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sabato 23 giugno 2012

Accorata richiesta al sig. Giorgio Napolitano.

Per caso, non stiamo un po' imbrogliando il popolo italiano?Egregio Signor Napolitano,
io non mi intendo molto di politica, ma mi hanno detto che Lei rappresenta l’unità nazionale e così via, quindi ho pensato che Lei debba anche rappresentare il corretto uso della lingua italiana.
Ora, Le confesso che le Sue ultime dichiarazioni mi hanno alquanto smarrito, tant’è che sto pensando seriamente di tornare, nonostante l’età non più verde, sui banchi di scuola che mi videro bimbo avido di sapere.
Dunque, dunque, se ho ben capito la Libia è sotto bombardamenti aerei da parte di inglesi, americani, francesi, nonché di lanci di missili da navi di quegli stessi Paesi. Questi ordigni, sempre se ho ben capito, dove arrivano fanno gran danno, tant’è che sono già stati ammazzati molti libici. L’Italia mette a disposizione le sue basi aeree e proprio stasera apprendiamo che sono decollati anche i nostri aerei; visto che gli altri aerei, quelli americani, inglesi ecc. bombardano, e visto che abbiamo dichiarato la nostra entusiastica solidarietà, presumo che anche i nostri aerei non si siano alzati in volo in volo a scopo di turismo o di diporto, né per lanciare caramelle e altre leccornie, bensì per bombardare.
Urca, mi sono detto, ma l’Italia non ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali? Se non sbaglio, c’è scritto sulla Costituzione, art. 11. Pensi che anni fa, in un momento di distrazione del Magnifico Rettore, mi sono laureato in Giurisprudenza con una tesi in diritto costituzionale.
Ma allora, mi sono detto, qui stiamo facendo una porcata: facciamo una guerra, che nemmeno un matto potrebbe definire difensiva, visto che nessuno ci ha attaccato. E poi lo stato di guerra va deliberato dalle Camere... che casino!
Ero turbato e angosciato. Avevo sudori freddi e sbalzi di pressione. Fibrillazione atriale parossistica. Stavo per formare il 118 sul telefono, quando ho letto la Sua ultima dichiarazione: "Non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un’operazione autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu"
Il fatto di non essere in guerra mi ha tranquillizzato, perché io sono un fiero e strenuo difensore della Costituzione repubblicana eccetera. Però è subentrato un secondo turbamento:
SE METTERE A DISPOSIZIONE BASI AEREE PER FAR DECOLLARE AEREI DI ALTRE NAZIONI CHE VANNO A BOMBARDARE LA LIBIA, SE FAR DECOLLARE I NOSTRI STESSI AEREI PER ANDARE A BOMBARDARE LA LIBIA, SE TUTTO CIO’ NON E’ GUERRA… SIGNOR GIORGIO NAPOLITANO, MA ALLORA LA GUERRA CHE CAVOLO E’?
Risponda, La prego. Lei non resta mai insensibile alle grida di dolore. Pensi al grido di dolore di un uomo (io) che stasera andrà a dormire piangendo e abbracciando il Vocabolario della Lingua Italiana di Giulio Cappuccini e il Dizionario dello Stile corretto di Aldo Gabrielli
Con indiscutibile affetto, mi firmo Suo
Paolo Deotto

Articolo preso da:http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=764:accorata-richiesta-al-sig-giorgio-napolitano-di-paolo-deotto&catid=54:societa-civile-e-politica&Itemid=123

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