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domenica 29 marzo 2015

La strage di italiani in Tunisia fu strumento per spingere l’Italia ad intervenire sotto l’ombrello NATO/ONU in Libya? Cosa c’è dietro…

23 marzo 2015

I ben informati – pochi e sempre i soliti – che ruotano attorno alla Farnesina (non nella Farnesina, ben inteso…) non hanno dubbi: l’attacco del Bardo di Tunisi era mirato a fare una strage di italiani, nulla d’altro. Finalmente questa triste verità sta emergendo anche dai giornali nazionali a partire da La Stampa di Torino, non a caso testata vicinissima agli apparati USA. L’obiettivo, molti temono, parrebbe essere quello di spingere l’Italia all’intervento militare in Libia per mettere ordine, evidentemente chi lo ha commissionato ha sottovalutato l’ignavia italica, gli italiani non ci pensano nemmeno ad intervenire. Infatti, per “vendere” alla gente dello Stivale un intervento armato bisogna comprarsi la politica, che decida per loro… Non che non sia mai successo in passato e nemmeno che non sia successo ora ma evidentemente anche se fosse il caso chi oggi comanda sa che sarebbe una polpetta avvelenata che deraglierebbe quel minimo di crescita che si può sperare di avere nei prossimi 9 mesi.

Chi scrive, ( l'autore dell' articolo originale) è stato fiero sostenitore di un intervento unilaterale italiano atto a mettere ordine in Libya, una scuola di pensiero purtroppo minoritaria. Appunto, unilaterale, finalizzato a difendere gli interessi italiani. Quello che invece vorrebbe qualcuno non troppo amico dell’Italia – e nemmeno troppo lontano, sta certamente in Europa – è far pagare il conto dell’ordine da re-instaurare appunto al Belpaese. Renzi giustamente si nega dall’intervenire, se proprio si deve fare bisogna che sia unilaterale, leggasi con l’obiettivo di spiazzare gli avversari nei progetti in Libya (Francia, UK, Germania per intenderci). Oggi l’Italia non ne ha la forza e nemmeno gli appoggi (con Obama).

In ogni caso la la storia è meno complessa di come appare, sapendola leggere: nel 2011 ci fu un golpe contro l’Italia e dunque venne fatto cadere il Cavaliere. Nelle more di questo piano, di matrice franco-britannica, bisognava annientare Gheddafi, troppo amico dell’Italia – con il suo aiuto l’Italia rischiava di passare come il vero vincitore nel post crisi subprime, l’unico paese occidentale a non aver dovuto salvare il proprio sistema bancario con soldi pubblici – essendo per altro il Rais in possesso di documentazione compromettente per Sarkozy (Gheddafi aveva finanziato la sua campagna elettorale, ndr).

Dunque, la Francia attaccò in modo unilaterale la Libya e fu il caos, il paese mediterraneo cadde in una guerra fratricida che ha annichilito la ricchezza libica in meno di quattro anni, per altro creando seri grattacapi all’ENI (l’azienda italiana molto probabilmente sarà il prossimo obiettivo di BP o Total, ma questa è un’altra storia). Appunto, la Francia NON sarebbe potuta intervenire in Libya come ha invece fatto, è prassi che nel caso di ex colonie il coordinamento delle operazioni debba passare dalla potenza ex coloniale. Dunque la Francia – spalleggiata dagli UK – creò il trambusto andando contro le regole di ingaggio di prassi, fatto di cui anche la segreteria di Stato USA ebbe a che dolersi.

Ora che il caos è stato fatto la Francia vorrebbe che l’Italia raccogliesse i cocci assumendosi l’onore – anzi, soprattutto l’onere – dell’intervento armato, proprio adesso che l’Italia sta vedendo un minimo di crescita, oggi intervenire sarebbe un suicidio anche in relazione alla grave situazione di crisi del Belpaese. Per non parlare dell’aspetto militare.


Chi scrive era fautore di un intervento unilaterale per spiazzare gli interessi dei paesi che volettero il golpe italiano, chiaramente è contrario a farsi prendere per il sedere da Parigi con un intervento ora e per di più non in modo unilaterale (qualcuno vorrebbe che l’Italia intervenisse anche per difendere gli interessi dei “partners EU” che hanno creato il problema quattro anni fa, per altro loro stessi spiazzando ENI in molti progetto energetici). Anche Hollande ha “invitato“ l’Italia ad intervenire….

In tutto questo vale la pena di menzionare il caso degli UK: decisero di intervenire in Libya con il desiderio di spiazzare l’ENI nel settore idrocarburi, questo è chiaro. Il vero problema è che facendo cadere Berlusconi, passo necessario per poter perseguire il loro obiettivo in Libia, hanno rafforzato la Germania che ora senza il Cavaliere tra le scatole è la chiara dominatrice in Europa (il Cav era un solidissimo alleato anglosassone!). Ossia, oggi gli UK sono in una situazione simile a quella vissuta a Dunquirq, leggasi in EU non contano più nulla a vantaggio tedesco (e francese).

La Francia invece, il vero malato d’Europa in pectore, spera ancora di perpetrare il suo potere a danno italico, come sempre. E per questo si è alleata alla Germania in EU, in questo contesto la vittoria di Sarkozy di oggi alle amministrative è pericolosissima per l’Italia.

Vedremo, comunque il caos è tanto. Per ora il Governo fa bene a non concedere nulla ai propri nemici, che l’intervento in Libya per riappacificare venga fatto da coloro che hanno fatto il danno, questa è una buona – o l’unica – indicazione strategica perseguibile. Per adesso.

Fantomas per Mitt Dolcino
Fonte:

http://scenarieconomici.it/la-strage-di-italiani-in-tunisia-fu-strumento-per-spingere-litalia-ad-intervenire-sotto-lombrello-natoonu-in-libya-cosa-ce-dietro/

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