Translate

mercoledì 29 gennaio 2020

Agela Algaml presidente del Consiglio sociale Werfalla: “La Libia non ha bisogno di una soluzione esterna”


Di Vanessa Tomassini.
“Ciò che è importante per i cittadini libici che soffrono delle complicazioni delle guerre, in particolare per coloro che sono stati costretti a lasciare le proprie case, è un cessate il fuoco di fatto. E’ importante l’impegno dei partiti nell’annunciare la loro decisione di cessare il fuoco. Crediamo in una soluzione raggiunta dai libici, dalla volontà libica, senza internazionalizzazione o dettatura di Paesi stranieri”. A dirci questo è Agela Algaml, presidente del Consiglio sociale della tribù Werfalla, una delle più grandi in Libia. Algaml parlando del vertice di Berlino ci dice: “Una soluzione che sia motivata dall’interesse libico e non basato sull’accordo e l’armonia degli interessi dei paesi stranieri. In ogni caso, speriamo che Berlino non sia un incontro come Roma e Parigi. Speriamo che riesca a frenare come minimo gli interventi stranieri, e che la Libia venga lasciata ai libici, e che non sarà limitato a coloro che si sono incontrati a Skhirat e nelle asce da combattimento altre volte, poiché un ampio segmento del popolo libico è stato assente a Skhirat ed è stato però gettato dai partecipanti nelle guerre e nel loro flagello”.

martedì 28 gennaio 2020

Moussa Ibrahim: “Siamo contrari alla Conferenza di Berlino, è il gioco del caos”


Di Vanessa Tomassini.
Berlino – Tunisi, 19 gennaio 2019. Mentre vanno avanti proprio in queste ore i colloqui tra il premier del Governo libico di Accordo Nazionale, Fayez al-Serraj, e il comandante in capo del Libyan National Army (LNA), Khalifa Haftar, con i capi di Stato e di Governo che li sostengono, abbiamo raggiunto Moussa Ibrahim, politico libico nominato Ministro dell’Informazione nel marzo 2011 da Muammar Gheddafi e portavoce delle forze pro-Gheddafi durante la guerra civile del 2011.
Comment of Moussa Ibrahim, Gaddafi Government Spokenperson in 2011, to Speciale Libia in occasion of the Berlin Conference on Libya (ENG)
“Noi in Libia siamo contrari alla Conferenza di Berlino, perchè crediamo che sia solamente un gioco che l’Occidente sta portando avanti per prolungare la crisi in Libia. L’occidente fa sempre lo stesso gioco, introducendo il caos nel Paese attraverso l’invasione militare o le sanzioni economiche, o attraverso le pressioni politiche, o approfittando del conflitto religioso e tribale. L’occidente ha lavorato per anni per gestire questa crisi per salvare la sua agenda, di egemonia politica e sfruttamento economico. Potete pensare a quello che è accaduto in Iraq, Siria, Somalia, Venezuela e in Libia. E’ lo stesso gioco ovunque. Lo abbiamo chiamato il gioco del caos: introdurre il caos e gestire il caos”. Ha detto Moussa Ibrahim.

lunedì 27 gennaio 2020

Libia, a Sirte tra i nostalgici di Gheddafi (e tifosi di Haftar: «Ci ha liberato»)

Viaggio nella roccaforte del clan del Colonnello, che vorrebbe al governo il figlio Saif al Islam. E che è controllata dalle truppe dell’uomo forte della Cirenaica, ma è ancora divisa fra tre tribù

Libia, a Sirte tra i nostalgici di Gheddafi (e tifosi di Haftar: «Ci ha liberato»)
shadow
«Grazie Khalifa Haftar, che ci hai liberato dalle milizie di Misurata. Ma adesso aspettiamo Saif al Islam Gheddafi al governo». Non c’è voluto molto tempo prima che tanti tra gli abitanti di Sirte cominciassero a dire ad alta voce ciò che per otto lunghi anni aveva covato nel loro cuore, alimentato dal desiderio faticosamente represso di liberarsi.

martedì 21 gennaio 2020

Truppe, mercenari, ribelli e migranti. Tutti gli stranieri che combattono in Libia

Di Vanessa Tomassini.
Nelle ultime settimane si è ampiamente discusso della presenza di ribelli siriani al fianco delle milizie affiliate al Governo di Accordo Nazionale, rappresentato dal premier Fayez al-Serraj. Non ultimo a parlarne è stato il quotidiano britannico “The Guardian”, che citando l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha confermato che 2000 ribelli sarebbero stati trasferiti in Libia dalla città siriana di Idlib, e starebbero combattendo al soldo di al-Serraj. Ancora prima, a rivelare il convolgimento di attori esterni nel conflitto libico era stato il New York Times, che riportando le dichiarazioni delle forze appartenenti alla Tripoli Protection Force e il racconto di medici e paramedici impegnati negli ospedali libici, aveva rivelato la presenza a fianco dell’esercito nazionale libico di centinaia di cecchini russi, presumibilmente appartenenti alla compagnia Wagner.

lunedì 20 gennaio 2020

Appello del Consiglio della tribù Gheddafi al Governo di Accordo Nazionale

Di Vanessa Tomassini.
Il Consiglio sociale della tribù Gheddafi (o Qaddafha) ha emesso un comunicato l’11 gennaio 2020 indirizzato al Governo di Accordo Nazionale, con base a Tripoli, con cui chiede alle autorità libiche di rispettare i giudizi e gli accordi intercorsi per il rilascio dei propri giovani detenuti nelle prigioni di Tripoli. “Possa Dio onnipotente testimoniare la nostra sincerità nel momento in cui affermiamo la nostra fiducia nell’integrità della magistratura libica, nonostante tutto ciò che è accaduto e sta accadendo, nonchè la nostra dipendenza dalla magistratura per accertare la verità, in particolare per quanto riguarda i casi dei detenuti che erano stati arrestati, sullo sfondo degli eventi del 2011. Grazie a Dio non siamo rimasti delusi da questa istituzione”.

mercoledì 15 gennaio 2020

L’UE vede il coinvolgimento degli Stati Uniti nella distruzione del Boeing ucraino


 

I leader europei ritengono che l’incidente della distruzione dell’aereo passeggeri ucraino nel cielo della capitale iraniana non sia motivo d’imporre sanzioni a Teheran. Il motivo è principalmente nel fatto che attualmente è in corso un’indagine, indicando ovviamente il fatto che l’UE non vede colpa dell’Iran nell’abbattimento dell’aereo di linea passeggeri Boeing 737. “Si noti che l’unione (UE) non introdurrà sanzioni anti-iraniane per il disastro dell’aereo passeggeri ucraino. Ciò è dovuto al fatto che ora l’UE aspetta i risultati dell’indagine. La fonte osservava che, a seconda di esse, verrà presa una decisione sulle sanzioni. La discussione si svolgerà il 20 gennaio in una riunione dei ministri degli Esteri dell’UE. Si prevede inoltre di discutere del futuro del piano d’azione globale congiunto (JCPOA) sul programma nucleare iraniano. L’accordo prevede la revoca delle sanzioni all’Iran in cambio della limitazione del programma nucleare “, riferiva Lenta.ru.

martedì 14 gennaio 2020

Sirte è libera, la Turchia ed i suoi mercenari saranno sconfitti dall’esercito libico


Al-Marsad, 8 gennaio 2020

Il Dott. Arif Ali Nayad, presidente dell’Istituto libico di studi avanzati (LIAS), commentava la liberazione per mano delll’Esercito nazionale libico (LNA) della città di Sirte in un’operazione che non richiese più di 3 ore per essere completata.
Il Dott. Arif Ali Nayad confermava in un’intervista a Sputnik che la città di Sirte e tutte le aree circostanti erano ora sotto il pieno controllo dell’Esercito nazionale libico (LNA) guidato dal Feldmaresciallo Qalifa Haftar, affiliato al parlamento libico di Bengasi. Affermava che la rapida liberazione di Sirte era stata incredibile e “risultato di operazioni combinate di terra, mare e aria da parte dell’esercito”. Affermava che l’operazione riuscita fu il culmine di “vaste reti e operazioni d’intelligence oltre ad accordi” con le tribù libiche e le componenti sociali di Sirte,

venerdì 10 gennaio 2020

La ricostituzione del Partito Coloniale francese

Eletto presidente per ripiego dopo l’arresto di Dominique Strauss-Khan, François Hollande ignorava le funzioni proprie del presidente della repubblica, sicché si affidò agli alti funzionari. Seguendo le loro istruzioni proseguì la politica del predecessore. In politica estera riprese i dossier in corso senza però tener conto della svolta di fine mandato di Nicolas Sarkozy. I fautori di una nuova epopea coloniale si compattarono al suo seguito.
| Damasco (Siria)
Questo articolo è estratto dal libro Sotto i nostri occhi.
Si veda l’indice.
JPEG - 27.8 Kb
François Hollande pone il proprio quinquennato sotto gli auspici di Jules Ferry (1832-1893), il socialista teorico della colonizzazione francese.

FRANÇOIS HOLLANDE E IL RITORNO DEL PARTITO DELLA COLONIZZAZIONE

Ma Sarkozy perde le elezioni presidenziali. Quando lascia l’Eliseo, comincia a essere stipendiato dal Qatar con 3 milioni di euro l’anno e lo rappresenta, per esempio, nel consiglio di amministrazione del gruppo alberghiero Accor.
Benché sia stato eletto sotto l’egida del partito socialista, François Hollande governa a nome del “partito della colonizzazione” [1]. Dopo un anno e mezzo di mandato, annuncia ai suoi elettori – lasciandoli a bocca aperta – che non è un socialista, bensì un socialdemocratico. In realtà tutto è chiaro fin dal giorno in cui assume la carica: come i suoi predecessori, sceglie per la propria cerimonia d’investitura gli auspici di una personalità storica, nello specifico Jules Ferry (1832-1893). Certo, quest’ultimo aveva reso gratuita la scuola primaria, ma al tempo era estremamente impopolare ed era soprannominato “il Tonchinese”. Ferry difese infatti gli interessi dei grandi gruppi industriali in Tunisia, in Tonchino e in Congo, trascinando la Francia in avventure razziste e coloniali. Contrariamente all’opinione comune, il suo interesse per l’istruzione primaria non era rivolto all’educazione dei bambini, ma alla loro preparazione come soldati per la colonizzazione. È per questo che i suoi insegnanti erano definiti “hussard noirs”.

giovedì 9 gennaio 2020

Secondo l’Unione Europea è arrivato il momento di usare la forza

La nuova Commissione Europea ha mostrato chiaramente il proprio disegno, ora che gli USA stanno ritirandosi: restituire all’Europa occidentale quel dominio sul resto del mondo che esercitò dal XVI al XIX secolo. Per giustificare il progetto, la Commissione ricorre un’ideologia da due soldi, che utilizza all’inverso il lessico dei filosofi occidentali. Una condotta che sarebbe risibile se non rischiasse di portarci alla guerra.
| Damasco (Siria)
 عربي  English  français  română  Türkçe  Deutsch  ελληνικά  Español  Português  русский
JPEG - 32.3 Kb
L’ex ministro tedesco della Difesa, Ursula von der Leyen, ha assunto la funzione di presidente della Commissione Europea, che sarebbe spettata allo Spitzenkandidat [capolista], Manfred Weber. Questo ruolo è stato sinora prerogativa di un rappresentante degli interessi atlantisti.
L’Unione Europea ambisce restituire ai Paesi membri lo status conquistato nei rispettivi imperi con la forza. Il mondo però è cambiato e non è più possibile fondare il colonialismo sulla voragine educativa che un tempo divideva Selvaggi e Civilizzati. Conviene perciò formulare una nuova ideologia per vestire la dominazione europea di nobili ideali.
Un’ideologia che già esiste allo stadio embrionale e che gli Stati Uniti utilizzavano per giustificare la propria leadership. Basta solo renderla più coerente e precisarla meglio.
Lo slogan basilare di questa concezione dichiara che “l’universalismo” non deve più essere inteso come uguaglianza di ognuno davanti alla Legge, quale che sia la sua origine, ricchezza e religione, bensì uguaglianza di trattamento di cui tutti devono poter beneficiare, quale che sia il Paese in cui stanno viaggiando. Da questo punto di vista i veri nemici non sono più disordine e insicurezza generati dall’Occidente, ma gli Stati che dovrebbero proteggerci e invece abusivamente ci trattano diversamente a seconda della nazionalità cui apparteniamo; eccellente dottrina per uno Stato sovranazionale (lo Stato federale USA prima, lo Stato federale europeo poi).

mercoledì 8 gennaio 2020

Si prepara una nuova guerra

L’arrivo in Libia di nuove armi e di altri combattenti preannuncia una nuova guerra contro la popolazione. Dopo l’attacco della NATO, compiuto in conformità alla strategia della guerra senza fine di Rumsfeld/Cebrowski; in realtà la situazione non s’è mai acquietata. Compiendo un ulteriore passo i protagonisti, lungi dal risolvere alcunché, estenderanno l’area del conflitto.
| Damasco (Siria)
 عربي  Deutsch  ελληνικά  English  Español  français  Português  română  Türkçe  русский
JPEG - 51.1 Kb
Il presidente Fayez Al-Sarraj mette a punto il piano d’intervento turco con il sottosegretario alla Difesa, generale di brigata Salah Al-Namroush.
Tutti sono d’accordo nel riconoscere che la drammatica situazione della Libia e del Sahel è conseguenza dell’intervento illegale della NATO del 2011. Eppure pochi hanno analizzato questo periodo e si sono sforzati di capire come si è arrivati al conflitto attuale. In assenza di ponderazione, ci avvieremo verso una nuova catastrofe.
È importante tener presente alcuni fatti, che invece ci ostiniamo a non ricordare: – La Jamahiriya libica, istituita con un colpo di Stato eccezionalmente poco cruento, non è stata la presa di potere d’un dittatore nevrotico, ma un atto di liberazione nazionale dall’imperialismo britannico. È stata anche espressione di volontà di modernizzazione, concretizzatasi nell’abolizione della schiavitù, nonché un tentativo di riconciliazione delle popolazioni arabe e nere africane. – La società libica è organizzata in tribù.

martedì 7 gennaio 2020

Sardine: ai compagni che abboccano

16 dicembre 2019.
di Sergio Crescenzi
da revolucionvoxpopuli

L’esplosione del fenomeno delle Sardine ha prodotto una reazione variegata all’interno di organizzazioni socialiste e comuniste. Ci sono sia nette opposizioni (Partito Comunista, populisti di sinistra vari) che vari tentativi di entrismo, meno (Potere al Popolo, Partito Comunista dei Lavoratori) o più entusiastici. Mi ha colpito in particolare la posizione assunta dal collettivo di Città Futura in questo articolo, in cui si auspica in sostanza il superamento delle diffidenze nei confronti del movimento per provare a direzionarlo. Questo articolo vuole essere un monito contro posizioni come queste, che ritengo astratte e ingenue, in quanto sembrano considerare la base sociale delle Sardine come qualcosa di malleabile a piacimento, non cogliendone la reale natura. Svilupperò questa tesi facendo riferimento a due aspetti che mi pare descrivano bene il movimento.

http://www.marx21.it/images/attualita/salvini_sardine-1-1.jpg