In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
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venerdì 30 settembre 2016
Libia, “se vedi la barca, devi salpare o ti uccidono”. Così i trafficanti costringono i migranti a partire per l’Italia
giovedì 29 settembre 2016
Le esplosive mail di Hillary Clinton
DI MANLIO DINUCCI
ilmanifesto.info
L’arte della guerra. Subito dopo aver demolito lo stato libico, gli Usa e la Nato hanno iniziato, insieme alle monarchie del Golfo, l’operazione coperta per demolire lo stato siriano, infiltrando al suo interno forze speciali e gruppi terroristi che hanno dato vita all’Isis
Ogni tanto, per fare un po’ di «pulizia morale» a scopo politico-mediatico, l’Occidente tira fuori qualche scheletro dall’armadio. Una commissione del parlamento britannico ha criticato David Cameron per l’intervento militare in Libia quando era premier nel 2011: non lo ha però criticato per la guerra di aggressione che ha demolito uno stato sovrano, ma perché è stata lanciata senza una adeguata «intelligence» né un piano per la «ricostruzione».
ilmanifesto.info
L’arte della guerra. Subito dopo aver demolito lo stato libico, gli Usa e la Nato hanno iniziato, insieme alle monarchie del Golfo, l’operazione coperta per demolire lo stato siriano, infiltrando al suo interno forze speciali e gruppi terroristi che hanno dato vita all’Isis
Ogni tanto, per fare un po’ di «pulizia morale» a scopo politico-mediatico, l’Occidente tira fuori qualche scheletro dall’armadio. Una commissione del parlamento britannico ha criticato David Cameron per l’intervento militare in Libia quando era premier nel 2011: non lo ha però criticato per la guerra di aggressione che ha demolito uno stato sovrano, ma perché è stata lanciata senza una adeguata «intelligence» né un piano per la «ricostruzione».
mercoledì 28 settembre 2016
L’Italia al guinzaglio della NATO
12 settembre 2016
La NATO cerca in tutti i modi di dividere l’Europa dalla Russia e
tiene l’Italia al guinzaglio, coinvolgendola suo malgrado in una guerra
fredda sempre più calda. Costellata di basi americane, l’Italia si
ritrova così alla mercé degli Stati Uniti.
La NATO fa veramente gli interessi dell'Europa? Le continue esercitazioni militari ai confini con la Russia, le costose missioni di guerra in giro per il mondo non daranno poi evidentemente tanta stabilità e sicurezza ai Paesi europei. Dal canto suo l'Italia, sotto il controllo militare a stelle e strisce del suo territorio, si ritrova, mani legate, ad agire anche contro i propri interessi, continuando a sottoscrivere le sanzioni alla Russia. "Siamo vittime di un'autocastrazione nei confronti dei nostri stessi interessi. L'Europa si sta pestando i piedi, si sta mutilando", ha sottolineato in un'intervista a Sputnik Italia il giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi. — Fulvio, secondo lei che cosa vuol ottenere la NATO con la sua espansione nell'Europa orientale ai confini con la Russia?
La NATO fa veramente gli interessi dell'Europa? Le continue esercitazioni militari ai confini con la Russia, le costose missioni di guerra in giro per il mondo non daranno poi evidentemente tanta stabilità e sicurezza ai Paesi europei. Dal canto suo l'Italia, sotto il controllo militare a stelle e strisce del suo territorio, si ritrova, mani legate, ad agire anche contro i propri interessi, continuando a sottoscrivere le sanzioni alla Russia. "Siamo vittime di un'autocastrazione nei confronti dei nostri stessi interessi. L'Europa si sta pestando i piedi, si sta mutilando", ha sottolineato in un'intervista a Sputnik Italia il giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi. — Fulvio, secondo lei che cosa vuol ottenere la NATO con la sua espansione nell'Europa orientale ai confini con la Russia?
martedì 27 settembre 2016
LE MORTI PROVVIDENZIALI CHE PROTEGGONO HILLARY CLINTON: 5 MORTI IN QUATTRO SETTIMANE
16 settembre 2016
Quando ci si presenta alle presidenziali americane portando con sé diversi scandali, si deve avere la fortuna di avere qualcuno che elimini in una maniera o nell’altra gli ostacoli imbarazzanti.
Cinque persone sono decedute in circostanze più che sospette. Accomunate dall’aver reso testimonianza sotto giuramento o offerto rivelazioni ai media riguardo Hillary Clinton. Rivelazioni che erano di natura tale da poter compromettere seriamente la sua candidatura o, persino, di fare ammuffire la Clinton nelle aule dei tribunali. Tra le morti si conta un suicidio. Sulle altre indaga la magistratura.
lunedì 26 settembre 2016
Oliver Stone: Il Governo degli USA ha raccontato solo menzogne
Da Redazione
TORONTO – “Viviamo nel Grande Fratello di Orwell e me la faccio sotto”. “Il governo americano racconta solo menzogne”. “Dagli anni Cinquanta esiste e prospera una specie di mafia, una criminalità segreta: si è fatta strada col nome di NSA, National Security Agency”, ha dichiarato Stone.
I leit motive del grande regista – presenti in film come Wall Street”, JFK, Nixon e nel documentario “A sud del confine “- trovano il loro cyber-succo di realtà in Snowden, il documentario/dramma più rilevante e gonfio di polvere da sparo (civile) girato da Oliver Stone negli ultimi vent’anni.
domenica 25 settembre 2016
Facebook e Israele si accordano per eliminare le pubblicazioni anti israeliane
16 settembre 2016
Secondo quanto pubblicato, ieri, dal quotidiano britannico, The Independent,
che cita fonti israeliane, i dirigenti di Facebook e delle autorità
israeliane stanno elaborando una legge che costringe ad eliminare da
questo social tutti i tipi di contenuti considerati anti-israeliani.
Il quotidiano britannico ha riferito che il più recente incontro tra funzionari israeliani e dirigenti di Facebook ha avuto luogo la scorsa settimana e comprendeva anche il ministro degli affari legali del regime israeliano, Ayelet Shaked, noto per le sue controverse posizioni e gli appelli per a commettere un genocidio contro i palestinesi.
Fonti palestinesi riferiscono che già prima di tale normativa entri in vigore, sono state segnalati casi dove Facebook ha rimosso contenuto scomodi al governo di Tel Aviv.
Il quotidiano britannico ha riferito che il più recente incontro tra funzionari israeliani e dirigenti di Facebook ha avuto luogo la scorsa settimana e comprendeva anche il ministro degli affari legali del regime israeliano, Ayelet Shaked, noto per le sue controverse posizioni e gli appelli per a commettere un genocidio contro i palestinesi.
Fonti palestinesi riferiscono che già prima di tale normativa entri in vigore, sono state segnalati casi dove Facebook ha rimosso contenuto scomodi al governo di Tel Aviv.
sabato 24 settembre 2016
I MEDIA MENTONO! ECCO COME FUNZIONA IL SISTEMA DELL’INFORMAZIONE
La maggior parte delle persone, a livello globale, danno per certo
che le TV e i Giornali ci raccontino sempre verità certe. Si da per
scontato che se lo dicono in TV è vero di sicuro..
Ma siamo così sicuri che quello che i media ci raccontano tutti i giorni sia vero?
Il Giornalista tedesco, Marko Josilo, in un intervista rivela quello che sto per scrivere.
Il Giornalista di guerra ci dice come i mezzi di comunicazione fanno la guerra. Le guerre in Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, quelle guerre con un’infintà di morti..Ci dice che in realtà sono state guerre finanziate, internazionalmente gestite, che furono iniziate e legittimate grazie alla manipolazione dell’opinione pubblica ed al lavaggio del cervello attraverso i mezzi di comunicazione..
Dott. Udo Ulfkotte
Ma siamo così sicuri che quello che i media ci raccontano tutti i giorni sia vero?
Il Giornalista tedesco, Marko Josilo, in un intervista rivela quello che sto per scrivere.
Il Giornalista di guerra ci dice come i mezzi di comunicazione fanno la guerra. Le guerre in Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, quelle guerre con un’infintà di morti..Ci dice che in realtà sono state guerre finanziate, internazionalmente gestite, che furono iniziate e legittimate grazie alla manipolazione dell’opinione pubblica ed al lavaggio del cervello attraverso i mezzi di comunicazione..
Dott. Udo Ulfkotte
venerdì 23 settembre 2016
Libia, monta l’ira contro Usa ed Europa. Il generale Haftar cavalca il malcontento
15/9/2016
Le varie fazioni libiche sempre più irrequiete. Il controllo dei terminal nelle mani del generale legato al governo di Tobruk. Proteste di piazza e sui social media contro le ingerenze straniere. Pieno sostegno dei leader tribali ad Haftar nella protezione dei beni della Libia.
Tripoli (AsiaNews) - Cresce l’ira fra le fazioni in Libia, dopo
le condanne espresse ieri da Stati Uniti e da altri cinque Paesi europei
per l’occupazione dell’area della Mezzaluna petrolifera da parte
dell’Esercito nazionale libico (Enl). Alla guida delle truppe il
generale Khalifa Haftar, legato al governo di Tobruk, che ha assunto
nelle ultime ore il controllo dei principali terminal. Ieri pomeriggio
si sono tenute due manifestazioni di protesta a Tobruk e a Zintan,
contro quelle che vengono definite ingerenze straniere. I capi delle
milizie presenti a Zintan minacciano di chiudere di nuovo qualsiasi
accesso alla strada costiera.Le varie fazioni libiche sempre più irrequiete. Il controllo dei terminal nelle mani del generale legato al governo di Tobruk. Proteste di piazza e sui social media contro le ingerenze straniere. Pieno sostegno dei leader tribali ad Haftar nella protezione dei beni della Libia.
giovedì 22 settembre 2016
MA QUESTE BOMBE VENDUTE AI SAUDITI CHE STRANO “GIRO” FANNO?
Da una fabbrica di
involucri per bombe di Vicenza, alla nostra Aeronautica Militare. Da qui
alla RWM di Domus Novas (Sardegna) e alla Saudi Rojal Air Force. Per
finire sulla testa degli Yemeniti.
Curiosi interrogativi nascono
dall’analisi della foto di una bomba “inerte” sganciata dai Sauditi
sulla capitale dello Yemen, Sana’a, la settimana scorsa.
E’ una MK82 con l’identificativo (NCAGE
CODE – NATO Commercial And Government Entity ) di RWM di Domus Novas in
Sardegna: A4447. E’ (proprio perché inesplosa/inerte) di questa bomba è
leggibile anche l’intero codice NATO dell’ordigno: NSN 1325-15-150-5814.
NSN è un acronimo. Si tratta del NATO Stock Number (NSN), un codice numerico a 13 cifre che identifica ciascun pezzo militare inventariato dal ministero/dipartimento della Difesa di ogni singolo Stato.
In italiano è anche indicato come Numero Unico di Codificazione (NUC).
Nel codice NSN il 1° e 2° numero indicano
il gruppo cui appartiene l’ordigno (13). Il 3° e 4° la classe di
appartenenza (25). Segue in 5° e 6° posizione il “National Codification
Bureau code” (NCB) che indica lo Stato in cui è prodotto l’ordigno.
mercoledì 21 settembre 2016
VIDEOCORSO PER SMASCHERARE LE BUFALE DI GUERRA
“Tu dammi le fotografie e io ti darò la guerra” tuonava l’editore William Hearst al suo fotografo Frederick Remington che, nel 1898, non trovava a Cuba nessuna scena che giustificasse una invasione USA.
Da allora molte cose sono cambiate, ovviamente in peggio. E oggi, secondo Sheldon Rampton – già autore di un libro che ha fatto scuola – soltanto negli USA, le organizzazioni governative e gli istituti, organizzazioni e fondazioni ad esse aggregate spenderebbero annualmente più di un miliardo di dollari per promuovere, tramite la Rete, le guerre dell’Impero. Un lavoro condotto, spesso con maestria, da legioni di giornalisti, pubblicitari, esperti in video… e che gli ignari utenti della Rete (un miliardo e mezzo di persone solo Facebook) provvedono a diffondere in ogni dove.
martedì 20 settembre 2016
Libia, la guerra del petrolio e gli interessi dei Grandi
A cinque anni dalla caduta di Gheddafi vengono al
pettine i nodi di un intervento voluto dai francesi e poi avallato
dalla Nato e dagli Usa che hanno commesso un altro errore strategico: le
frontiere libiche sono sprofondate per mille chilometri nel Sahara e il
caos ha portato una destabilizzazione incontrollabile che con i
jihadisti ha contagiato la Tunisia e i Paesi confinanti.
«It’s the oil stupid», è il petrolio la posta in gioco in Libia, scrive Issandr Al Amrani,
fondatore di The Arabist. E potremmo aggiungere anche il gas: il 60%
del carburante pompato dall’Eni- ogni giorno 35 milioni di metri cubi –
alimenta le centrali elettriche locali, sia in Tripolitania che in
Cirenaica. In poche parole è la produzione dell’Eni che accende la luce
ai libici.
lunedì 19 settembre 2016
Occidente fariseo
Molte sono state e sono le bugie degli organi
d’informazione circa la situazione in Siria. L’obiettivo? Sempre il
solito. La conquista delle coscienze e del consenso. E a riguardo non si
può dire che questo: il nostro è un Occidente fariseo, dove la menzogna
tiene banco di prova. Sta alla vera stampa invertire la narrativa
Neocon della guerra.
Narrativa manichea: ecco il marchio di fabbrica
di certa stampa occidentale. Soprattutto per quel che riguarda
l’apologetica dei conflitti scatenati dagli Stati Uniti. Non sono
trascorsi troppi anni da quando Colin Powell, segretario di Stato Usa
nel 2003, agitava in mondovisione una boccettina da un grammo d’antrace
per mostrare come la guerra d’Iraq fosse l’impresa dei giusti contro il
male. Sappiamo tutti com’è andata a finire: armi di distruzione di massa
inesistenti e Paese devastato. Storia simile per la Siria. Sin
dall’inizio del conflitto, Bashar al-Assad – legittimo Presidente della
Nazione – è stato dipinto come il diavolo fatto persona, mentre i
cosiddetti ribelli moderati sono stati presentati nelle vesti della
bontà più sincera. E forse a nulla vale ricordare ciò che la Decima
Brigata ha fatto al pilota russo atterrato col paracadute su suolo
siriano dopo che il suo caccia era stato abbattuto da un F-16 turco.
domenica 18 settembre 2016
Primo settembre a Caracas: evitato un massacro
di Attilio Folliero
[Caracas]
Il Ministro degli
Interni del Venezuela, Nestor Reverol, in una conferenza stampa
realizzata il 2 settembre ha segnalato che durante la giornata del primo
settembre sono stati smantellati alcuni campi paramilitari nella zona di Tacagua,
a pochi chilometri dal Palazzo Presidenziale; sono stati rinvenuti: materiale
esplosivo, abiti militari ed armi da guerra, tra cui un fucile SG553 con
silenziatore e mira telescopica di alta precisione, di quelli usati dai
franco-tiratori; un'arma che si pensava probabilmente di utilizzare per
assassinare gente in maniera selettiva durante la concentrazione del primo
settembre. Il Ministro ha anche ricordato che sono stati arrestati due
importanti dirigenti d'opposizione, Yon Alexander Goicochea e Carlos
Melo, entrambi trovati in possesso di materiale esplosivo.
sabato 17 settembre 2016
Quando la banca fa gli interessi del Popolo
di Luigi Bellazzi
É
sempre attuale la battuta: "le banche sono come gli avvocati, è più
facile dirne male che farne a meno". Dal 1934 al 1939 ('34 il T.U.B.,
poi fino al '39 i decreti attuativi, circolari etc.), venne allora
semplicemente stabilito che le Banche potessero solo fare
le...banche (raccolta e impieghi). Banche e bancari erano incaricati
di pubblico servizio, le banche dovevano principalmente non creare
profitti per sè ma utilità all'Economia, ovvero vantaggi per le
imprese, soprattutto per le piccole imprese (artigiani, coltivatori
etc.).
venerdì 16 settembre 2016
Libia: Haftar controlla 4 porti di petrolio, tolti allʼesercito di Sarraj
12 settembre 2016
Le forze armate del generale di Tobruk hanno conquistato Zueitina, Brega, Sidra e Ras Lanuf
Le forze armate del generale di Tobruk hanno conquistato Zueitina, Brega, Sidra e Ras Lanuf
"Le forze
armate libiche legate al generale Khalifa Haftar di Tobruk hanno preso
il controllo dei porti petroliferi di Zueitina, Brega, Sidra e Ras
Lanuf", sottraendoli alle guardie fedeli al governo di unità nazionale
di Sarraj, sostenuto dall'Onu. Lo scrive il portale Alwasat, citando un
comunicato delle forze armate secondo cui "i porti sono ora sotto il
controllo totale dell'esercito libico che li hanno messi in sicurezza".
"Per proteggere le persone e la loro ricchezza contro
la corruzione, il vostro esercito ha condotto un'operazione grandiosa e
ha imposto il suo controllo totale ai porti petroliferi di Zueitina,
Ras Lanuf, Sidra e Brega", riferisce il comunicato delle forze di
Haftar.
giovedì 15 settembre 2016
ci risiamo, nuova invasione della Libia mascherata da intervento "umanitario"
Libia, missione italiana in partenza per Misurata. Ma nel Paese si combatte per il petrolio
E' pronta a partire per la Libia
la missione italiana composta da medici, infermieri e parà. Niente
leadership militare per l'Italia, ma un ruolo umanitario importante in
un Paese ancora nel caos
Giulia Pozzi 12/9/2016
TRIPOLI - Sul ruolo italiano nella missione in Libia
si dibatte da mesi: prima si ventilava un intervento militare di guida
per la coalizione occidentale, ipotesi giunta direttamente dal
segretario alla Difesa americano Ashton Carter; poi la smentita del Governo, che ha sempre sottoposto l'intervento alla richiesta esplicita dell'esecutivo libico legittimo; quindi, la notizia dei raid americani su Sirte,
autorizzati dal premier Serraj. All'Italia - si è detto - il governo di
Tripoli chiedeva un impegno innanzitutto umanitario e di supporto al
meccanismo di messa in sicurezza del Paese. Un impegno certo importante,
ma nulla che abbia vagamente a che fare con le prospettive di «leadership» ipotizzate qualche mese fa.mercoledì 14 settembre 2016
Haftar e gheddafiani: un nuovo asse per la Libia?
Personalmente non credo sia una vera alleanza, per liberare la Libia occorre cacciare ANCHE Haftar, che è parte del problema ( uomo della CIA), e non la soluzione. Almeno questo articolo da un'analisi intertessante della situazione.
Haftar e gheddafiani: un nuovo asse per la Libia?
9 settembre 2016
Dal 2011 in Libia è in corso una
guerra civile di cui non si intravede la fine. La situazione è composita
ed in continuo mutamento. Con un ampio grado di approssimazione si può
riassumere così lo stato presente delle cose:
-La Tripolitania è nelle mani di
un’eterogenea coalizione di islamisti e anti-gheddafiani denominata
“Alba libica”. E’ sostenuta dal movimento dei Fratelli Musulmani, dal
Gran Muftì di Tripoli, da Turchia e Qatar. Da questa zona, si noti,
salpa la grande maggioranza dei migranti diretti in Europa
-La Cirenaica è sotto l’egida del
Parlamento con sede a Tobruk. E’ sostenuto militarmente dal generale
Haftar, anti- islamista, che gode dell’appoggio di Egitto e Russia.
Recentemente vi sono state frizioni con le Ong, velatamente accusate di
agire per interessi stranieri.
martedì 13 settembre 2016
Libia, una guerra che vale 130 miliardi: altro che esportatori di democrazia!
8 settembre 2016
Guerra in Libia, tutti a farneticare su uomini e mezzi da inviare. Ma il punto è: perché bisogna intervenire? Ecco quali sono le vere ragioni dietro l’intervento italiano, come rivela su Facebook Marcello Foa, giornalista di scuola montanelliana, ora Ceo di Corriere del Ticino/mediaTI.
Ecco la vera ragione della guerra in Libia.
L’Italia si prepara a mandare 5.000 uomini in Libia su richiesta di Washington per “combattere l’Isis”. Ma siamo proprio sicuri che sia questo il reale obiettivo?
Guerra in Libia, tutti a farneticare su uomini e mezzi da inviare. Ma il punto è: perché bisogna intervenire? Ecco quali sono le vere ragioni dietro l’intervento italiano, come rivela su Facebook Marcello Foa, giornalista di scuola montanelliana, ora Ceo di Corriere del Ticino/mediaTI.
Ecco la vera ragione della guerra in Libia.
L’Italia si prepara a mandare 5.000 uomini in Libia su richiesta di Washington per “combattere l’Isis”. Ma siamo proprio sicuri che sia questo il reale obiettivo?
lunedì 12 settembre 2016
L’FBI chiude un sito pedopornografico. Era gestito da… loro
31 agosto 2016
di Alice Salles 1
Tra il 20 febbraio e il 4 marzo, l’FBI ha gestito uno dei maggiori siti di pedopornografia: playpen. Come sia stato effettuata quest’operazione e l’operazione stessa rimane un’informazione per lo piú riservata, ma il Dipartimento di Giustizia ha riconosciuto nella documentazione processuale che era l’FBI ad esserci dietro.
Il sito gestito dall’FBI ha permesso agli utenti di scaricare migliaia di immagini illecite e video pedopornografici. L’operazione è avvenuta da un sito governativo della Virginia ed è per la terza volta che l’ufficio viene coinvolto in pericolose operazioni di siti pedopornografici.
Dal tweet di Edward Snowden : “L’FBI ha volontariamente distribuito pedopornografia. ‘Gestivamo il sito ma non aggiungevamo immagini, quindi va bene’. Una novità”:
di Alice Salles 1
Tra il 20 febbraio e il 4 marzo, l’FBI ha gestito uno dei maggiori siti di pedopornografia: playpen. Come sia stato effettuata quest’operazione e l’operazione stessa rimane un’informazione per lo piú riservata, ma il Dipartimento di Giustizia ha riconosciuto nella documentazione processuale che era l’FBI ad esserci dietro.
Il sito gestito dall’FBI ha permesso agli utenti di scaricare migliaia di immagini illecite e video pedopornografici. L’operazione è avvenuta da un sito governativo della Virginia ed è per la terza volta che l’ufficio viene coinvolto in pericolose operazioni di siti pedopornografici.
Dal tweet di Edward Snowden : “L’FBI ha volontariamente distribuito pedopornografia. ‘Gestivamo il sito ma non aggiungevamo immagini, quindi va bene’. Una novità”:
domenica 11 settembre 2016
E ricordati di santificare il potere
6 settembre 2016
“Io credo – mi disse, e questo lo disse proprio a me – che, se la gente pensa che Hitler abbia ucciso 6 milioni di ebrei, certamente esagera. Hitler non era così malvagio. Potrebbe aver ucciso al massimo tre o quattro milioni di ebrei“.
Madre Teresa è santa? Urge riflettere su cosa e chi si santifica nei momenti più solenni. Schizofrenia dell’Occidente, tra iperlaicismo e iperoscurantismo
Nei giorni di Madre Teresa resa santa, urge una riflessione su cosa e chi si santifica nei momenti più solenni.“Io credo – mi disse, e questo lo disse proprio a me – che, se la gente pensa che Hitler abbia ucciso 6 milioni di ebrei, certamente esagera. Hitler non era così malvagio. Potrebbe aver ucciso al massimo tre o quattro milioni di ebrei“.
sabato 10 settembre 2016
La liturgia della bugia
di Luigi
Bellazzi
"non
possiamo ritornare quello che fummo, non possiamo restare quello che siamo"
Oggigiorno abbiamo la "fortuna" di vivere in un momento di crisi epocale.
Non solo dal punto di vista dell’economia: "oggi peggio di ieri e meno peggio
di domani", ma soprattutto dal punto di vista morale. Viviamo un momento storico
in cui la regola è diventata: "fare apparire il bene, per fare passare il
male".
Adesso è possibile grazie alla gravità del momento, avere l’occasione di poter "trasformare
la difficoltà in opportunità".
Questo infatti non è solo il momento della crisi dell’economia, questa crisi è
il sintomo del fallimento della democrazia.
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venerdì 9 settembre 2016
Libia, ecco le prove del traffico d'organi
Paolo Lambruschi
21 agosto 2016Traffico d’organi sui migranti che passano dalla Libia. Diversi magistrati italiani, in particolare la Procura palermitana stanno conducendo indagini grazie alle rivelazioni di un trafficante pentito. Ora, per la prima volta, da Milano un testimone qualificato, un medico, conferma di aver visto una vittima di questo immondo mercato e ha scritto al nostro giornale perché si prendesse coscienza di questa realtà mostruosa.
giovedì 8 settembre 2016
il popolo Libico festeggia i 47 anni della rivoluzione di Al Fateh, in Libia ed all' estero
Siamo al primo Settembre 2016, nonostante i 5 anni di occupazione il popolo Libico festeggia in massa il 1 settembre 1969 !
Nonostante i pericoli rappresentati dai RATTI che occupano il paese, che sono sempre pronti ad eliminare con le armi qualsiasi dissenso, e poi perennemente in lotta tra loro il popolo non dimentica la vita condotta prima dell' invasione della NATO nel 2011.
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zintan
mercoledì 7 settembre 2016
Armi in Libia per milioni di euro, l'inchiesta tocca il Teramano
31/8/2016
Missili anticarro, mille
pistole Rx cal. 9 millimetri, 45 fucili mitragliatori 'sniper', da
cecchino, e poi giubbotti antiproiettile, munizioni, puntatori laser.
Una fornitura militare da 15 milioni di euro, destinata ad armare i
fratelli libici Alarbi El Tumi, emissari della Brigata di Zintan in
Libia. Dopo un anno e mezzo di indagini, la procura della Repubblica di
Ascoli Piceno e i Carabinieri del Ros di Ancona hanno ricostruito il
quadro in cui e' maturato il 'rapimento' di Franco Giorgi, il broker
ascolano di 73 anni misteriosamente 'trattenuto' dal 2015 in Libia, dove
era andato per affari. Su richiesta dei pm ascolani Michele Renzo e
Umberto Monti, il gip Giuliana Filippello ha emesso un mandato di
cattura internazionale per Giorgi e per i suoi due presunti suoi
complici libici, Ibrahim Khalifa Alarbi El Tumi e Mohamed Khalifi
Alarbi, al momento irreperibili. E' stato invece arrestato stamani ad
Ancarano, a casa della compagna italiana, Gamal Saad
Rezkalla Botros, un italo-egiziano residente a Colli del Tronto, che
faceva da interprete di Giorgi.
martedì 6 settembre 2016
Libia, il golpe nascosto in Cirenaica
Via sindaci e giunte, dentro i militari di Haftar. Il generale ora
controlla Bengasi, Ajdabiya e Kufra. Snodi di petrolio e migranti. Nel
silenzio assordante dell'Onu.
|
31 Agosto 2016
Il governatore dell'Est della Libia del governo di Tobruk, Abdelraziq al Nathori.
Nel silenzio delle cronache mainstream, i quadri di quanto il generale Khalifa Haftar chiama esercito nazionale prendono possesso delle province dell'Est e del Sud-Est della Libia.
Dalla base di Tobruk, vicino all'Egitto, dov'è riunito il parlamento esiliato che non ha firmato l'accordo dell'Onu e che ha sfiduciato il governo di unità nazionale del premier Fayez al Serraj, da agosto Haftar sta allargando in modo consistente i territori dai lui controllati.
Dalla base di Tobruk, vicino all'Egitto, dov'è riunito il parlamento esiliato che non ha firmato l'accordo dell'Onu e che ha sfiduciato il governo di unità nazionale del premier Fayez al Serraj, da agosto Haftar sta allargando in modo consistente i territori dai lui controllati.
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zuwarah
lunedì 5 settembre 2016
Cosa c'è dietro al cibo industriale
23 Agosto 2016
Il
cibo sano pare, dunque, una chimera o almeno una equivalenza
impossibile con il cibo industriale, sia prodotto in Italia che
all’estero. Qualche altro esempio?
Tra
i lotti respinti alle frontiere o oggetto di informazione ci sono:
migrazione di cromo e manganese da lame per elettrodomestici da cucina
provenienti dagli Stati Uniti; mercurio in lombi di pesce spada (Xiphias
gladius) sottovuoto e scongelati dalla Spagna; residui di sostanza
proibite (tau-fluvalinato e cloramfenicolo) in propoli crudo dalla ex
Iugoslava, Repubblica di Macedonia; ocratossina A in miscela di caffè
tostato da Italia.
E
ancora: colorante non autorizzato (Reactive Red 195) in concentrato di
frutta dal Messico; infestazione da parassiti Anisakis in rana
pescatrice refrigerata (Lophius piscatorius) dalla Francia; presenza di
DNA di ruminanti in materiali alimentari provenienti da Danimarca e
destinati a mangime.
Poi ci sono i ritiri di prodotti per questioni di potenziali allergie o presenza di sostanze estranee.
domenica 4 settembre 2016
L’ITALIA E L’F-35: CONFERMATA LA “SOVRANITA’ LIMITATA”
di Silvio Lora Lamia
A maggio l’Ufficio di programma per il Joint Strike Fighter ha reso
note alcune decisioni importanti per la gestione tecnico-operativa delle
future flotte di F-35, con particolare riguardo a quelle dei partner
internazionali. Le novità hanno notevoli implicazioni sul grado di
sovranità che questi potranno esercitare sui sistemi e il livello di
sofisticazione dei loro velivoli e conseguentemente sulle prestazioni
che questi potranno offrire.
1 agosto 2016,
Il 5 maggio – ecco la novità – il Department of Defense americano ha assegnato a Lockheed Martin un contratto relativo ai Reprogramming Laboratories, gli uffici e laboratori su suolo americano nei quali le forze aeree che schiereranno questo aeroplano provvederanno tra l’altro a caricare nel suo software i dati utili a identificare e contrastare le radiofrequenze avversarie con cui si dovrà misurare in missione, e a sfruttare le caratteristiche di bassa osservabilità dell’F-35, generando i relativi Mission Data Files (MDF; l’F-35 ne richiede il doppio del fratello maggiore F-22).
sabato 3 settembre 2016
Come Soros voleva rovesciare Putin e destabilizzare la Russia
Alex Christoforou, The Duran 25/8/2016
Le recenti DCLeaks di oltre 2500 documenti delle ONG di George Soros, illuminano su come il miliardario usa la sua grande ricchezza per creare il caos globale nella continua imposizione euforica del neoliberismo alle classi lavoratrici. Mentre Soros è riuscito a destabilizzare l’Unione europea promuovendo l’immigrazione di massa e l’apertura delle frontiere, a dividere gli Stati Uniti, finanziando attivamente l’ente Black Live Matter e corrompendo la molto corruttibile classe politica degli Stati Uniti, e a distruggere l’Ucraina sostenendo un colpo di Stato contro un governo democraticamente tramite energumeni neonazisti… un Paese che Soros non può decifrare è la Federazione Russa. Il pragmatismo politico e il sistema di valori umanisti radicati nella tradizione culturale dello Stato-Nazione della Russia, probabilmente fanno infuriare Soros. La Russia è sua la balena bianca… una creatura che ha cercato di uccidere per quasi un decennio. Sfortunatamente per Soros (e fortunatamente per l’intero pianeta), il governo russo ha capito la natura cancerosa delle sue ONG prendendo misure preventive adeguate… che col senno di poi, e dopo aver esaminato le note di DCLeaks, sì è dimostrata essere una mossa molto saggia.
Le recenti DCLeaks di oltre 2500 documenti delle ONG di George Soros, illuminano su come il miliardario usa la sua grande ricchezza per creare il caos globale nella continua imposizione euforica del neoliberismo alle classi lavoratrici. Mentre Soros è riuscito a destabilizzare l’Unione europea promuovendo l’immigrazione di massa e l’apertura delle frontiere, a dividere gli Stati Uniti, finanziando attivamente l’ente Black Live Matter e corrompendo la molto corruttibile classe politica degli Stati Uniti, e a distruggere l’Ucraina sostenendo un colpo di Stato contro un governo democraticamente tramite energumeni neonazisti… un Paese che Soros non può decifrare è la Federazione Russa. Il pragmatismo politico e il sistema di valori umanisti radicati nella tradizione culturale dello Stato-Nazione della Russia, probabilmente fanno infuriare Soros. La Russia è sua la balena bianca… una creatura che ha cercato di uccidere per quasi un decennio. Sfortunatamente per Soros (e fortunatamente per l’intero pianeta), il governo russo ha capito la natura cancerosa delle sue ONG prendendo misure preventive adeguate… che col senno di poi, e dopo aver esaminato le note di DCLeaks, sì è dimostrata essere una mossa molto saggia.
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venerdì 2 settembre 2016
il RATTO Serraji chiede aiuto ai suoi padroni
Tripoli - Il premier del governo di accordo nazionale di Tripoli, Fayez al Serraj, ha chiesto agli Stati Uniti
di rafforzare l'assistenza militare contro Isis ( ufficialmente). Questo l'esito
dell'incontro tra Serraj e il capo del comando militare Usa per l'Africa
(Africom), generale Thomas Waldhauser, e l'inviato speciale Usa in
Libia, Jonathan Winer, a Stoccarda, in Germania. I raid aerei Usa,
iniziati su richiesta di Serraj il primo agosto sarebbero dovuti
concludersi dopo 30 giorni. La richiesta del premier del governo,
recentemente bocciato dal Parlamento di Tobruk ma considerato
dall'Occidente e dall'Onu l'unico interlocutore, sembra aprire la strada
ad un prolungamento dell'impegno americano in Libia.
giovedì 1 settembre 2016
Non si sa chi comandi in Libia
Spesso durano poco le buone notizie che vengono da vicino. E la Libia è vicinissima, dalla Sicilia ci si va in barca, agli aerei militari di base a Sigonella occorrono meno di 20 minuti per un viaggio a Sirte e ritorno. L'ultima buona notizia è durata poche ore, anche se era importante, perfino esaltante: la batosta della base Isis a Sirte, la sua semidistruzione; un Bollettino della Vittoria subito seguito a uno scambio di congratulazioni fra il governo di Tripoli e i suoi alleati.
Ma più brutta che sorpresa, perché quel governo gode sì la fiducia o almeno le simpatie dell'Occidente, ma non quelle della maggioranza che sarebbe richiesta, quella dei libici. E infatti sul terreno non è finora cambiato niente. Il paese continua a essere in mano alle milizie (quell'Isis è solo una delle tante), a Tripoli sta tornando il grande disordine abituale. Se c'è un Uomo Forte che si è irrobustito ulteriormente è il generale Khalifa Haftar, ministro della difesa di quell'altro governo, quello di Tobruk e dunque della Cirenaica apertamente e saldamente sostenuto da quello egiziano.
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