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martedì 16 luglio 2013

La Libia nelle mani dei signori della guerra.

9 luglio 2013.
Formazioni paramilitari e brigate di ex ribelli tengono sotto scacco interi quartieri della capitale Tripoli, di Bengasi e di altre importanti città. Dalla politica nessuna soluzione per garantire la sicurezza nel Paese.
Se l’Egitto vive i giorni più difficili dalla caduta di Hosni Mubarak, in Libia dalla destituzione del colonnello Gheddafi praticamente non è mai stata raggiunta. Tripoli continua a essere in balia di formazioni paramilitari che si sottraggono a ogni controllo, spesso equipaggiate meglio dell’esercito e dei corpi di polizia.



Di fatto in alcuni quartieri della capitale, ma anche in altre città libiche, sono proprio queste milizie e brigate a detenere il potere. Si tratta di formazioni costituite perlopiù da ex ribelli che dopo la battaglia contro il deposto regime non si sono più reinseriti nella società, rifiutando in molti casi anche l’arruolamento nelle forze di sicurezza. Altri gruppi armati sono invece dei veri e propri eserciti privati al soldo di signori della guerra, e che pertanto non hanno alcun interesse a deporre le armi.




In un contesto del genere, gli attentati e gli scontri a fuoco sono all’ordine del giorno. L’ultimo grave episodio registrato a Tripoli ha avuto per obiettivo la sede del ministero dell’Interno, nelle ultime settimane prima circondato e poi occupato da uomini armati. Al ministro Al-Shaykh è stata contestata la decisione di affidare la tutela dell’ordine e della sicurezza ad alcune milizie e non alla polizia o all’esercito.



È di pochi giorni fa la notizia dell’irruzione di un commando nella sede di una radio locale per prelevare un giornalista non gradito. A fronte di questa escalation delle violenze, il ministro della Giustizia libico Margani ha comunicato che il governo sta elaborando l’ennesimo piano per sciogliere le milizie irregolari. Ma la notizia, come le volte passate, è stata accolta con scetticismo.



Tensione anche a Bengasi

La situazione è preoccupante anche a Bengasi, dove il 2 luglio due pattuglie delle forze di sicurezza sono state colpite da attentati dinamitardi. Il 4 luglio uomini armati hanno invece aperto il fuoco su Hamid al-Hasi, capo dell’ala militare dell’autoproclamato Consiglio di Transizione della Cirenaica. Al-Hassi è rimasto ferito, mentre sono stati uccisi due uomini che lo accompagnavano. Sempre il 4 luglio, il medico francese Jean Dufriche, console onorario di Francia a Bengasi, è stato aggredito mentre rincasava. Sopravvissuto all’attentato, Dufriche si è rifugiato in Tunisia dove ha potuto incontrare il presidente francese Francois Hollande.

Timidi segnali di distensione arrivano da Garian, situata 80 chilometri a sud di Tripoli, dove le formazioni ribelli hanno ceduto all’esercito libico il controllo della caserma “Khalifa al-Tekbali” davanti al nuovo presidente del parlamento Nouri Bousahmein. Mentre a Misurata si sono dimessi sette membri del consiglio locale, sancendo così il sostanziale fallimento dei tentativi compiuti finora per garantire sicurezza e sviluppo alla città.

Il 7 luglio, stando a una notizia pubblicata dal Libya Herald, le guardie che sorvegliavano una filiale della Shamal Africa Bank a Sebha hanno improvvisamente aperto il fuoco contro clienti, quasi tutti di etnia tuareg. La sparatoria ha causato una vittima e numerosi feriti.



Petrolio e gas paralizzati dalle proteste

Dal primo luglio per una settimana i dipendenti della Zuetina Oil Company, ad Al-Zuwaytina, sono entrati in sciopero bloccando alcuni impianti e chiedendo cambiamenti nella dirigenza.

Altre agitazioni hanno interessato altre strutture petrolifere e gasifere del Paese, con enormi perdite per il settore che dipende largamente dalle esportazioni. Nello scorso fine settimana sono rimasti bloccati gli impianti costieri di As Sidr e Ras Lanuf (situati nella municipalità di Sirte).

L’8 luglio gli impianti hanno riaperto dopo l’accordo raggiunto tra il ministero del Petrolio e i dimostranti.
Fonte:http://www.lookoutnews.it/tripoli-nelle-mani-di-milizie-armate/

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