Sogin, la società di Stato creata per smantellare e mettere
in sicurezza degli impianti nucleari italiani chiusi e per la gestione
dei rifiuti radioattivi da proteggere in un deposito unico nazionale,
-grana politica mai risolta- ha rinnovato il Consiglio di
Amministrazione. Con curiosità e qualche ‘legittimo sospetto’ sulle vere
intenzioni antinucleari e sulle scelte politiche di alcuni nomi.
Andiamo a curiosare.
Il nucleare all’italiana
Tra il nucleare Sì e il nucleare No, c’è il nucleare all’italiana, quello delle scorie e degli impianti dismessi ma non ancora messi in totale sicurezza ambientale.
Sogin, una società pubblica che doveva ripulire l’Italia da qualsiasi residuo nucleare del suo passato in una decina d’anni. 15 anni dopo ha fatto appena il 15/20 per cento del lavoro di smantellamento degli impianti nucleari.
E il governo non ha ancora deciso e resi pubblici i siti per le scorie.
L’Italia che da decenni deve mettere in sicurezza le quattro centrali nucleari dismesse a Trino, Caorso, Latina e Garigliano e all’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo.
Sogin nuovo vertice aziendale
Lasciano l’amministratore delegato Riccardo Casale, dopo un mandato di scontro col presidente Giuseppe Zollino, sospettato di essere un nuclearista infiltrato in casa. Il Tesoro ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione di Sogin per il triennio 2016-2018, nominando Presidente Marco Enrico Ricotti e designando Amministratore Delegato Luca Desiata.
Il nuovo Ad, Luca Desiata lo descrivono come esperto di nucleare e strategie aziendali: ingegnere, ha lavorato per Enel in Francia e ha un passato alla Banca Mondiale.
Marco Ricotti, professore ordinario di impianti nucleari al Politecnico di Milano, è uno dei massimi esperti in materia di energia e di nucleare in Italia.
Le scelte giuste dopo tante promesse mancate?
L’estroso Consiglio di amministrazione
Leggiamo dal pomposo comunicato del Tesoro: “Il nuovo Consiglio di Amministrazione … è completato da Patrizia Feletig, Fabiana Massa e Alessandro Portinaro. Le nomine sono arrivate pochi giorni dopo l’approvazione del bilancio d’esercizio per il 2015, che riporta un utile netto di circa 2,6 milioni di euro”.
La Sogin, società di Stato, ha ‘guadagnato’ soldi che ha avuto dallo Stato per fare il lavoro per cui è stata inventata, o presi dalla nostre tasche attraverso le bollette elettriche che ci mettono conto anche la sicurezza post nucleare. Ma di questo parleremo un altra volta.
Chi sono questi nuovi consiglieri che supportano un vertice di tale risonanza accademica? Qui purtroppo il comunicato del Tesoro è laconico. Quasi omertoso.
Il consigliere sindaco che si autorizza
Scopriamo attraverso la Stampa scandalizzata, il serioso quotidiano di Torino, che Alessandro Portinaro neo consigliere Sogin, è sindaco di Trino, la città, la comunità costretta a stare seduta sulla bomba della centrale Enrico Fermi in smantellamento perpetuo.
Ma adesso il sindaco/consigliere -uomo Pd vicino al premier Renzi, dicono- quali interessi rappresenterà nel suo mandato? Le decisioni condivise Consiglio dovranno essere prese nell’interesse di Sogin, ma potranno anche cozzare con gli interessi della comunità trinese. A quel punto chi rappresenterà il Comune nel confronto-scontro con Sogin? Bah.
Incarico a garanzia dei territori ribatte il sindaco contestato, ma non convince. Una scelta conflittuale sugli interessi in campo tutta ancora da capire.
Che ci fa la giornalista part time?
Della consigliera Patrizia Feletig, si sa davvero poco. Chiacchiere escluse. Scopriamo che Patrizia Leonarda Feletig, è giornalista pubblicista iscritta all’albo dell’ordine dei giornalisti Lazio, che è nata a San Paolo Del Brasile e, dalle foto, che è una bella donna.
Che ci fa alla Sogin? Risposta non pervenuta.
Salvo lo scoprire, noi, che la collega neo consigliera è anche autrice di libri.
«Tornare al Nucleare? L’Italia, l’energia, l’ambiente» (Dalai editore). Autori Chicco Testa con Patrizia Feletig. Una sorta di “Bibbia”, per un ritorno al nucleare quel libro per chi l’ha letto, in barba ai due referendum popolari e al passato ambientalista del Chicco Testa, opportunamente convertito.
Sarà questa stretta vicinanza con il nucleare e con Chicco Testa la qualità che ha portato alla scelta della neo consigliere? Ma la Sogin non dovrebbe smantellarlo il nucleare?
Gli ambientalisti dell’atomo
Una sottile campagna di convincimento dell’opinione pubblica verso il nucleare in corso. Con spazi di attenzione interessanti e protagonisti ormai noti. Esempio, sulle pagine di Affari e finanza di Repubblica compare un intervista a Stewart Brand, eco-pragmatista, ambientalista convito della bontà del nucleare. Un Chicco Testa americano.
L’intervistatrice si firma ‘p. fel.’, sigla non troppo misteriosa a seguire un titolo senza alcun mistero: “Nucleare, piccolo e bello ma soprattutto più sicuro”. Curioso vero?
Per l’altra consigliera Sogin, Fabiana Massa, poco da aggiungere oltre i suoi numerosi titoli e meriti accademici. Professore ordinario di Diritto Commerciale nell’Università di Sassari, Facoltà di
Giurisprudenza. Professore stabile della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, sede di Roma.
Questioni di diritto e il diritto di sapere
Professoressa-avvocato Sogin che potrebbe essere utile al governo nel contenere le ire di Bruxelles per il ritardo sulla presentazione del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti nucleari. Ritardo che ostacola il percorso di chiusura del nucleare e messa in sicurezza della nostra spazzatura radioattiva.
Ma ora abbiamo un nuovo consiglio di amministrazione Sogin alla prova, in bilico tra allineamento ed efervescenza a concludere il percorso ‘politicamente pericoloso’ verso il deposito unico nazionale delle scorie. Lo impone le legge, la sicurezza e il buon senso. Vedremo.
Un documento con le aree possibili circola ormai da mesi, ma tra una elezione e ora il referendum costituzionale a fine estate, sembra non venire mai il momento politicamente opportuno per compiere un atto dovuto.
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