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mercoledì 3 aprile 2019

Così la Ue c'imporrà il "Global Compact"

Gian Micalessin
 
28/3/2019
Migranti
Ecco come Bruxelles vuole costringere tutti i paesi membri ad accettare l’accordo globale voluto dall’Onu che equipara migranti irregolari e rifugiati introducendo l’obbligo all’accoglienza indiscriminata.
Vi ricordate quando le Nazioni Unite, ma anche il premier Giuseppe Conte e il ministro degli esteri Enzo Moavero erano pronti a firmare il cosiddetto Global Compact sui Migranti parlando di atto puramente simbolico e non legalmente vincolante? Beh quello era solo il prologo di una ben più colossale fregatura. E infatti grazie all’Unione Europea, e soprattutto all’ufficio legale del Commissario alle Relazioni Esterne Federica Mogherini, l’Italia rischia di doverne accettarne termini e condizioni nonostante abbia disertato la firma collettiva del documento svoltasi a Marrakesh lo scorso 11 dicembre. A quel tempo Matteo Salvini, accogliendo le raccomandazioni di Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia capofila dello schieramento anti Global Compact, costrinse a il governo a rinunciare alla trasferta.

Una rinuncia ineccepibile visto che il documento, rivolto a garantire uguali diritti ad ogni migrante, si presentava come un’enorme trappolone. Firmarlo ed accettarlo significava sottoscrivere la rinuncia a qualsiasi distinzione tra rifugiati e migranti irregolari ovvero tra chi, in base alla Convenzione di Ginevra, va accolto perché in fuga da guerre e carestie e chi invece viaggia semplicemente in cerca di lavoro e migliori condizioni economiche. In base ai principi del Global Compact per i Migranti chiunque potrebbe, infatti, pretendere di accomodarsi nei paesi europei rivendicando lavoro, cure mediche e assistenza sociale. Il rifiuto dell’Italia, assente a Marrakesh, e il no di altri paesi europei, come Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, rischia però di rivelarsi inutile. Un documento riservato della Ue spiega infatti che i paesi membri dell’Unione dovranno inevitabilmente adeguarsi ai contenuti del Global Compact. A renderlo pubblico ci ha pensato l’inglese Janice Atkinson, sfegatata deputata euroscettica al Parlamento Europeo.
A prepararlo, sotto forma di parere legale, è stato invece l’avvocato Lucio Gussetti, un burocrate di lungo corso arrivato a Bruxelles con Romano Prodi e finito con la Mogherini a dirigere l’ufficio legale per le Relazioni Esterne. Il parere è un distillato di riferimenti a trattati e accordi europei che renderebbero obbligatorio l’allineamento europeo alle tesi dell’Onu. Inanellando richiami ai Trattati di Roma e Lisbona e alternandoli a citazioni di intese e accordi assai più oscuri il Gussetti conclude che il Global compact “ha valore legale ed è capace di influenzare il contenuto della legislazione adottata dalla Ue”.
Un’acrobazia giuridica non da poco visto che l’Unione Europea non è paese membro delle Nazioni Unite e non ha diritto di voto dentro quell’Assemblea Generale del Palazzo di Vetro dove siede con il titolo di semplice osservatore permanente. Ma le acrobazie giuridiche di Gussetti, ufficialmente segrete in base all’articolo 4 del regolamento del Parlamento Europeo, sono un tipico esempio di quella legislazione occulta sottratta a qualsiasi controllo democratico di cui si nutre l’Unione Europea. Ora il parere legale, preparato probabilmente in base a precise richieste della Commissione, deve soltanto esser trasformato in un atto del Parlamento Europeo. A quel punto il trappolone finale sarà pronto. Perché, come spiega l’azzeccagarbugli Gussetti, una volta affermata l’impossibilità per l’Unione Europea di discostarsi dai principi di un Global Compact voluto dall’Onu allora anche i suoi stati membri saranno costretti, in base al trattato di Lisbona, a farne propri i principi. E a rinunciare, una volta di più, alla propria sovranità.

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