Il saggio/racconto di Michele Ruggiero, “Sotto attacco”, ha molti passaggi interessanti, utili per arricchire la propria conoscenza della fase politica che portò alle dimissioni del Governo Berlusconi, ma anche a comprendere, attraverso l’intreccio tra banchieri, speculatori e agenzie di rating,  come viene governato il mondo, cosiddetto ‘libero’.
Standard & Poor’s diede valutazioni catastrofiche sulla situazione finanziaria ed economica dell’Italia, inventandosi elementi negativi inesistenti, anche rispetto a dati che invece erano tra i più positivi in Europa, come quello della minor percentuale di debito detenuta da investitori stranieri. Va detto che investitori istituzionali, fondi pensione e fondi assicurativi sono obbligati a disinvestire nei paesi, banche o società a cui le agenzie di rating assegnano valutazioni negative e declassamenti.

Quando viene chiesto a Standard & Poor’s perché avesse emesso un comunicato a borsa aperta e senza nemmeno disporre del testo delle decisioni prese dal Governo italiano, questi rispondono di aver avuto sollecitazioni dall’Italia.  Invece il loro operatore italiano gli aveva già segnalato che erano in errore, ma pubblicarono ugualmente il giudizio negativo sull’Italia.
Ruggiero bypassa la questione, invece io mi sono chiesto chi nel 2011 (oltre a noi della inconsistente diaspora della sinistra e i 5 stelle della prima e seconda ora) voleva far cadere il Governo Berlusconi e non disdegnò di avvalersi di chi avrebbe  dato un durissimo colpo alle finanze pubbliche, al sistema bancario e alla economia italiana?
La risposta è: il PD, ma non ce ne sono le prove.
Un altro elemento interessante è : come mai Berlusconi, vittima di tali attacchi (e lasciamo perdere la vicenda ‘orgettine’) non li denunciò, anzi, sostenne il Governo Monti, voluto da chi lo aveva deposto?
Lo stesso Tremonti fece larvati cenni alla ‘congiura’ politico finanziaria solo parecchi anni dopo.
Si lesse allora che Berlusconi vista la potenza di fuoco, mediatica, finanziaria e politica degli attaccanti avesse patteggiato una sorta di salvacondotto per la sua famiglia e le sue imprese, ma anche su ciò non ci sono prove.
Ma che ciò sia realmente avvenuto o che molti abbiano potuto pensarlo è riprova che il vero potere, alla faccia della prosopopea democraticistica, non appartiene al popolo e alle sue istituzioni.
Un altro filone di ragionamenti riguarda l’esistenza o meno di un piano, cosa di cui io ero già convinto prima di leggere il libro del PM Ruggiero.
Se i fondamentali della finanza pubblica erano più saldi in Italia (secondi dopo la Germania, come emerso nel dibattimento di Trani) perché in agosto anche la BCE venne all’attacco con la famosa e scandalosa lettera firmata da Trichet e Draghi che dettava le condizioni del capitalismo finanziario, che poi vennero codificate nella politica di ‘austerity’ della Commissione europea?
Si può ragionevolmente sostenere che la concomitanza temporale con gli attacchi delle agenzie di Rating fu un caso?
Nel processo di Trani (2016/17) , Draghi dichiara: «La reputazione delle agenzie di rating è, diciamo, stata completamente screditata dall’esperienza del 2007-08», allora perché lui e Trichet affiancarono le Agenzie di Rating che, su dati e informazioni false, attaccarono l’Italia? Ha mentito nel 2011 o nel 2017 ? Nel 2011 ha ‘semplicemente’ partecipato al complotto, ubbidendo agli input della lobby.
Nonostante Monti appartenesse alle stesse lobby dei miliardari della grande finanza dalla Trilaterale, di cui era a capo, al Bilderberg a cui molti azionisti delle Agenzie di Rating appartengono (Marc Ladreit de Lacharriere, proprietario di Fitch, che poi vendette al gruppo americano Hearst, era presidente della sezione francese del Bilderberg), una volta al Governo per attuare  le controriforme con loro concordate, venne ugualmente attaccato dalle agenzie di rating.
Perché? La risposta non credo sia:“è la loro natura”.
Nel libro è riportato che Monti l’indomani del doppio declassamento,  fece una intervista a tamburo battente al Corriere della Sera, in cui dichiarava che sotto attacco non c’era l’Italia, ma tutta l’Europa; eppure, anni dopo, al processo di Trani sostenne che l’attacco all’Europa  non ci fu.
Una posizione ridicola, visto che avrebbe potuto smentire subito quell’intervista, dati i suoi strettissimi rapporti con gli Elkan, proprietari del Corriere,  i titoli con cui tutti i giornali la ripresero, virgolettando le sue parole sul fatto che fosse in atto un attacco all’Europa.
Ancor più sbalorditivo il fatto che, al processo, Monti dichiarò e portò prova al riguardo che il presunto attacco all’UE venne da lui smentito più avanti, ma non in Italia o in Europa, sul Financial Time, negli USA ! Perché?
Ma perché lui sa benissimo dove abitano i registi del capitalismo finanziario, i quali non devono aver gradito la su ‘ribellione’ al loro operato.
Preso da: https://nandorossi.wordpress.com/2020/04/24/dal-bilderberg-alle-nostre-tasche-senza-passare-per-la-prigione/?fbclid=IwAR23FU74wlXT4hCtNVcWrAoMKUgHwaZ40XVIA5jozw4woxXChC6YUOBc8AQ