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martedì 2 ottobre 2012

White PSYOP: Volantini di propaganda della NATO trovati a Tripoli

L’esistenza di volantini che esortano i soldati a rinunciare, suggeriscono un maggiore coinvolgimento occidentale nel conflitto libico
Tripoli, Libia – Questi due volantini sono stati forniti da un membro della milizia del quartiere Gorji, nel centro di Tripoli. I residenti di Tripoli dicono che li hanno trovati a terra a partire da almeno due mesi fa.
Anche se certamente sono meno letali delle bombe, i volantini, che recano le insegne della Nato, sono solo leggermente più sottili. Il volantino mostra sopra un drone senza pilota e una veduta aerea di un carro armato. Il testo assume una posizione di forza schiacciante, dichiarando, in qualche modo in un arabo ampolloso:
Attenzione: Non siete in grado nè di competere né di essere equivalenti ai superiori sistemi di armamenti e alle forze aeree della NATO. Continuando a fare quello che state facendo provocherete la vostra morte.”
Il rovescio del volantino mostra il serbatoio fatto saltare in aria e ripete la promessa di morte, se non si smetterà di lottare.
La traduzione di cui sopra è data per gentile concessione di Uri Horesh, ex militare, traduttore e direttore del programma di lingua araba al Franklin & Marshall College.
Questo non è stato scritto da abili scrittori di arabo con buona conoscenza di come scrivere su argomenti militari con espressioni arabe“, Horesh aggiunto: “La NATO ha bisogno di formazione su questo fronte, a quanto pare.”
Il secondo, foglietto bianco, nella foto, manda il seguente avviso in un linguaggio giuridico:
Cari ufficiali e soldati dell’esercito libico, il Tribunale penale internazionale ha accusato Gheddafi di aver commesso crimini contro l’umanità in Libia. E ‘consigliabile che ufficiali e soldati dell’esercito libico si astengano dall’obbedire agli ordini di Gheddafi e dal commettere qualunque azione militare contro il popolo libico. Qualsiasi funzionario o soldato che commette crimini contro l’umanità lo farà in violazione del diritto internazionale. Molti ufficiali e soldati hanno scelto di star contro gli ordini di Gheddafi e di astenersi dal combattere contro civili innocenti. Unitevi a questi uomini per un futuro prospero e pacifico per la Libia.
La parte opposta del volantino raffigura un collage di immagini raffiguranti le forze lealiste e anti-Gheddafi che stanno entro un riquadro, e Gheddafi messi dalla parte opposta all’immagine di Omar Muqtar, un eroe dell’indipendenza libica. Il testo tra le due immagini è una citazione attribuita a Gheddafi.
Colui che uccide un altro libico distrugge la Libia,” è una traduzione comune.
Sotto la citazione un uomo sta singhiozzando. Sembra un po’ come una pagina tratta da un libro di storia della scuola media inferiore.
Diversi madrelingua e non madrelingua araba sono stati in grado di verificare queste traduzioni, anche se dando versioni leggermente diverse di alcune frasi. Se una persona di madrelingua volesse aggiungere la propria traduzione nei commenti, ci piacerebbe sentire la vostra.
Non è chiaro quanto sia stato diffuso lo sforzo della propaganda nei mesi nei quali Gheddafi ha tenuto Tripoli contro quelli che protestavano. I volantini non sono comuni a Tripoli – non li incontrereste casualmente sui cumuli d’immondizia, o volteggiando in giro per la strada. La NATO non ha un rappresentante pubblico a Tripoli e non ha commentato la campagna in alcun modo palese, per quello che ne sappiamo.
Essi [i volantini] suggeriscono che il ruolo della NATO nella guerra potrebbe essere stato più complesso di quanto la coalizione ha riconosciuto sin dall’inizio della sua attività nel mese di marzo. Oltre a condurre operazioni di propaganda, è ora tacitamente riconosciuto che uomini di ricognizione e consiglieri della NATO fossero sul terreno in Libia già nel mese di aprile.
“Due francesi e un americano”, ha detto Khalid Azibah, un combattente di Nalut, sulle montagne Nafusa. “Sono stati tre mesi a Nalut, l’hanno lasciata appena un mese fa.
E’ stato circa un mese fa che le forze NATO hanno colpito tre bersagli vicino a Nalut, mentre accelerava l’offensiva che si è conclusa la settimana scorsa a Tripoli.
Non ho truppe* (*n.d.t. letter. anfibi o stivali) sul terreno“, mi aveva detto un portavoce della Nato a Napoli in un’intervista all’inizio di luglio. A meno che gli uomini di ricognizione non avessero tutti indossato scarpe da ginnastica, quel commento sembra fosse falso.

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