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martedì 24 ottobre 2017

"I segreti della Corte", il nuovo progetto giornalistico del network EIC

Il consorzio di cui fa parte L'Espresso ha avuto accesso a 40mila documenti riservati sulla Corte Penale Internazionale, il tribunale contro i crimini di guerra basato a l'Aia. Ecco in breve che cosa raccontano le carte
 
di EIC







I segreti della Corte, il nuovo progetto giornalistico del network EIC
The Court Secrets è un nuovo progetto di EIC (European Investigative Collaborations), il network di giornalismo investigativo di cui fa parte L'Espresso, che nei mesi scorsi ha già pubblicato dossier come MaltaFiles e Football Leaks. Questa volta l'inchiesta riguarda Luis Moreno Ocampo, primo procuratore-capo della Corte Penale Internazionale (ICC), il tribunale creato dall'Onu per giudicare i crimini di guerra.

Gli articoli pubblicati dalle testate che partecipano ad EIC sono basati su 40.000 documenti tra cui conti finanziari, cablo diplomatici e corrispondenza. Il tutto verificato attraverso controlli incrociati con fonti aperte. Questi documenti, ottenuti da Mediapart (Francia) e condivisi con i membri di EIC, mettono in luce il modo in cui Ocampo ha profondamente alterato e screditato il Tribunale internazionale, istituito da 124 paesi per perseguire autori di genocidi, crimini contro l'umanità e più in generale crimini di guerra .

Durante tutta la sua carica, che si è conclusa nel 2012, e anche dopo, Luis Moreno Ocampo ha lavorato con una vasta rete di imprenditori, celebrità, giornalisti, professori, lobbyisti e fondazioni, mettendo a rischio la riservatezza delle indagini dell'ICC. Di questa rete di contatti non ha beneficiato la Corte, ma la carriera personale di Ocampo.

Il procuratore deve essere una persona «di elevata caratura morale», secondo lo statuto della Corte, ma i nostri documenti rivelano che mentre era in carica Ocampo ha posseduto almeno una società offshore, fatto che può attirare sospetti sulla sua integrità morale e di conseguenza su quella della Corte.

I documenti inoltre rivelano che dopo aver lasciato l'organizzazione internazionale, l'avvocato argentino ha difeso individui considerati potenziali bersagli della Corte, ignorando i conflitti di interesse e la riservatezza delle indagini e gestendo le proprie reti personali presso la ICC per sostenere le proprie clienti. I documenti dimostrano che Ocampo ha pagato indirettamente persone impiegate presso l'ufficio del Procuratore al fine di ottenere favori per i suoi clienti.

Le nostre rivelazioni illustrano come le pratiche ispirate da Ocampo sono ancora in corso presso la Corte, perpetuate da coloro che sono rimasti fedeli a lui. Durante il suo mandato, e anche in seguito, l'ex procuratore ha compromesso l'imparzialità e l'indipendenza della Corte penale internazionale, che dovrebbe essere una delle organizzazioni leader del mondo per la giustizia e la pace.

Il progetto investigativo ha coinvolto oltre 20 giornalisti basati in 11 Paesi, dall'Africa all'Europa, che hanno lavorato insieme per sei mesi. Ecco le testate che vi hanno partecipato: ANCIR (Sudafrica), Der Spiegel (Germania), El Mundo (Spagna), Expresso (Portogallo), Le Soir (Belgio), L’Espresso (Italia), Mediapart (Francia), Nacional (Croazia), NRC Handelsblad (Olanda), The Black Sea (Romania). 
 

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