11 aprile 2016
Nel consueto silenzio dell’informazione
scritta e televisiva, a Bruxelles si sta consumando un nuovo crimine
contro i popoli europei. La Commissione UE, nella persona del
commissario greco alla Salute ed alla Sicurezza Alimentare, sta
cercando, ed ovviamente troverà il modo di rendere permanente
l’autorizzazione all’uso del glifosato, il diserbante più usato al
mondo. In queste settimane, c’è stato un fermo nelle iniziative
legislative dei dittatori comunitari, che, giova ripeterlo sempre, sono
immediatamente esecutive in tutti i 28 Stati una volta sovrani
dell’Unione.
In materia, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC)
ha da tempo affermato che il glifosato è “probabilmente cancerogeno per
gli esseri umani”, e la serietà, soprattutto l’indipendenza di quella
organizzazione è riconosciuta da oltre quarant’anni di attività
scientifica. Un prodotto, quindi, il glifosato, che diserba e,
contemporaneamente, mina la salute di animali ed umani. Fin dal 2000,
fortunatamente, in sede europea, è norma il cosiddetto “principio di
precauzione”, che proibisce l’uso e la vendita di qualsiasi prodotto o
ritrovato di cui non si conoscano ancora gli effetti, o su cui gravi ,
come nel caso del glifosato, il fondatissimo sospetto di nocività.
Eppure… Giova sapere che il diserbante è stato il più fortunato
brevetto della Monsanto, e che, scaduti i diritti nel 2011, è oggi
prodotto liberamente da più aziende, almeno un dozzina nella sola
Italia. La variante resistente agli OGM, il cui nome commerciale è
Roundup, è il prodotto più redditizio della gamma Monsanto.
L’Unione Europea, tra le sue numerose, costose emanazioni pagate con
il denaro dei contribuenti , dispone di una Autorità per la Sicurezza
Alimentare (EFSA) . Sull’argomento, l’organo europoide, una volta di
più, non ha fatto altro che accogliere le conclusioni delle parti
interessate, per le quali, ovviamente, il glifosato non è affatto
pericoloso. A Bruxelles, nei palazzi del potere europeo, si alternano
circa ventimila lobbisti, riuniti in numerose associazioni. Una di esse è
l’ECPA, Associazione per la Protezione delle Piantagioni.
Nella consueta inversione neolinguistica promossa degli oligarchi, la
protezione delle piantagioni è in realtà la difesa degli interessi
delle multinazionali associate del settore: BASF Agro, Syngenta, Bayer, Dupont, oltre alla solita Monsanto.
I lobbisti, naturalmente, stanno studiando con la Commissione il modo
di rendere definitive le autorizzazioni alla produzione ed alla
commercializzazione intraeuropea di un prodotto la cui pericolosità è
conclamata. L’agribusiness prima di tutto, perbacco!
Basterebbe verificare la drammaticità della situazione argentina: il
grande Paese sudamericano ha dovuto riconvertire gran parte della
produzione agricola, ed è oggi il massimo fornitore al mondo di soia
geneticamente modificata, con oltre 22 milioni di ettari coltivati,
oltre la metà dei campi coltivati a cereali. Il glifosato è il famoso Roundup Monsanto,
resistente al pesticida. Una coppia fissa, da anni, quella delle
sementi OGM, casualmente di proprietà delle multinazionali già nominate,
e del glifosato, il cui metabolita che molti chiamano killer, l’acido
aminometilfosfonico, è presente nel mais, nella soia, nella colza e nel
cotone OGM.
Un fotografo argentino, Pablo Ernesto Piovano, ha documentato in immagini agghiaccianti che hanno fatto il giro del mondo e che chiunque può visionare in rete, l’effetto sugli esseri umani, in particolare sui bambini, dell’esposizione al diserbante.
Nelle zone agricole argentine i casi di tumori infantili sono
triplicati in pochi anni e le malformazioni neonatali di ben quattro
volte. Un caso? La benemerita EFSA lo affermerà certamente, con il
supporto di eminenti scienziati “amici”, ma i fatti, che hanno la brutta
abitudine di essere tenaci e di tornare a galla, dicono che in
Argentina sono stati irrorati 370 milioni di litri di pesticidi tossici
solo nell’anno 2012. Secondo una rivista di fotografi professionali, Burn, quasi un terzo della popolazione argentina subirebbe effetti negativi dall’uso del glifosato.
La prestigiosa rivista medica The Lancet Oncology parla di
rischi per leucemie infantili, malattie della pelle, malformazioni
neurovegetative, linfomi. Nessun turbamento, per azionisti, scienziati,
fiancheggiatori vari del sistema: loro non mangiamo cibi transgenici, e
le loro ville sono lontane dalle zone di coltivazione. Quanto agli
altri, sono semplici danni collaterali di un affare da molti miliardi di
euro l’anno.
Il principio di precauzione appare quindi assolutamente opportuno, a
livello europeo, in attesa della conferma, o della smentita da parte di
organi indipendenti, dei dati dell’ente di ricerca sul cancro e di tanti
altri studiosi e militanti. Al contrario, i lobbisti dell’ECPA,
attaccano proprio tale norma, e cercheranno di aggirarla con l’aiuto di
ben pagati avvocati e compiacenti funzionari. Tuttavia, proprio questa è
la prova della malafede delle multinazionali: se possedessero dati
tranquillizzanti per le popolazioni, li esibirebbero con ogni facoltà di
prova, e non attaccherebbero la normativa “in punto di diritto”.
A proposito, a detta di tutti gli osservatori, tanto in sede europea
che nell’ambito delle organizzazioni affiliate all’ONU, si assiste da
anni allo strano fenomeno delle porte girevoli, ovvero al passaggio di
funzionari, esperti e professionisti vari dalle grandi aziende
multinazionali alle strutture cosiddette di controllo. Oggi qui, domani
là, prima controllati, poi controllori.
Questo è il volto vero ed oscuro della globalizzazione, che, nel caso
di cui parliamo, svela la propria anima assassina, rivoltante ed
antiumana.
Accenniamo allora ad un ulteriore, drammatico risvolto del sistema dei
pesticidi e delle sementi OGM, quello delle tecnologie, che, brevettate,
controllano ormai le fonti della vita.
Un’azienda biotech, la Delta and Pine Land, ha
scoperto e naturalmente coperto da brevetto, una tecnica, definita
“sistema di protezione della tecnologia” che rende sterili le piante cui
viene applicata.
Possedere bombe atomiche è meno pericoloso… Sterilizzano una pianta e ci
costringono quindi ad usare le loro sementi, rivendendole dopo ogni
raccolto. Il brevetto si chiama, onestamente, Terminator, ed è oggi nelle mani della solita Monsanto, che vende i semi “suicidi” in Asia, Africa, Sudamerica.
Da anni, comprano pubblicità su giornali e TV e mobilitano i giornalisti
di riferimento per propalare la favola della lotta alla fame nel mondo:
le sementi OGM sarebbero l’arma totale dei buoni, intenzionati a
sfamare il Terzo e Quarto Mondo. Peccato che l’Africa non conoscesse la
morte per fame sino al 1960, ma dopo, costretta alle monocolture imposte
da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, ha visto la morte e
l’inedia di milioni dei suoi figli.
Chi dà la morte si chiama assassino. Banca Mondiale, FMI e
multinazionali biotecnologiche sono quindi, ad ogni effetto, assassini
seriali, genocidi, come il sistema bancario internazionale, e come tali i
popoli hanno il dovere, non il diritto di fermarli e di trascinarli
davanti ad un tribunale di Norimberga dell’economia e della finanza
criminale!
Alcuni esempi: il famigerato defoliante Agente Arancio, ampiamente irrorato dagli Usa in Vietnam durante la guerra, e l’ormone sintetico Posilac,
utilizzato per la crescita dei bovini e dei profitti degli azionisti di
Monsanto, prodotto che moltissimi descrivono come tossico, vietato in
Europa, ma che vi entrerà dalla finestra con il Trattato di Partenariato
Transatlantico.
Intanto, mentre scriviamo o leggiamo queste note, il mais OGM minaccia il povero Nepal e l’intera zona dell’Himalaya.
Possiamo ipotizzare che le nuove sementi siano, o possano diventare,
armi per la riduzione programmata e massiccia della popolazione. Altro
che Saddam e la narrazione (oggi dicono storytelling…) delle introvabili
armi di distruzione di massa, che ha consentito l’approvazione della
guerra da parte di strati importanti delle opinioni pubbliche
occidentali. Il seme Terminator ne è la prova: che cosa faranno le
nazioni, specie le più povere, quando o se non potranno pagare le
royalties ai proprietari dei brevetti, e le loro povere coltivazioni
saranno diventate sterili? Se c’è un’evidenza negata solo dalla parte
interessata è che i raccolti OGM distruggono l’equilibrio della sostanza
nutritive naturali dei terreni, e ne impediscono il transito nelle
radici.
L’ingegnerizzazione imposta all’agricoltura, a partire dall’origine,
ovvero dal sistema delle sementi e della trasformazione genetica, ha uno
scopo preciso, che non è tanto il profitto, quanto il controllo del
mercato dei semi (mercato dei semi è un’espressione ripugnante!), quindi
la disponibilità di cibo per gli esseri umani.
Il cibo diventa un’arma, più insidiosa e
terrorizzante delle stesse bombe. La potenza infinita dei padroni delle
sementi, la loro capacità di distorcere l’opinione pubblica a loro
favore può essere dimostrata già a partire da un’evidenza finanziaria,
la presenza della Fondazione Bill Gates (Microsoft) tra gli azionisti
dei giganti del settore, in particolare di Monsanto.
Tra le tante informazioni che stanno trapelando per merito di
osservatori coraggiosi e della rete Internet c’è quella dei legami tra
una delle numerose agenzie governative statunitensi, la USAID, e le
multinazionali della chimica applicata all’agricoltura ed alla
tecnologia transgenica. L’USAID si occupa ufficialmente di aiuti ai
Paesi bisognosi, ma è una emanazione del Dipartimento della Difesa
americano, largamente utilizzata in operazioni coperte ed in particolare
nel reclutamento di leader politici, ricercatori, alti funzionari, da
“sensibilizzare”, nelle maniere e con le modalità che ciascuno può
intuire, ai temi della ricerca transgenica e delle biotecnologie
applicate alle sementi.
La sola Monsanto controlla circa il 95% della fornitura
mondiale di semi per cibo, ed ha ormai non soppiantato, ma espulso dal
mercato (c’è un mercato con il 95 per cento???) i produttori di sementi naturali. Fondamentalmente, un seme OGM, ed anche il relativo diserbante, è un valore strategico militare.
In India le multinazionali brevettano semi ed innesti elaborati durante
secoli, forse millenni, dalle popolazioni agricole locali, poi ne
vietano l’uso senza il pagamento di diritti. E’ rapina con le armi di un
sistema giuridico complice, ed è genocidio in guanti bianchi nei
confronti di chi, derubato, non può pagare una vera e propria
estorsione.
Il controllo genetico delle sementi alimentari e dei diserbanti
chimici, nonché la loro ricostituzione sono elementi di una strategia
precisa di dominazione a medio termine, di cui il soggetto privato, si
chiami Monsanto, Syngenta, Dupont od altro, non è che il terminale di un
progetto che ha nell’alta finanza, proprietaria , attraverso complessi
incroci azionari, dei pacchetti di controllo delle maggiori
multinazionali, l’attore principale, dominus e beneficiario finale, a
fini di potere globale. L’apparato statale americano, in particolare le
poderose strutture, non solo di combattimento, dell’esercito e le
Agenzie specializzate nell’intelligence ne sono il braccio secolare.
Vogliamo ripeterlo: in questo settore, come in altri, i pur immensi
profitti non sono l’obiettivo principale. Il controllo del cibo vale ben
più dei miliardi di dollari pretesi da questi usurai della vita.
Il progetto è sempre uno: un governo mondiale diretto da un’oligarchia
di banchieri ed azionisti globali, all’ombra delle armi americane. Non
ce ne dimentichiamo mai.
Un cinese sapiente avvertiva che lo sciocco guarda il dito che indica
la luna, solo il saggio osserva la luna. Smettiamo di detestare i
responsabili politici nazionali, malandrini e corrotti certamente, ma
semplici camerieri di un potere ben più grande di loro, che spesso
neppure conoscono, e, stante il livello di molti tra loro, neppure
capiscono.
La lotta, purtroppo, è ad un livello diverso. Informarsi è il primo
passo, poi occorre capire: se la verità rende liberi, come insegnava
Giovanni, l’eremita di Patmos, solo la verità ci permette di indignarci e
mettere nel mirino il vero nemico.
Noi dobbiamo essere avanguardie che animano, possibilmente orientano,
articolati fronti di opposizione. Loro sono infinitamente potenti, noi,
se cominceremo a far capire, potremo diventare infinitamente numerosi.
El costo humano de los agrotóxicos - por Pablo Ernesto Piovano (Subtitulado: inglés) from Pablo Ernesto Piovano on Vimeo.
Articolo tratto dal sito Blondet & Friends
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