Personalmente spero che i "problemi" per gli occupanti italiani e non solo,. aumentino, gia una volta sono stati cacciati dalla terra Libica, la lezione non è servita.
Missione Ippocrate in Libia: Roma (forse) abbiamo un problema (e non piccolo)
31 dicembre 2016
Tuttavia, analizzando le fonti Open che originano dalla Libia e anche dalla stessa Misurata, emerge una crescente sfiducia, per non dire ostilità nei confronti della nostra presenza militare e in parte anche civile. Molti di coloro che scrivono dalla Libia ripetono che l’ospedale militare italiano non è di supporto alla popolazione ma si occupa prevalentemente dei miliziani feriti e dei loro familiari, definendo come “farsa” e “truffa” la presenza del nostro contingente a Misurata. Inoltre sul web, e sui social in particolare, sono sempre più presenti minacce verbali dirette non solo contro la nostra componente militare, ma anche conto la componente civile e la nostra compagnia petrolifera ENI.
Il fatto più allarmante delle ultime ore è la comparsa di minacce ( troppo generiche e che noi non possiamo certo avvalorare come credibili ) rivolte al nostro stesso territorio nazionale. Minacce che paventano gesti terroristici nel nostro paese in risposta all’azione italiana in Libia. L’accusa principale è di aver preso posizione unicamente a sostegno delle milizie di Misurata, e forse solo al fianco di una corrente delle stesse milizie della città costiera.
Spetta dunque alle unità antiterrorismo e dell’intelligence militare valutare se le minacce sopra riportate siano reali, concrete e presenti. A noi spetta solo in compito di registrare sui social e nel mondo dell’Open Source un trend di ostilità nei confronti dell’Italia ( anche nella parte occidentale della Libia ) mai osservato in passato, dalla caduta di Gheddafi sino ai giorni nostri.
Speriamo di non dover dar conto di rivendicazioni di atti ostili contro l’Italia e i suoi interessi, legate alla situazione libica e alla nostra presenza militare e sanitaria. Tale presenza è ad ogni modo troppo esigua e non in grado di migliorare le condizioni di vita dei civili libici, ma sufficiente per offrire agli estremisti, e alle fazioni tenute ai margini del potere, un facile obiettivo di propaganda e un target militare di rilievo.
Siamo stati troppo timidi nel nostro intervento militare e di aiuto sociale in Libia. Nel 2014 avevamo proposto qualcosa di vagamente simile, ma con obiettivi e numeri del tutto diversi. Il nostro post dell’epoca si chiudeva così: : “Se miglioreremo subito e concretamente le condizioni di vita dei libici saremo bene accolti ed entro 18/24 mesi potremo lasciare la Libia padrona del Suo destino. Se invece interverremo e accetteremo la corruzione, senza dare nulla di concreto ai libici (serve cibo, ordine e un sistema sanitario) allora faremmo meglio a rimanere a casa!”.
Qui il link all’articolo in questione del 2014 : La soluzione politico-strategica necessaria ad un intervento militare italiano in Libia
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