Translate

sabato 30 luglio 2016

Oscurità al largo della Libia

26/7/2016

È un mare di cadaveri, si sa, le notizie si susseguono da giorni, mesi, anni. Un mare bellico, dove le centinaia di cadaveri che riaffiorano sulle spiagge libiche, spiaggiati sulla battigia, le pance gonfie o senza forme, svelano e raccontano un'altra verità: lo sterminio in corso dei profughi, che tutti vorrebbero censurare. Per la maggioranza sub-sahariani, schiacciati tra le dittature dei paesi di origine, i campi di prigionia libici e il muro di mare armato; acque dove vengono intercettati dalla guardia costiera libica e deportati nei campi lager, come rivelava Amnesty International in un recente rapporto sulla Libia.
23 luglio: 41 cadaveri riaffiorati sulla spiaggia di Sabrata in Libia, ma altre fonti, come il Libya Herald, parlano di 60 cadaveri spiaggiati, sarebbero tutti sub-sahariani, e la loro morte risalirebbe a 5-6 giorni prima. Vista la capienza risaputa dei barconi, che possono venir caricati di più di 100 persone, i morti potrebbero essere anche più di un centinaio.

Del recente ritrovamento a Sabrata una fonte locale, riportata dal Mail online, ha parlato di un numero di corpi "eccezionalmente alto" e ha spiegato che di solito vengono ritrovati uno o due corpi al giorno. Dal che si deduce che questo è il "normale", macabro ritmo del quotidiano ritrovamento dei cadaveri sulle spiagge libiche.... Cosa succede nelle acque del paese senza Stato? Intercettazioni dalle guardie costiere libiche, sotto training europeo, presenza di navi militari e di vari paesi europei che, senza aver dichiarato la guerra, hanno boots on the ground. Ma i cittadini hanno lo sguardo altrove.
Già lo scorso 3 giugno, 117 cadaveri erano stati ritrovati dalla Mezzaluna Rossa Libica nelle acque di fronte a Zuwara. Una località purtroppo ormai conosciuta per i ricorrenti "naufragi" che accadono nelle acque antistanti, tra cui ricordiamo i 200 morti che galleggiavano lì già nell' agosto 2015. Negli ultimi anni non è passato un mese senza notizie di cadaveri rinvenuti sulle coste libiche, da Zliten a Khoms. La lista è impossibile da tenere aggiornata, per la mancanza di informazione, e per il fatto che solo alcuni cadaveri riaffiorano, gli altri risultano dispersi: desaparecidos e di loro non sapremo probabilmente mai nulla. Né nomi né sepolture.
C'è una guerra delle potenze in Libia, e detenzioni violente di profughi che non hanno altra scelta che scappare via mare, ammassandosi nelle stive dove rischiano di morire asfissiati dalla nafta o schiacciati da altri corpi. Ricordiamo i 16 cadaveri arrivati a Vibo Marina, il 23 luglio, e le agghiaccianti testimonianze dei sopravvissuti al naufragio del 21 luglio scorso, dove morirono nella stiva 21 donne e un uomo, raccolti da MSF nel Canale di Sicilia.
Persino Human Rights Watch, recentemente, denunciava che "gli sforzi dell'Unione Europea di contenere la migrazione dalla Libia rischiano di condannare i migranti e i richiedenti asilo a violenze e abusi, nelle mani di ufficiali governativi, miliziani e gruppi criminali", e documentava gli "abusi tra cui figurano torture, violenze sessuali e uccisioni negli squallidi centri di detenzione dove sono rinchiusi i migranti, compresi quelli intercettati in mare dalla Guardia Costiera libica".
Questa guerra ai migranti ha già fatto e farà ancora migliaia di morti senza nome. I 3000 morti nel Mediterraneo dall'inizio dell'anno, sono stati ormai raggiunti, come ha ufficializzato IOM nei giorni scorsi . Il 2016 è il terzo anno consecutivo in cui si sono superati i 3000 morti. Sempre come rivela il Missing Migrants project di IOM, stranamente il maggior numero di morti - 2600 morti - si sono verificate tra Libia e Italia, negli ultimi 4 mesi. Questo rappresenta, come dichiara Julia Black, analista del Global Migration Data Analysis Centre di IOM, con sede a Berlino: "una media di 20 morti ogni giorno nel Mediterraneo". Cifra di uno sterminio.
Nell'oscuro, rimosso, e censurato "Canale di Sicilia" dove invece sarebbero in corso le molteplici operazioni di EuNavforMed, Sofia, Frontex e navi NATO. Un tarlo interiore, o la voce delle onde, allora mi sussurra abissi neri e chiedo, se quei corpi "annegati" non lo fossero stati "incidentalmente", nella cosiddetta lotta agli scafisti, ma "affondati"?

Preso da: http://www.huffingtonpost.it/flore-murardyovanovitch/oscurita-al-largo-della-libia_b_11186864.html

Nessun commento:

Posta un commento