La notizia
diffusa da un quotidiano on line. Moez Ben Abdelkader Fezzani era uno
degli esponenti di Isis nel Paese. Era stato espulso dall’Italia nel
2012
La sua fuga è finita in ritirata. Mentre rientrava con la sua truppa
verso la Tunisia. Moez al-Fezzani, l’ex reclutatore di al Qaeda a Milano
e oggi comandante dell’esercito dell’Isis in Libia, è stato catturato
insieme ad altri 20 esponenti del Califfato in una località tra le città
di Rigdaleen e di Al-Jmail, nella zona ovest del Paese.
La notizia è stata resa nota dal giornale online
«Libya Herald». Ora Fezzani, noto con il nome di battaglia di Abu
Nassim, è nelle mani dell’esercito libico. Il suo ruolo di primo piano
all’interno delle truppe di al Baghdadi in Libia era stato scoperto
alcuni mesi fa dai servizi segreti. Ma il suo nome è tornato di
attualità dopo che gli 007 libici, una volta ripresa la città di Sirte,
avevano annunciato di avere notizie importanti su Fezzani e su altri
militanti dell’Isis che agirebbero nella zona di Milano. Notizie che
sarebbero state apprese anche grazie a documenti riservati trovati nei
covi delle truppe di al Baghdadi dopo la ritirata dei giorni scorsi.
Ma chi è Moez Fezzani alias Abu Nassim?
Prima di diventare uno dei colonnelli dell’Isis, Fezzani ha vissuto a
lungo in Italia. Lo ha raccontato lui stesso negli interrogatori davanti
al giudice milanese Guido Salvini al momento del suo rientro in Italia
dalla prigione di Bagram in Afghanistan dove era stato catturato dagli
americani. Fezzani è emigrato dalla Tunisia negli anni Ottanta. In
realtà lui ha doppia nazionalità libica e tunisina, ma è nato a Tripoli.
Dopo il suo arrivo in Italia inizia a lavorare come manovale e
bracciante agricolo. Gira mezza Italia (sarà anche a Napoli) prima di
rientrare a Milano. Poi raggiunge il fratello a Bolzano e qui, insieme a
lui, viene coinvolto in una storia di piccolo spaccio. «Vendevo
hashish, poi sono diventato un uomo pio», dirà Fezzani ai magistrati
milanesi.
La sua «radicalizzazione» avviene
frequentando le moschee milanesi di via Quaranta e viale Jenner. Qui
entra in contatto con Anwar Shaaban, reclutatore di mujaheddin per la
guerra in Bosnia. Fezzani partirà per il conflitto e dopo il passaggio
in un campo di addestramento al jihad sarà un anno sul fronte. Al
rientro a Milano, con i gradi del combattente, viene coinvolto in una
cellula di tunisini vicini ad al Qaeda. Lascia il suo appartamento in
via Paravia 84 nel quartiere multietnico di San Siro nel 1997. Pochi
giorni dopo viene catturato a Peshawar in Pakistan per problemi con il
visto del suo passaporto. Rilasciato dopo un mese, trova moglie e
stabilisce la sua famiglia nel Paese. Qui secondo le accuse dei giudici
diventerà il referente per il Pakistan della «cellula dei tunisini». É
lui ad occuparsi dell’arrivo di combattenti diretti in Afghanistan.
Viene catturato dagli americani
dopo l’11 settembre e rinchiuso a Bagram. Torna in Italia nel 2008 dopo
molte polemiche. In primo grado viene assolto dalle accuse e il
ministero dell’Interno decide per la sua espulsione immediata. La
condanna in appello a 6 anni (poi diventata definitiva) arriverà quando
Fezzani è già stato trasferito in Tunisia nel 2013. Ma il combattente
Abu Nassim non si ferma. La sua lotta per il jihad continua con un primo
passaggio in Siria per combattere con le truppe di al Nusra, movimento
terroristico legato ad al Qaeda. Poi viene sedotto dal Califfo e passa
all’Isis. Il suo scenario sarà proprio il conflitto libico. Qui diventa
un comandante valoroso e uomo di fiducia di al Baghdadi di cui guiderà
le truppe scelte.
Spietato e sanguinario,
certamente affetto da problemi psichiatrici, nel giorno della sua
espulsione durante il viaggio verso Malpensa Fezzani si era gettato
dall’auto della polizia in corsa a 90 chilometri orari. Sopravvissuto,
era riuscito a nascondersi a Varese prima di essere catturato pochi
giorni dopo. Ai poliziotti che lo imbarcavano sull’aereo per Tunisi
aveva detto «sentirete ancora parlare di me». Oggi, infatti, i servizi
segreti di mezza Europa lo indicano come un personaggio chiave dello
Stato islamico in Nord Africa. In Italia, da tempo si indaga sulla sua
rete di contatti al Nord. Uomini che già gli avevano giurato fedeltà
vent’anni fa e che oggi potrebbero a loro volta essere stati sedotti
dall’ideologia dell’Isis.
Preso da: http://www.corriere.it/esteri/16_agosto_18/libia-arrestato-abu-nassim-reclutatore-jihadisti-italia-bd9e2846-651a-11e6-98cd-57efaec1056d.shtml
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