basta leggere gli articoli di questi giorni, ti parlano di lotta all' immigrazione clandestina, mettono in fila tante belle parole, ecco un esempio
Bruxelles prende atto dell’emergenza migranti nel Mediterraneo centrale, e la Commissione europea presenta
un piano di interventi
a breve termine per prevenire l’aumento degli arrivi dalla Libia sulle
coste italiane, in cui definisce “strutturale” il flusso dall’Africa.
Chiusa la rotta balcanica, i migranti in fuga dalla miseria e
dall’instabilità politica di molti paesi africani non hanno altra scelta
che mettersi nelle mani dei trafficanti libici senza scrupoli e cercare
di attraversare il Mediterraneo diretti in Italia, assieme a Malta il
paese europeo più vicino a quelle coste. Ed è stato proprio
Joseph Muscat
il primo ministro del più piccolo membro dell’Ue, Malta, che detiene la
presidenza di turno dell’Ue in questo semestre, a lanciare l’allarme,
nelle scorse settimane: senza interventi immediati, in primavera
l’Italia non riuscirà a far fronte all’aumento di arrivi.
I dati contenuti nel piano confermano che nel 2016, con 181 mila
arrivi di migranti irregolari, la rotta del Mediterraneo centrale
è stata quella più utilizzata dai migranti che volevano raggiungere
l’Europa e che la Libia “si trova al centro della rotta del Mediterraneo
centrale e rappresenta il principale punto di partenza per il 90% di
coloro che cercano di raggiungere l’Europa”. Ecco i diversi capitoli del
piano, e le principali azioni che prevedono
Ridurre il numero degli attraversamenti, salvare vite in mare
L’Ue punta a rafforzare ulteriormente le iniziative navali
già presenti nel Mediterraneo, ovvero l’operazione Sophia lanciata nel
2015 per combattere il traffico di migranti, e Tritone, attiva dal
novembre 2014 per rafforzare il controllo delle frontiere marittime e
contribuire con le operazioni di salvataggio in mare dei naufraghi.
Inoltre, vuole “espandere la formazione della guardia costiera libica
attraverso un aumento immediato di 1,3 milioni al programma Seahorse”,
“sostenere le autorità libiche attraverso una collaborazione
più operativa e realizzando un Centro di coordinamento marittimo di
salvataggio”, “considerare le possibilità di sostenere la formazione
della polizia marittima libica che dipende dal ministero dell’Interno”.
Incrementare la lotta contro i trafficanti
L’Ue vuole creare una rete regionale Seahorse (cavalluccio marino),
operativa nel Mediterraneo, sul modello di quella esistente
nell’Atlantico fra Spagna, Portogallo, Senegal, Mauritania, Capo Verde,
Marocco, Gambia e Guinea Bissau, “entro la primavera 2017, collegando la
guardia costiera libica con i Paesi Ue” e incoraggiando la
partecipazione a questa rete anche di Tunisia, Algeria ed Egitto. Punta
in questo modo a “combattere le forniture dei trafficanti attraverso lo
scambio di informazioni fra i paesi Ue, l’operazione Sophia, Frontex,
Europol, Interpol e i partner della regione”
Protezione dei migranti, reinsediamenti e rimpatri volontari assistiti
Per evitare le partenze degli irregolari dalla Libia, l’azione
dell’Ue prevede di “sostenere l’attività dell’Unhcr e la cooperazione
con le autorità libiche nella gestione delle persone che hanno diritto
alla protezione internazionale”, “sostenere l’Iom nel miglioramento
della situazione dei migranti in Libia, e nei rimpatri assistiti
volontari”. Inoltre fornirà “assistenza nel miglioramento della
situazione socio-economica dei migranti in Libia, comprese condizioni di
accoglienza adeguate in linea con gli standard internazionali” e
sosterrà “la creazione di una capacità di gestire i migranti per le
autorità libiche, così come per i migranti stessi e le comunità che
ospitano”.
Flussi di migranti attraverso la frontiera meridionale
L’Europa vuole sostenere la Libia nel controllo delle sue frontiere
meridionali, difficilmente gestibili perche’ in pieno deserto del
Sahara. Per fare questo, l’Ue pensa di utilizzare “l’intera gamma delle
missioni e dei progetti Ue per sostenere le autorità libiche nella
gestione dei confini e nella protezione dei migranti nella Libia del
Sud”, di “promuovere la cooperazione ai confini, il dialogo e lo scambio
di informazioni fra la Libia e i suoi vicini meridionali, anche
utilizzando pienamente il potenziale della comunità di intelligence
Africa-Frontex”. Il modello da seguire, secondo l’Ue, è quello
dell’accordo di programma con il Niger per la gestione della pressione
migratoria e la lotta al traffico di migranti.
Cooperazione aumentata con Algeria, Egitto e Tunisia
Bruxelles non vuole che i trafficanti reagiscano alle misure Ue
spostandosi su altre rotte, e per prevenire questo promuove un aumento
della collaborazione con tutti i paesi potenzialmente interessati dal
fenomeno. “Approfondire il dialogo e la cooperazione operativa sui
flussi migratori con Algeria, Egitto e Tunisia. Rafforzare la
cooperazione pratica con l’Agenzia europea di guardia di frontiera e
costiera (Frontex)”
Finanziamenti
L’Ue vuole “ricaricare i fondi per la rotta del Mediterraneo
Centrale”, e spinge i Ventotto a mettersi in pari con il contributo già
stanziato dal bilancio Ue per il “trust fund per l’Africa” (1,8 miliardi
iniziali più altri 500 milioni) deciso nel 2015 alla Valletta e per ora
ancora finanziato solo con piccole quote dagli Stati.
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