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sabato 30 aprile 2016

CHI COMANDA IL MONDO: IL POTERE OSCURO ESCE ALLO SCOPERTO

Pubblicato il: 22/04/2016

Si può definire in tanti modi: governo ombra, stato profondo, squadra segreta. Qualunque sia il nome, l’idea è semplice: dietro la facciata del governo apparente che esercita il potere, c’è un gruppo non eletto, privo di responsabilità, in gran parte sconosciuto, che lavora per il perseguimento di obiettivi a lungo termine, qualsiasi sia il partito politico o il fantoccio in carica. All’interno della temuta comunità dei “teorici della cospirazione”, l’idea è emersa qua e là nel corso degli anni. L’assassinio di JFK ha dato origine a molti resoconti di tipo confidenziale e a rivelazioni su “The Secret Team”. Lo scandalo Iran-Contra ha portato ad un documentario di Bill Moyers sul governo segreto che dopo 19 anni vale ancora la pena guardare. È stato anche apertamente riconosciuto che il 9/11 era stato reso operativo un “governo ombra”. Ma negli ultimi anni ha avuto luogo uno strano fenomeno, che si è intensificato negli ultimi mesi: l’idea di uno “stato profondo” o di un “governo ombra” che controlla la politica, anche negli Stati Uniti, sta diventando mainstream.

venerdì 29 aprile 2016

AGENDA 21: QUANDO L'ONU VORREBBE SOSTITUIRSI A DIO

18 aprile 2016

In anteprima per voi lettori un estratto dell'articolo di Marco Cedolin pubblicato sul Nuovo imperdibile numero di PuntoZero! Buona lettura!

Forse nell'ultimo ventennio vi sarà capitato di sentire parlare dell'Agenda 21 dell'ONU, o forse no, ma a prescindere dal fatto che conosciate più o meno a fondo l'argomento, l'Agenda 21 ha già iniziato in questi anni ad occuparsi di voi ed intende farlo in maniera se possibile ancora più invasiva nei decenni a venire, senza che nessuno si sia premurato di domandarvi se siete felici di ricevere tante attenzioni.
A grandi linee il progetto Agenda 21 è una sorta di "programma di azione" attraverso il quale l'ONU si impegna a ridisegnare radicalmente tanto il rapporto dell'uomo con l'ambiente in cui vive, quanto il rapporto dell'uomo con la sua propria esistenza, attraverso una complessa operazione d'ingegneria sociale ad ampio respiro che trovi la propria realizzazione nel corso del nuovo secolo. Il tutto declinato nel segno dello sviluppo (sostenibile) e della globalizzazione, rivisitata per l'occasione attraverso i contorni di una comunità globale tesa verso l'uguaglianza sociale e la prosperità economica. Leggendo l'ampio articolato che compone il progetto, infarcito di buoni propositi e apparentemente finalizzato a migliorare sia lo stato di salute dell'umanità che quello della biosfera, si potrebbe pensare che Agenda 21 possa essere in fondo un qualcosa di positivo, una sorta di "cura" dolorosa ma necessaria, per renderci alla fine tutti più sani e più felici, ma nascoste fra le pieghe di tanto filantropico altruismo continuano a ronzarci nelle orecchie un paio di domande che si ostinano a tormentarci. Con quali mezzi realmente l'ONU intende sostituirsi a Dio nel ridisegnare gli equilibri fra l'umanità e il pianeta? E per quale ragione "l'uomo della strada" pur rappresentando il fulcro dell'intera operazione non è stato interpellato in merito ad una decisione che potrebbe stravolgere la sua vita?

giovedì 28 aprile 2016

GLIFOSATO, AGROTOSSICI, SEMENTI OGM. LE VERE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA.

11 aprile 2016

Nel consueto silenzio dell’informazione scritta e televisiva, a Bruxelles si sta consumando un nuovo crimine contro i popoli europei. La Commissione UE, nella persona del commissario greco alla Salute ed alla Sicurezza Alimentare, sta cercando, ed ovviamente troverà il modo di rendere permanente l’autorizzazione all’uso del glifosato, il diserbante più usato al mondo. In queste settimane, c’è stato un fermo nelle iniziative legislative dei dittatori comunitari, che, giova ripeterlo sempre, sono immediatamente esecutive in tutti i 28 Stati una volta sovrani dell’Unione.
In materia, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC) ha da tempo affermato che il glifosato è “probabilmente cancerogeno per gli esseri umani”, e la serietà, soprattutto l’indipendenza di quella organizzazione è riconosciuta da oltre quarant’anni di attività scientifica. Un prodotto, quindi, il glifosato, che diserba e, contemporaneamente, mina la salute di animali ed umani. Fin dal 2000, fortunatamente, in sede europea, è norma il cosiddetto “principio di precauzione”, che proibisce l’uso e la vendita di qualsiasi prodotto o ritrovato di cui non si conoscano ancora gli effetti, o su cui gravi , come nel caso del glifosato, il fondatissimo sospetto di nocività.

mercoledì 27 aprile 2016

COMMISSIONE TRILATERALE 2016 A ROMA : SPOLPARE L'ITALIA

18 aprile 2016
Trilaterale: cos’ha detto il governo al club dei Rockfeller


ROMA (WSI) – La Commissione Trilaterale non è un incontro segreto ai livelli del Bilderberg, ma è comunque un vertice a porte chiuse di alto profilo. Il governo italiano ha timbrato il cartellino. Renzi si è di fatto inchinato al volere del club ideato dal miliardario David Rockfeller per facilitare la creazione di un nuovo ordine mondiale per indebolire la sovranità delle singole nazioni.
Il vertice dei potenti del mondo, svolto dal 15 al 17 aprile a Roma, ha visto la partecipazione di Yoram Gutgeld, consulente economico di primo piano del premier Matteo Renzi. Secondo quanto riferito dalla testata russa Sputnik, il deputato del Partito Democratico ha colto l’occasione dell’appuntamento romano per promuovere un nuovo piano di taglia al cancro della spesa pubblica da 25 miliardi di euro. Questo dopo che persino il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ammesso che non ci sono più margini per ulteriori tagli in questo senso.

martedì 26 aprile 2016

Libia: pioggia di soldi e armi per il governo di Serraj

Via vai di ministri Ue a Tripoli. Mentre a Tobruk si vota per il governo di unità. Bruxelles mette sul piatto 100 mln. In cambio della missione di peacekeeping.

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19 Aprile 2016
Il ministro italiano Paolo Gentiloni ha fatto da apripista al corridoio di leader occidentali a Tripoli.
Sul piatto aiuti per il dopoguerra, concessioni per le estrazioni e un piano di peacekeeping per la stabilità, da far digerire piano piano ai libici.
Dopo il numero uno della Farnesina, primo membro di un governo dell’Ue a stringere la mano al neo premier di unità nazionale Fayyez al Serraj, sono arrivati gli omologhi agli Esteri di Francia e Germania.
EUROPA RIUNITA PER LA MISSIONE. L’ultimo della lista è il britannico Philip Hammond, a Tripoli nelle ore in cui nell'Est della Libia il Parlamento di Tobruk si è riunito per dire sì al governo di pacificazione: l'ultimo sì necessario ma intanto, fanno sapere dalla base navale di Abu Sittah, blindatissima, dove lavorano Serraj e i suoi vice, i primi tre ministri senza portafoglio saranno operativi.
In serata, in Lussemburgo, i ministri degli Esteri e della Difesa Ue sono attesi a una cena speciale per definire tempi e modalità di una missione internazionale di stabilizzazione in Libia (discussa e da discutere con il nuovo governo uscito dai negoziati dell'Onu), per la protezione degli obiettivi strategici e dei palazzi del potere, in sostegno e di training alle forze locali.

lunedì 25 aprile 2016

Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale

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Incontro-dibattito sul libro L’Impero virtuale. Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale, Renato Curcio (Sensibili alle foglie, 2015) presso La casa in Movimento, Cologno Monzese (MI), 14 febbraio 2016
L’Impero virtuale, nonostante il titolo, non è un lavoro su internet; internet è solo lo sfondo, è un territorio che oggi fa parte dello spazio in cui viviamo e quindi in qualche modo, parlando di questo libro, lo attraverseremo. Non è neanche un sermone contro le tecnologie, che esistono fin da quando un uomo ha preso in mano una clava, ossia uno strumento, e che quindi accompagnano l’intera storia dell’umanità. Non si tratta dunque di essere né pro né contro, ma di mantenere vivo un pensiero critico – che in quest’epoca fa un po’ difetto – anche sugli strumenti, soprattutto quelli che non sono né secondari né trascurabili per il fatto che investono la nostra vita, sia lavorativa che relazionale.

domenica 24 aprile 2016

DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE IL GIAPPONE, SU IMPOSIZIONE DEI ROCKEFELLER,E' STATO GOVERNATO DAI MASSONI

17 aprile 2016

I massoni giapponesi sostengono che i loro legami con la massoneria occidentale risale ai tempi degli antichi mesopotanici ed egiziani.
I primi collegamenti verificabili risalgono a quando l'impero khazaro fu distrutto dai mongoli e russi circa 1000 anni fa.
Al momento la loro classe d'elite e' fuggita con il tesoro in Europa e Cina. Il gruppo che e' fuggito in Cina e' poi fuggito in Giappone come l'esercito di Kublai Khan ha conquistato la Cina.
E' per questo che la stella di Davide e' visibile in santuari giapponesi vecchi di 1000 anni.

sabato 23 aprile 2016

Quello sporco oro nero

14 aprile 2016 di Tania Careddu
 
Carburante di una macchina che genera ricchezza, fondata sullo sfruttamento indiscriminato di risorse ambientali, e di un sistema diffuso di illegalità su scala globale: sua maestà, il petrolio. Insieme a gas e risorse minerarie costituisce il settore a maggior rischio di malaffare nel mondo.
Con un tasso del 25 per cento di corruzione percepita, la propensione al malaffare è dovuta, essenzialmente, all’enorme sproporzione tra la forza contrattuale ed economica agita dai singoli titolari o gestori degli impianti e la debolezza politica e finanziaria dei territori in cui sono ubicate le piattaforme estrattive.

venerdì 22 aprile 2016

L'ATTACCO USA ALLA LIBIA NEL 1986 FU CREATO ATTRAVERSO UNA FALSE FLAG

15 agosto 2015

Premessa: l'articolo e' stato pubblicato nel 1998 ma il suo reale scopo e' quello di far capire come vengono create false flag per giustificare aggressioni nei confronti dei paesi sovrani.

Nel 1998 un documentario tedesco trasmesso in televisione ha mostrato prove convincenti che alcuni dei principali sospettati nel bombardamento della discoteca a Berlino nel 1986, evento che forni' il pretesto per un attacco aereo statunitense in Libia, hanno fatto parte della CIA e del Mossad.
Il 15 aprile 1986 aerei da guerra USA hanno bombardato le citta' libiche di Tripoli e Bengasi distruggendo la casa di Gheddafi ed ucciso almeno 30 civili tra cui molti bambini.
Due ore piu' tardi il presidente Ronald Reagan ha giustificato l'attacco senza precedenti contro un paese sovrano, in un discorso televisivo nazionale. Sostenendo di avere la prova diretta, precisa ed inconfutabile che la Libia era responsabile di aver fatto esplodere una bomba in una discoteca di Berlino Ovest. L'esplosione avvenuta 10 giorni prima nella discoteca La Belle, un locale preferito dai soldati americani, aveva ucciso tre persone e ferito 200.
Da novembre del 1997 cinque imputati sono stati processati in un tribunale di Berlino per il presunto coinvolgimento nell'attacco alla discoteca. Ma nel corso di oltre un anno e mezzo il caso e' proceduto molto lentamente. La televisione ZDF che ha effettuato una propria indagine sul caso ha spiegato il motivo, attraverso il magazine politico Frontal, arrivando alle seguenti conclusioni :

giovedì 21 aprile 2016

La Guerra in Libia è una Operazione CIA Studiata già 30 Anni Fa

sabato 3 settembre 2011

La Guerra in Libia è una Operazione CIA Studiata già 30 Anni Fa? Chi Sono i Ribelli?

La campagna di disinformazione è iniziata in febbraio, come risaputo sono state dette molte falsità al pubblico, sia per quanto riguarda la natura della rivolta sia per quanto riguarda la reazione del governo libico ad essa. Mentre i carri solcavano le strade libiche, e i jet volavano nei cieli la battaglia si faceva più dura e i mercenari di Al Qaeda mossero guerra contro l’esercito libico, i media corporativi in tandem con gli stati membri della NATO si preparavano ad intervenire, ritraendo una rivolta costituita da attivisti pacifici che venivano crivellati dai colpi delle mitragliatrici e bombardati dagli aerei. Ci sono ora le prove che confermano che tali atrocità non sono mai avvenute, ma l’Onu citando questa disinformazione ha autorizzato l’intervento della NATO.


La natura stessa dei ribelli Bengasi è stata presentata in maniera ingannevole al pubblico. In realtà, erano una miscellanea di estremisti e mercenari, molti dei quali avevano combattuto di recente in Iraq e in Afghanistan contro le forze Usa. Questi mercenari, pagati dalla CIA e dall’MI6 negli ultimi 30 anni (vedi linea del tempo), vengono raffigurati come “una forza politica indigena” di opposizione al governo libico. Recentemente è stato rivelato che il comandante dei ribelli che hanno tentato la conquista di Tripoli altro non è che Abdelhakim Belhadj, una pedina di Al Qaeda che venne precedentemente catturato in Malesia, torturato dalla Cia a Bangkok, in Thailandia nel 2003, prima di saltar fuori di nuovo in Libia dove sta ora combattendo per conto della NATO.

mercoledì 20 aprile 2016

Isis in Libia: voci dall’inferno di Sirte

di Stefano Magni 16 aprile 2016
 
C’è un grande assente nei media italiani: la Libia. Entra nelle notizie solo quando si discute di un possibile intervento militare. Tuttavia, della Libia in sé, noi sappiamo poco o nulla. In parte perché è difficile seguire il percorso politico e militare di circa 140 clan e tribù in guerra, in parte perché le aree controllate dallo Stato Islamico sono ormai tagliate fuori dal mondo. Forse non ci rendiamo conto, per questi motivi, che alle porte del nostro paese è nato un regime totalitario degno degli orrori della Cambogia di Pol Pot, con esecuzioni in pubblico, controllo capillare dei cittadini e delle loro coscienze, campi di “rieducazione” e terrore diffuso a tutti i livelli.

martedì 19 aprile 2016

L'intervento internazionale in Libia: un dibattito dal retrogusto coloniale

L'attacco aereo del 19 febbraio sulla città di Sabrata, nella Libia occidentale, ha infiammato il già accesso dibattito sull'imminenza di un nuovo intervento militare della NATO in Libia.

Tra ingerenza esterna e intervento armato 
Il raid aereo lanciato il 19 febbraio da due bombardieri americani contro la città libica di Sabrata, 70 Km a ovest di Tripoli e a 100 Km dal confine con la Tunisia, pur avendo come obiettivo un centro d’addestramento di militanti da’eshisti in cui, secondo informazioni non verificate fatte trapelare dalle autorità statunitensi, risiedeva anche Noureddine Chouchane, presunto ideatore delle stragi del Bardo e di Sousse in Tunisia, ha avuto il più ampio risultato di infiammare il già acceso dibattito sull’imminenza di un nuovo intervento militare dell’Alleanza Atlantica in Libia.
Vale la pena ricordare che nell’attacco, rivendicato dagli Usa come un nuovo successo nella lotta al terrorismo internazionale, sono rimaste uccise 40 persone, in maggioranza giovani militanti dello Stato Islamico di nazionalità tunisina ma anche due ostaggi serbi. Inoltre, le autorità di Tobruq, ovvero quelle riconosciute dalla maggior parte degli stati che compongono la Comunità Internazionale, denunciando come le autorità statunitensi non abbiano cercato il coordinamento o comunicato in anticipo l’operazione agli interlocutori locali, hanno condannato l’atto unilaterale statunitense come  “una chiara e fragrante violazione della sovranità statale”.

lunedì 18 aprile 2016

Pantelleria base avanzata Usa per le operazioni in Libia

11 aprile 2016
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http://www.tp24.it/immagini_articoli/08-04-2016/1460101768-0-pantelleria-base-avanzata-usa-per-le-operazioni-in-libia.jpg
 Gallery Gli Stati Uniti e l’Italia hanno in parte appaltato lo spionaggio aereo sopra la Libia ad alcune imprese private, in vista di possibili operazioni militari contro lo Stato islamico ma anche per tenere d’occhio “le forze ostili all’insediamento del premier Fayez al Serraj a Tripoli” – vale a dire le milizie che potrebbero attaccare il governo di unità nazionale libico sponsorizzato dalle Nazioni Unite, dall’Italia e dall’America. L’elenco incompleto si trova sul sito Maghreb Confidential.
Si tratta di un apparato di sicurezza affollato, che si appoggia a basi aeree militari soprattutto in Italia (che conferma la definizione di “portaerei naturale”) e in particolare alla piccola isola di Pantelleria: secondo una fonte del Foglio, il centro nodale delle operazioni non è Birgi, vicino Trapani, e nemmeno Sigonella ma Pantelleria. Le infrastrutture risalenti alla Seconda guerra mondiale sono state riammodernate nel 2015 e c’è un bunker scavato nella roccia su più livelli di circa 1.700 metri quadrati, oggi condiviso con l’intelligence americana.
Da lì e da altre basi gli aerei dell’apparato volano sopra la Libia e anche sopra la Tunisia fino al confine sud con l’Algeria – considerate due metà campo della medesima partita contro i gruppi estremisti che tentano l’espansione nel nord dell’Africa con una forza mai vista prima.

domenica 17 aprile 2016

I predatori della Libia

11 aprile 2016, da Manlio Dinucci 


«La Libia deve tornare a essere un paese stabile e solido», twitta da Washington il premier Renzi, assicurando il massimo sostegno al «premier Sarraj, finalmente a Tripoli». Ci stanno pensando a Washington, Parigi, Londra e Roma gli stessi che, dopo aver destabilizzato e frantumato con la guerra lo Stato libico, vanno a raccogliere i cocci con la «missione di assistenza internazionale alla Libia».
L’idea che hanno traspare attraverso autorevoli voci. Paolo Scaroni, che a capo dell’Eni ha manovrato in Libia tra fazioni e mercenari ed è oggi vicepresidente della Banca Rothschild, dichiara al Corriere della Sera che «occorre finirla con la finzione della Libia», «paese inventato» dal colonialismo italiano. Si deve «favorire la nascita di un governo in Tripolitania, che faccia appello a forze straniere che lo aiutino a stare in piedi», spingendo Cirenaica e Fezzan a creare propri governi regionali, eventualmente con l’obiettivo di federarsi nel lungo periodo. Intanto «ognuno gestirebbe le sue fonti energetiche», presenti in Tripolitania e Cirenaica.

sabato 16 aprile 2016

Anno 2011: Hillary Clinton, l’oro di Gheddafi, la crisi del “petroldollaro” e le “primavere arabe”

All’indomani dell’inserimento del governo di unità nazionale guidato dal Premier designato Fayez al-Serraj, frutto delle lunghe mediazioni dell’Onu ad opera di Bernardino Leon e di Martin Kobler, la Libia si conferma essere l’epicentro, unitamente ad alcune aree del Medio Oriente e del Nord Africa, dei futuri equilibri geopolitici. Il Paese, successivamente alla deposizione di Gheddafi, è stato caratterizzato da un caos che ha favorito l’avanzata del Jihad, come aveva annunciato anche l’ex Presidente venezuelano Hugo Chavez in una sua memorabile intervista dell’Ottobre 2012, in cui parlava proprio di “crisi programmate” sia in Libia, che in Siria.
Eppure, a distanza di anni dal 2011, anno della sua deposizione, la figura di Gheddafi torna ad essere centrale per poter comprendere il progressivo avanzare del caos in Libia. Un valido supporto in tutto ciò ci arriva dalla declassificazione delle email scambiata tra Hillary Clinton, allora Segretaria di Stato degli USA, ed il suo consigliere di fiducia, Sid Blumenthal: da questa fitta corrispondenza si riesce a comprendere meglio le reali ragioni per cui USA, Francia e Regno Unito diedero il via, nel 2011, a quella missione di guerra finalizzata alla deposizione, o meglio all’uccisione di Gheddafi.
Un’interessante ricostruzione di quanto documentato in questa corrispondenza intercettata e successivamente declassificata [interamente visionabile al link https://wikileaks.org/clinton-emails/?q=Sid+Blumenthal&mfrom=&mto=&title=&notitle=&date_from=&date_to=&nofrom=&noto=&count=50&sort=0#searchresult] ci arriva da una pubblicazione di F. William Engdahl, noto esperto di geopolitica, datata 17 Marzo 2016 [visionabile al link http://journal-neo.org/2016/03/17/hillary-emails-gold-dinars-and-arab-springs/ e tradotta in italiano dalla redazione dell’Osservatorio Internazionale per i Diritti al link http://www.ossin.org/rubriche/206-le-schede-di-ossin/1952-il-caso-gheddafi], da cui emerge come alla base di quella guerra ci sarebbe stato “ l’oro e una minaccia potenzialmente esistenziale per il futuro del dollaro USA come moneta di riserva mondiale. Riguarda i piani di Gheddafi di quel tempo, per un dinaro convertibile in oro per l’Africa e il mondo arabo produttore di petrolio.”
Ritengo pertanto opportuno riportare quasi integralmente la pubblicazione di Engdahl su questa “guerra menata dall’amministrazione Obama contro Gheddafi, cinicamente battezzata ‘La responsabilità di proteggere’”:
Barack Obama, un presidente indeciso e debole, aveva delegato tutte le responsabilità per la guerra in Libia al suo segretario di Stato, Hillary Clinton, che era una sostenitrice della prima ora di un ‘cambio dei regimi arabi’, da realizzare con la collaborazione dell’organizzazione segreta dei Fratelli Mussulmani e invocando il recente curioso principio della “responsabilità di proteggere” (R2P) per giustificare la guerra in Libia, che si è rapidamente trasformata in una guerra della NATO. Invocando la R2P, una nozione idiota promossa dalle reti della Fondazione Open Society di George Soros, Clinton ha sostenuto, senza prove affidabili, che Gheddafi bombardava i civili innocenti nella regione di BengasiStando ad un resoconto dell’epoca del New York Times, che citava importanti fonti dell’amministrazione Obama, Hillary Clinton componeva (con Samatha Power, allora assistente senior nel Consiglio Nazionale per la Sicurezza, oggi ambasciatrice di Obama, e con Susan Rice, all’epoca ambasciatrice alle Nazioni Unite, attualmente consigliera per la sicurezza nazionale) la triade che spinse Obama all’intervento militare in Libia.

venerdì 15 aprile 2016

il RATgoverno Serraji si compra le milizie

Libia. Il governo di unità nazionale si compra le milizie. Tutto spinge verso la tripartizione

Il governo di unità nazionale voluto dall’Onu si è insediato mercoledì nella capitale Tripoli senza opposizione, nonostante le minacce da parte delle milizie islamiste 
 
1 aprile 2016
Dopo mesi di tira e molla, il governo di unità nazionale libico è sbarcato nella capitale Tripoli e per ora non è stato ancora attaccato. La vicenda è emblematica del caos che domina in Libia: il governo di unità nazionale voluto dall’Onu non è riconosciuto da nessuno dei due Parlamenti del paese, né da quello di Tripoli guidato da Khalifa al-Ghwell e sostenuto dagli islamisti di Alba Libica, né da quello di Tobruk guidato da Abdullah al-Thani e appoggiato dall’esercito del generale Khalifa Haftar. L’Onu però punta forte su questo governo per riuscire a stabilizzare la Libia.

giovedì 14 aprile 2016

Libia, interessi economici dietro la svolta pro governo

Fazioni riallineate su Serraj? Questione di soldi: chi aderisce all'esecutivo rivede gli stipendi pubblici che erano congelati. Così milizie e Comuni si sono convinti.

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07 Aprile 2016
Le ambasciate di Malta, Marocco e Tunisia hanno riaperto a Tripoli, dove sono pronti a tornare anche i diplomatici italiani.
Il capo negoziatore dell’Onu Martin Kobler e il suo consigliere militare Paolo Serra sono atterrati in Libia senza problemi, com’era impensabile ancora a fine marzo, con lo sbarco blindato nella capitale, il 30, dei membri del governo di unità nazionale di Fayyez al Serraj.
Invece in un paio di giorni l’autoproclamato Congresso nazionale e le barricate delle brigate islamiste che lo controllavano si sono inaspettatamente dissolti, e anche il premier islamista Khalifa al Gwell ha ripiegato a Misurata.
L'APPROVAZIONE DI TOBRUK. Ora resta solo l’ostinato rimandare l'approvazione del parlamento rivale di Tobruk: un tira e molla a Serraj che va avanti da un anno, ma ormai non c’è alternativa pena la decadenza dell'assemblea legislativa fedele al generale Khalifa Haftar.
Con l’ok alle modifiche costituzionali fissate negli accordi di pace in Marocco, diventerebbe invece il parlamento del nuovo governo legittimato dall’Onu: si può dire di no?

mercoledì 13 aprile 2016

Libia: proprio come la Somalia

La drammatica situazione della Libia, divisa tra Tobruk, Tripoli ed il nuovo premier Sarraj, ricorda quella della Somalia del post Siad Biarre. Che ci piaccia o meno, l'ultimo governo che è stato in grado di tenerla unita è stato quello di Gheddafi.
La situazione politica e militare della Libia è a dir poco ostica. Dopo mesi d’incontri ed accordi tra i due governi del paese, quello islamista di Tripoli e quello ufficialmente riconosciuto di Tobruk, andati quasi sempre tutti a vuoto, alla fine la comunità internazionale ha deciso di far piovere sul paese un premier calato dall’alto, Sarraj, e che la popolazione locale guarda come una figura estranea, verso cui il massimo stato d’animo è l’indifferenza. Cosa che del resto si manifesta praticamente sin dal 2011, quando a Bengasi nacque il famoso “Consiglio Nazionale Transitorio” (CNT), per nulla partecipato dalla popolazione e ad essa del tutto ostile ed indifferente. Anche se a quel tempo i media occidentali e panarabi si sbracciavano per farci credere che quello di Bengasi fosse un governo che godeva di un entusiastico sostegno popolare, la verità era che in tutta la Cirenaica si tenevano ogni giorno dimostrazioni pro-Gheddafi, almeno finché il Qa’id non venne barbaramente ucciso, il che spense tutte le speranze nella popolazione libica per una vittoria su coloro che venivano semplicemente visti come usurpatori e traditori sostenuti dall’Occidente e dalle petromonarchie del Golfo.

martedì 12 aprile 2016

Libia, nessuno s’illuda


Chi dovrebbe risolvere il problema libico? L’ONU, che ha fornito la foglia di fico per giustificare l’aggressione del 2011? Gli Stati Uniti, con le lugubri smargiassate pseudocesariane della Clinton e col subdolo interventismo di Obama? Cameron e Sarko –Hollande? L’Italia, che ha gettato nel letamaio il trattato d’amicizia firmato da Berlusconi e ratificato da Napolitano?
I libri di storia ufficiali descrivono il colonialismo come un fenomeno del passato. In realtà, il colonialismo non è mai morto: quando uno stato è occupato, il suo governo sostituito da Quisling e le sue risorse saccheggiate, possiamo pure pudicamente aggiungere il prefisso ‘neo’ al termine ‘colonialismo’, ma il lessico non modifica la realtà. La Libia aveva un grande sviluppo nel settore petrolifero e finanziario. Secondo il Fondo monetario internazionale, le attività nette all’estero della Banca centrale e dei due fondi sovrani ammontavano a 152 miliardi di dollari a fine 2010

lunedì 11 aprile 2016

La resistenza antimperialista libica alza le bandiere della Jamahirija

I mass media europei, per ciò che riguarda la Libia, si sono sempre premurati di occultare la presenza di un vasto movimento anti-NATO ispirato all’esperienza della Jamahirija del colonello Gheddafi.
L’eclettico leader libico dopo il 1969 avviò una profonda modernizzazione che trasformò un agglomerato di tribù in uno Stato indipendente e sovrano. Il suo governo – utilizzando categorie più comuni per noi occidentali – poteva essere definito come progressista, e per molto tempo fu giustamente ostile all’imperialismo nord-americano.
Gheddafi, forte del sostegno dei popoli africani, voleva fare della Libia un modello efficace per tutti i paesi del martoriato continente nero. L’imperialismo statunitense – seguito a ruota da quello britannico e francese – non poteva tollerare tale ambizioso e progressista progetto. L’Africa – seppur in una prospettiva a metà strada fra il democratico-borghese e il (sia pun bon certo compiutamente) socialista – seguendo il percorso tracciato dal Colonnello, si sarebbe finalmente emancipata dalla morsa colonialista.

domenica 10 aprile 2016

I piani deliranti di Clinton smascherano la sinistra social-colonialista


La sinistra italiana per cinque/sei anni ha indefessamente difeso l’operazione della CIA nota come ‘Primavera araba’ spacciandola da rivolta di popolo, e ancora oggi, come insegna la vicenda della spia anglo-statunitense Giulio Regeni, persegue l’obiettivo tracciato dalle centrali atlantiste di Washington, Londra, Parigi, Berlino e Ankara: distruggere gli Stati-nazioni arabi per sostituirli con califfati wahhabiti controllati dalle borghesie compradore allevate dalle ONG occidentali, o dominati dall’integralismo taqfirita, o Gladio-B, variante mediorientale della rete stragista nazista-atlantista nota come Gladio/Stay Behind. A tale operazione partecipano da destra organismi come Lega e Fratelli d’Italia, e a sinistra tutto lo spettro, da PD/ANPI e Italia dei Valori fino a sprofondare nell’estrema sinistra settaria anarcoide, post-piccista (contropiano e affini scalfariani), ‘post-henverista’ (Marco Rizzo), ‘trotskista’ o pseudotali, passando per le varie sfumature del grigiore rifondarolo o le varie tinte marroncine dei centri sociali (Wu Ming, Militant, e altro lerciume), senza ignorare il codazzo di finti intellettuali dalla fraseologia pseudo-marxista ma dagli intenti filo-imperialisti (Salucci, Ricci, Nachira, Moscato, Monti, Maestri, Ferrario e altro ciarpame), né i finti amici della Siria, che in realtà cercano il riconoscimento dalle sette taqfirite in altri ambiti (Libia o soprattutto Egitto post-Mursi). Tale fronte si è impegnato, con tutte le forze e tutte le risorse messigli a disposizione dai mass media di regime, di propagandare come rivolta popolare e addirittura come rivoluzione sociale, il gigantesco e ultimo tentativo dell’imperialismo di trasformare il Medio Oriente in una colonia della NATO controllata dal sicario sionista in combutta con gli ascari neo-ottomani e wahhabiti di Washington; e quindi, una volta completato tale passaggio, usare le forze taqfirite e islamiste radunate da Gladio-B per aggredire Iran, Federazione Russa e Cina popolare, assaltando l’Eurasia. In Italia, il tutto veniva e doveva essere ammantato da un’inesistente bandiera rossa da parte dei volonterosi kollabò di sinistra del Pentagono e di Langley.
La duplice sconfitta dei taqfiriti nell’Egitto di al-Sisi e nella Siria di al-Assad (e presto in Iraq) impedisce l’attuazione di tale piano delirante che vede tutta la sinistra italiana, partecipe collaborazionista.

sabato 9 aprile 2016

Libia. Una "farsa" servita solo al cambio di casacca dell'Italia: dall'Egitto a Fratelli Musulmani

Libia. Una farsa servita solo al cambio di casacca dell'Italia: dall'Egitto a Fratelli Musulmani

 
 
 
 
 
 
 
 
In Libia, dopo la "farsa" dell'approdo con il gommone dell'uomo della comunità internazionale Serraj abbiamo sempre due governi contesi che si fanno la lotta, in un clima di maggiore instabilità perché l'ex leader del governo di Tripoli sta organizzando la ribellione da Misurata. Uno spettacolo triste, grottesco e farsesco portato avanti dalla "comunità internazionale" che ha ottenuto un solo risultato, il cambio di casacca dell'Italia: non più la fazione di Tobruk sostenuta dall'Egitto, ex alleato italiano prima del caso Regeni, ma quella dei Fratelli Musulmani - e quindi di Turchia, Arabia Saudita, Regno Unito e Stati Uniti - di Tripoli. Un cambio di casacca significativo dai risvolti geopolitici molto significativi.

venerdì 8 aprile 2016

Gad Lerner, la Libia e il "giornalismo": da fan dei crimini della NATO nel 2011 a "pacifista"

Gad Lerner, la Libia e il giornalismo: da fan dei crimini della NATO nel 2011 a pacifista

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Ipse dixit. Gad Lerner: nel 2011 fan dei ribelli libici e delle bombe Nato. Per la serie: “Tanto nessuno ricorda, quindi non devo nemmeno scusarmi”
 
Ecco alcuni "ieri e oggi" del conduttore.
 
Il 31 marzo 2016 scrive fra l’altro : «(…) inevitabile è un impegno dell’Italia nel ginepraio nordafricano (…) Garantire la continuità del rifornimento energetico attraverso il gasdotto sottomarino che da Mellitah raggiunge Gela. (…) Evitare che il contagio della guerra civile possa minare la precaria stabilità di un paese come l’Algeria (…) E infine scongiurare il monopolio territoriale dell’Isis sulle coste nordafricane (…)»
 
Il 2 giugno 2015 scandalizzato scriveva  che «l’Eni in Libia è sotto protezione di una fazione, Fajr, il cui comandante non smentisce l’alleanza con fazioni jihadiste vicine all’Isis».
 

giovedì 7 aprile 2016

I Mangusta sul Garibaldi…in vista della Libia?

2 aprile 2016, pubblicato in Analisi Italia
AH129nav1 “Il personale del Centro sperimentale volo (Csv) dell’Aeronautica militare, congiuntamente a personale dell’Aviazione dell’Esercito e della Marina militare, ha completato con successo la campagna di prove sperimentali degli elicotteri dell’Esercito italiano AH-129 Mangusta, versioni C e D, per il conseguimento della capacità di operare in maniera standardizzata da unità navali”.
Lo ha reso noto lo Stato Maggiore Difesa con una notizia apparsa sul sito Difesa.it precisasndo che “la sperimentazione ha seguito la specifica direttiva sulle attività di Cto interforze dello stato maggiore Difesa (Smd)” si legge bel testo.

mercoledì 6 aprile 2016

Il "governo" fantoccio di Serraji serve solo per chiamare i suoi padroni per invadere la Libia

Un esempio degli articoli che si trovano sulla stampa in questi giorni, ti parlano di "unità, ricostruzione, riconciliazione", gli stessi che hanno distrutto la Libia nel 2011, e negli anni a seguire! Hanno veramente una bella faccia tosta, e ne sono anche contenti.
 
Libia, l'intervento militare è sempre più vicino 31/3/2016

L'arrivo a Tripoli del governo riconosciuto dall'Onu spiana la strada all'Occidente. L'Italia ha un ruolo di primo piano.

Si avvicina l'intervento militare dell'Occidente in Libia. L'arrivo a Tripoli del governo di unità nazionale riconosciuto dall'Onu ha aperto la strada alla formazione di un esecutivo che, una volta insediatosi, potrà chiedere legittimamente l'aiuto straniero per garantire la stabilità del Paese. L'occasione è data dal fatto che il governo di riconciliazione nazionale libico, guidato da Fayyez al Serraj e sostenuto dalle Nazioni Unite, non è appoggiato dalle forze politiche e militari islamiste locali, che hanno minacciato una reazione armata all'arrivo di Serraj a Tripoli. Quest'ultimo ha proclamato l'entrata in carica del suo governo di accordo nazionale e ha lanciato un appello a "unificare gli sforzi dei libici per contrastare l'Isis". Ma le principali milizie libiche hanno esortato la popolazione a opporsi a quello che considerano "un governo designato dall'Onu", il cui eventuale insediamento a Tripoli trascinerebbe la città in "un conflitto armato permanente".

martedì 5 aprile 2016

Libia: il terzo governo di occupazione, sostenuto dall’Onu sbarca a Tripoli, ma è già sotto assedio

Libia: il governo di Serraj sostenuto dall’Onu sbarca a Tripoli, ma è già sotto assedio
Spari in aria, veicoli militari in strada, posti di blocco, tv oscurate: tensione altissima a Tripoli. I membri dell’esecutivo partiti da Tunisi a bordo di alcune imbarcazioni sono arrivati a Tripoli e si sono asserragliati dentro una base navale

lunedì 4 aprile 2016

Bombe e addestramento dei piloti aerei, così l’Italia aiuta i sauditi finanziatori dei terroristi








Arabia-Yemen-casas-distruidos(Francesco Gori) – Dopo le bombe fabbricate in Italia e destinate a creare morte nello Yemen, l’Arabia Saudita riceverà un nuovo aiuto da Roma. E’ stato infatti siglato un accordo tra i due governi che prevede l’accesso di piloti della Royal Saudi Air Force ai corsi di pilotaggio su ala rotante offerti dall’Aeronautica Militare. Si tratta del primo di una serie di accordi che apriranno ai Paesi dell’area del Golfo Persico la possibilità di accedere al percorso addestrativo dell’AMI.
La notizia, confermata dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica italiana, è stata pubblicata dal quotidiano Il Giornale che precisa: “L’offerta addestrativa non si limita al settore ala rotante. “Grande interesse suscita anche l’addestramento su velivoli ad ala fissa, in particolare dopo l’ingresso in linea del velivolo M-346, impiegato per le ultime fasi di addestramento dei piloti delle linee aerotattiche”.
Nel 1935 il Re Sa’ud affidò alla Regia Aeronautica italiana l’addestramento dei piloti della Forza Aerea del neonato Regno Saudita, che proseguì con un periodo di mentoring da parte dei più esperti piloti italiani a beneficio dei loro colleghi sauditi. A testimonianza di questo antico connubio, un velivolo Caproni da addestramento, allora impiegato per tale esigenza, apre l’esposizione presso il Museo dell’Aeronautica di Riyad.

domenica 3 aprile 2016

LIBIA. IL BUCO NERO DELL’ITALIA

4 marzo 2016

Libia o non Libia? Di fronte alla prospettiva di un (altro) intervento militare la politica e l’opinione pubblica si stanno spaccando. Era prevedibile. Come sempre, tutti sono convinti che si debba combattere l’Isis e vada stroncato il traffico di esseri umani che lucra (anche a beneficio dei terroristi) sul dramma delle migrazioni. Ma su quanto e come impegnarsi per farlo i pareri, e soprattutto le disponibilità, cambiano appena arriva il momento dell’azione. Anche su questo tema l’Italia e gli italiani ricordano Nanni Moretti invitato alla festa in Ecce Bombo: “Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”.

sabato 2 aprile 2016

GLI ACCOUNT TWITTER DELLO STATO ISLAMICO PORTANO AL GOVERNO INGLESE

Pubblicato il: 23/03/2016
Twitter ha bloccato gli utenti accusati di ‘molestare’ gli account collegati allo SIIL [Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, chiamato anche ISIS o "Daesh", ndr]. Nel frattempo, gli hacker hanno rivelato che gli account Twitter utilizzati dallo SIIL riconducono ad Arabia Saudita e governo inglese. Sorpresa? 
Uno degli argomenti centrali utilizzati dai governi che cercano di limitare le libertà su internet e giustificarne la sorveglianza totale è che i social media e le varie piattaforme internet permettono ai “terroristi” di diffondere propaganda e incitare alla violenza. E naturalmente l’unico modo per fermare tale fenomeno orribile, secondo la saggezza comune, sia regolare attentamente gli interventi su internet, così come un’ampia sorveglianza. O almeno così ci è stato detto. È per questo che molti sono disorientati dalla decisione di Twitter di bloccare gli “hacktivisti” accusati di “molestare” gli account collegati a SIIL e altri gruppi terroristici.

venerdì 1 aprile 2016

Kerry al principe ereditario saudita: se inondate il mercato con petrolio più economico, difenderemo il tuo trono

14 marzo 2016

"Vostra Altezza, a nome del Presidente Obama, posso garantire che i nostri soldati proteggeranno la corona saudita, ma al fine di ostacolare il programma iraniano crediamo sia necessario inondare il mercato con petrolio più economico".E’ quanto avrebbe affermato Kerry,secondo la rete Russia 24.