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giovedì 31 marzo 2016

Libia, l’operazione per portare il governo di unità ( cioè di occupazione ) a Tripoli

26 marzo 2016
Libia, l’operazione per portare il governo di unità a Tripoli

La diplomazia italiana, assieme agli alleati, lavora per insediare il premier Serraj forse già oggi. Il passo successivo sarebbe una risoluzione delle Nazioni Unite che apra la strada a una missione internazionale

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Seguita da vicino da Palazzo Chigi, condivisa con gli alleati, da Mosca a Washington, coordinata dal generale italiano Paolo Serra, consigliere militare di Martin Kobler, rappresentante speciale Onu per la crisi in Libia, è in corso un’operazione per far insediare il nucleo del nuovo governo di unità nazionale libico, presieduto dal primo ministro designato Faiez Serraj, a Tripoli.

Due giorni fa, quattro membri del Consiglio presidenziale, in tutto costituito da 7 persone, sarebbero arrivati a Tripoli per preparare l’arrivo di Serraj. Si tratta dei quattro vice primi ministri: Ahmed Maetig, Fathi Majberi, Abdelsalam Kajman e Mohamed Ammari. L’arrivo di Serraj, in un primo tempo programmato via mare, dovrebbe avvenire nelle prossime ore, forse all’alba di oggi, via aerea, da Tunisi. Quella dell’insediamento del gabinetto del nuovo governo, al quale il rappresentante delle Nazioni Unite ha lavorato negli ultimi mesi, è un’operazione tanto delicata quanto contrastata sul campo. Vi si oppongono parti del governo di Tobruk, così come larga parte del governo di Tripoli, ma evidentemente il passar del tempo ha consigliato alla diplomazia internazionale un’accelerazione, in base agli accordi raggiunti dalle parti in Marocco e in base a un documento di approvazione del nuovo governo firmato da 101 parlamentari di Tobruk.

Nella giornata di oggi si saprà se realmente Serraj è riuscito ad arrivare a Tripoli, e a insediarsi all’interno di una base navale alle porte della città. Di certo sarebbero i primi frutti concreti di un negoziato per la formazione di un governo di unità nazionale, sotto l’egida dell’Onu, che va avanti ormai da due anni. Il prossimo passo, come hanno riconosciuto insieme Paolo Gentiloni, il nostro ministro degli Esteri e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, pochi giorni fa a Mosca, è quello di approvare un nuova risoluzione dell’Onu che riconosca quello di Serraj come unico governo e gli dia dunque la legittimità per richiedere l’intervento di una missione internazionale di supporto alla ricostruzione del Paese e all’addestramento di un esercito unitario.
L’operazione in corso deve fronteggiare diversi ostacoli: il capo del governo non riconosciuto di Tripoli, Khalifa Ghwell, dopo le indiscrezioni sull’arrivo dei quattro vicepremier designati, ha dichiarato lo stato di emergenza e allertato le brigate che a lui rispondono, minacciando che un’operazione di questo tipo non avrebbe altri effetti che «aggiungere caos nel nostro Paese». L’indiscrezione sull’arrivo dei quattro vicepremier, mai confermato e che avrebbe anticipato quello di Serraj, sembra sia stato un modo di saggiare la reazione e la reale forza di contrasto di Ghwell, che nei giorni scorsi ha impedito a Kobler di fare un visita a Tripoli, ufficialmente perché «il protocollo della visita non era stato inviato». Insomma l’accelerazione della comunità internazionale, e la decisione di procedere con l’arrivo di Serraj, sembra sia stata preceduta da un’attenta verifica delle forze in campo e dei rischi logistici di un passo di questo tipo. Fonti interpellate dal Corriere ritengono che ormai il consenso, anche militare, di Serraj, sia in grado di proteggere i primi passi del Consiglio presidenziale.
Serraj nei giorni scorsi ha dichiarato che sarebbe arrivato a Tripoli dopo la messa a punto di un piano di sicurezza concordato con la polizia locale e i diversi gruppi militari che controllano la città. Sembra che questo piano sia stato definito e approvato nonostante la situazione rimanga molto confusa: appena due giorni fa il capo della polizia diplomatica di Tripoli, Faraj Swaihili, sarebbe uscito illeso da un tentativo di assassinio da parte di non precisate forze armate. Nelle ultime ore gli scontri armati fra diverse brigate militari si sono accentuati e non è chiaro se la tendenza sia da mettere in relazione con gli sviluppi politici e l’imminente arrivo di Serraj.
26 marzo 2016 (modifica il 26 marzo 2016 | 21:51)

Preso da: http://www.corriere.it/esteri/16_marzo_26/libia-l-operazione-portare-governo-unita-tripoli-7b24bd26-f392-11e5-aa73-ceab61eba560.shtml

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