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giovedì 31 marzo 2016

Libia, l’operazione per portare il governo di unità ( cioè di occupazione ) a Tripoli

26 marzo 2016
Libia, l’operazione per portare il governo di unità a Tripoli

La diplomazia italiana, assieme agli alleati, lavora per insediare il premier Serraj forse già oggi. Il passo successivo sarebbe una risoluzione delle Nazioni Unite che apra la strada a una missione internazionale

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Seguita da vicino da Palazzo Chigi, condivisa con gli alleati, da Mosca a Washington, coordinata dal generale italiano Paolo Serra, consigliere militare di Martin Kobler, rappresentante speciale Onu per la crisi in Libia, è in corso un’operazione per far insediare il nucleo del nuovo governo di unità nazionale libico, presieduto dal primo ministro designato Faiez Serraj, a Tripoli.

mercoledì 30 marzo 2016

Bahar Kimyongür: "Le elite occidentali e le monarchie del Golfo hanno gli stessi obiettivi e la stessa immoralità"

Bahar Kimyongür: Le elite occidentali e le monarchie del Golfo hanno gli stessi obiettivi e la stessa immoralità

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Gli ultimi sviluppi nel Medio Oriente e nel Maghreb analizzati dall'attivista, scrittore e giornalista belga di origine turca, Bahar Kimyongür, in un intervista concessa al portale di informazione, "Algerie Patriotique".


Il testo dell'intervista originale su "Algerie Patriotique".

La Francia ha appena consegnato al principe ereditario saudita la Legione d'Onore, mentre il Belgio ha concesso al presidente turco Recep Tayyip Erdogan l'Ordine di Leopoldo. Si tratta di due alti riconoscimenti per i paesi che sostengono il terrorismo. Come si spiega. L'Occidente premia  gli sponsor del terrorismo?
 

martedì 29 marzo 2016

Tutti i misteri attorno al raid Usa in Libia che ha ucciso i due diplomatici serbi


Tutti i misteri attorno al raid Usa in Libia che ha ucciso i due diplomatici serbi

21/3/2016
Nonostante le dichiarazioni evasive del Pentagono, sempre più prove confermerebbero che un attacco aereo statunitense contro un campo di addestramento dell'ISIS in Libia il mese scorso ha ucciso due diplomatici serbi che erano detenuti presso il sito. Il Pentagono ha erroneamente creduto che nessun civile era presente nel campo, al momento dell'attacco, secondo i funzionari serbi e libici intervistati da The Intercept.
 

lunedì 28 marzo 2016

La Libia è una torta da oltre 130 miliardi di dollari

21 marzo 2016
di Valter Vecellio
La Libia è una torta da 130 miliardi di dollari subito, e almeno 34 volte di più se l’attuale situazione si dovesse mai in qualche modo “normalizzare”. Per capire qualcosa di quello che accade in quell’ormai non paese si deve cercare di capire le mosse dell’ENI…
Eni1 
Ce lo stanno dicendo praticamente tutti i giorni, da tempo; da settimane, da mesi: bisogna intervenire in Libia. Cosa significa “intervenire” non è ben chiaro, ma bisogna “intervenire”.

domenica 27 marzo 2016

L’AGENDA LIBICA: UNO SGUARDO PIU’ ATTENTO ALLE E-MAILS DI HILLARY CLINTON

Postato il Giovedì, 17 marzo @ 23:10:00 GMT di davide

DI ELLEN BROWN
ellenbrown.com
I critici si son chiesti a lungo quali fossero le ragioni alla base del violento intervento in Libia. I messaggi di posta elettronica di Hillary Clinton, pubblicati di recente, confermano che non si trattava di proteggere le persone da un "feroce dittatore" , ma che era solo una questione di soldi e di banche, per ostacolare la sovranità economica africana.
La breve visita in Libia dell’allora Segretario di Stato Hillary Clinton, ad Ottobre 2011, fu considerata dai media una specie di ‘giro trionfale’. “”Siamo venuti, abbiamo visto, egli è morto!””, declamò in una video-intervista alla CBS, riferendosi alla cattura e alla brutale uccisione del leader libico Muammar al-Gheddafi.

sabato 26 marzo 2016

“SOVRAPPOPOLAZIONE” E IL FINANZIAMENTO DELLA 3° GUERRA MONDIALE - L’OPERAZIONE ‘BARBAROSSA 2’

Postato il Mercoledì, 16 marzo @ 23:10:00 GMT di davide

DI PETER KOENIG
Information Clearing House
“Le guerre sono orribili. L’unica cosa buona delle guerre è che contribuiscono a ridurre la popolazione mondiale”.
Ho sentito poco fa questa frase pronunciata da una persona che consideravo migliore. Ne sono rimasto scioccato e gli ho chiesto cosa intendesse.
“Beh, non pensi anche tu che il mondo sia sovrappopolato?”


Stentavo a credere che quelli fossero i pensieri di una persona che rispettavo. Potrebbero anche essere i pensieri di altre persone intorno a me. Aprendo gli occhi su una dimensione che finora avevo ignorato, i pensieri e i sogni segreti della gente iniziavano a rivelarsi; pensieri che normalmente si confidano in un ambiente familiare o quando si è indotti a rivelarli, quando cioè vengono alla luce le verità più nascoste.

venerdì 25 marzo 2016

PROBLEMA ISLAM ? IL BANCHIERE GOLDMAN PROPONE SOLUZIONE 30%

Postato il Lunedì, 14 marzo @ 18:13:54 GMT di davide

DI MAURIZIO BLONDET
maurizioblondet.it
Due attentati simultanei, in Costa d’Avorio e ad Ankara: che effetto vi fa? Nella prima – ci dicono i media – Al Qaeda nel Maghreb Islamico ha colpito dei turisti sulla spiaggia – potevate esserci voi. Nell’altra, ci dicono i media, il governo Erdogan   dice che sono stati i comunisti curdi del Pkk. Potrebbe invece benissimo un false flag di cui Erdogan ha bisogno per invadere la zona curda della Siria: la guerriglia curda colpisce mezzi militari, qui invece è stata fatta una strage ad una fermata d’autobus: il modo migliore per rendere odiosa la causa di chi lo fa. Quando avvengono attentati indiscriminati di questo genere, l’esperienza insegna che è “strategia della tensione”, terrorismo di stato.

giovedì 24 marzo 2016

TRUPPE CAMMELLATE DI SOROS IN PIAZZA. A DIFESA DELL'IMPERO DEI CLINTON CHIAMATO "CRONY AMERICA"

DI MAURO BOTTARELLI
rischiocalcolato.it
La campagna elettorale per le presidenziali Usa è davvero entrata nel vivo e, infatti, cominciano le provocazioni e i giochi nascosti. Domani è una giornata fondamentale, poiché si terranno primarie in Florida (Stato chiave), Ohio, Missouri, Illinois e North Carolina: se Trump dovesse uscirne vincitore, nulla potrebbe più bloccare la sua nomination a candidato repubblicano alla Casa Bianca. Nulla di legale, intendo. L’ultimo sondaggio NBC/Marist reso noto ieri vede Trump in vantaggio nella patria di Rubio, quella Florida che accredita il tycoon newyorchese di un 43% contro il 22% del competitor, mentre Cruz sarebbe al 21% e Kasich al 9%. Quest’ultimo sarebbe in vantaggio in Ohio per 39% a 33% su Trump, con Cruz al 19% e Rubio al 6%, mentre in Illinois Trump è accreditato al 34% contro il 25% di Cruz, il 21% di Kasich e il 16% di Rubio.

mercoledì 23 marzo 2016

Tripoli: scontri tra RATTI favorevoli e contrari al "governo" di occupazione di Serraji

19 marzo 2016. vincenzo Nigro
Libia, scontri fra milizie a Tripoli. Misurata apre la strada al governo Serraj
NELLA notte e questa mattina le milizie della città di Misurata hanno avviato un'operazione militare a Tripoli con carri armati e "tecniche" pesanti per fare arretrare dalle loro posizioni le milizie che hanno dichiarato di essere ostili al governo di Fajez Serrraj, sponsorizzato dall'Onu.  Il battaglione "Alsomood" del capo misuratino ribelle Salah Badi assieme alle milizie di Tajura e alla "Tripoli operation room brigade" che è vicina al presidente del parlamento Nouri Abousahmin, sulla strada di Gargaresh e verso Bab el Azizia sono sotto il tiro dei misuratini vicini al governo di unità nazionale. Secondo le informazioni che arrivano da Tripoli gli scontri al momento sarebbero più che altro "dimostrativi": le milizie misuratine vogliono intimidire gli avversari di Serraj e prendere posizioni per preparare il terreno all'arrivo del governo sponsorizzato dalle Nazioni Unite.

martedì 22 marzo 2016

Disinformazione e ipocrisia per mascherare la nuova impresa coloniale in Libia

13 marzo 2016

L’avventura sanguinosa che la comunità internazionale apparecchia in Libia, viene giustificata da una martellante campagna di disinformazione: Cancellerie, media, sedicenti esperti e politici disinformati quanto interessati, continuano a diffondere la menzogna che laggiù si debba andare per fermare l’Isis, per impedire che s’impadronisca di quel Paese.

E per verniciare d’ipocrita legittimità quell’intervento, è stata inventata l’incredibile bufala di un Governo di unità nazionale (trascurando volutamente il fatto che è la Nazione a non esistere) che dovrebbe chiedere d’essere aiutato, ovvero che la Libia venga di fatto occupata e spartita fra i Paesi (e le multinazionali di riferimento) che sbavano per le sue risorse. Insomma, la riedizione della sciagurata avventura di cinque anni fa, solo che da allora la situazione è enormemente peggiorata e si sono aggiunti pretendenti alle ricchezze celate sotto la sabbia di quei deserti.
Per chiamare le cose col loro nome, strappando la vergognosa trama di bugie che circonda l’operazione, vogliamo far riflettere su alcune cose; primo: l’Isis, eterna scusa per giustificare ogni intervento armato, non è una minaccia seria e non sta affatto impadronendosi della Libia. Come è arcinoto alla comunità degli esperti e delle Intelligence, fra tutte le milizie presenti sul territorio è una delle più deboli e meno equipaggiate; in realtà, attorno a un nocciolo duro venuto dalla Siria e dall’Iraq, si è andato aggregando un miscuglio di bande criminali, fuoriusciti dalla formazione qaedista di Ansar Al-Sharia, tutti in cerca del denaro e della visibilità che deriva da un “marchio” prestigioso; a questi si stanno aggiungendo sbandati, foreign fighters e fuori legge da tutta l’Africa.

lunedì 21 marzo 2016

LIBIA: IL BOTTINO ED I PREDONI. No all'intervento NATO

clicca per ingrandire
[ 8 marzo ]

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
I paesi NATO, per niente soddisfatti di aver contribuito al disastro della Libia nel 2011 —quando diedero avvio ad una sanguinosa campagna di bombardamenti per defenestrare Gheddafi—, scalpitano per una seconda guerra d’aggressione. Allora il governo Italiano, Berlusconi primo ministro, malgrado i mal di pancia, partecipò all’aggressione. Renzi, in barba alle sue affermazioni, rischia di fare la stessa fine.

«Il fatto che Matteo Renzi, in perfetto stile berlusconiano —in Tv e non in Parlamento— abbia detto che finché lui sarà primo ministro non ci sarà alcuna invasione italiana della Libia è una buona notizia che tuttavia non mette al riparo l’Italia dal trovarsi immischiata in un conflitto devastante e di lunga durata, e non assolve Renzi da tutte le sue porcate.

domenica 20 marzo 2016

Libia: con un decreto secretato l’Italia invia le forze speciali. Ecco cosa sta succedendo

di 14/3/2016


Due Governi e due Parlamenti, nessuno Stato. In mezzo 140 qabila (tribù in arabo) che raccolgono circa l’80% della popolazione, 230 milizie armate e, ovviamente, Daesh.
Da un lato il Governo di Tripoli, rappresentanza dei Fratelli Musulmani che riconosce il Parlamento eletto nel 2012 e ha come Premier Omar al Hasi; dall’altro quello di Tobruk, eletto nel giugno del 2014, guidato ad Abdullah al-Thani, riconosciuto dall’Onu e “protetto” da 110mila uomini armati, tra i quali figurano quelli dell’Esercito Nazionale Libico guidato dal generale Khalifa Haftar. In questo contesto, i numerosi tentativi di formare un Governo di Unità Nazionale continuano a fallire.
Un unico Paese che politicamente e militarmente assomiglia a una matrioska, spaccato in pezzi che via via diventano sempre più piccoli, fragili, pericolosi e in pericolo.

sabato 19 marzo 2016

UN VIAGGIO A TRIPOLI

13 marzo 2016

Oggi, 14 marzo 2016, dalle parti di Agrigento è spuntata una bellissima giornata, inondata da  un sole tiepido, brillante, dallo squittio delle rondini, dalle vocine stridule dei bambini... 
Mi affaccio alla finestra e guardo il mare, il Mediterraneo, nostro padre silente e carico di problemi e sofferenze, e non posso che pensare ai popoli dell’altra sponda, alla Libia ridotta a un cumulo di macerie e di malefatte.
Penso, con terrore, alla nuova guerra che si sta apparecchiando e da “profeta” disarmato ho selezionato alcuni brani  di un mio libro,( http://www.lafeltrinelli.it/libri/spataro-agostino/osservatore-pci-nella-libia-gheddafi/9788891054913) per offrire uno piccolo squarcio del clima politico che caratterizzava, negli '70 e '80, i rapporti molto speciali dell'Italia con la Libia, per dire che altre vie sono possibili.
Prima che distruggano completamente Tripoli, i popoli della Libia, a noi tanto cari, desidero far notare agli scettici e ai guerrafondai che, nonostante le difficoltà, le provocazioni, i ritardi e le incomprensioni, l'Italia, l'Unione Europea riuscivano a gestire le relazioni con il regime del colonnello Gheddafi nella pace e nella cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa.
Spero che se ne ricordino, soprattutto i nostri “decisori” che si apprestano ad assumere scelte gravi, forse irreversibili. 
Prima d'incendiare e distruggere la Libia, scrissi che la Nato poteva vincere la guerra ma perdere il dopoguerra. Così è stato, è.
Oggi, si sta apparecchiando una nuova guerra che potrebbe risultare catastrofica. Per tutti. In primo luogo per la Libia, per l'Italia, per la Sicilia.

venerdì 18 marzo 2016

Libia: il pericolo viene dall’estero

7 marzo 2016





Qual' è il maggior problema della Libia? Il tribalismo? L’ISIS? E’ ciò che ci vogliono dare a bere. La vera minaccia incombente è quella degli aggressori, gli stessi che hanno distrutto il paese, USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, Qatar, Arabia Saudita… che stanno cercando il pretesto per un nuovo intervento e per dividersi il bottino. Questi invasori vogliono dettare ai libici quello che devono fare: chiedono un governo nazionale, non per unificare la Libia, ma per costringerlo a giustificare, con la scusa del federalismo o altri pretesti, la divisione di fatto in sfere di influenza.

giovedì 17 marzo 2016

PER IL CAPITALISMO CI VUOLE UNA GUERRA MONDIALE

Postato il Martedì, 08 marzo @ 06:30:00 GMT di ernesto

DI CATHAL HAUGHIANl via The Saker 
 Zerohedge.com
E' dal 2010 che cerchiamo di raccontare e di comprendere il capitalismo e lo abbiamo fatto con il nostro libro La Filosofia del Capitalismo.  Eravamo incuriositi dalla natura di fondo del sistema, che ci fa, a noi - i detentori del capitale - così tanti regali, così il Saker mi ha chiesto di spiegare questa dichiarazione, un po 'cruda' : Per il capitalismo ci vuole la Guerra Mondiale.
L'attuale scontro tra l'Occidente contro Russia e Cina è l'apice di una lunga saga che va avanti fall'inizio della Prima Guerra mondiale. Prima di allora il Capitalismo era governato dal sistema Gold Standard che era un sistema internazionale, molto solido ed aveva regole chiare che avevano portato grande prosperità: Il Capitale a disposizione del settore bancario era scarso e per questo motivo doveva distribuirlo con oculatezza.

mercoledì 16 marzo 2016

ITALIA, LIBIA, GUERRA, INTELLIGENCE

Postato il Sabato, 05 marzo @ 23:10:00 GMT di davide

DI MARCO DELLA LUNA
marcodellaluna.info
Stupidamente in questi giorni ci chiediamo se, quando e come l’Italia debba andare a combattere in Libia.
Stupidamente, perché, in forza dei trattati di pace con gli USA e del fatto che i banchieri yankee controllano il sistema bancario italiano, sarà Washington (con al più Londra e Parigi) a decidere che cosa farà l’Italia, anche questa volta, come già ha fatto con Kuwait, Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Gheddafi. E lo deciderà senza riguardo agli interessi italiani e alla vita degli Italiani.

martedì 15 marzo 2016

ECCO LE VERI RAGIONI DELLA GUERRA IN LIBIA

8 marzo 2016

DI MARCELLO FOA –
L’Italia si prepara a mandare 5.000 uomini in Libia su richiesta di Washington per “combattere l’Isis”. Ma siamo proprio sicuri che sia questo il reale obiettivo?
No, infatti, caro lettore, il motivo di questa guerra è un altro e, avrete immaginato, è… il petrolio. Come spiega l’ottimo Alberto Negri sul Sole 24 Ore siamo davanti ad un “regolamento di conti”, una “spartizione della torta tra gli attori esterni e i due poli libici principali, Tripoli e Tobruk, che hanno due canali paralleli e concorrenti per l’export di petrolio”. La Libia, continua Negri, “è un bottino da 130 miliardi di dollari subito e tre-quattro volte tanto nel caso di un ipotetico Stato libico.

lunedì 14 marzo 2016

MISSILI NUCLEARI USA IN PUGLIA E BASILICATA

7/3/2016

di Gianni Lannes

E' una storia poca nota, anzi segreta, di cui mi sono occupato nel mio ultimo libro di inchiesta, in materia di nucleare militare: ITALIA, USA E GETTA. Dal 1960 al 1963 vennero schierati sulla Murgia, in Puglia e Basilicata, in palese violazione della Costituzione italiana, per ordine del presidente Dwight David Eisenhower, coadiuvato dal suo vice Richard Nixon, tenendo all'oscuro il Parlamento e la popolazione italiana, proprio come oggi con la guerra ambientale a base di scie chimiche e bombardamenti elettromagnetici, a cui si presta anche l'arma azzurra tricolore, ben 30 IRBM (missili balistici a medio raggio) statunitensi PGM-19 Jupiter, organizzati in 10 siti di lancio, a controllo misto Italiano - USA nell'ambito della 36ª Aerobrigata Interdizione Strategica dell'Aeronautica Militare. Con un mastodontico ponte aereo furono impiantate nel già martoriato Mezzogiorno d'Italia, 30 testate nucleari per un totale di 43,5 Megaton. Una potenza gigantesca, che avrebbe potuto disintegrare lo Stivale e l'intero Mediterraneo, Europa inclusa, equivalente a 3.500 bombe atomiche simili a quella che nel 1945 distrusse Hiroshima. Si verificarono una serie di gravi incidenti nucleari, poiché oltretutto tali dispositivi bellici top secret non erano schermati dai fulmini, ma la popolazione venne tenuta all'oscuro di tutto, come sempre. La sorveglianza esterna era affidata ai compiacenti carabinieri.

domenica 13 marzo 2016

Sirte: ucciso Khaled Amran Marai al Warfalli, il cecchino anti ISIS

5 marzo 2016
Khaled Amran Marai al Warfalli è il cecchino misterioso che da mesi terrorizzava gli uomini di Al Baghdadi. Per ucciderlo hanno dovuto circondare il palazzo dove si nascondeva e colpirlo con dei lanciarazzi.

Un colpo, un morto. Questa era la filosofia di Khaled Amran Marai al Warfalli.
Una figura che fino a ieri, quando è stato ucciso, è rimasta nell'ombra. Imprevedibile e insivibile. Colpiva silenzioso e uccideva i membri dello Stato Islamico.

sabato 12 marzo 2016

Guerra in Libia, la novità è il ruolo di Pantelleria «Da mesi aerei spia Usa dall'isola e da Catania»

Salvo Catalano
Oltre a Sigonella e Trapani Birgi, anche la piccola isola dovrebbe essere coinvolta nelle operazioni anti terrorismo. «Nei bunker della seconda guerra mondiale possono essere custoditi gli elicotteri più imponenti». Un piano studiato da mesi, anche grazie al monitoraggio dei mezzi statunitensi partiti da Fontanarossa

«Per mesi, almeno una volta al giorno dall'aeroporto Fontanarossa di Catania e da Pantelleria si sono levati aerei spia americani per monitorare vaste aree del Nord Africa». Il lavoro di raccolta informazioni sulla mutevole situazione tra Libia, Tunisia e Algeria, di cui parla il giornalista e attivista Antonio Mazzeo, adesso potrebbe essere finito. Superato da una fase che è già operativa - in Libia è presente un gruppo di agenti dell'Aise, i servizi segreti per la sicurezza esterna - e che potrebbe portare, nel giro di qualche settimana, a un vero e proprio intervento militare guidato dall'Italia, che potrebbe portare sul campo un contingente che va dai tremila ai settemila uomini. Un piano in cui la Sicilia riveste un ruolo strategico: Trapani Birgi, Sigonella e Pantelleria sarebbero al centro delle operazioni.

venerdì 11 marzo 2016

NATO: ci costa 64 milioni al giorno. Ecco tutte le spese militari a confronto.

giovedì 10 marzo 2016

Moneta: come fu che ci rubarono tutti i soldi.

mercoledì 9 marzo 2016

LIBIA: PROVIAMO A FERMARLI

LIBIA: PROVIAMO A FERMARLI di Campo Antimperialista

[ 9 febbraio ]

No al pacifismo, 
nuovo oppio dei popoli.
In merito all’appello di Alex Zanotelli


Tanto tuonò che piovve. Le recenti mosse delle diplomazie occidentali sembrano confermare le prime indiscrezioni giornalistiche per cui, le potenze NATO, con a capo gli Stati Uniti, si preparano ad un secondo intervento militare in Libia. Questa volta con l’invio di truppe sul terreno.

Il governo Renzi, in barba alle sue formali dichiarazioni di dissenso, proprio come accadde nel 2011 con Berlusconi, finirà per capitolare alla pressione della NATO e del Pentagono — effetti collaterali della sovranità limitata.

martedì 8 marzo 2016

NO ALLA QUINTA GUERRA DI LIBIA

NO ALLA QUINTA GUERRA DI LIBIA di Giorgio Cremaschi

[ 4 febbraio ]

La nuova guerra di Libia della NATO è già iniziata con le azioni di commando e i voli sotto copertura. Tra breve l'intervento militare esplicito verrà dichiarato e l'Italia sarà in prima fila. Le pressioni di questi giorni del governo USA e di quello della Francia servono a superare dubbi tattici ed elettorali, non a imporre una scelta che il governo italiano ha già preso. Il coinvolgimento militare del nostro paese in tutti gli scenari e gli impegni di guerra della NATO è sempre più esteso, in Asia, Africa, Europa. Come ha vantato Renzi l'Italia è tra i primi paesi al mondo per truppe all'estero. Ultimo annuncio quello dell'invio di centinaia di soldati in Iraq per difendere affari privati nella costruzione di una diga.

lunedì 7 marzo 2016

Libia, Giorgio Cremaschi: "Non serve solo dire no alla guerra, dobbiamo dire no alla NATO

Libia, Giorgio Cremaschi: Non serve solo dire no alla guerra, dobbiamo dire no alla NATO

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

L'ex presidente della Fiom all'Antidiplomatico lancia la mobilitazione dai territori contro la guerra del 12 marzo. "Dobbiamo svegliare un'opinione pubblica anestetizzata dal silenzio di regime"


di Alessandro Bianchi
 
Tutto pronto per la guerra in Libia. Con gli Stati Uniti che “sosterranno il comando delle operazioni italiane”, restano da decidere solo i dettagli. Senza nessuna decisione del Parlamento e in violazione delle leggi interne e internazionali più elementari, l'Italia si troverà di fronte ad “un'avventura totale”. La definisce così Giorgio Cremaschi, ex presidente della FIOM e una delle figure di riferimento oggi nel movimento contro le guerre che tenta, molto faticosamente, di ricostruirsi. Contro questa guerra “neocoloniale”, il 12 marzo dai territori partirà una “grande risposta”.  Nella totale censura dei media, ci tiene a precisare Cremaschi.
 

domenica 6 marzo 2016

SIAMO GOVERNATI DA PSICOPATICI?

Pubblicato il: 18/02/2016
Un vecchio articolo riesumato dall'archivio di NEXUS perché oggi ancora attuale, per porci una domanda: siamo governati da psicopatici clinici? E soprattutto... se lo stessimo diventando anche noi? Uno spunto per una rivoluzione prima di tutto interiore ed individuale, come risposta alle continue operazioni che sia nel nostro Paese sia all'esterno puntano a renderci sempre meno umani. [Red.]

sabato 5 marzo 2016

L’ONU VUOLE L’IDENTIFICATIVO BIOMETRICO UNIVERSALE ENTRO IL 2030

Pubblicato il: 29/02/2016
Grazie all’abile uso di trattati e accordi internazionali, il dominio su questo pianeta sta diventando sempre più globalizzato e centralizzato, eppure la maggior parte della gente non sembra preoccuparsene. 
Fra il 25 e il 27 settembre, le Nazioni Unite hanno dato l’avvio a un nuovo “piano universale” per l’umanità. Il discorso inaugurale della conferenza è stato pronunciato dal Papa, in visita a New York, che ha così offerto il suo prezioso appoggio al nuovo piano. Praticamente ogni nazione dell’intero pianeta ha volontariamente sottoscritto i 17 obiettivi inclusi nel piano, eppure questo evento di immensa portata non figurava su nessuna prima pagina.

venerdì 4 marzo 2016

Montagne verdi, il progetto di Sidi Al Hamri, una new-town immaginata da Saif Al islam Gheddafi

MI RICORDO MONTAGNE VERDI, LE IMPRESE ABBANDONATE DALLO STATO IN LIBIA
Pubblicato il: 25/02/2016
Montagne Verdi, così si chiamava il progetto di Sidi Al Hamri, una new-town che doveva sorgere in Cirenaica ad opera di una joint-venture italo libica, guidata dalla Friulana Bitumi. Dopo la rivoluzione del 2011 sono rimasti in piedi solo il campo base e le strade di accesso. Oltre a 250 milioni di crediti, nell'indifferenza dello Stato Italiano.
Perché l'Italia, che appoggiò i raid contro Gheddafi, ha abbandonato i suoi imprenditori impegnati in Libia nel tentativo di ottenere i crediti che gli spettano? A Sputnik Italia racconta la sua testimonianza Giuseppe de Cecco, direttore della Friulana Bitumi e contitolare dell'impresa InArCo, incaricata della realizzazione della città di Sidi Al Hamri.

giovedì 3 marzo 2016

SOLITA STRATEGIA IN LIBIA: DIVIDE, IMPERA, SPARA

25 febbraio 2016
strategia 
Residuati bellici in Libia. 
 
Niente da fare, non se ne esce. La strategia è sempre la stessa. Prendi uno Stato che ti interessa, diciamo la Libia, lo scardini a suon di bombe, lasci che i pezzi vadano alla deriva, poi decreti: non c’è nulla da fare, bisogna spezzettarlo. E prepari un’altra guerra o un’occupazione militare. Strategia illuminata, come dimostrano le condizioni del Medio Oriente in genere e, in particolare, dei Paesi come l’Iraq dove essa è stata applicata. Ma tant’è, si continua imperterrriti e indisturbati.

mercoledì 2 marzo 2016

Dietro la maschera «anti-Isis»

martedì 1 marzo 2016

Libia, il piano della conquista