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martedì 23 agosto 2016

Libia, arrestato Abu Nassim reclutatore di jihadisti in Italia

La notizia diffusa da un quotidiano on line. Moez Ben Abdelkader Fezzani era uno degli esponenti di Isis nel Paese. Era stato espulso dall’Italia nel 2012


La sua fuga è finita in ritirata. Mentre rientrava con la sua truppa verso la Tunisia. Moez al-Fezzani, l’ex reclutatore di al Qaeda a Milano e oggi comandante dell’esercito dell’Isis in Libia, è stato catturato insieme ad altri 20 esponenti del Califfato in una località tra le città di Rigdaleen e di Al-Jmail, nella zona ovest del Paese.
La notizia è stata resa nota dal giornale online «Libya Herald». Ora Fezzani, noto con il nome di battaglia di Abu Nassim, è nelle mani dell’esercito libico. Il suo ruolo di primo piano all’interno delle truppe di al Baghdadi in Libia era stato scoperto alcuni mesi fa dai servizi segreti. Ma il suo nome è tornato di attualità dopo che gli 007 libici, una volta ripresa la città di Sirte, avevano annunciato di avere notizie importanti su Fezzani e su altri militanti dell’Isis che agirebbero nella zona di Milano. Notizie che sarebbero state apprese anche grazie a documenti riservati trovati nei covi delle truppe di al Baghdadi dopo la ritirata dei giorni scorsi.

Ma chi è Moez Fezzani alias Abu Nassim? Prima di diventare uno dei colonnelli dell’Isis, Fezzani ha vissuto a lungo in Italia. Lo ha raccontato lui stesso negli interrogatori davanti al giudice milanese Guido Salvini al momento del suo rientro in Italia dalla prigione di Bagram in Afghanistan dove era stato catturato dagli americani. Fezzani è emigrato dalla Tunisia negli anni Ottanta. In realtà lui ha doppia nazionalità libica e tunisina, ma è nato a Tripoli. Dopo il suo arrivo in Italia inizia a lavorare come manovale e bracciante agricolo. Gira mezza Italia (sarà anche a Napoli) prima di rientrare a Milano. Poi raggiunge il fratello a Bolzano e qui, insieme a lui, viene coinvolto in una storia di piccolo spaccio. «Vendevo hashish, poi sono diventato un uomo pio», dirà Fezzani ai magistrati milanesi.
La sua «radicalizzazione» avviene frequentando le moschee milanesi di via Quaranta e viale Jenner. Qui entra in contatto con Anwar Shaaban, reclutatore di mujaheddin per la guerra in Bosnia. Fezzani partirà per il conflitto e dopo il passaggio in un campo di addestramento al jihad sarà un anno sul fronte. Al rientro a Milano, con i gradi del combattente, viene coinvolto in una cellula di tunisini vicini ad al Qaeda. Lascia il suo appartamento in via Paravia 84 nel quartiere multietnico di San Siro nel 1997. Pochi giorni dopo viene catturato a Peshawar in Pakistan per problemi con il visto del suo passaporto. Rilasciato dopo un mese, trova moglie e stabilisce la sua famiglia nel Paese. Qui secondo le accuse dei giudici diventerà il referente per il Pakistan della «cellula dei tunisini». É lui ad occuparsi dell’arrivo di combattenti diretti in Afghanistan.
Viene catturato dagli americani dopo l’11 settembre e rinchiuso a Bagram. Torna in Italia nel 2008 dopo molte polemiche. In primo grado viene assolto dalle accuse e il ministero dell’Interno decide per la sua espulsione immediata. La condanna in appello a 6 anni (poi diventata definitiva) arriverà quando Fezzani è già stato trasferito in Tunisia nel 2013. Ma il combattente Abu Nassim non si ferma. La sua lotta per il jihad continua con un primo passaggio in Siria per combattere con le truppe di al Nusra, movimento terroristico legato ad al Qaeda. Poi viene sedotto dal Califfo e passa all’Isis. Il suo scenario sarà proprio il conflitto libico. Qui diventa un comandante valoroso e uomo di fiducia di al Baghdadi di cui guiderà le truppe scelte.
Spietato e sanguinario, certamente affetto da problemi psichiatrici, nel giorno della sua espulsione durante il viaggio verso Malpensa Fezzani si era gettato dall’auto della polizia in corsa a 90 chilometri orari. Sopravvissuto, era riuscito a nascondersi a Varese prima di essere catturato pochi giorni dopo. Ai poliziotti che lo imbarcavano sull’aereo per Tunisi aveva detto «sentirete ancora parlare di me». Oggi, infatti, i servizi segreti di mezza Europa lo indicano come un personaggio chiave dello Stato islamico in Nord Africa. In Italia, da tempo si indaga sulla sua rete di contatti al Nord. Uomini che già gli avevano giurato fedeltà vent’anni fa e che oggi potrebbero a loro volta essere stati sedotti dall’ideologia dell’Isis.
18 agosto 2016 (modifica il 18 agosto 2016 | 11:32)

Preso da: http://www.corriere.it/esteri/16_agosto_18/libia-arrestato-abu-nassim-reclutatore-jihadisti-italia-bd9e2846-651a-11e6-98cd-57efaec1056d.shtml

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