Alex Christoforou, The Duran 25/8/2016
Le
recenti DCLeaks di oltre 2500 documenti delle ONG di George Soros,
illuminano su come il miliardario usa la sua grande ricchezza per creare
il caos globale nella continua imposizione euforica del neoliberismo
alle classi lavoratrici. Mentre Soros è riuscito a destabilizzare
l’Unione europea promuovendo l’immigrazione di massa e l’apertura delle
frontiere, a dividere gli Stati Uniti, finanziando attivamente l’ente Black Live Matter
e corrompendo la molto corruttibile classe politica degli Stati Uniti, e
a distruggere l’Ucraina sostenendo un colpo di Stato contro un governo
democraticamente tramite energumeni neonazisti… un Paese che Soros non
può decifrare è la Federazione Russa. Il pragmatismo politico e il
sistema di valori umanisti radicati nella tradizione culturale dello
Stato-Nazione della Russia, probabilmente fanno infuriare Soros. La
Russia è sua la balena bianca… una creatura che ha cercato di uccidere
per quasi un decennio. Sfortunatamente per Soros (e fortunatamente per
l’intero pianeta), il governo russo ha capito la natura cancerosa delle
sue ONG prendendo misure preventive adeguate… che col senno di poi, e
dopo aver esaminato le note di DCLeaks, sì è dimostrata essere una mossa
molto saggia.
Il 30 novembre 2015, Zerohedge riferiva, “l’Ufficio del
procuratore generale della Russia ha emesso un comunicato in cui
riconosceva l’Open Society Institute di George Soros e un’altra
organizzazione affiliata come “gruppi indesiderabili”, vietando a
cittadini ed organizzazioni russe du partecipare a qualsiasi loro
progetto. Il procuratore afferma che le attività della Open Society
Institute e della Fondazione di assistenza Open Society Institute erano
una minaccia per le fondamenta dell’ordine costituzionale e della
sicurezza nazionale della Russia, aggiungendo che il Ministero della
Giustizia sarebbe stato debitamente informato di queste conclusioni e
avrebbe aggiunto i due gruppi alla lista delle organizzazioni straniere
indesiderate in Russia. Secondo RT, i pubblici ministeri hanno lanciato
un’indagine sulle attività delle due organizzazioni promosse dal noto
finanziere statunitense George Soros, nel luglio di quest’anno, dopo che
i senatori russi avevano approvato la cosiddetta “stop-list
patriottica” di 12 gruppi che richiede immediatamente l’attenzione sulle
loro presunte attività anti-russe. La legge sulle organizzazioni
straniere indesiderate è entrata in vigore all’inizio di giugno di
quest’anno. Impone a Ufficio del Procuratore generale e Ministero degli
Esteri la redazione di un elenco ufficiale di organizzazioni straniere
indesiderate e delle attività illegali. Una volta che un gruppo è
riconosciuto indesiderabile, le sue attività in Russia devono essere
congelate, i suoi uffici chiusi e la diffusione dei materiali vietata.
Detto questo, non è certo che Soros abbia ancora alcuna attività in
Russia. La sua fondazione, apparsa in Russia alla metà degli anni ’90,
era attiva fino al 2003, quando Putin s’è consolidato al potere”.
L’enorme tranche dei documenti rilasciati da DCLeaks dimostra quanto sia
pericolosa l’Open Society di George Soros per il benessere e la
conservazione della Federazione russa e della cultura russa.
In un documento del novembre 2012 dal titolo “Note della riunione di pianificazione strategica dell’OSF (Open Society Foundation) Russia“,
i cui partecipanti erano: Leonard Benardo, Iva Dobichina, Elizabeth
Eagen, Jeff Goldstein, Minna Jarvenpaa, Ralf Jürgens, Elena
Kovalevskaja, Vicki Litvinov, Tanja Margolin, Amy McDonough, Sara
Rhodin, Ervand Shirinjan, Becky Tolson, si discuteva di come… “Identificare
le priorità comuni delle attività di OSF Russia nel prossimo anno. Come
possiamo collaborare in modo più efficace, considerando il
deterioramento dell’ambiente politico per i nostri partner?” La
rivelazione principale del verbale era la speranza che gli anni di
Medvedev come presidente avrebbero dato alle ONG “l’apertura” di cui
avevano bisogno per spezzare finalmente l’orso russo. Il tutto evaporò
nel 2012, quando Vladimir Putin tornò nell’ufficio presidenziale. L’OSF,
chiaramente sconvolta e delusa, poneva le basi per sfidare
l’amministrazione Putin alla luce del diverso approccio verso ONG come
l’Open Society Foundation. “Il contesto dei diritti umani è
molto cambiato nel 2006-2012: il periodo Medvedev ha permesso una serie
di miglioramenti e aperture significative per le ONG, modificando la
legge sulle ONG nel 2006, che comportava una campagna a favore delle
organizzazioni non governative; molti dei nostri ne beneficiarono in
quel periodo. Surkov ha legami con molti gruppi disposti a collaborare
con lo Stato ed nostri partner erano gli esperti nei processi chiave
quali la riforma della polizia. Uno spazio fu creato per la
modernizzazione e l’inclusione della società civile durante il mandato
di Medvedev. Tuttavia, la pressione ricominciava rapidamente appena
Putin è tornato al potere”. Un’importante svolta per le ONG in Russia
avvenne con le fallite proteste russe in “stile Mjidan”, prontamente
smantellate prima che venissero inflitti danni. “Le proteste russe
hanno profondamente influenzato la vita delle ONG. Lo Stato finanziava
l’auto-organizzazione pensando che ciò avrebbe disinnescato
un’opposizione su vasta scala. Ma, incoraggiando l’auto-organizzazione,
aveva aperto il vaso di Pandora. La gente è diventata attiva e
cominciava a sentire che era possibile cambiare qualcosa, la porta era
stata aperta all’auto-mobilitazione. Lo Stato ha risposto con la
repressione e i prigionieri politici, al fine d’instillare la paura
nella popolazione. Lo Stato ha anche minato il sostegno sociale alle
proteste. Il suo sostegno socialmente orientato verso le ONG (“buone”) è
un modo per dividere la comunità, mentre la legge contro gli agenti
stranieri definisce le proteste come finanziate dall’estero per minare
la Russia”.
Perché tale fascinazione per la Russia? Perché è importante per l’OSF
concentrarsi sulla Russia? Con la Russia sono in gioco immense ricchezze
e potere geo-politico enorme.
“I principali temi della società aperta e questioni molto importanti in Russia
– Trasparenza e responsabilità (anticorruzione)
– Diritti e giustizia (vale a dire, giustizia penale, polizia, stato di diritto, LGBT, diritti delle donne)
– Migrazione
– Integrazione scolastica (disabilità, rom)
– Libertà dei media, accesso alle informazioni
– Salute (accesso ai farmaci, HIV, riduzione del danno)
Problemi da superare: le tattiche russe sono riprese in Asia centrale (vale a dire, la legge anti-estremismo in Kazakhstan)
L’influenza della Russia nel Consiglio dei diritti umani delle
Nazioni Unite che sostiene la risoluzione che dice che i diritti umani
devono prendere in considerazione i valori tradizionali del Paese in
questione, pochissime ONG che seguono il consiglio vedono le prossime
grandi implicazioni dalla Russia
La partecipazione a regimi internazionali globali (G20, ICC, WTO),
una Russia più aperta cambierebbe gli organi di governo internazionali
Il contenzioso della Corte europea”
I dettagli del documento sono un ampio elenco di bersagli, di “ciò che
va fatto” per destabilizzare la Russia, concentrandosi su molti
ricorrenti temi neoliberisti che Soros utilizza per infettare le nazioni
ospitanti e rovesciare i governi…
“- prigionieri politici (Bolotnaja, ecc.)
– censura e controllo dei media (pressione sui media indipendenti, lavoro su NMP)
– sorveglianza
– LGBT (spinta contro le leggi sulla propaganda, voluta dai funzionari locali non dal governo federale)
– diritti delle donne
– diritti dei disabili ed integrazione scolastica
– prigioni
– molti finanziamenti per il monitoraggio; dove il denaro viene meglio speso?
– le ONG non hanno sufficienti dollari per viaggiare e per una rappresentanza legale
– polizia e violenza della polizia (Verdetto pubblico, uomo e legge, ecc.)
– migranti
Trasparenza e responsabilità
– spesa dello Stato, monitoraggio e analisi
– operazioni di monitoraggio transfrontaliere ed acquisizioni affari
– connessioni tra responsabilità, diritti umani ed interessi dei cittadini ordinari”
Il documento completo in PDF può essere trovato qui.
Dopo il documento del 2012 e la chiara delusione espressa dai membri dell’OSF per la resistenza della Russia al neoliberismo, DCLeaks fornisce un promemoria successivo dal titolo “Progetto di strategia per la Russia, 2014-2017”. La sintesi del documento… “La
Russia di oggi deve affrontare una ricaduta deplorevole
nell’autoritarismo. Di fronte a sfide interne gravi, il regime è
diventato più insulare e isolazionista cercando di consolidare la
propria base. Le leggi progressivamente draconiane promulgate dal
ritorno di Putin alla presidenza hanno messo tutte le organizzazioni
finanziate dall’estero sotto la minaccia dell’isolamento e del
discredito. Nonostante queste decisamente impegnative condizioni, è
essenziale continuare a coinvolgere la Russia, sia per preservare gli
esistenti spazi democratici che per garantire che le voci russe non
siano oscurate sulla scena globale”.
La destabilizzazione della Russia, ora giustamente intitolata “Progetto Russia”, prosegue identificando tre concetti cardine… “Nel
paesaggio cupo, rimangono comunque aperture per l’intervento del
Progetto Russia. Sfruttare tutte le opportunità disponibili, seguendo i
seguenti tre concetti che riteniamo di vitale importanza nel contesto
attuale:
1) Mitigare l’impatto negativo delle nuove leggi attraverso la
difesa nazionale e internazionale. Alleati chiave in questo senso sono
il crescente numero di cittadini russi che si oppongono alla regressione
del Paese, insieme alla consistente comunità di esperti legali russi
dalla conoscenza approfondita della legge sulle ONG e dalla forte
motivazione nell’aiutare il settore a continuare le sue attività.
2) Integrare le voci russe nello scambio globale di idee. Dato che
intellettuali, operatori e attivisti russi sono sempre più isolati a
livello nazionale, e gli accademici sono spesso isolati dalla comunità
internazionale, sosterremo la diffusione di pensieri diversi e critici
russi nel discorso globale. Tali opportunità permettono agli attori
russi di collaborare reciprocamente e vantaggiosamente su argomenti che
vanno dalla migrazione all’attivismo digitale, mantenendone così la
rilevanza e riducendone la provincializzazione.
3) Il nostro obiettivo è integrare i diritti e la dignità di una
delle popolazioni più emarginate della Russia: gli individui LGBT. La
diversificata rete dei partner di RP offre l’opportunità di costruire
un’ampia base di alleati nella società civile in un momento in cui la
comunità LGBT è sotto grave minaccia. Speriamo di vedere un discorso più
equilibrato sui diritti LGBT nel pubblico russo, così come una forte
coorte di organizzazioni indipendenti tradizionali che adottano
attivamente gli interessi LGBT nel loro operato”.
Mobilitazione sociale e finanziamento delle reti dei media alternativi
per promuovere il discorso sociale e l’insoddisfazione, sono tattiche
comuni che le ONG di Soros utilizzano per fabbricare la sovversione. “Insieme
a tali iniziative, siamo impegnati a sostenere tre campi principali: a)
accesso alla giustizia e rafforzamento legale dei gruppi emarginati; b)
accesso a informazioni indipendenti e media alternativi; e c)
piattaforme di dibattito critico, discussione e mobilitazione sociale.
RP prevede di fornire supporto di base ai nostri partner di fiducia in
ciascuno di questi campi, investire nella loro crescita e sviluppo,
rimanendo flessibili sulle modalità di finanziamento necessarie per
consentirgli di continuare il lavoro essenziale. Cerchiamo anche di
rafforzarne la legittimità e la sostenibilità finanziaria, per costruire
un mondo organizzativo del terzo settore più trasparente, efficace ed
efficiente. La Russia è attualmente sotto un processo di graduale,
arbitraria e intenzionale chiusura. In tale contesto, il ruolo cardinale
di RP è creare un campo grave ed ad ampio raggio di attori indipendenti
della società civile, che nel migliore dei casi aiuti ad impostare
l’agenda per un futuro più aperto e democratico in Russia, e nel
peggiore dei casi sopravvivere agli effetti della nuova legislazione
draconiana”.
Ingaggiare la diaspora russa che si oppone al governo attuale, e
mobilitare la comunità LGBT attraverso la propaganda massmediatica sono
temi ricorrenti nei documenti di Soros. L’attenzione dei media sui
diritti LGBT durante le Olimpiadi invernali di Sochi fu l’occasione da
non perdere per Soros. “Nel breve e medio termine, RP si propone di
generare un più ampio supporto nella società civile a questo gruppo
altamente emarginato. Anche se la legge sulla “propaganda
dell’omosessualità” ha un’inedita attenzione internazionale per le
Olimpiadi invernali di Sochi, le voci degli attivisti russi sono a
malapena ascoltate dalle maggiori organizzazioni internazionali LGBT.
Vogliamo fare in modo che i nostri partner russi abbiano un ruolo di
primo piano nel plasmare la strategia del movimento internazionale,
pianificando campagne dall’orientamento interno piuttosto che
internazionale, e che la spinta raccolta per Sochi non si dissipi subito
dopo la fine delle Olimpiadi. Il nostro vantaggio comparato risiede
nelle reti ampie e profonde che abbiamo favorito in questi ultimi anni.
Un uso strategico di tali reti consentirà di massimizzare l’impatto a
lungo termine del lavoro che le organizzazioni per i diritti LGBT fanno.
I gruppi per i diritti LGBT in Russia sono professionali ed efficaci,
ma non possono andare oltre le loro comunità immediate e galvanizzare
altri attori della società civile, necessario al loro successo a lungo
termine”. La destabilizzazione di un Paese delle dimensioni della
Russia non avviene senza un prezzo significativo, che George Soros
sembra più che pronto a pagare… “Dato il gran numero di borse di RP,
vediamo la necessità di altro personale per attuare le nostre priorità
strategiche e monitorare efficacemente la nostra attività. Tuttavia,
mentre un certo numero di programmi nella regione Eurasia sono in fase
di ristrutturazione, attendiamo dei risultati da questa transizione
prima di dare qualsiasi raccomandazione sostanziale”.
Non c’è alcun dubbio sul fatto che il piano 2014-2017 delineato dalle
ONG di Soros, che addirittura immagina l’aumento del personale e la
ristrutturazione regionale eurasiatica, ha subito un grande danno dalla
legge del 2015, ha visto tali forze disgreganti operanti in Russia,
essere finalmente cacciate dalla nazione.
Il documento completo in PDF può essere trovato qui.Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Preso da: https://aurorasito.wordpress.com/2016/08/26/come-soros-voleva-rovesciare-putin-e-destabilizzare-la-russia/
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