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giovedì 1 settembre 2016

Non si sa chi comandi in Libia


Spesso durano poco le buone notizie che vengono da vicino. E la Libia è vicinissima, dalla Sicilia ci si va in barca, agli aerei militari di base a Sigonella occorrono meno di 20 minuti per un viaggio a Sirte e ritorno. L'ultima buona notizia è durata poche ore, anche se era importante, perfino esaltante: la batosta della base Isis a Sirte, la sua semidistruzione; un Bollettino della Vittoria subito seguito a uno scambio di congratulazioni fra il governo di Tripoli e i suoi alleati.
Se non che, poche ore dopo, è arrivata la risposta: la sconfessione di quel governo da parte del parlamento libico. Chiamiamolo così, anche se opera, e in questo caso ha votato, a una notevole distanza da Tripoli, in quella Tobruk che è molto più vicina al confine con l'Egitto. Il tono è piuttosto corrusco, tanto da indurre il primo ministro Fayez al-Sarraj a rifugiarsi in Tunisia. Una brutta sorpresa.
Ma più brutta che sorpresa, perché quel governo gode sì la fiducia o almeno le simpatie dell'Occidente, ma non quelle della maggioranza che sarebbe richiesta, quella dei libici. E infatti sul terreno non è finora cambiato niente. Il paese continua a essere in mano alle milizie (quell'Isis è solo una delle tante), a Tripoli sta tornando il grande disordine abituale. Se c'è un Uomo Forte che si è irrobustito ulteriormente è il generale Khalifa Haftar, ministro della difesa di quell'altro governo, quello di Tobruk e dunque della Cirenaica apertamente e saldamente sostenuto da quello egiziano.

La situazione, dunque, riprende a complicarsi, come se avesse mai smesso. Il paese è spaccato in due da almeno un anno e mezzo. Tripoli e Tobruk continuano nella loro guerra strisciante senza segni che uno dei belligeranti si avvicini alla vittoria. Tripoli ha dalla sua il riconoscimento internazionale, cioè americano ed europeo anche nella versione militare. Tobruk dispone di quello che appare come il vero uomo forte e dell'appoggio di alcuni governi più o meno islamici. È più probabile, insomma, che Haftar un giorno decida di marciare su Tripoli che non al Sarraj di prendere la via di Tobruk.
Non dipende soltanto dalle qualità militari e dall'appoggio politico dell'uno e dell'altro. Semmai dal fatto che quelli di Tripoli aspirano ad assorbire la Libia orientale mentre quelli di Tobruk o di Bengasi si accontentano di tenere quello che hanno. E dalla loro hanno diverse cose, fra cui il petrolio e la Storia. La terra libica è antica, gloriosa ma, quello che le manca è un passato unitario. Non lo è mai stata neanche nel nome. A parlare di Libia sono stati quasi esclusivamente gli italiani, nelle due occasioni in cui l'hanno dominata. Prima c'erano la Cirenaica greca e l'Ovest cartaginese. La frontiera fu stabilita, secondo la leggenda, dall'incrocio di due maratone: due coppie di atleti partite una da Est, una da Ovest; dove si fossero incontrate lì sarebbe sorto il sacro confine fra due Patrie. Quelli che vinsero erano i fratelli Fileni, che morirono di eroica fatica ma spinsero avanti la frontiera. Poi arrivarono i Romani, che le inglobarono entrambe. Al crollo della loro potenza, una nuova divisione, infine sotto il manto dell'Impero ottomano.
Di Libia non si parlava. Resuscitò a seguito di un'operazione di prestigio avviata da Giolitti nel 1911, a nome di un'Italia che aveva da poco ritrovato la sua unità. Si cantava «Tripoli bel suol d'amore». Ma l'entusiasmo non era proprio unanime. Plaudiva all'impresa un pacifista come Giovanni Pascoli, inneggiando alla «grande proletaria», ma si opponeva un socialista già conosciuto come Benito Mussolini, autore di un monito: «Né un soldo né un soldato per la guerra imperialista». Poi, diventato il Duce, si trovò in mano Tripolitania e Cirenaica e non resisté alla tentazione imperiale e romana di chiamarla Libia. Fece costruire fra l'altro un monumento ai fratelli Fileni e andò a inaugurarlo personalmente.

Soltanto Muammar Gheddafi unificò il paese dopo il 1969, dando al popolo istruzione, lavoro, DIGNITA'

PS: 2 piccole notizie che non troverete altrove, da circa 15 giorni la cittadina di brak ( Barak al Shati) nel sud della Libia, è stata liberata dai RATTI, ora è governata dal popolo locale, e dalla resistenza verde.

seconda notizia: pare che Saif Al Islam Gheddafi sia in Russia, pare che sia partito a bordo di un aereo militare.

Buo primo settembre a tutti, e NON DIMENTICHIAMOLO.

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