3 gennaio 2017
Volevano che facesse la preghiera come loro. Lui non voleva e
ha chiesto scusa a Dio per tradirlo con altre parole sotto la minaccia
di un’arma. Il gommone era pronto e non c’era tempo e
preghiere da perdere. I 150 candidati erano pronti al viaggio. Ognuno
aveva pagato 1000 euro ai passeurs che, invece di imbarcarsi con loro,
hanno obbligato il più sveglio di loro a diventare capitano della nave
di sabbia. Junior ha cercato di desistere ma invano. Chi ha pagato per partire deve partire per sempre.
Una pistola lo aveva convinto a salpare con gli altri dopo la
preghiera. Erano le tre di mattina di un giorno svegliatosi per caso in
Libia. Dopo un paio di mesi in un ghetto a Tripoli era finalmente
arrivato il momento tanto atteso.
Junior aveva lasciato la sua famiglia di nascosto dopo aver sottratto
i soldi del viaggio. A Bamako, capitale del Mali, un’agenzia di viaggi
bene informata gli aveva garantito l’arrivo a destinazione. L’Italia assicurata per un sacco di soldi tutto compreso.
Una finta telefonata ad un migrante arrivato a destinazione avevano
convinto Junior e altri come lui. Poco lontatano da Gao, ancora nella
terra del Mali, è preso come ostaggio da un gruppo ribelle che lo
obbliga a chiedere denaro a casa. E’ così che la sua famiglia scopre che
lui è partito per l’avventura occidentale. Ricevuta la somma passa la
frontiera con l’Algeria e, dopo essere stato minacciato e poi rubato da
un tassista, raggiunge la città. Giusto il tempo di organizzare il
seguito del viaggio che Junior si trova imprigionato in Libia perché migrante senza patente.
Solo dopo aver mentito, solo dopo aver detto che da oltre 5 anni
lavora nel Paese, viene liberato dopo aver pagato i gendarmi. Il resto
del tempo lo passa nel ghetto e chiama ancora la sua famiglia al momento
di pagare i 1000 euro per il viaggio finale nel mare. Deve insistere
che saranno gli ultimi, che dall’altra parte del mare c’è l’altro mondo,
che non può desistere adesso che si trova alla fine del viaggio. Junior
dice che, con questo viaggio, suo padre si è indebitato per sempre.
Gli dispiace e non fa che mostrare una cicatrice nelle parti intime a
perenne ricordo del tentativo di non pagare quanto dovuto ai ribelli.
Hanno sparato in aria e poi li hanno imprigionati fino a riscatto
pagato. Junior è stanco e confonde le stagioni della vita.
Terminata la preghiera in arabo partono col gommone gonfiato poco
prima. Passa la notte e arriva la mattina seguente quando il gommone si
rovescia. Junior riesce ad attaccarvisi per alcune ore e tutt’attorno
vede i corpi dei compagni di viaggio che si allontanano piano,come
dormendo. Rimane l’unico sopravissuto dell’imbarcazione fino all’arrivo di un elicottero
che lancia una corda alla quale si attacca prima di perdere conoscenza.
In ospedale a Tripoli riescono a fargli uscire l’acqua salata che gli
ha riempito e gonfiato lo stomaco. Dopo qualche giorno passa la
convalescenza in carcere. Nel gommone c’erano soprattutto senegalesi e
eritrei, con qualche giovane originario, come lui della Guinea. L’unico a
salvarsi dal naufragio.
Condotto alla frontiera con l’Algeria racconta la sua storia ai
militari che gli pagano il viaggio di ritorno. Tamarrasset, Arlit,
Agadez e infine Niamey. La notte scorsa qualcuno, nella stazione del bus, gli ha portato via quanto gli rimaneva per mangiare.
Senza documenti Junior, diplomato topografo nel 2014, vuole tornare a
misurare la sua terra. Partirà tra qualche giorno una volta fatti i
documenti. Chiede una croce da portare per il viaggio.
Mauro Armanino, missionario della Società missioni africane
Niamey, gennaio 2017
L’articolo Chi ha pagato per partire, deve partire per sempre sembra essere il primo su Chiesa di Padova.
(Diocesi di Padova)
Preso da: http://www.padovanews.it/2017/01/03/chi-ha-pagato-per-partire-deve-partire-per-sempre/
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