La nuova
Commissione Europea ha mostrato chiaramente il proprio disegno, ora che
gli USA stanno ritirandosi: restituire all’Europa occidentale quel
dominio sul resto del mondo che esercitò dal XVI al XIX secolo. Per
giustificare il progetto, la Commissione ricorre un’ideologia da due
soldi, che utilizza all’inverso il lessico dei filosofi occidentali. Una
condotta che sarebbe risibile se non rischiasse di portarci alla
guerra.
Rete Voltaire
| Damasco (Siria)
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- L’ex ministro tedesco della Difesa, Ursula von der Leyen, ha assunto la funzione di presidente della Commissione Europea, che sarebbe spettata allo Spitzenkandidat [capolista], Manfred Weber. Questo ruolo è stato sinora prerogativa di un rappresentante degli interessi atlantisti.
L’Unione Europea ambisce restituire ai Paesi membri
lo status conquistato nei rispettivi imperi con la forza. Il mondo però è
cambiato e non è più possibile fondare il colonialismo sulla voragine
educativa che un tempo divideva Selvaggi e Civilizzati. Conviene perciò
formulare una nuova ideologia per vestire la dominazione europea di
nobili ideali.
Un’ideologia che già esiste allo stadio embrionale e che gli Stati Uniti utilizzavano per giustificare la propria leadership. Basta solo renderla più coerente e precisarla meglio.Lo slogan basilare di questa concezione dichiara che “l’universalismo” non deve più essere inteso come uguaglianza di ognuno davanti alla Legge, quale che sia la sua origine, ricchezza e religione, bensì uguaglianza di trattamento di cui tutti devono poter beneficiare, quale che sia il Paese in cui stanno viaggiando. Da questo punto di vista i veri nemici non sono più disordine e insicurezza generati dall’Occidente, ma gli Stati che dovrebbero proteggerci e invece abusivamente ci trattano diversamente a seconda della nazionalità cui apparteniamo; eccellente dottrina per uno Stato sovranazionale (lo Stato federale USA prima, lo Stato federale europeo poi).




Se la questione immigrazione è diventata tabù per le élite europee dopo lo scacco nel 2015 della cancelliera Merkel, gli altri punti sono da tutti condivisi.

Non si capisce perché il passaggio dall’integrazione dei transessuali all’apologia dell’incertezza di genere dovrebbe farci progredire.

La globalizzazione degli scambi ha cancellato milioni di posti di lavoro in Europa e ora comincia a erodere le classi medie [2].

L’impiego di forze militari non-statali ha raggiunto l’apice con le organizzazioni jihadiste. Una fra queste, Daesh, è arrivata a costituire un proprio Stato, benché non riconosciuto. E oggi si prosegue con il sostegno ufficiale dell’Unione Europea a un’organizzazione terrorista, il PKK, purché operi in Siria invece che in Turchia [4].

Il peggio arriverà con l’invenzione di un Diritto Globale.
Ignorando le differenti tradizioni giuridiche nel mondo, l’Unione Europea sovvenziona la Corte Penale Internazionale (CPI). Dopo essere stata a lungo strumento del colonialismo europeo in Africa, la Corte vuole affermare la superiorità degli europei su ogni altro essere umano.
Dopo aver invano tentato di giudicare per crimini contro l’umanità il premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, la Corte spera ora di giudicare il presidente siriano Bashar al-Assad per la sua resistenza alla Confraternita dei Fratelli Mussulmani, nonché Israele per i crimini commessi nei Territori Palestinesi. Non essendo gli europei sospinti da particolare sollecitudine verso i rohingya, siriani o palestinesi, come non osservare che l’Unione sta andando in direzione opposta agli Stati Uniti e tenta di affermarsi come paladina dei mussulmani, pronta a svendere la propria secolare tradizione? [6].
L’alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Josep Borrell, ha annunciato l’istituzione di un regime globale di sanzioni contro le violazione dei Diritti dell’Uomo, come aveva auspicato il parlamento europeo in aprile scorso (B8.0181/2019). Ispirandosi al modello statunitense del Global Magnitski Act [7], l’Unione Europea s’impancherà a precettare il Bene e il Male, indi distribuirà voti positivi e negativi.
Il significato delle parole cambia. Dal XVI al XVIII secolo in nome dell’universalismo si lottava contro il colonialismo. Dal XIX al XX secolo, l’universalismo dettava il “dovere dell’uomo bianco” e legittimava i mandati dei Paesi “sviluppati” in soccorso dei Paesi “sottosviluppati”. Nel XXI secolo è giustificazione del neo-colonialismo.
La presidente Ursula von der Leyen ha così riassunto il programma di restaurazione della dominazione degli europei: È arrivata l’ora, «Dobbiamo fare uso della Forza».
[1] “Multilateralismo o Diritto Internazionale?”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 3 dicembre 2019.
[2] Global Inequality. A New Approach for the Age of Globalization, Branko Milanovic, Harvard University Press, 2016.
[3] The Pentagon’s New Map, Thomas P. M. Barnett, Putnam Publishing Group, 2004. “Aggressione camuffata da guerre civili”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 27 febbraio 2018.
[4] “Le insolubili contraddizioni di Daesh e PKK/YPG”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 12 novembre 2019.
[5] “O la pace o la guerra al CO2: bisogna decidersi”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 29 ottobre 2019.
[6] “La CPI dovrebbe contravvenire alla decisione del Consiglio di Sicurezza e incriminare Bashar al-Assad”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 12 marzo 2019.
[7] “Quel che le accuse anglosassoni alla Russia non dicono”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 24 luglio 2018.
Preso da: https://www.voltairenet.org/article208741.html
[2] Global Inequality. A New Approach for the Age of Globalization, Branko Milanovic, Harvard University Press, 2016.
[3] The Pentagon’s New Map, Thomas P. M. Barnett, Putnam Publishing Group, 2004. “Aggressione camuffata da guerre civili”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 27 febbraio 2018.
[4] “Le insolubili contraddizioni di Daesh e PKK/YPG”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 12 novembre 2019.
[5] “O la pace o la guerra al CO2: bisogna decidersi”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 29 ottobre 2019.
[6] “La CPI dovrebbe contravvenire alla decisione del Consiglio di Sicurezza e incriminare Bashar al-Assad”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 12 marzo 2019.
[7] “Quel che le accuse anglosassoni alla Russia non dicono”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 24 luglio 2018.
Preso da: https://www.voltairenet.org/article208741.html
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