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giovedì 3 gennaio 2019

Sicilia, 10 luglio 1943. Invasione fu, e tale resta

1 luglio 2018

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Prendendo spunto dalla foto, pubblicata da La Sicilia di Catania, dello stato di abbandono del cippo alla memoria dei Caduti inglesi (Ponte sul Simeto, teatro di violentissimi scontri tra alleati e truppe italo-tedesche) si ripropongono qui, in anticipo sulla canonica data del 10 luglio, delle considerazioni e valutazioni sul 75° anniversario dello Sbarco in Sicilia del 1943.

La “Operazione Husky“, iniziata la notte del 9 luglio del 1943 e terminata il successivo 17 agosto, è stata vista e presentata (nel corso dei decenni successivi all’evento) come “liberazione” dell’Isola dai “nazisti”. Con lo squagliamento totale delle truppe “fasciste” italiane e relativa passeggiata alleata da Gela (e dintorni) fino allo Stretto di Messina, accompagnata da feste e tric-trac di gioia e simpatia popolare.

Già da bambino, vivendo e crescendo (anni ’50-’60) tra Catania, Messina e pure ad Alì Marina ed avendo una naturale predisposizione alla esplorazione di bunker e fortificazioni varie, mi resi conto che qualcosa di serio dovesse essere accaduto da quelle parti, visto che i segni della guerra erano evidenti pure ad un poppante e che i più grandi di età rispondevano con una certa difficoltà alle domande su cosa fosse avvenuto in quel periodo.
Divenuto “ragazzino e giovanotto” nel decennio successivo (1970-80) ed avendo maturato una fortissima inclinazione politica (a destra), chiaramente interpretai lo “Sbarco” come una “Invasione” e cercai sempre più evidenze sul fatto che questa operazione militare alleata fosse stata tutt’altro che una festosa “passeggiata”.
Ripeto il dettaglio perché non mi giudico certamente uno storico: non raccolsi “prove” ma dati e testimonianze dirette che bastavano alla mia personale capacità di analisi e giudizio per poter esporre il mio pensiero ed opinione, in dissenso con quello “politicamente corretto” dell’epoca: la Sicilia era stata “liberata” dagli Alleati (maiuscolo), ed i “nazisti” avevano perso la battaglia, con il concorso della ignominiosa fuga delle truppe “fasciste”.
Non voglio tediare e confondere chi leggesse con troppi riferimenti personali, quindi riporto i dati facilmente relativi ai soli Caduti e dispersi: italiani 49.658, tedeschi 8.908, USA 3.497, Regno Unito 2.721 e 562 Canadesi. Aggiungiamo decine di migliaia di feriti ed abbiamo la evidenza maggiormente rappresentativa su come andarono le cose…

L’evidenza del sangue versato.

Oggi, grazie soprattutto alla infaticabile e quasi titanica opera di storici locali ed associazioni benemerite quali Lamba Doria, la verità è da anni venuta a galla e, pian piano, addirittura con riconoscimento delle istituzioni.
La Battaglia di Sicilia fu una “invasione” (come sempre denominata dagli stessi alleati); l’Operazione Husky fu tutt’altro che una passeggiata: trovò una forte resistenza (sopratutto nella Sicilia Orientale) che permise alle truppe dell’Asse di abbandonare l’Isola impedendone il previsto, totale annientamento. I reparti italiani, ove non gettati nel più completo caos dalla voluta defezione dei comandi (vedi specialmente il comportamento delle piazzaforti e batterie costiere dipendenti dalla Regia Marina) si batterono con coraggio e determinazione per la difesa del “suolo patrio”, assieme ai commilitoni tedeschi e pur a fronte di un nemico armatissimo e già in fase vincente.
Questa la verità, dimostrata pure nel “dopo” con la attribuzione agli stessi combattenti italiani di ben 5 medaglie d’oro, 35 d’argento, 36 di bronzo e 39 croci di guerra… quasi tutte alla memoria.
Alla luce di quanto sopra si auspica che qualunque riferimento (monumentale o meno) che ricordi i Caduti venga rispettato ed onorato (come peraltro già predisposto da alcuni volontari) in quanto dovuto a chi ha sacrificato la vita per la propria Patria e senza distinzione alcuna di schieramento ed ideologia.
Questo rappresenterebbe il più bel risultato possibile!
@V_Mannello

Preso da: http://www.elzeviro.eu/altre-rubriche/chi-legge-scrive/sicilia-10-luglio-1943-invasione-fu-resta.html

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