Dopo l’iniziale popolarità e la realizzazione (imposizione) con successo di una serie di misure liberiste, Renzi è ora confrontato a una situazione più difficile in cui si intrecciano il logoramento della sua credibilità in larghi settori di massa, la netta sconfitta nelle elezioni amministrative e una situazione economica incerta nel quadro della crisi dell’Unione Europea.
Un sistema in crisi e perturbato
Dopo aver portato a casa numerose misure che hanno massacrato i
diritti del lavoro, stravolto la scuola pubblica, perseguito l’obiettivo
dell’ulteriore riduzione della spesa sociale e sanitaria e
contemporaneamente varato una riforma istituzionale e una legge
elettorale profondamente antidemocratiche, funzionali al predominio
dell’esecutivo e a garantire maggioranze parlamentari artificiose, la
corsa di Renzi incontra numerosi ostacoli.
In primo luogo viene percepita la distanza tra la sua demagogia e
la realtà dei fatti: la disoccupazione resta a livelli elevatissimi, il
lavoro per i giovani non esiste o se esiste è nelle forme più o meno
estreme della precarietà, la ripresa economica è debolissima e non ha
certo modificato la condizione di vita della stragrande maggioranza dei
cittadini, tantissimi marginalizzati e tanti altri preoccupati per il
loro futuro e quello dei loro figli.