di Luigi
Bellazzi
"non
possiamo ritornare quello che fummo, non possiamo restare quello che siamo"
Oggigiorno abbiamo la "fortuna" di vivere in un momento di crisi epocale.
Non solo dal punto di vista dell’economia: "oggi peggio di ieri e meno peggio
di domani", ma soprattutto dal punto di vista morale. Viviamo un momento storico
in cui la regola è diventata: "fare apparire il bene, per fare passare il
male".
Adesso è possibile grazie alla gravità del momento, avere l’occasione di poter "trasformare
la difficoltà in opportunità".
Questo infatti non è solo il momento della crisi dell’economia, questa crisi è
il sintomo del fallimento della democrazia.
Quando tutti rubano (ed è ladro anche chi tiene il sacco…) non è che tutti siano
ladri, è il sistema democratico che costringe tutti ad essere "ladri ".
Ogni critica per essere credibile deve essere preceduta da una sincera
autocritica. Sgombriamo quindi il campo da equivoci, dichiarare la morte della
democrazia, non significa far risorgere il fascismo. Gli stati etici: fascismo,
nazionalsocialismo, comunismo, sono tutti al momento irrimediabilmente defunti.
La inevitabile guerra fratricida, tra comunismo e fascismi. L’Unione Sovietica
già negli anni ’40 aveva un miliardo di cinesi alle spalle, sui 4 mila
chilometri di confine con la Siberia che costringevano l’allora URSS ad
espandersi in Europa. La guerra civile tra gli stati etici, almeno per qualche
altra generazione, ne impedirà il risorgere. La domanda ora da porsi è: falliti
i fascismi, fallito il comunismo, fallita la democrazia, che fare? La
risposta potrebbe essere: una democrazia integrata da valori etici.
Uno Stato che al proprio interno rispetti il principio di legalità,
mentre per l’esterno affermi il principio dell’interesse nazionale.
L’Italia in politica estera non potrà che avere un ruolo ancillare (pagheremo
per secoli la vigliaccheria dell’otto Settembre ‘43) rispetto ad una Grande
Potenza (la grandezza di un popolo la si misura con la sua capacità di
resistenza). Seguendone le sorti nel bene e soprattutto nel male. La Grande
Potenza "mediterranea" che prenderà a breve il ruolo guida che era stato degli
USA, piaccia o no, sarà lo stato ariano dell’Iran. Nelle scuole a partire dalle
elementari, sarebbe bene abbandonare da subito l’insegnamento dell’inglese a
favore della lingua farsi.
Ottanta milioni di iraniani, inseriti in un’area di mezzo miliardo di abitanti,
sono il futuro dell’Italia, dobbiamo però scrollarci di dosso l’oceano di bugie
imposti dai vincitori ai vinti.
É una strada nuova (la "democrazia corretta") facile a dirsi, difficile a
praticarsi.
Si dovrebbe tanto per iniziare, riconoscere storicamente l’Onore militare ai
vinti, smetterla con la "menzogna di Ulisse" e con il "male assoluto". Prevedere
che non esista alcun diritto se prima non si sia adempiuto a tutti i propri
doveri verso la Comunità di destino, la Patria. Farla finita con l’equivoco di
essere socialisti per i diritti (diritto alla casa, diritto alla
salute, diritto al lavoro, diritto di qua e diritto di là) e liberisti
per i doveri (lavoro per quel che mi paghi…).
Termometro veronese per misurare la crisi dell’economia è la quotazione delle
azioni del Banco Popolare (dal 1867 il salvadanaio dei risparmi per le famiglie
veronesi). Otto anni fa le azioni del Banco valevano 38,7 Euri. Oggi poco meno,
poco più di 20 centesimi (nel 2013 dieci azioni erano state accorpate in una,
quindi gli odierni valori formali di borsa vanno divisi per dieci). Duecentomila
risparmiatori italiani, di cui 50 mila veronesi, hanno visto polverizzati i
risparmi di una vita. Un’ ottima occasione per fare una riflessione sul passato
e inventarsi un nuovo modo di fare banca: "Banca che sia solo banca".
Scrive Galli della Loggia su "il Corriere della Sera" 07/08/16: "…La crisi del
nostro sistema bancario non è solo un fatto economico, è anche un capitolo di
storia sociale… É una storia di gruppi di comando locali installatisi
alla testa degli istituti… Sono in genere formati da qualche imprenditore non
sempre brillantissimo… campioni del notabilato… (hanno n.d.r.)
depredato decine di migliaia di loro più o meno incolpevoli concittadini… lo
hanno fatto per arricchirsi sempre di più… Questa voglia mai sazia di potere..,
l’ovvia convinzione dell’impunità… di farla franca in ogni caso…".
Ci manca solo il codice fiscale e il numero di scarpe di Paolo Biasi e di Carlo
Fratta Pasini poi il ritratto dei "campioni del notabilato" veronese è completo.
Fratta e Biasi i "poteri forti"? Non esistono "poteri forti", esistono solo
uomini deboli che non hanno il coraggio di combatterli.
"Fare
apparire il bene, per fare passare il male" è la parola d’ordine della dittatura
democratica. Basti ricordare l’esempio dello scandalo del Mo.s.e. (Modulo
sperimentale elettromeccanico). Ricordiamo tutti le grida di dolore di quel
tempo: "Venezia che affonda", "Venezia che muore" a causa delle maree. C’era
forse qualche belva umana che allora volesse far scomparire Venezia sotto le
maree? Venezia è il vero ed unico patrimonio mondiale dell’umanità. Ma certo che
no, il mondo non poteva perdere Venezia sommersa dai capricci del mare. Subito
fu pronta la soluzione per salvare Venezia: il M.o.s.e., (non c’era tempo nè per
le gare, né per la trasparenza), ecco così far nascere dalla sera alla mattina
la fabbrica per produrre tangenti col pretesto nobilissimo di salvare Venezia
dalla catastrofe immaginaria, tappando la bocca a chiunque manifestasse dei
dubbi sul "Mo.s.e."
Nel frattempo tangenti a iosa per tutti, per tutti i partiti. Poi (sempre dopo)
scoppiato lo scandalo, Cacciari, il Sacerdote della sinistra onesta, illuminata
ed intelligente (si fa per dire), ci veniva a pontificare che le maree
devastanti a Venezia erano quelle superiori al metro e sessanta. Aggiungeva poi
(ancora poi, mai prima) il Divo Massimo che il M.o.s.e. avrebbe messo al riparo
per le maree alte fino ad un metro e sessanta. Succo postumo di Massimo
Cacciari: il M.o.s.e. per salvare Venezia, non serviva ad un cazzo (poteva
gridarlo subito. O no?).
Altro "cavallo di troia", l’immigrazione. Col pretesto del povero bambino che
muore di fame, o annegato, del dovere di dare accoglienza e/o asilo politico a
chi fugge da guerre (ma non si chiamavano disertori?), carestie (ma non dovrei
rimanere a casa mia col mio badile e con la mia spada?) e persecuzioni (chi è
perseguitato e chi è persecutore?), vengono oggi deportati (grazie alle sirene
delle TV satellitari) interi popoli sradicandoli dalle loro terre, dalle loro
tradizioni, dagli equilibri millenari con l’ambiente circostante, per portare
quei popoli in Europa e trasformarli in torme di randagi consumatori. Ma quale
asilo politico, l’unica persona in Europa effettivamente meritevole di asilo
politico per essere stato perseguitato per le sole idee manifestate, è
l’avvocato Horst Mahler. Mahler per avere sostenuto che storicamente l’olocausto
(inteso come sterminio programmato di 6 milioni di ebrei) non è mai esistito, è
stato messo in prigione.
Libertà di pensiero? Dieci anni di galera al vecchio Horst (Fondatore delle
"Brigate rosse" tedesche)! A settanta e passa anni ad Horst Mahler è stata
amputata una gamba in carcere.
Intanto abbiamo i nuovi "martiri", gli affaristi che siedono nei Consigli di
Amministrazione di Banche e Assicurazioni. Abbiamo gli attori che si esibiscono nella
quotidiana ed ostentata recita di povertà e dolcezza francescane, per poi
trasformarsi in docili e spietati strumenti della finanza internazionale
ebraica, burattini del Burattinaio Larry Fink, Amministratore Delegato e
"proprietario" di Black Rock, il fondo che gestisce un patrimonio di 4700
miliardi di dollari in partecipazioni (più del doppio del p.i.l. italiano!).
Fink
è quel "Signore del denaro" che nel tempo di uno schiocco delle dita, fece
scappare il Presidente del Consiglio Berlusconi da Palazzo Chigi dove si era
barricato da mesi. Era bastato infatti che Black Rock iniziasse a svendere le
sue partecipazioni in Fininvest e Berlusconi si sarebbe potuto trovare dopo poco
ridotto sul lastrico.
Gli esempi del "bene peloso" che nasconde turpi interessi lo abbiamo visto in
tutto il panorama politico con "Mafia Capitale".
Con il pretesto di salvare dal naufragio i poveri migranti, la Marina Militare ha
chiesto un finanziamento straordinario per varare una costosissima portaerei
(non bastavano quattro gommoni da altura?) strumentalmente destinata a salvare i
migranti ma di fatto destinata a varare tangenti per Ammiragli felloni.
Tanto
varrebbe pagare a tutti i migranti il biglietto aereo classe affari per venire
in Italia.
Certamente si risparmierebbero denaro e perdite di vite umane. Ma
così facendo, i paladini dei poveri a braccetto con la Finanza dei ricchi
perderebbero la spettacolarizzazione della tragedia: le migliaia di affogati, i
bambini venduti dalle famiglie per contribuire allo spettacolo sempre più
straziante dei naufragi andando così a tappare la bocca di chi si opponga
all’immigrazione.
Gli imperi Coloniali un tempo privilegiavano le fonti di produzione (Colonie);
poi gli Stati democratici hanno privilegiato le fonti di consumo (mercati);
Adesso la finanza internazionale e mondialista per sostenere l’economia
liberista basata sulla spesa e sui consumi, se vuole far crescere i consumi deve
aumentare il numero dei consumatori. Con una Italia in pieno calo demografico.
Nel n. 7 del 2016 di Limes, pag.12: "L’Italia sta cambiando pelle. Per la prima
volta in 90 anni la popolazione residente è diminuita (- 130.061unità)… Seguendo
le tendenze attuali, compresa un’immigrazione netta intorno alle 100 mila unità
annue, nel 2050 ci ridurremo a circa 57 milioni (rispetto agli attuali
60.665.551 residenti n.d.r.)…"
Allora eccoti la ricetta per sostenere i consumi: gli immigrati. Due piccioni
con una fava: la fava dell’immigrazione da un lato fa aumentare il numero dei
consumatori, dall’altro lato contribuisce ad indebolire l’Europa attraverso la
perdita della propria identità.
Nel frattempo gli Stati Uniti a casa loro tengono ben separato con muri e
reticolati il confine con il Messico per impedire l’ingresso di clandestini.
C’era chi ammansiva gli schiavi di ieri per sostenere i Colonizzatori. Oggi i
portatori del bene assoluto, continuano ad ammansire i nuovi schiavi di oggi
(gli immigrati consumatori).
La felicità non la si misura in base al reddito pro capite, ma in base
all’equilibrio dell’uomo con l’ambiente che lo circonda.
Non è un caso che la percentuale più alta di suicidi la si riscontra nelle
società con i redditi più alti. Viceversa nelle comunità tribali, economicamente
poverissime, il suicidio non esiste.
Quel carrozzone schifoso della F.A.O. spende più in stipendi che in erogazioni!
Mica per niente la Boldrini faceva la strapagata portavoce della F.A.O.:
alberghi a cinque stelle, telecamere al seguito, sguardo addolorato al momento
delle riprese ed ecco confezionata la missione umanitaria del momento.
Noi viviamo quotidianamente la liturgia della bugia.
Strapagare chi fa politica, il costo della democrazia…. Tutte balle, pagare ai
politici stipendi 8/9/10 volte superiori al reddito percepito prima di essere
eletti significa renderli schiavi dell’incarico parlamentare. Quando il politico
prima di essere eletto guadagnava 8/9/10 volte di meno era costretto a riciclare
le scarpe dal figlio più vecchio a quello più giovane, vacanze nella pensione
"Maria onta", caffè contati, vestiti consunti. Poi, dopo l’elezione per quattro
anni la famiglia può vivere senza problemi economici. Chi è quel marito, quel
genitore, quel parlamentare o consigliere regionale che dopo 4 anni rinunci
spontaneamente ad essere rieletto ed ha la forza d’animo per dire alla propria
famiglia: ritorniamo poveri, torniamo a riciclare scarpe e vestiti?
Il pianto greco
Questa lagnanza insistente e molesta, questo chiedere ogni giorno più fondi, più
mezzi. Non ci si vuole rendere conto che la situazione dell’economia è sempre: "oggi
peggio di ieri e meno peggio di domani"
Il perché è molto semplice, anche se fa ribrezzo a dirlo.
La prima economia in Italia era il "nero", ovvero i denari sottratti allo stato
con l’evasione fiscale. Con la ruberia in servizio permanente effettivo è una
cialtronata affermare:" Se paghiamo tutti (le tasse), tutti pagheremo meno".
Più democrazia, più eletti, regioni, circoscrizioni etc. etc. hanno comportato
sempre più ruberie. Politici di destra, di centro come di sinistra. Basti vedere
cosa sta accadendo a Roma tra i 5 Stelle e l’appena eletta Sindaca Virginia
Raggi.
La democrazia è la sifilide dello spirito.
Fino ad una decina di anni fa, la regola nel privato era che le ore
straordinarie venissero pagate in nero. Con quei compensi "esentasse", marito e
moglie pagavano le rate del mutuo per la casa, pagavano le vacanze, l’auto, la
benzina etc. Non scordiamo che con quella economia "banditesca", nei primi anni
’60 l’Italia realizzava 1.200 chilometri di Autostrada del sole. Adesso non
abbiamo nemmeno i mezzi per ripararne le buche.
Non c’è dubbio che un’opera pubblica (es. un ponte, una strada) abbia un effetto
moltiplicatore della ricchezza cento volte superiore rispetto ad un opera
privata (es. una casa in proprietà), ma se quella strada dopo poco deve essere
chiusa per le buche che si manifestano, o se il traffico sul ponte deve essere
interrotto per minaccia di crollo del viadotto, beh allora l’effetto
moltiplicatore si converte in demoltiplicatore (invece di ridurre i tempi
di percorrenza, buche e crolli quei tempi li allungano!). Quindi l’opera
pubblica invece di creare ricchezza produce "povertà". E questo accade perché il
politico (tutti i politici, nessuno escluso) per essere rieletto deve
privilegiare la preferenza rispetto all’investimento nell’opera pubblica. Il
consenso costa e allora via con le tangenti. Elementare, fin troppo elementare.
All’epoca del "nero diffuso", i più onesti tra i
"finanzieri" raddoppiavano lo stipendio con il secondo lavoro pomeridiano
(ovviamente in nero), i poliziotti facevano i buttafuori nelle discoteche o i
gorilla per le famiglie facoltose a rischio rapimento.
Questa però era l’Italia dell’Autostrada del
Sole.
Preso da: http://www.italiasociale.net/alzozero16/az16-09-04.html
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