Translate

mercoledì 3 luglio 2013

IL PATRITO.

Il partito è la dittatura contemporanea. E’ lo strumento di governo delle
moderne dittature poiché rappresenta il potere di una parte sul tutto. E’ il più
recente sistema dittatoriale. Poiché il partito non è un individuo, esso da
luogo a un’apparente democrazia, formando assemblee e comitati senza
contare la propaganda svolta dai suoi membri. Il partito non è affatto un
organo democratico poiché è composto da individui che hanno o gli stessi
interessi o le stesse opinioni o la stessa cultura o che appartengono alla stessa
regione o che hanno la stessa ideologia. Essi formano un partito per realizzare
i loro interessi o per imporre le loro opinioni o per estendere il potere della
loro dottrina a tutte le società. Il loro obbiettivo è giungere al potere con il
pretesto di attuare i loro programmi. Non è democraticamente ammissibile
che uno qualsiasi di questi gruppi governi l’intero popolo, che è formato da
numerosi interessi, idee, temperamenti, luoghi di provenienza e credi.
 Il
partito è uno strumento di governo dittatoriale in quanto permette a coloro
che hanno le stesse opinioni e gli stessi interessi di governare il popolo nel suo
insieme. Rispetto al popolo, il partito è una minoranza. Lo scopo che
determina la formazione di un partito è quello di creare uno strumento per
governare il popolo, in altre parole, di governare tramite il partito su coloro
che sono al di fuori di esso. Il partito, infatti, si fonda essenzialmente su una
teoria autoritaria ed arbitraria... vale a dire sul dispositismo dei membri del
partito sugli altri elementi del popolo. Il partito afferma che l’accesso al potere
è il mezzo per realizzare i propri obiettivi, pretendendo che questi obiettivi,
siano quelli del popolo. Questa è la teoria che giustifica la dittatura del partito
ed è la stessa teoria su cui si fonda qualsiasi dittatura. Qualunque sia il
numero dei partiti, la teoria è sempre la stessa. L’esistenza di più partiti
inasprisce la lotta per il potere, che si risolve nella distruzione di ogni
conquista del popolo e nel sabotaggio di ogni programma di sviluppo della
società. Questa distruzione serve da preteso (al partito di opposizione) per
giustificare il tentativo di indebolire la posizione del partito al potere, allo
scopo di prenderne il posto. La lotta tra i partiti, se non si risolve nella lotta
armata, il che avviene raramente, si svolge per mezzo della critica e della
denigrazione reciproca. E’ una lotta che si combatte inevitabilmente a danno
degli interessi vitali e supremi della società e da ciò consegue che una parte o
tutti gli interessi della società cadranno vittime della lotta dei partiti per
giungere al potere.
Infatti, è nella distribuzione stessa di questi interessi che il partito o i partiti
all’opposizione trovano la giustificazione della loro controversia con il partito
al potere. Il partito all’opposizione per giungere al potere deve abbattere lo
strumento di governo che è al potere. Per fare questo deve distruggerne le
realizzazioni e denigrarne i programmi anche se sono utili alla società. Di
conseguenza, gli interessi ed i programmi della società diventano vittime della
lotta dei partiti per giungere al potere. Certo, il conflitto nato dalla
molteplicità dei partiti suscita un’intensa attività politica, ma rimane sempre il
fatto che tale conflitto è, da una parte, politicamente, socialmente ed
economicamente distruttivo per la società e, dall’altra, si risolve sempre con la
vittoria di un altro strumento di governo identico al precedente; vale a dire
con la caduta di un partito e con la vittoria di un altro. E’ sempre la sconfitta
del popolo e, quindi, la sconfitta della democrazia. Inoltre i partiti possono
essere comprati o corrotti sia dall’interno che dall’esterno. Originariamente il
partito nasce come rappresentante del popolo, poi la direzione del partito
diventa la rappresentante dei membri del partito, e il presidente del partito
diventa il rappresentante della direzione del partito. E’ chiaro così che il gioco
dei partiti è un’ingannevole farsa fondata su una caricatura di democrazia dal
contenuto egoista e fondata sul gioco degli intrighi e delle manovre politiche.
Tutto questo conferma che il partitismo è uno strumento della dittatura
moderna. E’ una dittatura che si presenta apertamente, senza maschera, e che
il mondo non ha ancora superata. E’ realmente "la dittatura dell’epoca
contemporanea". Il parlamento del partito vincitore e in realtà il parlamento
del partito; il potere esecutivo designato da questo parlamento è il potere del
partito sul popolo. Il potere del partito, che dovrebbe essere al servizio del
popolo intero, è in realtà nemico mortale di una parte di esso, di quella, cioè,
costituita dal partito o dai partiti all’opposizione e dai loro sostenitori.
L’opposizione non rappresenta il controllo popolare sul partito al potere;
piuttosto, cerca, essa stessa, una possibilità di sostituirlo al potere. Secondo la
tesi della democrazia moderna, il controllo legale appartiene al parlamento, la
cui maggioranza è costituita da membri del partito al potere, vale a dire, che il
controllo è nelle mani del partito che esercita tale controllo. Sono dunque
evidenti l’impostura, la falsificazione, la inefficacia delle teorie politiche
dominanti oggi nel mondo dalle quali scaturisce la democrazia tradizionale
nella sua forma attuale. Il partito rappresenta soltanto una parte del popolo,
ma la sovranità popolare è indivisibile. Il partito governa in nome del popolo,
ma il principio fondamentale è che non deve esserci "nessuna rappresentanza
al posto del popolo".
Il partito è la tribù e la setta dell’età moderna. La società governata da un
unico partito è identica a quella governata da un’unica tribù o da un’unica
setta. Il partito, come abbiamo già affermato, rappresenta le opinioni, le
ideologie, il luogo di provenienza di un solo gruppo della società. Il partito,
quindi, è una minoranza rispetto all’intero popolo, così come lo sono la tribù e
la setta. La minoranza ha gli stessi interessi e la stessa ideologia. Da questi
interessi o da questa ideologia scaturiscono identiche opinioni. Non vi è
nessuna differenza tra il partito e la tribù, eccezion fatta per il legame di
sangue, che, d’altra parte, può esistere anche nel partito al momento della sua
costituzione. La lotta dei partiti non differisce in alcun modo della lotta delle
tribù o delle sette per ottenere il poter. Se il sistema tribale o settario è da
rifiutare e da deplorare politicamente, si deve anche rifiutare e deplorare il
sistema dei partiti, poiché tutti e due i sistemi precedono nello stesso modo e
conducono allo stesso risultato. Per la società, la lotta dei partiti ha lo stesso
effetto negativo e distruttivo della lotta tribale o settaria.

Da: Il libro verde Di Muammar Gheddafi.

Nessun commento:

Posta un commento