socialiste della Resistenza. Ancora tutto da definire, in quest’operazione, è il ruolo giocato dalla Russia, la cui diplomazia è al momento attivissima in Egitto e che potrebbe aver spinto i vertici egiziani a rompere gli indugi appoggiando la Resistenza Libica.
E’ infine significativo, in questo contesto, il silenzio dei media cosiddetti “mainstream”, che non stanno facendo una sola parola su ciò che sta avvenendo in Libia. Che vi sia un’avanzata della Resistenza Libica è praticamente un segreto di Stato. Ma in fondo si tratta d’un comportamento del tutto conseguente e coerente rispetto a quello tenuto nel 2011, allorchè tali media mistificavano e distorcevano la realtà, rovesciadola quotidianamente.

Fonte: http://www.statopotenza.eu/10150/libia-continua-la-riscossa-della-jamahiriya
Preso da: http://www.informarexresistere.fr/2014/01/27/libia-continua-la-riscossa-della-jamahiriya/

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