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sabato 14 novembre 2015

Botte, minacce e voodoo per far prostituire una minore

L’operazione Caronte ha sgominato una spietata gang di sfruttatori africani Ventidue le persone coinvolte, una madama verrà giudicata a Massa

10 novembre 2015

MASSA. L’operazione Caronte è iniziata nel 2011, da allora sono state arrestate e condannate una ventina di persone. Una però, causa un errore nella sentenza di primo grado, deve essere tornare nuovamente in corte di assise. A Massa, perché il primo collegio che l’aveva giudicata - a La Spezia - non può ripetersi. L’imputata, Soyer Lovert, è una donna nigeriana, accusata di aver ridotto in schiavitù una giovane connazionale e di averla costretta a prostituirsi. Tutto documentato da una lunga serie di telefonate intercettate. Che verranno certificate nella prossima udienza, già fissata per il 23 novembre. Perché si ricomincia tutto da capo, risentendo i testi del pubblico ministero Federico Panichi, della Direzione distrettuale antimafia di Genova. Del resto non c’era altra strada, come ha sottolineato il presidente del collegio Giovanni Sgambati.

Lovert, 28 anni, secondo l’accusa ha introdotto illegalmente nel territorio italiano Sandra (nome di fantasia perché all’epoca era minorenne), la vittima testimone, al fine di farla prostituire. E per convincerla a sottostare alla sua volontà l’aveva sottoposta a riti voodoo e a violenze inaudite. Sandra ha già raccontato in tribunale a La Spezia quello che aveva subito, e lo dovrà rifare pure a Massa. Ecco cosa aveva detto nel primo processo: «Mi contattarono nel piccolo paese nigeriano dove vivevo, mi prelevarono alcuni peli e prestai giuramento di fedeltà secondo un rito tribale locale». Poi organizzarono il viaggio in Italia. «Partii dalla Nigeria con l’uso di autobus e fuoristrada. Attraversammo il deserto del Niger e raggiungemmo la Libia. Vidi molti cadaveri durante il percorso perché c’era chi durante il tragitto moriva di fame. Poi il drammatico attraversamento del Mediterraneo, lo sbarco a Lampedusa e il trasferimento al centro di accoglienza di Milano. Là vennero alcune persone a prelevarmi e da quel momento cominciò la mia vita da prostituta». Un dramma che aveva turbato alcuni giudici popolari.
Cominciata nei primi mesi del 2011, l'operazione Caronte aveva accertato che l'associazione criminale aveva il suo vertice in Nigeria, con ramificazioni in stati africani (Niger e Libia) e europei (Italia, Francia e Germania). A coordinare le operazioni è stato il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, coadiuvato da Federico Panichi, della Direzione distrettuale antimafia di Genova. Ventidue le persone arrestate, inoltre ne erano state denunciate altre 54 persone. L'organizzazione nigeriana individuava quote di clandestini, per lo più donne, da inviare in Europa. Alle ragazze veniva promesso un posto di lavoro, ma una volta espatriate venivano sistematicamente costrette a prostituirsi. Era stato calcolato che dal 2008 erano state fatte entrare clandestinamente in Europa circa diecimila extracomunitari. I clandestini venivano condotti prima attraverso il deserto del Niger e della Libia, poi ammassati in campi lungo le coste libiche, in attesa di essere trasferiti a Lampedusa. Successivamente venivano smistati ai centri di accoglienza di Puglia, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. A questo punto i nigeriani già residenti in Italia si attivavano per farli fuggire dai centri a prenderli alle loro dirette dipendenze.
La provincia apuana è stata toccata soltanto di striscio da questa tratta, ma è stato accertato che anche a Massa alcune ragazze erano finite a vendere il loro corpo. Non avevano alternativa, anche perché soprattutto attraverso i riti voodoo venivano terrorizzate. In più, molte di loro, avevano
ancora i familiari in Africa e temevano una possibile ritorsione da parte della gang. E una delle aguzzine più feroci, secondo il pubblico ministero, era proprio la Lovert. Toccherà all’assise massese decidere se è colpevole. Ricominciando tutto da capo.

Preso da : http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2015/11/10/news/botte-minacce-e-voodoo-la-tratta-delle-nigeriane-1.12419954

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