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venerdì 16 dicembre 2016

La Libia cambia e l’Italia non se ne accorge


La crisi di governo ha evidenziato, ma certo non provocato, gli immancabili errori della politica estera italiana. A partire dalla Quarta Sponda, dalla dirimpettaia Libia. Non è bastato il suicidio politico del sostegno a Sarkozy e Cameron per abbattere ed assassinare Gheddafi.
L’Italia, cagnolino al guinzaglio dell’On, ha appoggiato Al Sarraj, il ras di Tripoli, senza la minima capacità di valutazione di ciò che avveniva sul terreno. Così ci siamo persi il rafforzamento, in Cirenaica, del generale Haftar appoggiato dall’Egitto poi dalla Russia e pure dalla Francia che, come di consueto, gioca su due tavoli e sostiene entrambi i concorrenti. E potrebbe vincere su entrambi i fronti. L’alleanza tra Russia ed Egitto ha portato il Cairo (sunnita) a sostenere Assad in Siria, in contrasto con i sunniti sauditi. D’altronde la Russia era alleata dell’Egitto ai tempi dell’URSS ed è interessata ad avere una nuova base nel Mediterraneo, oltre a quella in Siria.
Tutto di fronte a noi.
Che ci occupiamo della Libia solo per andare a recuperare sulle sue coste le legioni di clandestini che arricchiscono i trafficanti di schiavi e le Ong che campano sul mantenimento dei migranti. Siamo all’80% di clandestini sul totale dei migranti, assicura l’Unione europea. Ma l’Italia fa finta di nulla. E non sa più se continuare a sostenere Al Sarraj o se puntare su un riposizionamento, seguendo francesi e russi. Cerchiamo di attirare capitali dalle monarchie del Golfo senza valutare le conseguenze, ci confondiamo, procediamo a tentoni mentre il mondo usa il cervello, le analisi, gli studi. Gli altri sono attenti al greggio, l’Italia vuole solo gli schiavi. Gli altri cambiano alleanze sulla base di strategie, l’Italia attende ordini dall’estero.

Preso da: http://www.secolo-trentino.com/55628/editoriale/la-libia-cambia-e-litalia-non-se-ne-accorge/amp/.html#

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