Postato il Giovedì, 17 marzo @ 23:10:00 GMT di davide
DI ELLEN BROWN
ellenbrown.com
I critici si son chiesti a lungo quali fossero le ragioni alla
base del violento intervento in Libia. I messaggi di posta elettronica
di Hillary Clinton, pubblicati di recente, confermano che non si
trattava di proteggere le persone da un "feroce dittatore" , ma che era
solo una questione di soldi e di banche, per ostacolare la sovranità
economica africana.
La breve visita in Libia dell’allora Segretario di Stato Hillary
Clinton, ad Ottobre 2011, fu considerata dai media una specie di ‘giro
trionfale’. “”Siamo venuti, abbiamo visto, egli è morto!””, declamò in
una video-intervista alla CBS, riferendosi alla cattura e alla brutale
uccisione del leader libico Muammar al-Gheddafi.
Ma il ‘giro trionfale’, come hanno scritto Scott Shane e Jo Becker sul New York Times, era prematuro:
““Man mano che il paese si dissolveva nel caos – con una guerra
civile che destabilizzava l’intera regione, che alimentava la crisi dei
rifugiati in Europa e che consentiva allo ‘Stato Islamico’ di creare in
Libia un ‘paradiso sicuro’ che gli Stati Uniti stanno ora disperatamente
cercando di contenere – la Libia veniva relegata in secondo piano dal
Dipartimento di Stato””.
L’intervento degli Stati Uniti e della NATO era stato intrapreso per
motivi umanitari [così pretendeva la propaganda ufficiale], dopo che si
erano diffuse notizie di atrocità di massa. Tuttavia, le ‘organizzazioni
per i diritti umani’ misero in discussione fin da subito quelle
notizie, dopo aver constatato l’assoluta mancanza di prove. Atrocità
che, invece, stanno verificandosi oggi. Dan Kovalik dell’Huffington Post
ha in effetti scritto che:
“”In Libia, la situazione dei diritti umani è disastrosa, con
migliaia di detenuti, compresi i bambini, che languiscono in carcere
senza un adeguato controllo giurisdizionale, con rapimenti ed uccisioni
mirate che stanno ormai dilagando””.
Prima del 2011 la Libia aveva raggiunto l’indipendenza economica, con
la sua acqua, il suo cibo, il suo petrolio, la sua moneta e la sua
banca statale. Sotto Gheddafi, uno dei paesi più poveri d’Africa era
diventato uno dei più ricchi. L’istruzione e le cure mediche erano
gratuite e possedere una casa era considerato un diritto umano.
I libici avevano dato vita ad un originale sistema di democrazia
locale. Il paese vantava il più grande sistema d’irrigazione al mondo,
il ‘Great Man-made River Project’ [http://www.mathaba.net/news/?x=632945],
che dal deserto portava l’acqua alle città ed alle zone costiere.
Gheddafi stava inoltre dando vita ad un programma per diffondere questo
modello in tutta l’Africa.
Questa era la situazione prima che le forze USA-NATO bombardassero
quel sistema d’irrigazione e sconvolgessero il paese. La situazione è
oggi a tal punto disastrosa, che il Presidente Obama ha chiesto ai suoi
consulenti di elaborare delle opzioni [per dare una soluzione ai
problemi], compresa quella di un nuovo fronte militare. E’ stato
riferito che il Dipartimento della Difesa abbia già elaborato l’intero
spettro delle necessarie operazioni militari.
Il ‘giro trionfale’ dell’allora Segretario di Stato era stato davvero
prematuro, se l’obiettivo ufficiale fosse davvero stato quello
dell’intervento umanitario. Ma i suoi messaggi di posta elettronica,
recentemente pubblicizzati, rivelano che c’era un ben altro ‘ordine del
giorno’ dietro alla guerra libica … e quell’obbiettivo, a quanto pare, è
stato raggiunto.
MISSIONE COMPIUTA?
Dei 3.000 messaggi di posta elettronica tratti lo scorso Dicembre dal
server privato di posta elettronica di Hillary Clinton, circa 1/3
provenivano dal suo stretto confidente Sidney Blumenthal, l’avvocato che
aveva difeso il marito nel ‘caso Monica Lewinsky’. In una di queste
e-mails, quella del 2 Aprile 2011, si può leggere che:
“”Il governo di Gheddafi possiede 143 tonnellate d’oro e un
analogo ammontare [in valore] d’argento … Quest’oro fu accumulato prima
della ribellione in corso e doveva essere utilizzato per fondare una
valuta panafricana basata sul Dinaro d’oro libico. Quel piano era stato
progettato per fornire ai paesi africani francofoni un’alternativa al
franco francese [CFA]””.
La e-mail declassificata aggiungeva che:
Secondo fonti ben informate, questa quantità d’oro e d’argento
aveva un valore superiore a 7 miliardi di dollari. Alcuni funzionari dei
Servizi Segreti francesi avevano scoperto questo piano poco dopo
l’inizio della ribellione in corso – e questo è stato uno dei fattori
che hanno influenzato la decisione del Presidente Nicolas Sarkozy
d’impegnare la Francia in un attacco alla Libia.
Secondo queste persone, i piani di Sarkozy erano guidati dalle seguenti ragioni:
1. Il desiderio di ottenere una quota maggiore di petrolio libico.
2. Aumentare l’influenza francese in Nord Africa.
3. Migliorare la sua situazione politica in Francia.
4. Fornire ai militari francesi l’opportunità di riaffermare la loro posizione nel mondo.
5. Dare una risposta alla preoccupazione dei suoi consiglieri sul
progetto a lungo termine di Gheddafi, di soppiantare la Francia come
potenza dominante dell’Africa francofona.
Non c’è alcun accenno, palesemente, a preoccupazioni di tipo
umanitario. Gli obbiettivi sono il denaro, il potere ed il petrolio.
Altre esplosive conferme, contenute nei messaggi di posta elettronica
appena pubblicati, sono state dettagliate dal giornalista investigativo
Robert Parry [http://www.commondreams.org/views/2016/01/13/what-hillary-knew-about-libya].
Comprendono l’ammissione dei crimini di guerra commessi dai
rivoltosi, della presenza in Libia, fin dall’inizio della rivolta, sia
degli addestratori di ‘forze speciali’ che di Al Qaeda, incorporata in
quella parte di opposizione appoggiata dagli Stati Uniti. I temi-chiave
della propaganda a favore dell’intervento erano solo delle semplici
voci.
Robert Parry suggerisce che le e-mails possano aver avuto origine
dallo stesso Blumenthal. Comprendono la bizzarra affermazione che
Gheddafi aveva adottato la ‘politica dello stupro’, fornendo di Viagra
le sue truppe. L’accusa fu in seguito ripresa anche dall’Ambasciatrice
alle Nazioni Unite Susan Rice, in occasione di una relazione presentata
all’ONU sulla situazione in Libia. Robert Parry, retoricamente, si
chiede:
“”Pensate che sarebbe stato più facile, per l’Amministrazione
Obama, ottenere il sostegno degli americani a questo ‘cambio di regime’,
spiegando loro che i francesi volevano rubare la ricchezza della Libia e
mantenere l'influenza neocoloniale francese sull'Africa, oppure che gli
americani avrebbero risposto meglio ai temi della propaganda contro
Gheddafi, dicendo loro che egli dava il Viagra ai suoi soldati perché
potessero violentare un maggior numero di donne, mentre i suoi cecchini
prendevano di mira dei bambini innocenti? Bingo!””.
ROVESCIARE IL REGIME FINANZIARIO GLOBALE
La minaccia di Gheddafi di dar vita ad una valuta indipendente
africana non era stata presa alla leggera dagli ‘interessi occidentali’.
Sarkozy ha riferito che nel 2011 aveva detto al leader libico che egli
rappresentava una minaccia per la sicurezza finanziaria del mondo. Ma
come potrebbe, un piccolo paese di sei milioni di abitanti,
rappresentare una minaccia?
Ed allora andiamo un po’ all’indietro. Sono le banche, non i governi,
che creano la maggior parte del denaro nelle economie occidentali, come
recentemente riconosciuto dalla stessa Banca d'Inghilterra.
Questa creazione è andata avanti nel corso dei secoli attraverso un
processo chiamato ‘riserva frazionaria’. In origine le riserve erano
costituite dall’oro ma, nel 1933 il Presidente Franklin Roosevelt lo
sostituì, all’interno del paese, con le riserve accumulate presso la
Banca Centrale, ma l’oro rimase la valuta di riserva a livello
internazionale.
Nel 1944, a Bretton Woods, furono creati il Fondo Monetario
Internazionale e la Banca Mondiale per unificare a livello globale un
sistema monetario fondato sulla creazione di denaro da parte delle
banche. Conseguenza di una sua decisione, il FMI dichiarò che nessuna
cartamoneta avrebbe più potuto avere una copertura aurea.
Una massa monetaria creata privatamente sotto forma di debito, e
quindi con degli interessi da pagare, richiede il continuo rifornimento
[di denaro] ai debitori. Ed in effetti, nel successivo mezzo secolo, la
maggior parte dei paesi in via di sviluppo si indebitò pesantemente nei
riguardi del FMI.
I prestiti arrivavano con allegati dei ‘pizzini‘, fra i quali
l’obbligo di avviare politiche di ‘aggiustamento strutturale’, che
comportano sia delle importanti misure di austerità che la
privatizzazione dei beni pubblici.
Dopo il 1944 il dollaro americano, intercambiabile con l’oro, è
diventato la valuta di riserva globale. Negli anni ‘70, quando gli Stati
Uniti non furono più in grado di mantenere l’interscambiabilità del
dollaro con l’oro, strinsero un accordo con l’OPEC per ‘sostenere’ il
dollaro attraverso il petrolio, creando i cosiddetti petro-dollari. Il
petrolio sarebbe stato venduto solo in dollari americani, che sarebbero
stati depositati a Wall Street e presso altre grandi banche
internazionali.
Nel 2001, insoddisfatto per la perdita di valore dei dollari che
l’OPEC riceveva per il suo petrolio, l’iracheno Saddam Hussein ruppe il
patto vendendolo in euro. Pressoché immediato il cambio di regime,
accompagnato dalla distruzione del paese.
Anche Gheddafi, in Libia, ruppe quel patto … ma fece al contempo
molto di più che vendere il suo petrolio in un’altra valuta. Tutto
questo è stato ben descritto dal blogger Denise Rhyne:
“”Per decenni la Libia ed altri paesi africani avevano cercato di
creare un ‘gold standard’ pan-africano. Il leder libico al-Gheddafi ed
altri ‘Capi di Stato’ africani volevano una valuta forte ed indipendente
pan-africana.
Sotto la guida di al-Gheddafi le nazioni africane si erano
riunite per almeno due volte con all’ordine del giorno l’unificazione
monetaria. I paesi avevano discusso la possibilità che il ‘dinaro
libico’ e il ‘dirham d'argento’ [Marocco] fossero le sole valute
utilizzabili per l’acquisto di petrolio africano.
Fino alla recente invasione USA/NATO, il dinaro d'oro era emesso
dalla Central Bank of Libya [CBL], indipendente e posseduta al 100%
dallo stato libico. Gli stranieri dovevano passare attraverso la CBL per
fare affari con la Libia. La Banca Centrale emetteva il dinaro,
supportato dalle 143,8 tonnellate d’oro del paese.
Il libico al-Gheddafi – Presidente nel 2009 dell’Unione Africana –
aveva concepito e finanziato un piano per unificare gli ‘Stati Sovrani’
dell’Africa – gli Stati Uniti d’Africa – con una moneta d'oro. Nel 2004
un parlamento pan-africano composto da 53 nazioni diede il via ad un
piano per la fondazione della ‘Comunità Economica Africana’ – con
un’unica moneta d’oro da lanciare entro il 2023.
I paesi africani produttori di petrolio stavano progettando di
abbandonare il petro-dollaro e di chiedere il pagamento del petrolio e
del gas in oro””.
L’INDIPENDENZA FINANZIARIA E’ UN COSA POSSIBILE
Gheddafi aveva fatto di più che organizzare un ‘colpo di stato
monetario’ in Africa. Egli aveva dimostrato che l’indipendenza
finanziaria poteva essere raggiunta. Il suo più grande progetto
infrastrutturale, il ‘Great Man-made River’, stava trasformando delle
regioni aride in un granaio ed era stato finanziato – 33 miliardi di
dollari – senza interessi e senza debito estero, tramite la sola banca
statale della Libia.
Tutto questo potrebbe spiegare perché, nel 2011, quest’infrastruttura
fu distrutta. La NATO non si limitò a bombardare l’acquedotto, ma pose
fine a quel progetto bombardando la fabbrica che produceva le tubazioni
necessarie per poterlo riparare.
Paralizzare un sistema d’irrigazione civile che serviva fino al 70%
della popolazione difficilmente può essere definito come un intervento
umanitario. Piuttosto, come ha scritto il professore canadese Maximilian
Forte nel suo libro ‘Slouching Towards Sirte: NATO’s War on Lybia and
Africa’:
“”L’obbiettivo dell’intervento militare statunitense era quello
di distruggere un emergente modello d’indipendenza e un network di
collaborazione all’interno dell'Africa, che avrebbero facilitato una
maggiore fiducia degli africani verso sé stessi. Tutto questo avrebbe
contrastato la geo-strategia e le ambizioni politico-economiche delle
potenze extra-europee, vale a dire degli Stati Uniti d’America””.
MISTERO RISOLTO
Le e-mails di Hilary Clinton fanno luce su un altro enigma, come
rimarcato dai primi commentatori. Perché, a poche settimane dall’inizio
della rivolta, i ribelli crearono una propria Banca Centrale? Nel 2011
Robert Wenzel del ‘The Economic Policy Journal’ scrisse che:
“”Questo fatto suggerisce che non abbiamo a che fare con un
gruppo di ribelli messo insieme alla buona per scorrazzare un po’ di qua
e un po’ di là, ma che ci sono state delle influenze piuttosto
sofisticate. Non avevo mai sentito parlare, fino ad ora, di una Banca
Centrale creata nel giro di qualche settimana, giusto prima una rivolta
popolare””.
E’ tutto molto sospetto ma, come concluse Alex Newman in un articolo del Novembre 2011:
“”Non si potrà mai sapere con certezza se il salvataggio delle
Banche Centrali e del corrotto sistema monetario globale siano state
veramente tra le ragioni del rovesciamento di Gheddafi … quanto meno non
pubblicamente””.
Ed in effetti la questione sarebbe rimasta in questi termini –
sospetta ma non verificata, come molte altre storie di frode e di
corruzione – se non ci fosse stata la pubblicazione dei messaggi di
posta elettronica di Hillary Clinton, dopo l’indagine del FBI.
Queste e-mails aggiungono un peso notevole ai sospetti di Newman: il
violento intervento in Libia non aveva fra i suoi scopi principali la
sicurezza delle persone. Fu fatto per la sicurezza del sistema bancario
globale, per il denaro e per il petrolio.
Ellen Brown
Fonte: http://ellenbrown.com
Link: http://ellenbrown.com/2016/03/13/exposing-the-libyan-agenda-a-closer-look-at-hillarys-emails/
13.03.2016
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCO
Preso da: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16354
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