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mercoledì 30 aprile 2014

Elezioni in Libia

Cloro 8 luglio 2013
Dopo che, dal marzo 2011, il popolo libico fu inaspettatamente aggredito dalle forze di coalizione della NATO nella conosciuta maniera secondo la quale un paese viene attaccato militarmente “per proteggerlo” e si fa piazza pulita della sua identità istituzionale, infrastrutturale e umana, la Libia, tuttora in preda ad una guerra sanguinosa, ha celebrato le elezioni.
Poichè con questo blog abbiamo seguito abbastanza da vicino le vicende libiche, ho fatto una piccola ricerca su facebook guidata da un amico . Mi sono aiutata, in mancanza di meglio, con le traduzioni di Bing , con i filmati di Russia TV e dell’agenzia reuter, per cercare di capire in quale clima e con quale stato d’animo quel popolo s’è assoggettato al volere dell’alleanza atlantica. />
Premesso che su facebook ci sono migliaia di gruppi in tutte le lingue dove si rimpiange e si esalta Gheddafi, l’impressione che se ne ricava è che , al di la di ogni credo politico, vi sia un clima di terrore e di sopraffazione generalizzato, piu’ rigido e crudele in alcune parti, piu’ mite in altre. E la pressione del CNT sulla Libia occupata s’è sentita soprattutto durante queste elezioni perchè era importante dare all’occidente un’immagine di “serenità” e di “accondiscendenza” dopo che da mesi che la guerra infuria, nessuno della Libia aveva piu’ parlato.



Ho spulciato la bacheca dell’università di Tripoli e dello “student media center” libico e ho constatato che sono pochissimi i giovani dal cui facebook traspare un qualche interesse politico..Chi si dichiara schierato è davvero una mosca bianca, per esempio questa ragazza riporta Gheddafi sulla “copertina” , inneggia alla Jamahirya e annovera tra le sue letture preferite il libro verde.



Questo altro invece è uno studente di Benghazi, che si fa fotografare in posa entusiastica per lo svolgimento delle elezioni, mentre una sua amica commenta sotto, forse amaramente, “complimenti a noi!”



Davvero pero’ si tratta di eccezioni: negli spazi non politici non compaiono ne’ bandiere, nè foto di Gheddafi, nè vi si manifesta uno schieramento qualunque. Se si approfondisce un po’ la questione si capisce che la ragione è da ricercarsi nella repressione del CNT che moltissimi libici, nelle loro bacheche, definiscono senza mezzi termini “l’inferno”, laddove anche i non gheddafiani chiamano “ratti” i membri e gli squadristi criminali del CNT. Quando pero’ capita che delle elezioni i giovani ne parlino, nelle scalcinate traduzioni di bing dal libico, compare, ricorrente, la parola “farsa”



Le elezioni non hanno fatto eccezione alla regola di guerra in cui questo crimine s’è compiuto: il clima in cui si son svolte, infatti, è stato condizionato dagli apparati “polizieschi” del CNT che hanno predisposto un regime infame, per cui a Benghazi una bandiera verde è punita con l’arresto, così come è stato arrestato un cittadino in un seggio per aver manifestato fastidio nell’imbrattarsi il dito, come la propaganda invitava entusiasticamente a fare per obbligo..Incarcerazioni e vessazioni sono la regola per chi è conosciuto come un simpatizzante della Jahmarya, per non parlare della “caccia” al partigiano che insinua sospetto e paura nella popolazione. Comunque le informazioni che illustro le ho ricavate da questi spazi facebook https://www.facebook.com/www.almokaoma https://www.facebook.com/AllibiyaTV https://www.facebook.com/UNITRIPOLI https://www.facebook.com/SMCTeam https://www.facebook.com/marwa.libyagirl.3 (l’elenco è incompleto, chi lo volesse completo puo’ scrivermi in pvt) oltre che da siti dove si parla espressamente della Jahamairya.

Dopo piu’ di un anno di bombardamenti, eccidi, genocidi e stragi, s’è deciso di dare una fisionomia al CNT. La regione ad est, Cirenaica, è stata la regione dove piu’ che in altre i cittadini hanno abboccato alla propaganda dei mercenari e di Sarkozy. Per cui un consistente gruppo di cittadini di Benghazi s’è sentito coinvolto dal vento della rivoluzione. Ora che gran parte della Libia è occupata dal CNT , tirapiedi e traditori venduti all’occidente, Benghazi ha chiesto una contropartita per il subitaneo appoggio alla guerra a Gheddafi. Gli occidentali, in realtà, sapevano che difficilmente sarebbero riusciti a prendersi l’intera Libia e poichè i giacimenti di petrolio sono tra le ragioni principali di quest’”impresa” hanno promesso alla Cirenaica un certo margine di politica autonoma, riservandosi per loro il controllo di Tripoli e il controllo di gran parte dei pozzi . Pertanto i cirenaici si son trovati come “non negoziabile” il nuovo confine che riduce drasticamente il suo accesso alle risorse e questo ha fatto ricredere molti di loro sulla scelta a suo tempo fatta, di appoggiare la rivoluzione “democratica”. Se vogliono evitare questo, non hanno che da soggiacere completamente a quel che sarà il nuovo governo di Tripoli. Ho trovato un video, questo,girato a Benghazi il giorno prima delle elezioni, dove un gruppo di donne chiede un governo federale con un margine politico di autonomia ragionevole e un accesso alle risorse che permetta un benessere di massa. Il CNT, lo stesso comitato che gestisce le elezioni, in caso di manifestazioni pacifiche che fa? sguinzaglia i suoi miliziani mercenari armati per le strade a sparare in mezzo alla folla. Ciononostante il popolo libico ha strappato i manifesti elettorali dai muri e quando sono cominciati gli allestimenti per il voto hanno letteralmente dato l’assalto ai presidi dove arrivavano i camion con le schede, spesso sequestrati per bruciarne le “preziose” schede.


libici tirano giu i manifesti elettorali per boicottare le elezioni
I media occidentali hanno descritto le elezioni libiche gestite dai carnefici del CNT come pacifiche, animate dall’entusiasmo di un popolo che dopo decenni tornava a votare, nella miglior retorica “democratica” connessa con le missioni di pace.


Libia: elezioni si svolgono in un clima di guerra. Abbattuto l’elicottero dove viaggiava un candidato, assalti agli uffici elettorali, Furto di schede elettorali e rogo. Scontri a Benghasi e a 160 km dalla città. Clima repressivo infernale da parte del CNT che spesso, in caso di disordini, da’ ordine alle milizie di sparare sulla folla
In verità con la Jamahiria è vero che non votavano per tenersi o no Gheddafi, ma le strutture amministrative della Jahmairya stessa prevedevano elezioni decentrate in ogni “comitato popolare” (ogni comitato popolare era legato alle tradizionali comunità di villaggio) e quindi se anche Gheddafi poteva essere giudicato “dittatore” secondo la nostra esecrabile mentalità, la vita sociale e politica della Libia era di fatto in mano alle decisioni del popolo, perchè si esercitava una democrazia diretta: non si votavano solo gli “uomini” ma le decisioni che gli uomini dovevano prendere. In uno stile politico che, proprietà privata permettendo, possiamo a buon titolo definire “socialista”. Gheddafi prendeva decisioni molto grandi: per esempio sulla cooperazione con i paesi africani per creare una grande nazione federale di quel continente, autonoma e libera. Ma la vita politica era in mano ai libici molto piu’ democraticamente di quanto non lo sia qui in italia. L’attacco occidentale, oltre che un attacco per i pozzi e contro i progetti politico-finanziari di gheddafi, è stato un preciso attacco ad un sistema sociale che faceva paura come il comunismo. In ogni caso: a Benghazi proprio i cittadini piu’ entusiasti in un primo momento verso la “primavera” portata dai ratti mercenari, sono oggi i piu’ delusi, quelli che per primi hanno denunciato le elezioni e la pantomima della libertà che avevano raggiunto con tutta quella rovina e tutto quel sangue sparso. A Benghazi è stato abbattuto l’elicottero di un candidato alle elezioni: questo non è morto, ma uno dei piloti sì. Sempre a Benghazi molti sono stati assalti ai comitati elettorali, furti, roghi di schede con conseguenti incarcerazioni e repressioni sanguinose . Un cittadino è stato ucciso dagli sgherri del CNT perchè sorpreso mentre tentava di portar via un urna.

E’ proprio a Benghazi, dunque, che s’è diffusa in modo esponenziale la convinzione di operare un boicottaggio. Alle 16 del pomeriggio di ieri su facebook apparivano molti appelli per ridimensionare le cifre: “dicono alla TV che han votato il 90% degli aventi diritto. Non è vero, non s’è recato alle urne nemmeno il 10%”



Benghazi isolata da Tripoli, ha avuto la notizia che la capitale sarebbe continuata ad essere Tripoli. Sullo spazio facebook di un benghaziano leggiamo: “Ma a Tripoli? Erano 2 milioni a manifestare per Gheddafi. Adesso? Stanno tutti zitti? ” Si riferisce all’accettazione rassegnata e silenziosa con cui i Tripolini oggi avrebbero accettato il diktat del CNT, quando essi erano stati tenacemente contrari al bombardamento del paese fin dall’inizio. A Tripoli in effetti la situazione è diversa. Lì le stragi del CNT sono state molto piu’ pesanti che a Benghazi. Il grosso dei cittadini non ne puo’ piu’ di morti , per cui si son rassegnati al nuovo dominio “democratico”. Si mantiene pero’ tuttora una maggioranza silenziosa che spera ancora che l’esercito della Jahmahiria (ormai solo partigiani, perchè lo stato libico non esiste piu’) abbia la meglio, che in qualche modo porti a casa delle vittorie.

A Tripoli oggi il CNT ha la mano piu’ leggera che a Benghazi, con la repressione. Il motivo è che i tripolini hanno accettato il compromesso con il nuovo stato, pur a fatica e pieni di rimpianti, perchè nella futura divisione saranno l’area piu’ avvantaggiata dalla spartizione delle risorse petrolifere. Quindi, per esempio, una legge fatta dal CNT che vietava l’esaltazione di Gheddafi in pubblico sanzionata con la galera, ha dovuto essere abrogata qualche settimana dopo per via di un improvviso aumento di attentati e sabotaggi, da parte della popolazione, tanto da far capire che la linea che separa i tripolini dal forzato assenso al nuovo regime, è molto labile.

Le elezioni, a Tripoli, si sono svolte tuttavia in un clima meno pesante e terroristico che a Benghazi e questo il CNT non se l ‘aspettava (anche se sullo spazio dell’Università di Tripoli qualcuno invita i compagni ad evitare le zone di assembramento, per paura di qualche attentato).

Gli occidentali avrebbero previsto, dicevo, di spartire la Libia in due parti, tuttavia devono fare i conti con i partigiani dei Gheddafi. Volontari, donne e uomini anche giovanissimi, che si arruolano e si armano per impedire al CNT di prendere possesso di certe città. Bani Walid è in mano loro, mentre Sirte e Misurata sono praticamente sotto il perenne assedio di bombe e granate. Questi vorrebbero Aisha Gheddafi capo della nuova Jahmahirya oppure Saif El Salaam, attualmente in mano ai nemici che han già dichiarato che “per lui non sarà possibile un processo equo” :-D I filogheddafiani poi, come i “leoni” di Omar Mukhtar, si nascondono nel deserto, compiono agguati a pozzi e impediscono l’avanzata territoriale del CNT. Tutta la Libia prega per loro, anche perchè l’esercito verde si compone della miglior gioventu’ libica, disposta a farsi ammazzare piuttosto che farsi schiava.

Molti tra i libici sono convinti che alla fine gli atlantisti dovranno lasciare la parte centrale della Libia ai verdi, perchè la determinazione al combattimento è tanta e solo un giorno prima delle elezioni ci sono stati 50 morti, in questa guerra. Per cui la suddivisione sarà, dicono, in tre parti anzichè in due.



La forza dei filogheddafiani è tuttoraa determinata anche dalla granitica volontà delle tribu’ dei neri e dei beduini dell’interno: filogheddafiani da sempre sono stati distrutti da genocidi che hanno svuotato molti paesi: i superstiti sono stati sfollati in condizioni disumane perchè il CNT li ritiene nemici naturali. Moltissimi di loro comunque, sono arruolati con i partigiani libici,magari dopo aver avuto l’intera famiglia sterminata. I libici di pelle scura sono state le vittime preferite del CNT.


si calcola che siano almeno 30 mila i libici sterminati dal CNT e sepelliti in fosse comuni nel deserto
Nella zona di Tawergha sono state scoperte fosse comuni con decine di migliaia di corpi: paesi fantasma, prima brulicanti di vita e di speranze sono stati svuotati dalla morte o dalla fuga. I filogheddafiani hanno il grosso delle forze nelle black mountains: operano con azioni di guerriglia e, dove capita, di guerra aperta. Bani Walid è il loro “quartier generale”. Le donne fedeli alla Jahmahiria (e sono tante, perchè sono quelle che hanno avuto piu’ da perdere ) combattono come gli uomini

Anche perchè la prospettiva è che le elezioni farsa (già gli aventi diritto erano meno del 50% del popolo libico, in piu’ il boicottaggio ha fatto salire l’assenteismo a livelli altissimi) portino ad un governo di tipo integralista islamico (tali sono molti candidati) e quindi le donne, abituate alla libertà laica e allo stato sociale di Gheddafi vedrebbero peggiorare di molto la loro condizione .



Inutile aggiungere che il CNT opera interrogatori con tortura annessa a tutti coloro di cui ritengono che abbiano amici tra i guerriglieri : quello che i nostrani media ci dipingono come un paese “fuori dal tunnel della dittatura” è un paese lacerato, ai cui giovani s’è dato un pessimo esempio, dove si son compiuti genocidi e dove cio’ che chiamiamo “democrazia”, nel perverso vocabolario per il quale la “guerra” si trasforma in “missione di pace” è un sinonimo di morte e di persecuzione.

Per tutti i link , foto, video, articolo originale: http://www.cloroalclero.com/?p=10519

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