La dittatura europea: intervista alla d.ssa Isa Magli
ual è l’origine di quella che Lei ha definito “la dittatura europea”? Le
origini vengono da molto lontano. Un progetto di “pace perpetua”
fondato sull’omogeneizzazione di tutti i popoli e di tutti gli Stati, in
primis di quelli europei, risale al primo Umanesimo ed è passato poi ai
Filosofi del Settecento fino a Kant che ha scritto appunto un “Progetto
di pace perpetua”. Si trattava con tutta evidenza di un discorso
filosofico, un’ipotesi teorica priva di qualsiasi aggancio con la
realtà, ma i politici e i finanzieri anglo-americani se ne sono serviti,
alla fine della prima guerra mondiale, per lanciare, sotto l’ideale
della pace, l’idea di un’unione degli Stati europei.
Un’unione federale a guida americana che in realtà doveva dare inizio ad una economia e ad un mercato mondiale.
Un’unione federale a guida americana che in realtà doveva dare inizio ad una economia e ad un mercato mondiale.
Qual è il rapporto dare/avere fra l’Unione Europea e l’Italia? Non
credo che si possa parlare di un rapporto dare-avere. Qualcuno presenta
ogni tanto un bilancio di quanto l’Italia dà all’Unione in denaro come
la quota obbligatoria dell’Iva annuale, gli stipendi e le spese
dell’europarlamento e quanto riceve di contributi all’agricoltura e
altre cose del genere, ma si tratta ovviamente di bilanci senza senso.
In che modo, infatti, si può calcolare il danno della perdita della
sovranità sulla moneta, con tutto quello che ha comportato e che
comporta di pagamento degli interessi (signoraggio) ai banchieri della
Banca centrale europea? In che modo calcolare la perdita del proprio
territorio con l’eliminazione dei confini stabilita con il trattato di
Schengen? La perdita dell’indipendenza del proprio Stato con la connessa
perdita del prestigio del nome di una nazione e di una civiltà che ha
impresso, dal tempo di Roma in poi, il proprio volto all’Europa? Per non
parlare della perdita della libertà di produzione dei propri prodotti,
con l’imposizione pianificata delle colture agricole, dallo sterminio di
magnifiche mucche allo scambio di frutta che viaggia da un capo
all’altro del mondo per unificare pomodori cinesi e zucchine brasiliane
di perfetta misura bruxelliana. Non esistono bilanci al mondo che
possano fare simili calcoli.
Quali sono i lati oscuri che il progetto Europa nasconde? Quello
che non è mai stato detto chiaramente da nessuno dei nostri politici:
lo scopo finale della globalizzazione, il Governo unico mondiale. La
riduzione all’uguaglianza di comportamento per tutti i popoli: una sola
lingua, una sola religione, una sola moneta, una sola identità, una sola
cultura, un solo Stato. La “guida” sottostante a quella dei governanti
sembrerebbe massonica, in quanto questi sono fin dall’inizio gli ideali
massonici, ma non ne esistono prove. Personalmente però io sono convinta
che la globalizzazione non sia, non possa essere la meta finale, ma
piuttosto lo strumento per uno scopo ulteriore di cui non so nulla. Il
motivo per il quale ritengo che la globalizzazione non possa essere la
meta finale, è presto detto: non è possibile mantenere miliardi di
uomini immobili nella posizione raggiunta. La lingua, per esempio, si
trasforma da sé senza che nessuno ne sia consapevole e lo voglia
(pensiamo, per esempio, a quanto sia diverso l’italiano di oggi
dall’italiano di Dante); i legami, gli affetti fra i gruppi
territorialmente più vicini diventano necessariamente più forti (
nell’affetto o nell’ostilità) che con i gruppi lontani, e così via.
Insomma l’uguaglianza non perdura neanche per brevissimi periodi se non
con la violenza di un potere dittatoriale (come è successo nel mondo
sovietico) e, dopo il periodo della dittatura, sicuramente il governo
mondiale non potrebbe sussistere.
Quali danni ha prodotto l’euro all’economia nazionale? Talmente
grandi che non è possibile calcolarli. Il passaggio alla moneta unica è
stato chiamato “la rapina del secolo” ma in realtà soltanto cinque o
sei banchieri, quelli che l’hanno progettata e che ne hanno incassato il
frutto, sono in grado di fare un calcolo.
E’ proprio su questo fatto, ossia che i popoli non avrebbero mai potuto avere un’idea esatta, matematica, di quello che stava succedendo, che i banchieri hanno contato nel compiere la rapina. Se ci atteniamo, del resto, anche soltanto a quello che abbiamo sotto gli occhi, non possiamo sbagliarci: con uno stipendio mensile di due milioni di lire un qualsiasi cittadino italiano viveva bene, con i corrispondenti mille euro non riesce a vivere. Ma è impossibile anche calcolare il danno prodotto dall’ansia di dover utilizzare una moneta sconosciuta, il timore di sbagliare perdendo quel poco che si possiede; inoltre il raddoppio generalizzato dei prezzi che è stato dovuto, non, come si è detto, alla disonestà dei commercianti ma alla inflazione volutamente inserita, per assorbirla all’insaputa dei cittadini, nel falso valore assegnato all’euro. Un’inflazione che continuiamo a scontare senza speranza di recupero, mentre la Bce ne dichiara a stento il 2%, e che ha portato sull’orlo del fallimento i Paesi in cui era più alta, Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Dobbiamo assolutamente uscire dall’euro se vogliamo salvarci.
E’ proprio su questo fatto, ossia che i popoli non avrebbero mai potuto avere un’idea esatta, matematica, di quello che stava succedendo, che i banchieri hanno contato nel compiere la rapina. Se ci atteniamo, del resto, anche soltanto a quello che abbiamo sotto gli occhi, non possiamo sbagliarci: con uno stipendio mensile di due milioni di lire un qualsiasi cittadino italiano viveva bene, con i corrispondenti mille euro non riesce a vivere. Ma è impossibile anche calcolare il danno prodotto dall’ansia di dover utilizzare una moneta sconosciuta, il timore di sbagliare perdendo quel poco che si possiede; inoltre il raddoppio generalizzato dei prezzi che è stato dovuto, non, come si è detto, alla disonestà dei commercianti ma alla inflazione volutamente inserita, per assorbirla all’insaputa dei cittadini, nel falso valore assegnato all’euro. Un’inflazione che continuiamo a scontare senza speranza di recupero, mentre la Bce ne dichiara a stento il 2%, e che ha portato sull’orlo del fallimento i Paesi in cui era più alta, Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Dobbiamo assolutamente uscire dall’euro se vogliamo salvarci.
Quali danni sta producendo il trattato di Schengen su sicurezza e certezza del diritto? Ogni
Stato è stato sempre fornito di confini: non è uno Stato se non
possiede un determinato territorio. Quindi, per prima cosa, l’Italia non
è più uno Stato. Cosa che, del resto, è lo scopo primario
dell’unificazione europea: l’eliminazione degli Stati. In concreto poi
succede che non esistono né controlli per le persone né dogane per le
merci, che, secondo il Trattato di Maastricht, devono circolare
liberamente in tutta l’Unione. L’immigrazione è esplosa ovviamente a
causa della mancanza dei confini: se uno non ha la porta non può
accusare nessuno di essere entrato in casa sua, o meglio non può
affermare di avere una casa propria. Chiunque sia cittadino dell’Unione
può stabilirsi in Italia e ha diritto di voto attivo e passivo alle
elezioni amministrative. Ma c’è chi propugna il diritto di cittadinanza e
di voto anche per gli extracomunitari giunti da ogni parte del mondo
quasi da invitati perché la caratteristica che accomuna da sempre tutti i
nostri governanti è un assoluto disprezzo e odio per l’Italia e la
volontà di calpestare, di distruggere gli Italiani chiamando gli
stranieri. L’hanno fatto per duemila anni e continuano a farlo. Vengono
tutti in massa, perciò, in Italia, terra sognata da secoli …
Secondo Lei il Progetto Europa è fallito prima ancora di cominciare? Che
sia fallito credo che sia cosa ormai ben visibile a tutti. In un certo
senso è fallito anche prima di cominciare perché ovviamente lo scopo era
quello dell’unificazione politica e l’unificazione politica di Nazioni
come la Francia, l’Inghilterra, la Germania, la Spagna, l’Italia (solo
per citare le più importanti), con una propria lunghissima storia di
civiltà, con una propria lingua, una propria letteratura, un proprio
itinerario di indipendenza non era neanche “pensabile”. I vari Kohl,
Mitterand che hanno voluto a tutti i costi l’unione, hanno cominciato
dalla moneta proprio perché sapevano di non poter realizzare l’unione
politica. Si è trattato perciò di operazioni “a tavolino”, prive di
realtà, pura finzione.
“l’Europa è un bluff” come dice il prof. Lucio Caracciolo, profondo esperto di geopolitica ma anche uomo di sinistra amico di Enrico Letta. Sì, è un bluff, ma giocato, sotto le vesti della democrazia, con la vita dei popoli, con la loro identità, con la loro libertà, con i loro affetti, con le loro ricchezze. Un crimine che ancora nessun imperatore, nessun dittatore, nessun tiranno aveva mai compiuto.
“l’Europa è un bluff” come dice il prof. Lucio Caracciolo, profondo esperto di geopolitica ma anche uomo di sinistra amico di Enrico Letta. Sì, è un bluff, ma giocato, sotto le vesti della democrazia, con la vita dei popoli, con la loro identità, con la loro libertà, con i loro affetti, con le loro ricchezze. Un crimine che ancora nessun imperatore, nessun dittatore, nessun tiranno aveva mai compiuto.
A chi attribuisce i “meriti” della nostra entrata nel sistema euro? Non
ci sono dubbi: a Ciampi e a Prodi. Con l’appoggio di tutti gli altri,
ma soprattutto della sinistra che infatti ha chiamato, con una mossa a
sorpresa, Romano Prodi a proprio leader, sebbene si trattasse di un
vecchio democristiano, esclusivamente a questo scopo: portare l’Italia
nell’euro ingannando l’elettorato, gli operai, che mai avrebbero potuto
supporre che la sinistra fosse schierata dalla parte dei banchieri, dei
capitalisti. A Ciampi, invece, governatore della Banca d’Italia e di
conseguenza supposto grande esperto di operazioni valutarie agli occhi
degli Italiani, è stato affidato il compito di svalutare la lira fino al
limite del crollo e svendere quasi tutti i beni dello Stato per portare
l’Italia nelle condizioni economiche accettabili da parte dell’Europa.
Non so immaginare quale apposito girone dell’Inferno Dante avrebbe
creato per questi due uomini se avesse avuto l’orribile disgrazia di
conoscerli.
Cosa si può fare per ricostruire il sistema sociale ed economico nazionale? Sospendere
immediatamente il trattato di Schengen così da potersi difendere con
tutti i mezzi possibili dall’immigrazione e dallo stanziamento nel
nostro territorio di stranieri di ogni tipo. E’ inutile appellarsi
all’UE come fanno i nostri ministri dell’estero e dell’interno. L’Unione
europea è stata creata appositamente per distruggere le Nazioni, gli
Stati, l’identità dei popoli, per cui l’immigrazione è provocata e
incoraggiata come lo strumento più adatto per raggiungere questi scopi.
L’Italia deve guardare in faccia questa realtà e, anche ammesso che i
politici non possano dirlo apertamente, contare soltanto sulle proprie
forze e approntare mezzi di difesa molto stringenti e coercitivi. Il
nostro piccolissimo territorio non può ospitare neanche una persona in
più (al momento dell’unità d’Italia la popolazione non arrivava ai 25
milioni, oggi supera i 60.) Esistono continenti e paesi vastissimi e
quasi disabitati come il Canada, gli Stati Uniti d’America, l’Australia,
l’Africa, la Russia: non ha senso che quelli che vogliono cambiare
paese vengano in Italia.
Contemporaneamente alla sospensione di Schengen, l’Italia deve uscire dall’euro, riprendendosi la sovranità monetaria. Si tratta di un’operazione consigliata da molti economisti sia italiani che stranieri a tutti i paesi che hanno economie troppo diverse per poter essere omologate in un’unica linea direttiva. Avrebbe un costo, sicuramente, ma nulla in confronto ai vantaggi di breve e di lunga durata. Inoltre, dato che l’euro e la Banca centrale europea sono le uniche istituzioni concrete dell’UE, abbandonarle avrebbe il significato concreto di un giudizio negativo reale nei confronti dell’unificazione europea.
Contemporaneamente alla sospensione di Schengen, l’Italia deve uscire dall’euro, riprendendosi la sovranità monetaria. Si tratta di un’operazione consigliata da molti economisti sia italiani che stranieri a tutti i paesi che hanno economie troppo diverse per poter essere omologate in un’unica linea direttiva. Avrebbe un costo, sicuramente, ma nulla in confronto ai vantaggi di breve e di lunga durata. Inoltre, dato che l’euro e la Banca centrale europea sono le uniche istituzioni concrete dell’UE, abbandonarle avrebbe il significato concreto di un giudizio negativo reale nei confronti dell’unificazione europea.
Secondo Lei l’Italia ha bisogno di ritrovare gli italiani oppure si è rassegnata? Il
problema sono i leader, i governanti, i politici di tutti i partiti, il
Papa, il clero. Sono loro che – lo ripeto con forza – vogliono la
distruzione dell’Italia e tendono al multiculturalismo e al mondialismo
massonico. I popoli non sono in grado di prendere l’iniziativa senza una
guida, senza un capo. Spero, tuttavia, che qualcuno, non so bene chi,
senta l’amore per l’Italia e per la sua libertà e dia inizio alla
liberazione. Nella Lega sono presenti molti fermenti contro il
predominio della Banca centrale europea e contro la massoneria
installata ai piani alti dell’Europa. So anche per averlo constatato di
persona che esistono piccoli movimenti sparsi contro l’euro, a
cominciare dall’ormai classico partito “No euro”. La mia associazione
“Gli Italiani liberi” è piena di persone che vogliono la libertà
d’Italia da qualsiasi dominazione straniera, compresa quella
statunitense. Non abbiamo le forze economiche indispensabili per
l’organizzazione di un partito, ma io spero che ci si possa mettere
tutti insieme, al di là di ogni ideologia, per liberare l’Italia.
Ida Magli
Fonte :
http://www.disinformazione.it/dittatura_europea.htm
Preso da: http://nomassoneriamacerata.blogspot.it/2016/08/la-globalizzazione-serve-per-arrivare.html
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