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lunedì 14 ottobre 2013

La prossima guerra alla Libia e la Boldrini

10 luglio 2013
Italiani “brava gente”? Sono oramai pubblici i dati sui bombardamenti italiani (hanno ucciso almeno 3000 civili) durante la guerra alla Libia nel 2011; così come è stato assodato l’invio da parte dell’Italia di armi ai cosiddetti “ribelli” libici prima che si insediassero al governo trasformando quello che era il paese più progredito dell’Africa in un orrore di miseria, privatizzazioni, omicidi di massa, torture… e dal quale sono già scappate almeno un milione di persone.

Ma oggi, sui media italiani, si riparla di Libia non certo per i nostri passati crimini, né per l’impegno richiestoci, a giugno, da Obama di un nuovo intervento militare in questa martoriata nazione. Ma per l’uscita di un libro, davvero grottesco, scritto da una redattrice del “prestigioso” Le Monde (lo stesso, per intenderci, del “gas Sarin usato dalle truppe di Assad”), tale Annick Cojean. Libro che, tra l’altro, ci illumina su “Gheddafi che stuprava quattro donne al giorno” e sul Viagra distribuito alle sue truppe per emulare le imprese del Rais: una bufala colossale, che a suo tempo fu smentita perfino da Amnesty International, e che, al pari di tante altre falsità propagate da i mass-media è servita a fare accettare all’opinione pubblica un’altra “guerra umanitaria”.


Non avremmo, comunque, speso una riga per commentare qui questo ennesimo libello guerrafondaio, se non per la circostanza che la sua autrice, oggi ospite dei più seguiti salotti televisivi, è stata, addirittura, elogiata , in una cerimonia ufficiale, da Laura Boldrini, deputata di Sinistra&Libertà e Presidente della Camera (dove si è distinta per la sua protervia contro chi osa se pur solo parlare di Napolitano)

Su cosa pensasse questa pasionaria “volto umano della NATO” della guerra alla Libia o alla Siria avevo già scritto qualche mese fa. Prima, cioè, dei suoi diktat per imporre un bavaglio ad internet (suscitati dalla pubblicazione sul web di foto – contraffatte ma, comunque, abbastanza innocenti – che la “ritraevano” in tenuta adamitica); prima dei suoi strilli contro Grillo, colpevole di protestare contro il “golpe” di Napolitano; prima delle sue crociate contro il cosiddetto “femminicidio”…. Prima degli osanna a lei tributati dalle “anime belle” della cosiddetta “sinistra”, ammaliate da questa versione trendy di Emma Bonino e dalle sue “battaglie per i diritti umani”.

“Diritti umani”, per modo di dire. Quelli dei migranti, ad esempio erano stati utilizzati dalla Boldrini, agli albori della guerra alla Libia, solo per additare l’accordo firmato dai “mostri di turno” (Berlusconi e Gheddafi) per impedire il continuo affluire delle “carrette del mare”; mentre non una parola veniva detta sui 2,5 milioni di lavoratori immigrati che, allora, lavoravano, tranquilli con le loro famiglie, in Libia (sei milioni di abitanti). E chi volesse sapere altro sul suo ruolo di supporter alla guerra alla Libia da parte della Boldrini non ha che da leggersi questa sua intervista. Stessa artiglieria ‘umanitaria’ e accuse di razzismo contro chiunque non accolga a braccia aperte immigrati clandestini, come i Greci, o si mostri perplesso, come la stragrande maggioranza degli Italiani, sullo ius soli. E sempre a proposito di razzismo, poteva mancare la oramai logora denuncia sul dilagante antisemitismo e la richiesta di normative per rendere più dura la già antidemocratica Legge Mancino?

Ancora sui diritti umani, la “difesa delle donne”. Magari per accusare di atrocità il “regime di Assad”, e promuovere così una No Fly Zone sulla Siria, o per imporre in Italia un orwelliano codice sessista all’informazione.

Sul perchè dilaghino, nei paesi sferzati da una macelleria sociale senza precedenti, le Armi di Distrazione di Massa e la melassa del “buonismo”, splendidamente fatte proprie dalla Boldrini, avevo già scritto; sul perchè delle tante martellanti campagne “umanitarie”, quali ad esempio quelle per le “coppie gay”, vengano sponsorizzate da potenti istituzioni finanziarie, cominciano ad emergere ipotesi convincenti.

Limitiamoci, quindi, a concludere con un augurio: che il prossimo impegno militare dell’Italia in Libia serva almeno a far crollare un idolo, quale la Boldrini, al quale i tanti che ieri manifestavano contro la guerra sembrano aver consegnato oggi la loro intelligenza.

Francesco Santoianni

Fonte: http://www.francescosantoianni.it/wordpress/?p=824

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