(aggiornato il 21 gennaio alle ore 8,45)
Il presidente Barack Obama conclude in modo spettacolare 9 anni di
sua amministrazione con un raid aereo in Libia eseguito dai bombardieri
“stealth” B-2 Spirit fatti decollare e atterrare dopo ripetuti
rifornimenti in volo direttamente dalla loro base in Missouri.
Nel mirino dei bombardieri dell’Usaf due campi dell’Isis in Libia, a
poco più di 40 chilometri a sudovest di Sirte, l’ex roccaforte del
Califfato in Libia espugnata dai miliziani di Misurata e dai loro
alleati poco più di un mese or sono dopo oltre sette mesi di assedio.
Ai bombardieri B-2 erano affiancati alcuni droni, Global Hawk
decollati dalla base italiana di Sigonella col compito di sorvegliare
gli obiettivi e MQ-9 Reaper che avrebbero lanciato anche alcuni missili
Hellfire. L’attacco è avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 gennaio
come ha riferito il portavoce del Pentagono, Peter Cook, spiegando che
si stanno ancora valutando i risultati.
Nell’operazione sarebbe stato coinvolto anche il Comando Forze
Speciali statunitensi (USSOCOM) con uomini e velivoli U-28A, già
segnalati in Libia in appoggio alle milizie di Misurata nella battaglia
di Sirte.
“In Libia, il nostro Comando militare per l’Africa (AFRICOM) ha
condotto raid aerei contro due campi del Daesh a sud di Sirte e le prime
stime indicano che gli attacchi hanno portato alla morte di più di 80
miliziani” ha affermato Cook mentre fonti militari citate dai media
americani parlano di 90 terroristi uccisi.
L’operazione “Odissey Lightning”, l’intervento aereo statunitense in
Libia contro il Califfato che da inizio agosto del 2016 ha totalizzato
circa 500 incursioni (per lo più eseguite da droni MQ-9 Reaper decollati
da Sigonella, cacciabombardieri AV-8B Harrier ed elicotteri AH-1Z Super
Cobra dei Marines decollati dalla portaelicotteri da assalto anfibio
Wasp e poi dalla nave per operazioni anfibie San Antonio), sembra quindi
aver compiuto il suo ultimo raid a meno che l’Amministrazione Trump non
decida di continuare le operazioni nell’ex colonia italiana. Ipotesi da
non scartare considerato che il nuovo presidente ha sempre detto di
voler potenziare la lotta ai jihadisti.
Tra le vittime dell’ultimo attacco ai due campi a sudovest di Sirte –
assicurano le autorità Usa – non ci dovrebbero essere civili: “Ne’
donne ne’ bambini”. L’azione si è svolta infatti in una zona remota e
desertica del Paese, dove si trovano altri due campi usati dai jihadisti
ma al momento vuoti. All’operazione ha partecipato anche un
cacciatorpediniere dalla US Navy equipaggiato con i missili da crociera
Tomahawk ma non si sarebbe reso necessario il suo intervento. “Gli Stati
Uniti sono pronti a dare ulteriore sostegno alle autorità libiche
impegnate nello sforzo per contrastare la minaccia terroristica” ha
dichiarato Cook.
Il raid è stato compiuto appena un mese dopo dall’annuncio della fine
delle operazioni militari americane in Libia in cui il Pentagono si era
però riservato di effettuare successivi interventi mirati se la
situazione sul terreno lo avesse richiesto.
“Questi raid sono una misura preventiva per bloccare i
entatividell’organizzazione terroristica” dello Stato Islamico “di
riunire i suoi esponenti con l’obiettivo di sferrare un nuovo attacco
contro la città e altre zone della Libia” si legge in un comunicato del
Consiglio presidenziale del governo di concordia nazionale libico
guidato da Fayez al-Serraj.
Prima di lasciare la Casa Bianca Obama ha “salutato” anche le milizie
ex qaediste siriane di Jabhat Fateh al-Sham (già noto come Frinte
al-Nusra) con un raid aereo effettuato pare da un bombardiere B-52 che
avrebbe sganciato 14 bombe uccidendo almeno 100 miliziani un campo di
addestramento nella provincia di Idlib che era operativo dal 2013.
“Lo smantellamento di questo campo di addestramento interrompe le
operazioni e scoraggia gli estremisti islamici e i gruppi
dell’opposizione siriana ad aderire o cooperare con al Qaeda sul terreno
di battaglia” ha detto il comandante dell’US Navy Jeff Davis, portavoce
del Pentagono.
L’osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito della morte di
almeno 40 miliziani mentre un portavoce di Jabhat Fateh al-Sham ha
confermato ad al-Jazeera che i morti sarebbero dozzine.
Foto: Getty Images, NBC News e AFP
Preso da:
http://www.analisidifesa.it/2017/01/lultimo-raid-di-obama/