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mercoledì 25 dicembre 2013

In Libia affari di 480 miliardi di dollari per l’Italia

15/12/2013
Giacomo Pugliese* «La Libia può rappresentare un’opportunità di prim’ordine per molti settori produttivi oltre all'energia e alla sicurezza. I costi della ricostruzione, infatti, sono stimati fino...
«La Libia può rappresentare un’opportunità di prim’ordine per molti settori produttivi oltre all'energia e alla sicurezza. I costi della ricostruzione, infatti, sono stimati fino a 480 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni». Lo ha detto Aurelio Regina, presidente del Network Globale - l’agenzia della camera di commercio di Roma per l’internazionalizzazione.

«L’Italia - ha spiegato - rimane il primo partner economico della Libia e proprio al nostro Paese è affidato un compito molto delicato. Politica ed economia possono e devono viaggiare di pari passo» e creare ottime potenzialità d'affari», ma solo se ci saranno condizioni di certezze, stabilità e sviluppo».

Alla conferenza sulla Libia, organizzata da Network Globale con la rivista Formiche, era presente anche Marco Forlani, vice presidente di Finmeccanica, secondo cui «c'è bisogno di riattivare i contratti in essere, il che permetterebbe di perseguire anche altri obiettivi nel paese», come ad esempio il controllo delle frontiere. Gli ha fatto eco Leonardo Bellodi, vice presidente di Eni. In Libia, a suo giudizio, c'è la volontà di portare al successo la transizione.

«Da tutti i nostri interlocutori - ha spiegato - abbiamo avuto la stessa richiesta: contribuire alla formazione dei giovani, che ora vivono una frustrazione che produce disagio e violenza. Su questo, la collaborazione delle nostre istituzioni e delle nostre imprese può fare molto». L’attenzione del governo è stata confermata dalla presenza dell'ambasciatore Varricchio, consigliere diplomatico del premier Letta e dalle conclusioni svolte dal sottosegretario Marco Minniti, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. «Il futuro della Libia - ha ribadito - è per l’Italia un interesse nazionale, ma lo è anche per tutta l'Europa, oltre che per gli Usa».

«C’è un mandato non ufficiale che la comunità internazionale ha dato all'Italia nella regione del Mediterraneo e soprattutto in Libia», ha detto Minniti. Non mancano i segnali positivi, come l'appoggio che la popolazione di Tripoli e Bengasi ha dimostrato per le truppe governative intervenute contro le milizie armate, ma sono elementi che «vanno consolidati». «È una corsa contro il tempo: o si agisce rapidamente o si arriva a un punto di non ritorno».

Gli applausi che la Conferenza ha tributato a Minniti sono il segno della fiducia delle imprese verso le istituzioni e il futuro della Libia. Ora, tocca a Palazzo Chigi e Farnesina raccogliere l’appello per un intervento più efficace nel Mediterraneo.

* www.formiche.net

Giacomo Pugliese*

Fonte: http://www.iltempo.it/politica/2013/12/15/in-libia-affari-di-480-miliardi-di-dollari-per-l-italia-1.1199025

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